2012 dittatura ( parte II )

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Tlatoani
00martedì 31 marzo 2009 11:47
un post sul 2012 sulla politca italiana in particolare sul nostro Presidente del Consiglio
"per foxtrott" non volevo il BAN volevo il warning. good job.

Berlusconi riesce sempre a cavarsela
Pubblicato sabato 28 marzo 2009 in Olanda

[de Volkskrant]

Sorprendente come i cittadini e i media accettino in massa le sue bugie

Da corrispondente in Italia mi sento spesso come Keanu Reeves nel film The Matrix, o Jim Carrey nel Truman Show. È una sensazione spaventosa: vivere e lavorare in una democrazia dell’Europa Occidentale che fu tra i fondatori dell’Unione Europea e fa parte di prominenti forum internazionali come il G8, e ciò nonostante sentirsi come i personaggi che lottano in angosciosi film su illusione e realtà.

Ma l’Italia di Silvio Berlusconi ne dà tutto il motivo. Quindici anni dopo l’ingresso di Berlusconi nella politica italiana, il paese si allontana sempre piú dai valori democratici essenziali.

Neo (Reeves) e Truman Burbank (Carrey) in The Matrix e The Truman Show si rendono conto che il loro intero ambiente vive secondo la sceneggiatura di un regista onnipotente. Però non vedono la loro sorpresa e preoccupazione al riguardo riflessa in alcun modo nella reazione delle persone che li circondano; tutti si comportano esattamente come se non succedesse niente di strano, o semplicemente non se ne rendono conto. Chi cerca di seguire e di capire la politica e la società in Italia inevitabilmente avrà la stessa esperienza.

Corrotto

Il raffronto si è imposto all’attenzione molto chiaramente il mese scorso. Nel pomeriggio di martedì 17 febbraio è apparsa sui siti dei principali giornali italiani una notizia dal titolo: ‘David Mills è stato corrotto’: condannato a 4 anni e sei mesi.

Riguardava una notizia esplosiva: il tribunale di Milano aveva riconosciuto l’avvocato britannico David Mills colpevole di corruzione per aver accettato 600 mila dollari da Silvio Berlusconi negli anni novanta, in cambio di rendere falsa testimonianza in due processi per corruzione istituiti contro l’imprenditore-politico. La sentenza contro Mills era altamente incriminante anche per il premier italiano dell’Italia, perchè se c’è un corrotto ci deve essere anche un corruttore.

Cose strane

Ma in Italia sono successe un paio di cose strane con questa notizia. Per iniziare diversi giornali hanno scritto la sentenza tra virgolette, come se si trattasse non di un fatto giuridico ma semplicemente di un’opinione personale da poter contestare con facilità. Ciò infatti è immediatamente successo.

Nel sito web del Corriere della Sera, un giornale di riguardo in Italia, vari lettori hanno messo in dubbio la sentenza del tribunale milanese. “Perchè questa sentenza arriva giusto 24 ore dopo le elezioni in Sardegna?” si chiede uno di loro. Il partito di Berlusconi, Popolo delle della Libertà (PdL), aveva vinto quelle elezioni regionali con una schiacciante maggioranza; l’isola italiana è tornata dopo lungo tempo in mano della destra, cosa che ha provocato una grande euforia negli ambienti del PdL.

I giudici hanno deliberatamente cercato di rovinare la festa con la loro sentenza, riteneva il lettore sopracitato.

Un altro ha fatto un ulteriore passo in avanti. Quella “ennesima sentenza fatta per rovinare la festa”, avverte i giudici, “servirà solo a rafforzare il nostro premier e la sua coalizione, quindi soprattutto continuate così e sparirete automaticamente, ciao ciao”.

Di per se queste reazioni si potevano archiviare come rigurgiti emotivi di accaniti sostenitori di Berlusconi. Ma stranamente i media italiani gli hanno dato del tutto ragione. Mentre la notizia veniva esaminata a fondo su emittenti straniere come la CNN e la BBC, l’interessante notizia é stata data di striscio dai telegiornali italiani.

Su RaiUno e RaiDue l’argomento è stato incastrato a stento in un minuto verso la fine dell’edizione serale. Su due delle tre reti commerciali di Berlusconi la sentenza è stata completamente ignorata.

Sentenza

E sul canale che ha sì riferito la sentenza, il cronista ha ancora definito l’accertato episodio di corruzione un “supposto pagamento” fatto dalla ditta Fininvest di Berlusconi, e ha chiuso il suo mini servizio con una lunga citazione di un parlamentare del partito di Berlusconi, il quale diceva che il presidente del tribunale di Milano “è chiaramente antagonista della persona di Silvio Berlusconi dal punto di vista politico”.

Come può succedere tutto ciò? Come si può negare e deformare così facilmente e massivamente la realtà? Da anni la stampa internazionale addita il gigantesco conflitto di interessi del premier.

Tutti conoscono Silvio Berlusconi come il grande uomo dietro più di settanta aziende, raggruppate in mega holdings come la Mondadori (la principale casa editrice di giornali, libri e riviste in Italia), Mediaset (la più grande holding televisiva del paese), Mediolanum (servizi finanziari) e la squadra di calcio AC Milan.

Groviglio di interessi

Berlusconi controlla buona parte dei media italiani e viene perciò chiamato da molti giornali stranieri ‘imprenditore-politico’ o ‘premier-magnate dei media’. Ciononostante questi termini dicono troppo poco sul modo in cui questo groviglio d’interessi influisce sulla società italiana.

In generale Berlusconi viene considerato l’uomo dalla parlantina facile e dal sorriso scolpito, il marpione rifatto con il brevetto sulle battute imbarazzanti (come quella su Barack Obama, che definì “giovane, bello e anche abbronzato”‘ un paio d’ore dopo l’elezione di quest’ultimo a presidente degli Stati Uniti). Come premier dell’Italia è perciò agli occhi di molti un buffone da non prendere troppo seriamente. Ma queste qualità da birbantello nascondono alla vista il suo illimitato potere e influenza che intaccano persino il DNA dell’Italia - e purtroppo non in senso positivo.

Le sue emittenti commerciali, il suo settimanale d’opinione “Panorama”, il quotidiano “Il Giornale” (del fratello Paolo) e una lunga lista di giornali di famiglia, si schierano quotidianamente con il loro padrone senza vergogna. Questo servilismo raggiunge forme così elevate che il giornalista televisivo nonchè capo-redattore dell’emittente Rete4 può emozionarsi in diretta leggendo la notizia della vittoria elettorale di Berlusconi.

Per la maggioranza degli italiani la televisione è la principale fonte di informazione, ed è quasi completamente sotto il controllo di fedelissimi di Berlusconi.

Modi sgarbati

Allo stesso tempo i membri dell’opposizione vengono buttati a terra in modo insolitamente sgarbato. Il più combattivo oppositore di Berlusconi, Antonio Di Pietro, da tempo viene chiamato ‘il boia’, o ‘il trebbiatore’ nel corso delle varie rubriche di attualità, che continuano a far vedere le sue foto meno lusinghiere, che immortalano il corpulento Di Pietro sul trattore, in pantaloncini corti.

Questo bizzarro approccio ‘giornalistico’ non scaturisce da una specie di naturale lealta’ dei dipendenti, ma da precisi ordini di servizio. Il giornalista italo-americano Alexander Stille cita nella sua biografia di Berlusconi “Il sacco di Roma” (tradotta in olandese come “Silvio Berlusconi/De inname van Rome), un ex vice-caporedattore de “Il Giornale”, che spaziava su come Berlusconi dava ordini alla redazione negli anni novanta: “Dobbiamo cantare in armonia sui temi importanti per noi (…) Voi, caporedattori, dovete capire che dobbiamo iniziare un’offensiva mirata con tutti i nostri mezzi contro chiunque ci spari addosso. Se quelli che ci attaccano ingiustamente vengono puniti usando tutti i diversi media del nostro gruppo, l’aggressione finisce”.

RAI

Nel ruolo di premier, Silvio Berlusconi esige più o meno la stessa apatia dagli impiegati statali, soprattutto all’interno dell’emittente statale RAI. Durante il conflitto in Irak, che aveva l’appoggio del precedente governo Berlusconi, i giornalisti della RAI non potevano definire gli oppositori della guerra “dimostranti per la pace” o “pacifisti”, ma dovevano chiamarli “insubordinati”.

‘Sei un dipendente dello stato!’ gridò Berlusconi contro il critico giornalista televisivo Michele Santoro un paio d’anni fa durante una trasmissione televisiva, riportandolo all’ordine. Santoro voleva togliere la parola a Berlusconi, che era in linea telefonicamente, perchè questi rifiutava di rispondere alle domande del giornalista, e voleva solo criticare il modo di lavorare di Santoro.

Criminoso

Durante una conferenza stampa in Bulgaria Berlusconi accusò Santoro e due altri giornalisti di aver fatto un ‘uso criminoso della televisione pubblica’. I tre avevano osato fare una trasmissione critica sul premier. In quello che da allora è diventato famoso come ‘l’editto bulgaro’, il premier esigeva che la direzione dell’emittente ‘non permettesse più che accadessero certe cose’. Qualche mese dopo i tre erano spariti dallo schermo.

L’Italia come paese democratico sta molto peggio di quanto molti credano. Ciò dimostrano le misure per la limitazione della libertà che questo governo sta prendendo o preparando (come la prigione per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni telefoniche degli indiziati; pressione politica su medici e insegnanti per denunciare gli immigranti illegali alla polizia; limitazione dell’indipendenaza del potere giudiziario).

Ma lo stato preoccupante delle cose si rivela soprattutto nel modo apatico in cui stampa e pubblico ultimamente reagiscono a questo genere di piani. L’Italia si abbandona sempre di più alla realtà altamente colorata con cui viene abbindolata dall’apparato di potere di Berlusconi.

Duramente

Certo, giornali e riviste di opinione come La Repubblica, l’Unità e l’Espresso continuano ad andare duramente contro il premier quando è necessario. Ma sono predicatori nel deserto: i due principali giornali italiani hanno insieme una tiratura di solo 1,3 milioni, su una popolazione di quasi 60 milioni.

La televisione è per la stragrande maggioranza degli italiani la fonte di informazione principale, e ora è quasi tutta sotto monitoraggio di gente fidata di Berlusconi.

Inoltre, anche i giornali al di fuori dell’impero di Berlusconi sentono il suo braccio forte. Come il giornale torinese La Stampa, proprietà della Fiat. ‘Vista la situazione in cui versa la Fiat, La Stampa non si trova nella posizione di esprimere critiche nei confronti di Berlusconi, e ciò è altrettanto valido per numerosi altri giornali’, cosí il caporedattore Giulio Anselmi a Stille nel Sacco di Roma. ‘Oltre ai giornali che possiede, c’é tutto un cerchio concentrico di giornali che dipendono direttamente o indirettamente da lui’.

Il guastafeste

Il leader dell’opposizione Antonio Di Pietro racconta nel suo libro Il guastafeste [in italiano con traduzione nel testo, ndt], come sia stato apostrofato “assassino’ da due ragazzi, mentre passeggiava in Piazza Duomo a Milano.

Un tempo Di Pietro era l’eroe del paese per milioni di italiani, nella sua funzione di pubblico ministero dell’ampia operazione anti-corruzione Mani Pulite, che spazzò via un’intera generazione di politici e imprenditori imbroglioni all’inizio degli anni novanta. ‘Questo incidente’, dice Di Pietro a proposito dell’accaduto a Piazza Duomo a Milano, ‘dimostra che quei ragazzi a casa sono bombardati con falsa informazione dalla televisione’.

Dopo un decennio e mezzo, questo moderno indottrinamento sta dando così tanti frutti che Berlusconi osa negare persino le più incontestabili verità.

Proteste

Per esempio, l’anno scorso durante la massale protesta studentesca contro i tagli pianificati nell’istruzione. Gli studenti avevano occupato facoltà di diverse università, con grande irritazione di Berlusconi. ‘Oggi darò al Ministro degli Interni istruzioni dettagliate su come intervenire usando le unità mobili’, disse il premier nel corso di una conferenza stampa.

Quando l’opposizione gridò allo scandalo, Berlusconi il giorno dopo disse bellamente di non aver mai minacciato con le unità mobili. Ancora una volta era stato erroneamente citato dai giornalisti. Però tutti avevano potuto vedere e sentire che il premier l’aveva veramente detto; i suoi commenti erano stati trasmessi da radio e tv.

Nonostante quella prova schiacciante Berlusconi si ostinò sulla sua posizione. E con successo. Giacchè cosa dissero la sera i telegiornali? ‘Il premier dice di essere stato citato erroneamente’.

Democrazia

In una democrazia sana i giornalisti in servizio avrebbero come minimo fatto velocemente rivedere le immagini della conferenza stampa in questione, così da permettere ai telespettatori di concludere da sè se il premier fosse rimbecillito o no. Ma no. ‘Eventualmente, potrete rivedere la nostra trasmissione di ieri su internet’, ha sussurrato il redattore politico di RaiUno alla fine del servizio.

Considerando la situazione alla Matrix in cui versa l’Italia, il suo commento suonava quasi come un eroico atto di resistenza.

Eric Arends è il corrispondente del Volkskrant a Roma
=Foxtrott=
00martedì 31 marzo 2009 13:47

"per foxtrott" non volevo il BAN volevo il warning. good job.




Ne ero convinto carissimo.. [SM=x289936]


(Marcello86)
00martedì 31 marzo 2009 19:06
siamo in Matrix anzi in mezzo Metrix(l'altezza del premier)
Si lo sappiamo ma come fermarlo è come un virus....
ormai a una schiera di adepti fanatici che fa invidia agli illuminati...
Tlatoani
00mercoledì 1 aprile 2009 16:17
La fusione dà più potere a Berlusconi
Pubblicato venerdì 27 marzo 2009 in Svezia

[Dagens Nyheter]

La notizia dello scioglimento del partito di governo Alleanza Nazionale (AN) e della sua fusione con il partito di Silvio Berlusconi, fondando così questo fine settimana il nuovo grande partito italiano di destra, ha sollevato una certa preoccupazione internazionale. Le critiche si sono spesso fondate sul fatto che in questo modo si aprono le porte dei salotti buoni agli ex neofascisti. Al momento, si tratta però di una critica ingiustificata ed erronea.

Sono passati 14 anni da quando il leader del partito Gianfranco Fini ha sotterrato il neofascista MSI e fondato AN. Da allora, Fini ha preso con forza le distanze dalle leggi razziali del fascismo ed ha visitato sia Auschwitz che Israele.
Durante l’incontro di mercoledì con DN all’associazione della stampa estera, Fini ha sottolineato che anche le affermazioni da lui fatte 15 anni or sono, secondo le quali Mussolini era uno dei grandi statisti del 1900, non lo riguardano più.
- Considerando ciò che ho fatto in questi anni, se non avessi cambiato idea anche su quello sarei stato schizofrenico.

Fini, 57 anni, non è schizofrenico. Oggi è presidente della camera dei deputati, cosa che implica che non ha più un ruolo strettamente politico.
Lo scorso fine settimana AN è stata messa sotto terra, ed il prossimo si gettano le basi del nuovo partito Popolo della Libertà, che finora era stato solo una coalizione di governo.
Nell’ultimo decennio, Fini si è avvicinato al centro della politica italiana, mentre Berlusconi ha fatto diversi passi verso ciò che dev’essere visto come una destra populista alla Perón.

Berlusconi difende il Papa e ne incensa la missione, mentre il resto del mondo si infuria sulle dichiarazioni del Papa stesso, secondo cui i preservativi addirittura aggraverebbero la lotta contro l’AIDS. Berlusconi governa con decreti legge (che entrano immediatamente in vigore) scavalcando così temporaneamente il parlamento.
Si tratta di un primo ministro che cerca di governare l’Italia come un’azienda e che vede il parlamento come un ostacolo alle decisioni rapide. Qui Berlusconi è entrato in rotta di collisione con Fini che ha bollato certe proposte irragionevoli come atteggiamenti degni di Cesare. Un esempio è la proposta di far partecipare alle votazioni solo i capigruppo.
Fini prende tempo. Forse spera di poter prendere il posto di primo ministro dopo Berlusconi, cosa che ha fatto vanamente per 15 anni. Dietro un’affermazione fatta al quotidiano spagnolo El País, potrebbe celarsi una strategia avanzata. Al giornale, Fini ha dichiarato che Berlusconi è il candidato perfetto alla poltrona di presidente del paese quando il mandato di Napolitano scadrà nel 2013.

Viene da chiedersi come ciò possa avvenire. Con un’altra legge su misura o qualcosa che assomigli ad un piccolo colpo di stato? Berlusconi, grazie al suo ministro della giustizia, è riuscito a fermare una pesante accusa di corruzione. La legge che lo protegge dice che dev’essere a disposizione della giustizia quando il suo mandato scadrà – sempre nel 2013.
Manca però ancora tanto tempo, e le conseguenze sono devastanti per l’Italia, che qualcuno ha definito una ”democratura”. In superficie tutto continua come al solito, ma intanto la democrazia viene sistematicamente svuotata di contenuto. Berlusconi governa, l’opposizione tace, e tace anche il suo ex alleato di coalizione Fini, che silenziosamente fa approvare ogni decisione.
Tlatoani
00giovedì 2 aprile 2009 16:55
Sono più pallido di Barack Obama, è l’ennesima gaffe di Silvio Berlusconi
Pubblicato giovedì 26 marzo 2009 in Inghilterra

[Guardian]

Non soddisfatto di aver già definito Barack Obama “abbronzato”, Silvio Berlusconi oggi è tornato sull’argomento, dichiarando ad un giornalista di essere più pallido del Presidente USA.

In seguito al commento di un giornalista, secondo il quale la risposta alla crisi economica globale aveva in qualche modo accostato Berlusconi ad Obama, il Presidente del Consiglio italiano, rinomato per la perfetta e perenne abbronzatura, ha ribattuto: “Sono anche più pallido, perché è da molto tempo che non mi metto al sole”. E ha aggiunto: “Lui poi è più bello, giovane e alto”.

La sua replica fa eco al commento che lo mise nei pasticci lo scorso novembre quando a Mosca dichiarò scherzosamente che Dmitri Medvedev non avrebbe avuto difficoltà ad andare d’accordo con la sua nuova controparte americana perché Obama, come il Presidente russo, è “bello, giovane e abbronzato”. Il settantaduenne imprenditore dei media e politico conservatore replicò ai rimproveri in merito ai suoi commenti dicendo che i suoi critici non avevano senso dell’umorismo.

La sua ultima gaffe è arrivata proprio nel bel mezzo delle critiche subite nel suo stesso paese per altre due “battute” trovate offensive da alcuni compatrioti.

L’opposizione, già indignata per il suo uso del voto di fiducia per forzare l’approvazione di leggi senza un vero dibattito, si è indignata quando Berlusconi ha dichiarato che i membri del Parlamento sono lì “per fare numero”. Era stato anche criticato in precedenza dai sindacati per aver dichiarato che le persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi internazionale dell’economia dovrebbero “trovarsi qualcosa da fare”. Berlusconi ha aggiunto inoltre che, se fosse accaduto a lui di venire licenziato, certamente non se ne starebbe “a girarsi i pollici”. [SM=g10765]
Tlatoani
00martedì 7 aprile 2009 10:39
¤ Economia salute e ambiente ¤ Giustizia ¤ Personaggi d'Italia ¤ Politica estera ¤ Politica interna ¤ Società cultura e religione

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Berlusconi dimentica di nuovo protocollo e buone maniere
Pubblicato sabato 4 aprile 2009 in Belgio

[Le Soir]

Disturbando sabato l’inizio del summit della NATO in Germania con una telefonata, pur se munito di una buona scusa - una chiamata al suo omologo turco, secondo le fonti italiane – Silvio Berlusconi è rimasto fedele alla sua immagine di re delle gaffe protocollari.

Al suo arrivo a Kehl in auto, il Presidente del Consiglio italiano, incollato al cellulare, si è rifiutato di raggiungere il Cancelliere Angela Merkel che lo aspettava sul tappeto rosso, preferendo proseguire la conversazione.

Questo nuovo passo falso “berlusconiano” è stato subito ripreso dalla stampa italiana, che ne ha visti altri.

Giovedì scorso Silvio Berlusconi si era quasi imposto di forza tra Barack Obama e Dmitri Medvedev per comparire tra il presidente americano e quello russo al momento della fotografia ufficiale del G20 a Londra.

Il giorno precedente, la regina d’Inghilterra, apparentemente irritata, s’era girata verso di lui quando aveva urlato alle sue spalle “Mister Obama !” per attirare l’attenzione del nuovo presidente americano. Buckingham Palace aveva successivamente smentito che la sovrana si fosse risentita per questo slancio di familiarità.

Berlusconi adora fare scherzi durante le foto ufficiali: qualche anno fa, una foto che lo ritraeva mentre faceva le corna alle spalle del Ministro spagnolo degli Affari Esteri fece il giro del mondo.

Il fatto che definisca il presidente Obama “giovane, bello e anche abbronzato” o che dia del “Kapo” a un eurodeputato tedesco, viene sempre rivendicato da parte sua come un diritto alla battuta o alla buona parola, anche se tali frasi cadono nel vuoto o rasentano il razzismo, il sessismo, il ridicolo o la volgarità.

Rifiuto d’avere dei comportamenti “politicamente corretti” e mi diverto a “provocare delle reazioni”, ha spiegato.

Gli italiani non ci fanno caso : secondo i sondaggi, più della metà continua oggi a sostenerlo.
(Marcello86)
00mercoledì 8 aprile 2009 19:11
purtroppo mi sto accorgendo
che la dittatura ''soft'' di cui facciamo parte sta focalizzando i media sulla tragedia dell'abruzzo(poveretti mi dispiace molto)
così per distrarre la maggioranza della popolazione dagli altri problemi reali....
Tlatoani
00giovedì 9 aprile 2009 15:27
La piccola lista di Berlusconi
Pubblicato martedì 31 marzo 2009 in Inghilterra

[Guardian]

Silvio Berlusconi sembra intenzionato al dominio politico totale dell’Italia e ha appena fatto un altro passo avanti in questa direzione.

Da qualche parte nei meandri di una delle sue ville, Silvio Berlusconi deve avere una lista dei diversi ostacoli che gli impediscono di controllare completamente l’Italia. Questo fine settimana è riuscito a spuntare un altro elemento della lista.

Di fronte ad una folla adulante, è stato acclamato capo del suo nuovo partito, il Popolo della Libertà. In realtà, il partito esisteva già dal novembre 2007 e ha vinto le elezioni politiche dell’anno scorso ottenendo una maggioranza sostanziale in entrambe le camere. Tuttavia, si trattava ancora di un partito composito, formato dalla sua Forza Italia e dalla formazione post-fascista Alleanza Nazionale, finché quest’ultima non ha deciso ufficialmente di sciogliersi la scorsa settimana. Adesso c’è un solo partito di centro-destra in Italia e Berlusconi ne è il capo unico ed indiscusso.

Durante il suo primo completo mandato, dal 2001 al 2006, Berlusconi aveva dovuto affrontare i suoi problemi economici e giudiziari; durante il secondo sta rivendicando il diritto di marcare l’era come “Berlusconiana”. Da quando è stato rieletto, si è garantito l’immunità giudiziaria e il suo tentativo di ridurre i poteri della magistratura è sulla buona strada: è in esame al Parlamento un disegno di legge per la riforma che vorrebbe dare i poteri di pubblica accusa a un equivalente del Crown Prosecution Service [N.d.T.: il Pubblico Ministero nell'ordinamento inglese] controllato politicamente. I risultati in Italia sarebbero assai prevedibili. Un’altra proposta di legge ridurrà i poteri degli inquirenti nel fare uso delle intercettazioni telefoniche.

Sta usando la recessione come scusa per avere controllo sulla finora molto indipendente Banca d’Italia e sta cercando di dare all’esecutivo il controllo sul credito. Il governatore della banca, Mario Draghi, è una persona determinata e ha fatto capire di essere intenzionato a lottare, così Berlusconi potrebbe non vincere in questo caso.

La crisi, inoltre, gli offre l’occasione di minare il potere delle regioni, dei governi locali e del Presidente della Repubblica. Ha presentato un disegno di legge che permetterebbe agli italiani con casa di proprietà, o almeno quelli che abitano nelle villette e sono in buona parte elettori del centro-destra, di aumentare il volume delle loro proprietà del 20%, al fine di stimolare il consumo. Non ci sarebbe quasi alcun controllo da parte degli amministratori locali.

Gli ambientalisti e gli operatori turistici di alta fascia rabbrividiscono di fronte a questa prospettiva così come gli amministratori locali (perfino quelli del centro-destra), i quali la considerano come un’erosione dei propri poteri. Berlusconi vorrebbe farne un decreto legge con applicazione immediata, piuttosto che “perdere tempo” con il regolare processo legislativo in Parlamento, che impiegherebbe mesi e che potrebbe essere emendato. Questa proposta di legge dovrebbe poi essere firmata dal Capo dello Stato e si potrebbe verificare una stagnazione.

Si è già scontrato una volta con il Presidente Napolitano, quando questi il mese scorso si era rifiutato di firmare un decreto legge che avrebbe annullato il verdetto della Corte Suprema che autorizzava Beppe Englaro a staccare il macchinario che teneva artificialmente in vita sua figlia. Berlusconi ha sfruttato l’ondata emotiva che circondava il caso Englaro per sfidare i poteri residui del Presidente e del Tribunale, cercando di far approvare in tutta fretta un disegno di legge in Parlamento. La proposta di legge, che con ogni probabilità verrà approvata, andrà quasi sicuramente a ridurre qualsiasi diritto ora in possesso degli italiani ad un testamento biologico. Naturalmente Berlusconi ha avuto l’appoggio non solo della destra, ma anche di molti cattolici di sinistra, oltre a quello delle autorità ecclesiastiche, se non di tutto il clero. In cambio dell’appoggio elettorale ricevuto dalla Chiesa ci saranno aiuti finanziari per le scuole Cattoliche seguendo il motto “libertà di religione”, strombazzato da Berlusconi nel suo discorso di domenica.

Malgrado tutto ciò, Berlusconi domenica si è lamentato che “il Presidente del Consiglio non ha potere”. Questa è sfacciataggine vera e propria, ma l’affermazione ha un significato chiaro e pratico. Berlusconi vuole avere il potere di sciogliere le Camere (detenuto al momento dal Capo dello Stato) in modo da avere un’arma con cui minacciare la coalizione alleata, la Lega del Nord di Umberto Bossi, un altro punto nella sua lista. E il punto seguente è quello di raggiungere il 51% alle elezioni europee. E continua così.
Tlatoani
00lunedì 27 aprile 2009 18:26

Le autorità appoggiano un’inchiesta sul terremoto nonostante il parere di Berlusconi
Articolo di Politica interna, pubblicato domenica 19 aprile 2009 in Inghilterra.

[Reuters]

Roma, 19 aprile - Le autorità italiane, domenica scorsa, hanno appoggiato l’apertura di un’inchiesta volta ad accertare se l’illegalità nella costruzione di edifici possa aver aggravato il bilancio delle vittime del terremoto del mese scorso, nonostante le critiche da parte del Primo Ministro Berlusconi. I Pubblici Ministeri stanno esaminando se la qualità di costruzione degli edifici al di sotto degli standard possa aver causato il collasso di molte moderne palazzine in Abruzzo, regione del centro Italia, dove il 6 aprile il terremoto ha fatto almeno 294 vittime.

Berlusconi, i cui indici d’approvazione sono cresciuti col suo impegno nel fronteggiare l’emergenza, ha minimizzato sulla necessità di un’inchiesta, affermando che la priorità va data alla ricostruzione di migliaia di edifici danneggiati. Circa 65.000 persone sono senza tetto.

“L’inchiesta sul terremoto non è di certo una perdita di tempo” ha dichiarato oggi all’edizione domenicale della Repubblica Alfredo Rossini, Pubblico Ministero della città più colpita, L’Aquila.

L’evento è stato molto grave e tutta la popolazione abruzzese, tutti gli italiani, vogliono la verità, vogliono risposte, vogliono giustizia.”

Gli organi di informazione italiani hanno riportato che è stata usata sabbia marina corrosiva fra i vari materiali da costruzione, e che alcuni edifici contenevano una quantità di cemento molto inferiore rispetto a quella necessaria per legge, aggravando enormemente l’impatto del più disastroso terremoto in Italia degli ultimi 30 anni.

l presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, è venuto in sostegno dell’inchiesta, dicendo in conferenza stampa che le persone hanno “il legittimo desiderio di accertare chi sia responsabile.”

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uno dei politici italiani a cui viene data più fiducia, ha dichiarato sabato scorso che una trascuratezza nelle regolamentazioni edilizie ha aggravato il danno.

Berlusconi, che ha visitato le regioni devastate diverse volte, ha suggerito, durante la visita di sabato ad un campo di sfollati, che le indagini potrebbero solamente “arrivare alla conclusione che nessuno è responsabile”.

“Mio padre diceva una cosa: se uno nasce col piacere di fare del male ha tre scelte: può fare il delinquente, il Pubblico Ministero o il dentista”

Berlusconi, la seconda persona più ricca d’Italia, ha iniziato ad accumulare il suo patrimonio nel settore edilizio.

I suoi commenti hanno offeso le organizzazioni giuridiche e i politici dell’opposizione. Numerosi Pubblici Ministeri e magistrati italiani sono morti nella lotta alla mafia.
Tlatoani
00giovedì 7 maggio 2009 11:31
[Reporters sans frontières]

44 su 173 nell’ultima classifica mondiale

* Superficie : 301 340 km2
* Popolazione: 59 500 000
* Lingua: italiano
* Capo del governo: Silvio Berlusconi

Tra un progetto di riforma liberticida e le minacce della mafia, la situazione della libertà di stampa in Italia preoccupa sempre più i vicini europei. L’influenza delle organizzazioni mafiose sul settore dei media si rinforza e obbliga una gran parte dei giornalisti alla prudenza. Il ritorno al potere di Silvio Berlusconi pone nuovamente la questione dell’accentramento dei media audiovisivi e del loro controllo da parte del potere esecutivo. Le riforme legislative intraprese riguardo alla pubblicazione di certi atti processuali costituiscono inoltre un’evoluzione incompatibile con gli standard democratici dell’Unione europea.

I giornalisti che indagano sulle attività mafiose e la criminalità organizzata, in particolare nel sud della penisola, lo fanno sempre a loro rischio e pericolo. Una decina di loro (tra cui Roberto Saviano, Lirio Abbate, Rosanna Capacchione, ecc.) vive ancora sotto scorta. Un fenomeno che tocca oggi anche il mondo dello sport, dove numerosi giornalisti calcistici sono vittime di minacce da parte di gruppi di tifosi violenti, che si esprimono sempre più spesso negli stadi con canti e striscioni.

I mezzi di ritorsione contro la stampa sono diversi: automobili o porte di casa incediate, lettere di minaccia, pressioni sulle famiglie, questi sono i “consigli” dati a coloro che si ostinano a denunciare il cattivo funzionamento della società italiana. Il potere dei gruppi mafiosi sui media è divenuto tale che hanno raggiunto nel 2009 la lista dei predatori della libertà di stampa.

Situazione atipica all’interno dell’Unione europea, il primo ministro Silvio Berlusconi detiene ancora il controllo, da una parte sulle tre reti televisive pubbliche RAI, e dall’altra, sul principale gruppo radiotelevisivo privato nazionale Mediaset. Una predominanza che amplifica le ingerenze politiche nell’editoria, e che favorisce l’auto-censura di una parte della professione.

La televisione, che rimane la principale fonte d’informazione per l’80% della popolazione, attira inoltre la maggior parte dei guadagni pubblicitari nazionali. La legge promulgata dal ministro Gasparri ha annullato ogni limite nell’istituzione delle quote di ripartizione delle entrate pubblicitarie, aprendo la porta a un “riafflusso” a volte massiccio dei budget verso le reti televisive nazionali, in particolare verso le reti appartenenti alla famiglia Berlusconi.

Restano altri problemi ricorrenti, quali l’accesso alla professione, che rimane molto regolamentato. In Italia, per diventare giornalisti, bisogna passare un concorso e iscriversi obbligatoriamente ad un ordine professionale. La diffamazione è ancora reato e l’accesso ai dati pubblici o privati resta, di fatto, non rispettato.

Il nuovo progetto di legge sulla pubblicazione degli atti giudiziari, ancora sotto esame, minaccia profondamente il giornalismo d’investigazione. La riforma del codice prevede in effetti il divieto di pubblicare numerosi atti giudiziari, in particolare le intercettazioni telefoniche ordinate dalla procura, fino alla fine delle inchieste in corso. Il divieto di pubblicazione riguarda inoltre il lavoro delle commissioni d’inchiesta.

Se tale progetto di legge dovesse essere adottato, come conseguenza i giornalisti si troverebbero nell’incapacità d’informare l’opinione pubblica su eventuali arresti, sequestri o perquisizioni ordinati dai magistrati. La pubblicazione di atti, di conversazioni o di comunicazioni – la cui distruzione è stata ordinata dalla procura – rimarrebbe vietata. In caso di violazione di questo segreto, il giornalista, o il mezzo incriminato, rischierebbe pene di detenzione, multe molto pesanti e l’interdizione all’esercizio della professione per tre mesi.
Tlatoani
00lunedì 18 maggio 2009 16:44
Silvio per il Nobel

Silvio Berlusconi: e perché non il premio Nobel per la pace?
Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato giovedì 14 maggio 2009 in Belgio.

[Actu24.be]

SONDAGGI: Alcuni sostenitori di Silvio Berlusconi hanno aperto un sito e fondato un gruppo su facebook per sostenere la candidatura del Cavaliere al premio Nobel per la pace del 2010. Diteci, chi potrebbe essere un buon candidato per il Belgio?

Da questa parte delle Alpi, si potrebbe considerare questo sito come un grosso scherzo, ma non lo è affatto. Alcuni membri del partito del Popolo della libertà, il partito fondato da Silvio Berlusconi nel marzo di quest’anno, credono fermamente nelle loro speranze di vedere il loro leader diventare premio Nobel per la pace. Hanno creato un sito per perorare la sua causa. E che cosa si trova su silvioperilnobel (il sito menzionato, ndt) ?

Sotto il banner del sito che mostra l’espressione allegra di alcuni giovani di diverse culture, la foto di un Berlusconi “ultra bright” (in inglese nel testo originale, ndt) che discute con papa Benedetto XVI e soprattutto un testo che lamenta che dal 1907 a nessun cittadino Italiano è stato assegnato il premio Nobel per la pace.

“In questi ultimi anni, numerosi uomini politici e capi di Stato hanno ricevuto il premio Nobel. Tra questi: Yasser Arafat, il presidente della Corea del Sud, Kim Dae-Jung, l’ex-presidente americano, Jimmy Carter o Al Gore. Oggi, crediamo che anche l’Italia meriti di ricevere questo riconoscimento nella persona di Silvio Berlusconi, per il suo impegno umanitario costante sul piano nazionale e internazionale”.

E per convincerci, i sostenitori convinti del Cavaliere puntano sul percorso di Berlusconi:

1. Il successo nella crisi tra Russia e Georgia dove il Presidente del Consiglio avrebbe giocato un ruolo di primo piano secondo gli autori del sito che citano Sarkozy: “Un accordo tra la Georgia e la Russia non sarebbe mai stato possibile se Berlusconi non avesse potuto contare sui suoi legami di amicizia e fiducia con Vladimir Putin.”
2. Il ruolo dell’Italia nella pace mondiale
“Silvio Berlusconi ha sempre sostenuto contro il parere della sinistra, l’invio delle nostre truppe in guerra nei territori, al fine di impegnarsi in missioni di pace e di lotta contro il terrorismo internazionale.
3. Silvo Berlusconi e il trattato con la Libia
“Silvio Berlusconi non è stato solamente l’autore del successo della mediazione tra Stati Uniti e Libia e della ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due Stati, ma è stato anche l’eroe della firma storica del trattato d’amicizia e di cooperazione con la Libia”.
4. Berlusconi e la nomina di Rasmussen alla NATO
Il sito attribuisce a Berlusconi anche la nomina del danese Rasmussen alla carica di Segretario generale della NATO. Senza la diplomazia di Berlusconi e i suoi contatti con il primo ministro turco Erdogan, questo non sarebbe stato possibile poichè la Turchia si era opposta alla candidatura del danese.

Il Comitato della Libertà dà appuntamento ai sostenitori di Berlusconi il 26 maggio, alle 10:30 (del mattino), in Piazza Colonna, a Roma, per iniziare la raccolta delle firme. L’operazione continuerà fino a gennaio 2010.
Si ricorda che, chiunque può proporre la propria candidatura al premio Nobel per la pace, ma il comitato considera solo le candidature pertinenti.
Per il 2009, i nomi di Obama e Sarkozy sono già stati citati…. Il nome del successore dell’ex-presidente finlandese Martti Ahtisaari non sarà noto prima di ottobre.
Una sola domanda resta da porsi … A quando un candidato belga?
ermanno60
00domenica 4 ottobre 2009 11:14
Guarda Tlatoani a parlare di politica ci si fa' del sangue marcio e non si va' avanti .
Prova a guardare avamti senza farti del sangue marcio . Starai meglio.
Non hai proprio idea di cosa sia la dittatura, prova a studiare il periodo dal 1940 al 1944 ! Prova a leggere le guerre e le dittature a Cuba, oppure in Bulgaria e Romanai, ancora oggi povere che stanno uscendo dal preComuniscmo e di come la gente sia ancora povera.

Qui' in molti avrebbero da dirti "DI TUTTO"

Ciao e Vivi Sereno se ci riesci. [SM=g8423]
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