Forse non c'entra niente, ma giudicate voi. Ho sempre pensato che a volte non c'entra il destino, ma la sfortuna di nascere in un tempo e in un luogo sbagliato. E anche se le vere vittime erano altre in quel periodo, non dimentico quelli che non hanno avuto possibilità di scelta, perchè nati, appunto, nel luogo e nel tempo sbagliato.
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Su ordine del quartiere generale del Führer per “conoscere lo stato d’animo nella fortezza di Stalingrado” furono sequestrati sette sacchi di corrispondenza provenienti dalla sacca di Stalingrado.
Era il gennaio del 1943. Le lettere furono aperte, e furono cancellati l’indirizzo e il mittente; poi, furono rimesse al comando superiore dell’esercito, suddivise secondo il contenuto e la tendenza.
Il reparto informazioni dell’esercito provvide alla classificazione statistica dello “stato d’animo”, formando cinque gruppi:
a) favorevoli alla condotta della guerra 2,1%
b) dubbiosi 4,4%
c) sfiduciati, contrari 57,1%
d) decisamente contrari 3.4%
e) senza opinione precisa, indifferenti 33,0%
Questi sono due stralci di esempio delle numerose lettere:
……Abbiamo già dovuto mandarne giù tante, ingoiamo anche questa! È una situazione cretina o, se vuoi, maledettamente difficile. Non riesco proprio a capire come ne usciremo. Comunque, non è certo compito mio. Abbiamo marciato su comando, sparato su comando, facciamo la fame su comando, moriamo su comando e torneremo a marciare su comando. L’avremmo già potuto fare da tempo, ma i grandi della strategia non si sono ancora messi d’accordo. Fra poco sarà troppo tardi, se non lo è già. In ogni modo marceremo certamente su comando ancora una volta e, molto probabilmente, nella direzione già prevista sin dall’inizio, senza armi però e guidati da altri……
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….. Porre il problema dell’esistenza di Dio a Stalingrado, significa negarlo. Te lo devo dire, caro padre, e mi rincresce doppiamente. Tu mi hai educato, perché mi mancava la mamma, e mi hai sempre messo Dio davanti agli occhi e all’anima.
E doppiamente mi rincrescono queste mie parole, perché saranno le mie ultime, e non potrò mai più dirne altre capaci di cancellarle e di espiarle.
Tu sei pastore di anime, padre, e nell’ultima lettera si dice solo la verità, oppure ciò che si ritiene vero. Ho cercato Dio in ogni fossa, in ogni casa distrutta, in ogni angolo, in ogni mio camerata, quando stavo in trincea, e nel cielo. Dio non si è mostrato, quando il mio cuore gridava a lui. Le case erano distrutte, i camerati erano tanto eroici o così vigliacchi quanto me, sulla terra c’erano fame ed omicidio e dal cielo cadevano bombe e fuoco. Soltanto Dio non c’era. No, padre, non c’è nessun Dio. Lo scrivo di nuovo, e so che è una cosa terribile e per me irreparabile. E se proprio ci deve essere un Dio, è solo presso di voi, nei libri dei salmi e nelle preghiere, nelle pie parole dei preti e dei pastori, nel suono delle campane e nel profumo dell’incenso. Ma a Stalingrado, no.
[Modificato da Beate 22/03/2007 0.49]