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I PASSI DEL RFID IN TUTTE LE DIREZIONI

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2009 09:11
13/06/2007 11:53
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RFID è una componente della futura rete wifi che vivremo noi e la prox generazione qui inseriamo i vari passi in tutti i campi di vita, economico,salute,divertimento,sicurezza che intrappoleranno la vita dell'individuo in una gabbia dorata.

13/06/2007 11:54
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Rfid dal cielo
Rfid dal cielo


12 giugno 2007




Potenziare le tecnologie di identificazione a radiofrequenza guardando in alto e puntando sul sistema di localizzazione Gps. È quello che ha provato a fare Identec Solutions presentando un tag in grado di supportare sia le tecnologie Rfid che quelle satellitari.

Il range di lavoro del sistema è di circa 500 metri. Il tag, quindi, può essere letto a una distanza di mezzo chilometro dal reader: una performance che permetterà a chi lo adotterà di ridurre il numero di infrastrutture del sistema Rfid. L'uso di questa tecnologia si adatta bene a una serie innumerevole di applicazioni aziendali per tracciare beni materiali che il personale e in particolare per i container e le attività portuali. Grazie alla collaborazione fra Rfid e Gps, è possibile accertarsi sia dell'esatto luogo che dei tempi di viaggio di una persona o di un asset. Il tag “satellitare”, quindi, non solo porterà a un maggiore controllo, ma anche a livelli più alti di sicurezza.

“Questa soluzione”, ha dichiarato Peter Linke, Executive Vice President Sales and Marketing di Identec Solutions, “è una soluzione così avanzata che le applicazione per la tecnologia sono virtualemente infinite. Il tag Gps consentirà ai nostri clienti la più completa soluzione di “asset tracking” possibile”.

http://www.rfiditalia.com/index.php?option=com_content&task=view&id=573&Itemid=41

14/06/2007 01:42
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Ciao Lostmu,
non so se l'etichetta azzurra si tratti di un etichetta RFID, ne avevo letto una descrizione, in questo forum, ma non ricordo in quale topic

Comunque queste le ho trovate (entrambe) in un vestito (per bambini) acquistato all'Oviesse


[IMG]http://[/IMG]
14/06/2007 10:08
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dove erano attaccate? si vede che la catena oviesse ha già iniziato a usarle, se trovi altri prodotti elencali
14/06/2007 11:24
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Re:

Scritto da: Lostmu 14/06/2007 10.08
dove erano attaccate? si vede che la catena oviesse ha già iniziato a usarle, se trovi altri prodotti elencali



erano attaccate all'interno del vestito, la parte dove c'e' il circuito e' dotata di colla, tipo post-it, il retro di entrambi presenta un codice a barre, quindi confermi che l'etichetta azzurra e' quella RIFD ?

14/06/2007 11:31
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quale rfid scegli? quello rosa o quello blu? [SM=g27832]
14/06/2007 11:46
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Re: Re:

Scritto da: sev7n 14/06/2007 11.24


erano attaccate all'interno del vestito, la parte dove c'e' il circuito e' dotata di colla, tipo post-it, il retro di entrambi presenta un codice a barre, quindi confermi che l'etichetta azzurra e' quella RIFD ?





guarda questo sito ci sono un pò di immagini e classificazioni:

http://www.rf-id.it/
15/06/2007 12:54
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ora rfid..poi...
SVILUPPI CORRENTI

Verranno prese le impronte digitali ai bambini di 11 anni (nel Regno Unito) (estratto)
David Leppard, Times-Online - 4 marzo 2007

Ai bambini da 11 a 16 anni verranno prese le impronte digitali, le quali verranno poi trasmesse in un archivio segreto.

Secondo le fonti trapelate da un documento segreto del dipartimento, sembrerebbe che questa registrazione di massa delle impronte digitali avrà inizio a partire dal 2010, partendo da un gruppo di 295'000 giovani richiedenti il passaporto. Il Dipartimento degli Interni britannico si aspetta di immagazzinare già nel 2011 le impronte di oltre 545'000 bambini di 11 o più anni, con una cifra annuale che dovrebbe stabilizzarsi a 495'000 unità dal 2014. Queste impronte digitiali verrebbero poi conservate in un database utilizzabile anche da parte del Direttorato per l'Immigrazione per quanto concerne i richiedenti d'asilo.

Questi piani erano stati abbozzati in una serie di documenti "riservati" circolati tra gli ufficiali del Servizio Passaporti e Identità. Essi formano infatti il programma per l'introduzione dei nuovi passaporti biometrici e carte d'identità. I politici dell'opposizione e i promotori della campagna per la privacy hanno accusato questo progetto di voler trasformare la Gran Bretagna in una "società sorvegliata".

David Davis, candidato dei Conservatori inglesi ha detto: “Questo provvedimento dimostra come il governo voglia porre fine al principio della presunzione d'innocenza. Con la presa delle impronte digitali a tutti i nostri bambini, il governo è chiaramente determinato a trasformare totalmente il rapporto tra stato e cittadino”.

A partire dall'ottobre 2009, le carte d'identità ID verranno rilasciate al fianco dei nuovi passaporti. Inizialmente questo non sarebbe obbligatorio, ma Tony Blair ha detto che se i laburisti venissero rieletti, questo provvedimento diverrebbe una legge.

Il documento mostra come queste carte d'identità non saranno fatte obbligatoriamente per oltre un decennio. "L'obbligatorietà avrà inizio dopo che si sarà raggiunto l'80% (cioè nel 2019). Si presume dunque che il 100% delle registrazioni sarà raggiunto due anni dopo.

Il Primo Ministro ha presentato il progetto delle carte d'identità come strumento decisivo nella lotta per combattere il terrorismo e l'immigrazione illegale, oltre che nel caso di furto d'identità o per le frodi. Ma gli oppositori tacciano questo schema di portarci in un clima da "Grande Fratello", di avere dei costi troppo elevati, di essere stato mal pianificato e infine che difficilmente possa risultare efficace.

Uomo impugna il futuro con un microchip impiantato nelle sue mani
Di Kristi Heim - Seattle Times business reporter - Febbraio 2007 (estratto)

L'intraprendente Amal Graafstra di Bellingham ha dato un nuovo significato alle nuove tecnologie. Infatti in entrambe le mani, tra il pollice e l'indice, ha impiantato un microchip in grado di aprire le porte del suo appartamento e della sua auto e di apporre firme sul computer. Entrambi i microchip sono stati acquistati su internet per meno di 5 dollari.

"Vedevo animali domestici forniti di queste tecnologie e poi ho sentito che l'impianto dei chip si poteva fare anche sugli uomini", ha detto. "Volevo usare queste tecnologie in modo da non dover più portare con me nessuna chiave."

Graafstra è un ventinovenne e fa parte di quel piccolo ma sempre crescente numero di persone che hanno applicato dei microchip sui loro corpi. Di questo progetto ne parlerà oggi a Seattle al Dorkbot Center. Durante questo evento, un dottore cosmetico impianterà il chip su un appassionato canadese di robotica. Nel chip di Graafstra vi è un semplice codice di appena dieci caratteri. Per esempio per aprire o chiudere la macchina gli basta ondeggiare la mano a breve distanza da un sensore applicato nel parabrezza.

Il chip è stato impiantato dalla dottoressa Virginia Stevens di Woodinville, la quale ripeterà la stessa procedura stasera. "E' stato un divertimento per il corpo e dopo poche ore dall'operazione il chip era già perfettamente funzionante".

Stevens, una dottoressa cosmetica dell'Hypatia Clinic di Woodinville, ha già effettuato otto impianti RFID a partire da quello che fece a Graafstra nel marzo 2005. "La mia prima reazione fu quella che saremmo andati verso la fine del mondo", ha detto. "Tutta la tua intera storia personale racchiusa in un minuscolo chip". Dal punto di vista medico l'impianto è un'operazione estremamente semplice. Si tratta semplicemente di selezionare l'area, effettuare una piccola incisione con il bisturi, inserire il chip di 13 millimetri e sigillare la pelle con un apposito collante.

Liz McIntyre - coautrice del libro "Spychips: Ecco come le principali corporazioni e governi stanno progettando di seguire ogni vostro movimento con RFID" - ha detto che ritiene questo una pessima idea. Ha aggiunto che "presentare l'impianto di chip sottocutanei come se fosse un gioco rappresenta un messaggio negativo per i giovani". "Stanno paragonando l'impianto di microchip ad un semplice piercing e così facendo stanno demolendo le barriere mentali su questi temi".

Poiché le informazioni su questi chip possono essere lette surrettiziamente a distanza, i difensori della privacy sono preoccupati che governi e compagnie possano monitorare i movimenti dei privati cittadini.

..continua su www.apocalypsesoon.org
[SM=g27834]
16/06/2007 11:53
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Ieri dopo una cena sono stato invitato da un amico a giocare al wii-fi non lo avevo mai visto e nel "intrattenimento è un'altra direzione , un passetto intermedio per adesso tenere in mano i due telecomandi è un pò scomoo, però sostituiti con la tecnologia Rfid e microchip sottopelle sarà un'esperienza realistica i giochi online o semplice giochi singoli,un'altra gabbia dorata , mi ha fatto pensare al film " il Tagliaerbe" e il protagonista alla fine non riesce a distinguere + la realtà dal virtule, trasformandosi in un virtuale cosciente

un pò di esempi:

http://video.google.it/videoplay?docid=-7594313131797595194&q=wii-fi+nintendo&total=11&start=0&num=10&so=0&type=search&plindex=6

in questo video , non ho capito perchè vogliono trasmettere nella pubblicità tutto quel bianco?

poi

http://video.google.it/videoplay?docid=-1069787861977381633&q=Wii+Sports&total=5134&start=0&num=10&so=0&type=search&plindex=0

[Modificato da Lostmu 16/06/2007 11.59]

10/07/2007 17:14
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Arrivano...............

Heathrow adotta gli Rfid Le etichette intelligenti esordiranno a Londra, facilitando lo smistamento dei bagagli e garantendo maggiore sicurezza
Utili anche per una più efficiente gestione delle situazioni di crisi

REGNO UNITO – Mai più bagagli smarriti o sconosciuti all'aeroporto inglese di Heathrow. La British Airport Authority (Baa) ha infatti deciso di sperimentare la tecnologie a radiofrequenze all’interno del primo scalo europeo, in modo da assicurare un più efficiente controllo dei bagagli e ridurre al minimo la possibilità che possano essere dispersi o finire sull’aereo sbagliato, come spesso avviene.
IL TEST – Una volta che l’infrastruttura Rfid per il check-in sarà installata all’interno dello scalo inglese, ogni valigia potrà essere tracciata e identificata in qualsiasi momento: l’etichetta intelligente applicata su ciascun bagaglio permetterà di conoscerne rapidamente sia il proprietario che la destinazione. I vacanzieri dell’estate 2007 non beneficeranno della novità poiché i primi test del nuovo sistema saranno avviati solo a partire dal prossimo autunno, in ottobre.
SICUREZZA - Tuttavia, quello della gestione dei bagagli è un problema che diventa ancora più urgente in situazioni di emergenza, come quelle verificatesi nelle settimane passate in occasione degli attentati sventati a Londra e dopo il più recente ritrovamento di un pacco sospetto nel principale aeroporto della capitale. Molti voli sono stati cancellati o posticipati (anche a causa del maltempo), e l’allarme ha reso necessari controlli ancora più accurati, portando così ad un accumulo di migliaia di bagagli: la British Airways (BA) ha fatto sapere che ci vorranno giorni prima che possano essere riconsegnati ai rispettivi proprietari. E proprio la compagnia britannica detiene il record dei bagagli smarriti nel 2006 – come rivelano i dati dell’Association of European Airlines (Aea) – con una media di 3000 unità al giorno.
EFFICIENZA – La Baa metterà quindi alla prova la tecnologia Rfid, valutandone la validità rispetto all’attuale sistema di registrazione tramite codice a barre e soppesandone i benefici. Un portavoce dell’Association of British Travel Agents ha dichiarato che «ogni novità atta a migliorare il servizio all’interno degli aeroporti è benvenuta, in special modo se riguarda Heathrow». Anche l’Associazione internazionale per il trasporto aereo (Iata) ha accolto con favore l’annuncio dell’ingresso degli smart tag a Heathrow, sottolineando però che il sistema sarebbe di sicuro più efficiente se l’aeroporto coinvolgesse nell’iniziativa anche altri scali, poiché – di fatto – in base al progetto originario potranno essere controllati e monitorati tutti i bagagli che partono dall’aeroporto londinese, ma non quelli che arrivano.
Alessandra Carboni
10 luglio 2007

www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/07_Luglio/10/bagagli_etichette_intelligen...
14/07/2007 16:14
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Rfid, l'ammazza-code

Niente più code ai supermercati, o bagagli smarriti negli aeroporti. Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha infatti firmato il decreto che liberalizza le frequenze per le "Rfid", ossia i dispositivi di "Radio frequency identification" che, tramite etichette elettroniche, permettono di trasferire informazioni su un determinato prodotto, registrate su supporti informatici, senza la necessità del contatto fisico
(come nei codici a barre) tra lettore e dispositivo, ma attraverso le onde radio. Tali etichette, che non hanno bisogno di alimentazione a batteria, permetteranno quindi di leggere informazioni a distanza, velocizzando così le file ai supermercati o permettendo la gestione più accurata e affidabile dei bagagli presso gli aeroporti, o un più accurato monitoraggio delle merci e degli alimenti.

Naturalmente le applicazioni dell'Rfid riguardano altri campi e settori, per certi versi anche più importanti, come la tracciabilità degli alimenti, la lotta contro la contraffazione dei medicinali e di altri prodotti, servizi nel settore della salute (con lettura automatica dei dati e delle prescrizioni dei pazienti), o nei trasporti e nella logistica in generale (dati sui contenuti di container, Tir o sulla gestione dei magazzini).

L'Rfid, infatti, si basa su semplici etichette, denominate 'tag', che per essere 'lette' non hanno bisogno di un contatto fisico con un lettore e, soprattutto, sono di piccole dimensioni perché non dotate di fonti di energia proprie. Prendiamo l'esempio della spesa al supermarket: il prezzo di ogni prodotto potrà essere 'letto' direttamente dal nostro carrello o da un sistema di lettura sotto il quale passeremo, senza che ogni pezzo debba essere passato sul tavolo della cassiera. Uscendo dal supermaket basterà quindi pagare in base ad un conto già effettuato dal nostro carrello. Analogo discorso per i bagagli spediti per i viaggi in aereo: in ogni momento sarà possibile identificarne la destinazione e i disguidi si ridurranno al minimo.

L'RfId ha avuto il via libera da Bruxelles a fine 2006 e la sua introduzione nei Paesi membri era prevista entro maggio. In Italia la sua introduzione è passata per un periodo di verifica perché la banda su cui 'lavora' il sistema (Uhf) è utilizzata anche dalle Forze Armate. Gentiloni ha voluto ringraziare il ministero della Difesa "per la collaborazione offerta" visto che alla fine il sistema è partito senza limitazioni, e in linea con indicazioni europee. Per utilizzare l'RfId non serviranno autorizzazioni, licenze o assegnazione di frequenze, visto che per queste e' previsto un utilizzo condiviso. Si interverrà solo nel caso di interferenze per gli apparati 'outodoor' con le infrastrutture dei militari.

Insomma una tecnologia che può migliorare la vita quotidiana delle persone. Ma forse potrebbe creare problemi per il rispetto della privacy.

www.rainews24.rai.it/ran24/rainews24_2007/tema/13072007_dallarete...
18/07/2007 13:43
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Qui l'RFID, all'apparenza non c'entra, pero' il fine e' identico:

Tutti contro le stampanti-spia

Roma - Gli studenti del MIT di Boston han dato vita ad una curiosa campagna di sensibilizzazione contro la tracciatura nascosta attuata da alcuni modelli di stampanti. Il progetto Seeing Yellow nasce proprio per far fronte ad una delle scoperte più emblematiche degli ultimi anni nel campo della stampa domestica. Nel 2005 EFF iniziò ad indagare sui "markers" lasciati da certe stampanti: piccoli punti gialli semi-invisibili che permettono di risalire al tipo di periferica e al suo numero identificativo. Un bel problema per la privacy, secondo gli attivisti.

Da allora ben poco è cambiato. Per questo motivo il gruppo di ricerca Computing Culture del MIT ha deciso di schierarsi contro questa pratica per "preservare il diritto alle comunicazioni anonime, e lottare sia contro i markers che contro il favoreggiamento degli stessi da parte del Governo".

Come sottolinea ars technica, l'elemento scatenante è stato una lettera spedita anonimamente da un hacker. In questa spiegava come dopo aver contattato un produttore di stampanti per fare chiarezza sugli "yellow dot" avesse ricevuto la visita dei Servizi Segreti - certi di aver individuato qualcuno che aveva qualcosa da nascondere.

Il progetto "Seeing Yellow" vuole incoraggiare i consumatori a contattare i produttori di stampanti, in modo che le agenzie governative non possano perseguire tutti quelli che chiedono spiegazioni. L'idea è semplice: suggerire di chiamare le aziende, fornire i contatti e i contenuti chiave per far fronte alla questione.

La lista parziale delle stampanti "particolari" è disponibile online. Comunque è sufficiente disporre di una luce blu per individuare sulle pagine stampate i piccoli punti colorati - che in questo caso risulteranno neri data la frequenza irradiante.

Dario d'Elia

punto-informatico.it/p.aspx?i=2040956

25/07/2007 10:32
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www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&...

secondo voi è possibile ordire un'azione legale contro le aziende che utilizzano queste tecnologie senza pensare ai problemi che potrebbero causare?

nel mio uffico siamo pieni
25/07/2007 12:36
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12, 54
secondo me no.



Luca 12,54

54 Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. 55 E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. 56 Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?



+QUIS UT DEUS+
25/07/2007 14:44
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quando fai così 54 ti tirerei il collo pure a te lo sai che nel tuo mac c'è una bomba ad orologeria che è pronta a fare boooooooooooooooooooooooooooom [SM=x289936]
27/07/2007 09:10
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Italia, RFID e UHF finalmente sposi

Roma - Grazie alla collaborazione del Ministero della Difesa, che impegna la banda UHF per alcuni ponti radio ad uso militare, il Ministero delle Comunicazioni ha recentemente liberalizzato le frequenze UHF comprese fra 865 e 868 MHz per le applicazioni RFID (Radio Frequency Identification) ad uso civile.

Il nuovo decreto, firmato dal Ministro Paolo Gentiloni, permetterà l'installazione di apparati - sia indoor che outdoor - con una potenza di 2 watt, espandibile a 4 watt con particolari tipi di antenna. Si tratta di una mossa di portata ben più ampia rispetto a quella inizialmente prospettata: va ricordato come solo alcuni mesi addietro Franceso Troisi, direttore generale programmazione e gestione delle frequenze del Ministero delle Comunicazioni, disse che il Ministero della Difesa aveva intenzione di chiedere una moratoria per i sistemi outdoor, limitandoli a 500 mW.

"La banda di frequenze 865-868 MHz può essere impiegata, su base di non interferenza e senza diritto a protezione, ad uso collettivo da apparati a corto raggio per le apparecchiature di identificazione a radiofrequenza (RFID), aventi le caratteristiche tecniche di cui alla decisione 2006/804/CE. Tali applicazioni sono soggette al regime di libero uso ai sensi dell'art. 105, comma 1, lettera o) del Codice delle comunicazioni elettroniche, emanato con decreto legislativo 1° agosto 2003", si legge nel testo del decreto ministeriale.

I maggiori produttori, operatori e professionisti italiani del settore RFID hanno applaudito il provvedimento, affermando che questo crea finalmente le condizioni necessarie al decollo del mercato RFID nel nostro paese e posiziona l'Italia allo stesso livello degli altri paesi europei.

"Per la nostra associazione INDICOD-ECR / GS1 Italia, che rappresenta EPCglobal in Italia, questa notizia è particolarmente importante anche a fronte dell'impatto che avrà sui nostri membri - circa 33mila aziende tra produzione e distribuzione - che saranno nei prossimi anni potenziali utilizzatori di questa tecnologia", ha commentato Pierluigi Montanari, business development area manager di INDICOD-ECR.

Tra i professionisti del settore c'è anche però chi esprime alcune perplessità, specie in tema di privacy e salute, ed invita il Governo a regolamentare il settore con norme più severe. Punto Informatico ha raccolto a tal proposito il commento di Corrado Patierno, noto esperto di tecnologie RFID che in passato ha già più volte trattato questi temi su queste pagine.

L'opinione di Corrado Patierno
Attualmente il mercato italiano degli operatori è composto da pochissimi pionieri e "primi attori" e tante piccole e medie realtà che si avvicinano al mondo RFID con ottime campagne di marketing ma, spesso, con scarse conoscenze tecniche e normative in materia.

In questa situazione l'apertura così repentina del mercato outdoor rischia di trasformarsi in un'arma a doppio taglio: molti operatori rischiano di commettere grossolani errori di progettazione per inesperienza, minando la credibilità della tecnologia RFID e bruciando somme di denaro non trascurabili. Va infatti ricordato che, nella sua fase pilota, un progetto RFID richieda generalmente investimenti nell'ordine de 20-30mila euro, e nella fase esecutiva le somme richieste possano superare i cinque zeri.

Le frequenze UHF a 2 watt, a differenza dei sistemi HF, non hanno un campo ben delimitato, in quanto utilizzano il campo elettrico (di tipo radiante) per la trasmissione della potenza e dei dati. Questa tecnologia, nello specifico, è fortemente soggetta a problemi di riflessione e rifrazione del segnale, che se non adeguatamente schermato può generare errori o disturbi anche ad una trentina di metri di distanza.

Ciò che rende questi sistemi così "delicati" non è tanto il processo di radiocomunicazione (tra l'altro viene sfruttato un sistema simile per l'autenticazione dei cellulari alle stazioni radio), quanto il protocollo utilizzato, che non adotta alcun meccanismo di autosincronizzazione: un sistema di questo tipo permette a due stazioni trasmittenti che incrociano il segnale di sincronizzarsi in modo da non disturbarsi ed impedire le letture.

Facciamo un esempio pratico: immaginiamo di avere un'industria manifatturiera che per l'ingresso merci utilizzi il sistema UHF per eliminare la spunta alla ribalta. In condizioni di normalità arriva il camion che scarica il materiale (immaginiamo lamierini in metallo) che, se adeguatamente etichettati con tag RFID, vengono letti ed identificati da un gate a 2 watt ed immagazzinati per la produzione. Fin qui tutto bene. Ad un certo punto il produttore dei lamierini, per esigenze di tracciabilità, decide di equipaggiare i camion per il trasporto di reader UHF, eventualmente con un'emissione anche minore di 2 watt. Quando il camion scaricherà il materiale i due reader, quello del camion e quello della spunta, andranno in conflitto impedendo le letture. Se i reader avessero avuto un protocollo tale da permettere l'autosincronizzazione tale problema non si presenterebbe.

Ovviamente questo è un caso limite, ma se i reader fossero nello stesso stabilimento? Magari uno per la spunta alla ribalta e l'altro per la logistica interna? Se il disturbo non avvenisse sempre ma in maniera sporadica (magari perché il segnale viene riflesso più volte sul prodotto in lettura e genera disturbi a decine di metri di distanza)? La difficoltà di implementazione di queste soluzioni è palese, almeno quanto lo era utilizzare i primi hub WiFi per creare reti wireless che coprissero adeguatamente aree molto vaste: oggi molti produttori di apparati WiFi hanno in catalogo prodotti enterprise che usano protocolli propietari autosincronizzanti più o meno efficaci.

Ci sono ancora altri due rischi da sottolineare. Il primo è legato alla privacy: adesso chiunque può mettere un apparato in radioemissione (magari nell'insegna del negozio) per catturare le informazioni contenute nei tag non disattivati. Il secondo è legato alla salute: una ricerca lo scorso anno aveva già messo in guardia sui potenziali rischi genotossici legati all'uso di radiofrequenze con pattern simili a quelli di RFID, anche se con frequenze e valori di potenza superiori.

C'è già chi si immagina un futuro in cui sarà necessario girare con un'analizzatore di spettro portatile per sapere se qualcuno ci sta spiando. Questo ci fa capire quanto sia importante un organo competente che, coadiuvato da norme specifiche, possa effettuare severi controlli sulle emissioni per tutelare la privacy e la salute delle persone.

punto-informatico.it/p.aspx?i=2046658

(NDR: tra poco chiedo asilo politico in papuania [SM=g27825] )
27/07/2007 09:28
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la cosa folle è che non se ne rendono conto
26/09/2007 00:51
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E questa è uno stato tra i più popolati...



India, tutte le auto e moto taggate
25 settembre 2007

Image

Potrebbe essere un passo decisivo nella diffusione dell’Rfid quello che sta prendendo in considerazione il governo Indiano. Il ministero dell’Industria sta infatti pensando di rendere obbligatoria per tutte le aziende che producono in India auto e moto la dotazione di un tag in ogni mezzo di trasporto. L’idea nasce dall’esigenza di realizzare degli strumenti capaci di snellire il traffico, circoscrivere alcune aree ad accesso limitato e abbassare il numero delle infrazioni.

Per ora si tratta solo di un progetto sulla carta. Quello che però è certo è che il governo indiano dovrà al più presto trovare un modo per controllare la crescita del numero di mezzi circolanti nei prossimi trent’anni. Secondo diverse previsioni, infatti, dal 2005 al 2035 le automobili (compresi i Suv) dovrebbero aumentare di ben 13 volte, mentre i veicoli a due ruote passeranno dai quasi 36 milioni di due anni fa a più di 235 milioni.

“Tutto questo”, spiega un responsabile del ministero dell’Industria, “accoppiato a un declino della qualità del servizio pubblico sta portando seri problemi di congestione del traffico, infliggendo alti costi all’economia in termini di ritardi nei viaggi, perdita della produttività, aumento degli incidenti stradali e peggioramento della qualità dell’aria”.

L’iniziativa del governo centrale indiano favorirebbe quella di diverse amministrazioni locali che stanno combattendo contro il caos del traffico e il deterioramento dell’aria. E’ il caso di Delhi, Bangalore e Mumbay (ex Bombay) che stanno pensando di liberare dal traffico le zone più congestionate con parcheggi e ingressi a pagamento.

http://www.rfiditalia.com/index.php?option=com_content&task=view&id=669&Itemid=41
26/09/2007 00:53
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e questa notizia ?

Rfid, lo shopping è servito
24 settembre 2007

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Un self-service dove ogni articolo esposto è taggato. E dove non ci sono cassieri preposti alle operazioni di pagamento né personale addetto alle vendite. Per conoscere l'entità dell'importo basta, infatti, passare la merce che si vuole comprare sotto l'antenna di un'apposita postazione e saldare il conto: in contanti, con la carta di credito o, per fare ancora più in fretta, con una tessera prepagata.

La Howell High School, college del New Jersey, ha inaugurato ai primi di settembre il primo store interamente gestito tramite l'Rfid. Nel negozio è possibile acquistare un po' di tutto. Incassato nel muro, un grande impianto di raffreddamento offre un'ampia scelta di piatti freschi. Altrimenti ci si può servire dai singoli distributori che espongono gelati, caramelle e snack. Infine, qui si trova anche la linea di abbigliamento della scuola (felpe, cappellini e magliette). Ogni articolo è provvisto di un chip che fornisce, oltre al prezzo della merce, anche informazioni sul prodotto.

“Mi piace e mi trovo benissimo”, afferma la matricola Liana Grimes: “I prezzi sono appena un po' più cari, ma il cibo è decisamente più sano di quello in vendita nelle normali caffetterie”. Altra peculiarità: il negozio è gestito dalla Sterling Services of Canton in collaborazione con gli stessi studenti degli istituto, 30 allievi della classe di marketing diretta dal professor Tim Olszewski.

Il progetto è stato studiato nel corso dell'estate e adesso tocca ai ragazzi gestire gli ordinativi, verificare le vendite della linea di abbigliamento e preparare alcuni tipi di alimenti. Lo store, in poco meno di un mese, ha già realizzato buoni risultati, anche grazie al basso tasso di furti registrato (nota dolente per tutti gli esercizi commerciali che operano a contatto con gli studenti). Difficile, infatti, che qualcuno riesca a sottrarre la merce: nel caso si voglia uscire con qualche prodotto non pagato, tag e lettore fanno scattare immediatamente un allarme attivando, al contempo, una macchina fotografica che riprende la scena e il volto del responsabile (che, una volta identificato, viene punito con tre giorni di sospensione).

“Un sistema come questo è molto vantaggioso, perché automatizza ogni processo permettendo notevoli risparmi”, afferma Mark Roberti, direttore di Rfid Journal: “Non a caso molti altri negozi come questo cominceranno a svilupparsi un po' dappertutto negli Stati Uniti: perché sono convenienti e di grande praticità organizzativa. In particolar modo, per esempio, sul fronte del personale. Oppure nella gestione degli inventari e delle scorte di magazzino, là dove un esercizio commerciale vede concertarsi i maggiori disguidi e le perdite economiche più rilevanti. Grazie all'Rfid, invece, queste voci possono tornare presto in attivo”.

http://www.rfiditalia.com/index.php?option=com_content&task=view&id=668&Itemid=41
01/11/2007 12:55
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La notizia bruttissima sulla donna di roma lo voluta mettere in questa sezione :

www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_68916...

perchè ho sentito alcuni commenti , persone tra tutte le cose che ho sentito dicevano:

ma non si può marchiarli , mettergli qualcosa in modo che siano riconoscibili? Se 3 persone han pensato a questo pensate in tutta Italia quanti hanno pensato a questo ...

L'ostacolo + grande per la tecnologia Rfid e microchip sottopelle è il popolo , però quando arriverà il momento che il popolo lo vorrà e lo accetterà per maggior sicurezza o maggior agiatezza allora la tecnologia sarà diffusa in pochissimo tempo
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