Elezioni USA - politica - economia - problemi interni USA

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imsiddi
00mercoledì 14 maggio 2008 11:11
ciao a tutti, apro questa discussione, xke' sono convinto ke gli USA avranno un ruolo importante da qui al 2012.

vorrei raccogliere pertanto informazioni strettamente legate ad affari interni USA. soprattutto elezioni.

imsiddi
00mercoledì 14 maggio 2008 11:14
per chi fosse interessato qui c'e' l'intero articolo:
www.effedieffe.com/content/view/3174/164/



E’ uscita sul magazine The Atlantic l’ultima intervista al candidato Barak Obama (1). Una intervista molto difensiva, dove Obama si profonde in atti d’amore per Israele. Se la cava così così. Finchè il giornalista-interrogatore, a nome Jeff Goldberg, gli pone la domanda: «Lei ritiene che Israele sia una palla al piede per la reputazione americana nel mondo?».

Ed ecco l’incredibile risposta del candidato: «No, no, no. Ma ciò che penso è che questa ferita sempre aperta, questa piaga costante, infetta tutta la nostra politica estera. La mancata soluzione di questo problema dà il pretesto a militanti islamisti anti-americani di commettere atti inescusabili, sicchè abbiamo un interesse di sicurezza nazionale per risolvere questo... E anche Israele, credo, ha un interesse di sicurezza a risolvere questo, perchè ritengo che lo status quo sia insostenibile. Sono assolutamente convinto di questo, e certe tensioni che possono nascere tra me e alcuni degli elementi più falchi nella comunità ebraica degli USA può venire dal fatto che io non aderirò ciecamente alla più estrema delle posizioni solo perchè mi copre le spalle politicamente».

E tutto ciò, poche ore dopo che da Gaza, la dirigenza di Hamas aveva espresso pubblicamente l’augurio che il prossimo presidente USA sia Obama. Ovviamente, è stato l’inizio di bordate neocon capaci di colare a picco una portaerei.

«Obama ha detto che Israele è una piaga costante», strilla Clarice Feldman su «American Thinker» (2). Naturalmente è una menzogna: è chiaro dal contesto che la «piaga costante» è, per Obama, l’irrisolta situazione palestinese. Ma sarà questa la versione che avrà piede nella ufficialità, e ne abbiamo un noto esempio precedente: la famosa frase di Ahmadinejad, interpretata come «cancelliamo Israele dalla carta geografica».

Come pochi sanno, Ahmadinejad aveva detto, citando Khomeini, che Israele un giorno sparirà dalla carta geografica (perchè la sua politica è «insostenibile», come ritiene Obama). Ma la versione falsa, che consente di definire Ahmadinejad «il nuovo Hitler», è quella accettata da tutte le diplomazie occidentali. Questa la prima cannonata.

[...]

Poi è arrivato il siluro di Jennifer Rubin, sulla rivista ebraica Commentary. La Rubin aggiunge un’altra risposta incriminante di Obama. La domanda era: «Si sente irritato dall’appoggio (che ha ricevuto da) Hamas?». Ci voleva così poco a dare la risposta giusta: sì, non solo sono irritato, ma rigetto con sdegno questo appoggio malefico di terroristi che vogliono indurre i miei amici ebrei a dubitare della mia devozione...

Invece ecco cosa risponde Obama: «Non sono irritato. Penso che (l’appoggio di Hamas) abbia lo stesso motivo per cui ci sono sospetti verso di me nella comunità ebraica. Vedi, noi non sappiamo vedere le sfumatore in politica, e specialmente nella politica medio-orientale; vediamo il bianco e il nero, mai il grigio. E’ concepibile che nel mondo arabo ci siano quelli che dicono a se stessi: questo (Obama) è un tizio che ha passato del tempo nel mondo islamico (in Indonesia, ndt.), che ha come secondo nome Hussein, che ha più uso di mondo ed ha fatto appello al dialogo, sicchè non si lancerà in politiche da cowboy come quelle di George Bush. Penso che sia una percezione del tutto legittima, fintanto che non si facciano illusioni sul mio ferreo sostegno alla sicurezza di Israele».

Risposta sbagliata, Barak. La Rubin non si lascia incantare dalla tua ultima frasetta. Punta il dito accusatore: Vedete? Per Obama «nessuno ha ragione o torto, tutto è ‘grigio’, e lui è quello che può insegnare agli altri. Ma ciò che veramente indigna è la pretesa che Hamas possa ammirarlo per il suo ‘uso di mondo’. Ecco cosa cercava Hamas: uno con uso di mondo. E notate l’ambiguità del suo alludere al ‘dialogo’, per sfuggire a confessare l’evidenza: che Hamas è entusiasta perchè lui ha offerto di intavolare colloqui diretti con il loro sponsor, e negazionista dell’olocausto, Ahmadinejad».

Edward Luttwak sul New York Times (3), dopo aver ricordato (l’ennesima volta) che Obama «è nato musulmano da padre musulmano» anche se «converted to christianity», proprio per questo sarà considerato dai musulmani «un apostata», e gli USA non possono permettersi un presidente che il mondo islamico considererà un apostata, sarebbe un’altra complicazione... Sic. Leggere per credere. Si sta dicendo di tutto sui media americani.

[...]


Apparentemente, il candidato nero e democratico ha due difetti imperdonabili in politica: non ha l’abito della menzogna, ed è troppo profondo. Ne ha già dato prova qualche settimana fa, in Pennsylvania. Quando, di fronte alla domanda: gli operai bianchi, benchè ridotti alla miseria dalle politiche sociali repubblicane, non la voteranno mai, replicò: «Non mi sorprende; più si inaspriscono, più si aggrappano alle loro pistole, alla religione, o all’antipatia verso la gente che non è come loro, al sentimento anti-immigrati o anti-libero-commercio, come mezzi per razionalizzare la loro frustrazione». La pura verità.

[...]


E’ difficile che l’America profonda possa tollerare un candidato che mostri di saper delineare un’analisi sulla «classe lavoratrice di destra» in termini di mentalità, di aver probabilmente riflettuto sul saggio di Walt e Mearsheimer «The Israeli lobby», e inoltre - fatto veramente imperdonabile - di non nascondere una certa intelligenza e cultura. Le verità che dice sono in dosi omeopatiche: ma l’America può sopportare la verità?



[...]

Non gli resta che cercare di intercettare gli umori di un elettorato diverso: quello che voterebbe chiunque promette di non fare più guerre; e siccome McCain e Hillary hanno promesso nuove guerre, l’offerta di candidati alternativi, a questo punto, si riduce a lui solo.

E’ una scommessa: che esista un elettorato tanto cosciente delle menzogne decennali di Bush, da desiderare di sapere la verità sullo stato internazionale e morale dell’America; così nauseato dal rovinoso settarismo di quelli che vedono solo il bianco o il nero, da accogliere come benvenuto uno che sa valutare le sfumature del grigio (5). E la scommessa che un tale elettorato non sia una minoranza marginale, ma numeroso abbastanza da rovesciare le sorti del suo duello finale con McCain.


E’ una scommessa rischiosa: questo elettorato pullula su internet, ha portato Ron Paul ben addentro alle primarie; ma è abbastanza numeroso, o è un’illusione ottica? Vedremo.

Ma le scomposte reazioni dei neocon Goldberg, Rubin, Frumm, Luttwak hanno il sapore del panico. Quelli sono sull’orlo di una crisi di nervi. Forse anch’essi temono che quell’elettorato introvabile, quell’America che vuole la verità e non si lascia guidare cieca da loro, ci sia davvero.

imsiddi
00mercoledì 14 maggio 2008 11:19
posto anche alcuni commenti sul sito:



fin dal principio ho pensato che barak obama non fosse adatto alla carica di presidente degli Stati Uniti. non perchè nero. non perchè di origine musulmana. ma perchè eccessivamente intelligente e profondo per essere compreso da un popolo che è riuscito per ben due volte ad eleggere Bush ( avete mai letto un suo discorso?)alla casa bianca.

il guaio è che la guerra all'iran si farà comunque. sia che vinca mccain, sia che vinca obama.perchè spesso ai presidenti poco amanti della guerra capitano cose strane.

imsiddi
00mercoledì 14 maggio 2008 11:19

Salve a tutti.
Qualcuno che legge i miei commenti probabilmente ora si stupirà di quanto dirò: ritengo che Ron Paul difficilmente diventerà presidente degli USA(io infatti tifo sempre per i perdenti)e di ciò me ne dispiace molto.
Assodato questo, mi auguro che vinca Obama, e che una volta eletto non si rimangi quanto affermato e, che, soprattutto non faccia la fine (come ha ricordato Nicola di Garbagnate) che hanno fatto i (pochi) politici americani intelligenti.
Ma la cosa che più mi preme è che possa fare in modo che i governanti europei la smettano di fare i servi delle loro sporche politiche filo sioniste e pensino di più alle loro nazioni e ai popoli che le abitano.
Auguri a tutti.

imsiddi
00mercoledì 14 maggio 2008 11:20

Per la sua intelligenza a presa diretta, non omologabile dai poteri forti e in particolare da quelli cabalistici, Obama assomiglia sempre di più a John F. Kennedy.
Ma, a differenza di quello non farà neppure in tempo a mettere piede alla Casa Bianca: ho la netta sensazione che gli faranno fare la stessa fine, prendendo tanti piccioni con una stessa fava (non ultimo l'arruolamento volontario dei neri, oggi renitenti alla leva, per la guerra contro l'Iran).



ecco ho ripreso alcuni commenti, spero si possa' instaurare un buon dialogo!

a presto!
imsiddi
00mercoledì 4 giugno 2008 10:05
Obama VS McCain


USA: OBAMA TRIONFA, ORA AL VIA LA SFIDA CON MCCAIN

(di Marco Bardazzi)
WASHINGTON - Le elezioni del 4 novembre per scegliere il 44mo presidente degli Stati Uniti saranno una sfida tra un candidato nero di 46 anni, figlio di un immigrato del Kenya e di una madre bianca del Kansas, e un eroe di guerra di 71 anni. Il senatore Barack Obama ha chiuso la partita contro Hillary Clinton per la nomination dei democratici e sfiderà il repubblicano John McCain per la successione a George W.Bush. "E' un giorno nuovo e migliore in America", ha annunciato Obama, il primo afro-americano a raggiungere un traguardo del genere nella storia, nel discorso notturno della vittoria in cui ha preso in prestito uno slogan che riecheggia John F.Kennedy, ma anche Ronald Reagan. Da New York, la Clinton gli ha fatto i complimenti senza però annunciare formalmente il ritiro. Ma il suo staff ha fatto sapere che la senatrice cerca un incontro privato al più presto con Obama e crescono le voci di un suo possibile ruolo di vice nel 'ticket' presidenziale. Dopo cinque mesi di un'intensa battaglia cominciata con il voto del 3 gennaio in Iowa, Obama è emerso vincitore nel giorno delle ultime primarie in programma nel calendario dei democratici. Chiusi i seggi in South Dakota e Montana, ultimi a pronunciarsi dopo una serie di voti in 54 stati e territori americani, Obama ha annunciato ufficialmente di essere "il candidato dei democratici a presidente degli Stati Uniti".

La Clinton ha chiuso in bellezza, vincendo un po' a sorpresa in South Dakota, mentre il Montana è andato al senatore nero. Obama ha festeggiato la vittoria a St.Paul, in Minnesota, nella stessa arena dove dall'1 al 4 settembre i repubblicani terranno la convention che incoronerà McCain. Un gesto di sfida arrivato poche ore dopo che lo stesso McCain, da New Orleans - la città della disfatta dell'amministrazione Bush per l'uragano Katrina - ha lanciato la carica contro l'avversario di novembre. "Il vero cambiamento sono io", ha proclamato il senatore repubblicano, ironizzando più volte sulla parola-chiave della campagna elettorale di Obama e attaccando quello che ha defito ripetutamente "un giovane" avversario, dipingendolo come inesperto e su posizioni sbagliate sui temi nazionali e soprattutto internazionali. A partire dal dialogo con i 'cattivi' del mondo come l'iraniano Mahmud Ahmadinejad. In un assaggio della battaglia a cui l'America e il mondo assisteranno nei prossimi mesi, Obama ha risposto punto per punto: "Ci sono molte parole - ha affermato - per descrivere il tentativo di John McCain di cancellare il suo abbraccio delle politiche di George Bush e di farsi passare per bipartisan e nuovo. Ma 'cambiamento' non è una di quelle parole". Obama ha ribadito le proprie priorità, a partire dall'Iraq: "Dobbiamo essere così cauti nell'uscire dall'Iraq come siamo stati incauti nell'entrarci, ma di sicuro dobbiamo cominciare ad andarcene". Per il senatore e candidato presidente, "é l'ora di rifocalizzare i nostri sforzi contro la leadership di Al Qaida e in Afghanistan, e mobilitare il mondo contro le minacce comuni del XXI secolo: terrorismo e armi nucleari, clima e povertà, genocidio e malattie". Nella notte del trionfo di Obama, delle sfide di McCain e del fischio d'inizio della corsa verso l'Election Day, è rimasto da sciogliere il nodo di Hillary Clinton.

L'ex First Lady, messo da parte il sogno di diventare la prima donna presidente degli Usa, si è detta pronta "a lavorare per l'unità del partito" e per la vittoria a novembre. I prossimi giorni diranno se Obama accetterà di fare di lei la 'running mate' - un'ipotesi che negli ultimi mesi è sembrata inconcepibile alla maggioranza dei commentatori - o se alla Clinton spetterà un ruolo diverso, e minore, all'interno del partito democratico.



www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_78135...

secondo voi chi sara' il nuovo presidente?
skyligth80
00mercoledì 4 giugno 2008 10:24
Ieri sera ho visto primo piano su Rai tre.
ad un giornalista è stata rivolta la stessa domanda... chi vincerà tra Obama e McCain?
risposta: o McCain di molto o Obama di molto...
ma..dipende da cosa succedera da oggi fino a Novembre..se dovesse succedere un attentato o un qualche fatto grave vincerebbero i repubblicani... o comunque rimetterebbero in gioco le elezioni...
Fate Vobis..
imsiddi
00lunedì 16 giugno 2008 09:42




Dall’imprigionamento di bambini all’autorizzazione della tortura, dalla manipolazione e creazione di notizie false per giustificare la guerra criminale in Iraq alla manomissione di liberi procedimenti elettorali. Dall’ostruzione alle indagini sull’11 Settembre alla creazione di leggi segrete, alla violazione di qualunque legge sullo spionaggio all’interno del paese. I 35 articoli di impeachment contro Bush presentati dal parlamentare democratico USA Dennis Kucinich fanno letteralmente accapponare la pelle.

Ma sono cose che sapevamo: in questa piccola storia di ‘eroismo democratico’ del parlamentare USA Kucinich (che già aveva osato l’impeachment a Cheney) c’è qualcosa di più subdolo e di molto più inquietante.

Una decina di anni fa bastò montare una storia mediatica sul “rapporto sessuale improprio” di Clinton con la stagista Lewinsky per arrivare ad una mozione di impeachment contro l’allora presidente USA. Allora tutti i giornali e telegiornali, su entrambe le sponde dell’atlantico, non parlvano di altro che di Clinton, del suo sigaro e del suo sperma sul vestito della stagista. Adesso siamo di fronte a un presidente che ha commesso crimini di una portata tale, e talmente alla luce del sole, che a qualunque tribunale internazionale onesto basterebbero poche ore per stringere un cappio al collo del rampollo Bush e di quasi tutto il suo esecutivo. Eppure non una sola crepa, in nessun paese occidentale, viene mostrata dal sistema politico e da quello mediatico. Nulla di fronte a quel minimo di giustizia che sarebbe dovuto all’oltre un milione di morti tra Iraq e Afghanistan a causa della guerra, alle migliaia di imprigionati e torturati senza accusa nella “Guerra al Terrore”, all’intera popolazione mondiale che ha visto una rapidissima erosione del diritto internazionale e delle procedure democratiche.

Negli USA i media hanno ignorato la notizia o deriso e insultato Kucinich (ad esempio lo Wahington Post), esattamente come fecero al momento della sua mozione di impeachment contro Cheney. In Italia questa piccola enorme notizia (Iraq e Guantanamo a parte, un parlamentare USA sta accusando il suo presidente di avere manipolato le elezioni e ostacolato la verità sull’11 Settembre!) praticamente non esiste nemmeno come gossip (cercate su Google News).



continua su: www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&...
imsiddi
00venerdì 20 giugno 2008 14:45
NON so se riuscite a sentirlo nell'aria, ma io sento odore di cambiamento, in meglio.... ke sia nuovo profumo del 2012?


Parlamentare raccoglie i dubbi globali sul 9/11

Il Giornale Online
di John Spiri
Speciale per il The Japan Timese

In un articolo di settembre 2003 del The Guardian, Michael Meacher, che ha operato come ministro dell'ambiente per Tony Blair da maggio 1997 a giugno 2003, ha sconvolto la classe dirigente, chiamando la guerra globale al terrorismo una "falsità". Ancora più controverso, ha reso implicito che il governo U.S. abbia o permesso gli avvenimenti dell' undici settembre o giocato qualche ruolo nella distruzione di quel giorno.

Oltre a Meacher, pochi politici hanno messo in dubbio pubblicamente la versione ufficiale americana sui fatti dell'undici settembre, fino al momento di Yukihisa Fujita.
Nel gennaio 2008 Fujita, membro del partito Democratico del Giappone, ha chiesto al Parlamento Giapponese e al Primo Ministro Yasuo Fukuda, di spiegare le falle della versione ufficiale dell'undici settembre, che vari gruppi, inclusi quelli che si definiscono il "Movimento per la Verità del 911" affermano di aver esposto.

Fujita, insieme a un numero crescente di individui, inclusi politici Americani ed Europei, stanno per condurre una investigazione profonda e indipendente di quello che accadde l'undici settembre 2001.
"Tre o quattro anni fa vidi alcuni video su internet come "Loose Change" e "911 in Plane Site" e ho iniziato a fare domande,", ha detto Fujita in una intervista, "ma ancora non potevo credere che questo potesse essere stato alcuno al di fuori di al-Qaida."

"Lo scorso anno ho visto altri video e ho letto libri scritti dal professore David Ray Griffin (professore emerito di filosofia di religione e teologia all'Università Claremont Graduate, che ha scritto il più famoso libro per il Movimento della Libertà, "The New Pearl Harbor"), su cose come il collasso del World Trade Center No.7. Questa costruzione, che non è stata colpita da aeroplani, ha collassato. Tra i video che mostrano com'è caduto e i numerosi rapporti di esplosioni, molti sono convinti che sia stato demolito."

La presentazione di Fujita e l'intervento di Fukuda, hanno portato attenzione su un altro aspetto dell'undici settembre, che molti nel mondo trovano sospetto: l'impatto sul Pentagono.
"Non penso che un 767 possa aver colpito il Pentagono," dice Fujita. "Non ci sono prove dello stesso aereo. Non è rimasto nulla di identificabile sul campo o dentro. La storia ufficiale afferma che l'aereo si è disintegrato, ma i motori in particolare erano molto resistenti (due turbine al titanio da 6 tonnellate). Il danno alla costruzione è più piccolo del supposto aereo. Le affermazioni ufficiali non corrispondono ai fatti."

Mentre alcuni definiscono "teorie complottistiche" le critiche alla versione ufficiale dell'undici settembre, "Fujita ha una compagnia impressionante. Un ex Generale, Albert Stubblebine, che è stato comandante generale nell'Intelligence dell'Esercito USA e della Sicurezza fino al 1984, è citato sul sito "Patriots Question 911": "Guardo il foro nel Pentagono e la dimensione dell'aereo che avrebbe colpito il Pentagono. E dico, "L'aereo non passa nel foro."

"Quindi cos'ha colpito il Pentagono? Cosa? Dov'è? Cos'è successo?"

Fujita ha richiesto urgentemente risposta all'amministrazione Bush, tramite la consegna dei video che mostrano l'aereo che ha colpito il Pentagono. In risposta, sono state fornite solo poche scadenti immagini al pubblico. Ancora più sconcertante, molti video ripresi da videocamere nella zona, sono stati confiscati dall'FBI immediatamente dopo l'esplosione al Pentagono.

L'incidente in Pennsylvania, come l'esplosione al Pentagono, non ha lasciato parti dell'aereo sul sito. Sono stati trovati piccoli pezzi a 10km di distanza. La storia ufficiale, per la quale l'aereo sarebbe "vaporizzato" cadendo a terra, è incosistente in base ai resti lasciati in altri incidenti aerei nella storia dell'aviazione.
Gli aerei caduti lasciano sempre dei frammenti, ha spiegato Fujita, che possono identificare l'aereo tramite il numero di serie, ma questo non è il caso dei quattro aerei che sono esplosi l'undici settembre. Stranamente, il governo USA ha fornito passaporti e dna degli individui morti, ma nessuna parte identificabile dell'aereo. In un articolo online intitolato "Physics 911", un veterano dell'Air Force USA, Col. George Nelson, ha fatto notare che, "Sembra che....che tutte le potenziali prove siano state deliberatamente tenute lontane dal pubblico."

Fujita ha largamente esaminato grandi quantità di video e materiale scritto e pubblicato in libri e su internet, incluso il sito "Patriots Question 911", su cui centinaia di associazioni si sono sollevate contro la storia ufficiale, composte da ufficiali dell'esercito, dei servizi di intelligence, delle forze dell'ordine, del governo, così come da piloti, ingegneri, architetti, vigili del fuoco e altri.

Mentre non molti altri giapponesi si sono interessati alla storia, pochi notevoli individui a fianco di Fujita hanno messo in questione la versione del governo USA, incluso Akira Dojimaru, scrittore Giapponese che vive in Spagna. Nel suo libro, scritto in Giapponese, "The Anatomy of the WTC Collapses: Flaws in the Government's Account", ha inserito foto, disegni e stampe delle costruzioni del WTC, per supportare le sue affermazioni per cui le costruzioni uno e due, non avrebbero potuto cadere a causa degli aerei e dei conseguenti incendi."E persino se fosse concepibile che possano essere caduti a causa del danno quel giorno", ha scritto Dojimaru in una e-mail, "non sarebbero potute cadere orizzontalmente e avrebbero espulso pezzi d'acciaio e di cemento più lontano di 100 metri."

Per Fujita, la ricerca meticolosa di Dojimaru, insieme ai siti citati sopra, lo hanno convinto che la storia ufficiale non fosse niente di meno che una casa di carte.
Un libro che non ha convinto Fujita, è stato il "9/11 Commission Report".
"Il capo della Commissione per l'undici settembre è in rapporti stretti con Condoleeza Rice (Segretario di Stato USA) e Cheney (Vice Presidente). Un membro della commissione (Senatore Max Cleland) si è dimesso, dicendo che "la Casa Bianca non ha rilasciato alcuna informazione."

Allo show Democracy Now nel marzo 2004, Cleland si è spinto a dire, "Questa Casa Bianca li vuole coprire (i fatti dell'undici settembre)."
Più recentemente, un articolo del New York Time di gennaio, ha citato Thomas Kean, il presidente della Commissione per l'undici settembre, nel dire che "la CIA ha distrutto le interrogazioni registrate degli operativi di Qaeda", e concludendo che questo "ha ostruito la nostra investigazione".

Seguendo la spinta di Fujita, Karen Johnson, senatrice Repubblicana conservativa dell'Arizona, ha pubblicamente espresso i suoi dubbi sull'undici settembre, davanti al Senato USA. Inspirata da Blair Gadsby, che il 27 maggio ha spinto con forza per attirare attenzione sul 911 Truth Movement, la Johnson, come Fujita, ha incoraggiato i politici a condurre una investigazione approfondita e indipendente.

Fujita, che ha lavorato per più di 20 anni per il gruppo NGO (risoluzioni di conflitto internazionale) e l'Associazione Giapponese AAR (Aid and Relief), è divenuto celebre per la causa internazionale da quando ha messo tutto in discussione al Diet. Nel febbraio 2008, ha partecipato in una conferenza al Parlamento Europeo guidato da Giulietto Chiesa, per richiedere una commissione indipendente di indagine sull'undici settembre. Mentre in Europa, ha incontrato il guppo NGO, con membri da 11 paesi Europei, per discutere sull'undici settembre.

Un mese dopo, Fujita ha parlato alla conferenza "Truth Now" di Sydney, Australia. Un punto di discussione di queste riunioni è stato il documentario italiano "ZERO", il quale rilascio ha portato per la prima volta il messaggio del movimento per l'undici settembre, dal mondo cibernetico a quello pubblico. Fujita ha anche parlato sui dubbi dell'undici settembre in due show radio USA, uno condotto dal candidato presidenziale Repubblicano, Ron Paul e l'altro da Alex Jones di infowars.com.

Sta increspando le onde anche in Giappone. Fujita è stato inserito in un articolo del 2 marzo, dal famoso critico Takao Iwami su "Come gestire i dubbi sull'undici settembre" nel settimanale Sunday Mainichi. Lo è stato anche per il magazine Spal, che il 26 marzo esponeva il titolo, "Conferenza Europea discute dubbi sull'undici settembre."

Comunque, non tutti sono affascinati sulle richieste di Fujita.

"Una persona ha mostrato forte rabbia contro di me," dice Fujita, "un'altra (persona Giapponese), mi ha minacciato di morte. Pochi altri mi hanno avvisato di stare attento."
Ancora, Fujita dice, la vasta maggioranza, circa il 95%, ha reagito positivamente.

"Un uomo ha detto, "Sei un vero samurai". Un altro uomo è arrivato da Okayama, nel Giappone occidentale, per ringraziarmi personalmente. Tra gli altri membri del Parlamento, ho ricevuto solo parole di incoraggiamento e supporto."

Mentre in Europa, Fujita ha incontrato l'ex MP inglese Meacher, che ha osato mettere in questione la storia ufficiale quando era ancora considerata vangelo. Col tempo la guerra in Iraq e video online di valida fonte, hanno spinto molte persone, inclusi politici, a farsi avanti dal mondo cibernetico, per dare voce ai loro dubbi nei giornali, magazines, teatri e, cosa più importante, camere governative.

"Ora Blair è andato e Bush andrà molto presto," ha detto Meacher a Fujita. "Il nostro tempo sta arrivando".



www.altrogiornale.org/news.php?item.2916.7
illuca23
00domenica 22 giugno 2008 14:44
Grande imsiddi....
imsiddi
00lunedì 23 giugno 2008 09:49
grazie illuca, piu' ci avviciniamo al 2012, e +, mi rendo conto ke tutto si sta unendo, nel senso:

economia, guerra, problemi USA, governo 11 settembre, energie alternative, ufologia e persino le canalizzazioni di alcune persone, tutto questo si interlaccia uno all'altro.

difatti, un esempio, sotto sezione UFO > Sheldan, trovate questa persone che canalizza messaggi di "presunti alieni da Sirio" che difatti dicono:
- il governo USA verra' legalmente rimpiazzato (e verranno a galla molte verita')
- il nuovo governo, mostrera' la tecnologia nascosta, non + bisogno di petrolio, e sistemi che inquinano,

ecc ecc.....

ho persino letto, che entro la fine di quest'anno, in USA, molti grandi politici e economisti verranno portati davanti ai giudici, per le loro malefatte. (l'avevo letto circa un 2mesetti fa, da queste persone che canalizzano messaggi dei Siriani)

non vorrei sembrare pazzo, ma io ci credo molto. :)
illuca23
00lunedì 23 giugno 2008 10:07

- il governo USA verra' legalmente rimpiazzato (e verranno a galla molte verita')
- il nuovo governo, mostrera' la tecnologia nascosta, non + bisogno di petrolio, e sistemi che inquinano,



Ma gia dalla prossima legislatura?

Non sapevo dei messaggi siriani....nulla toglio che molti popoli antichi facevano riferimento a sirio come luogo di proveninza "degli Dei venuti da cielo"....Sarà un casò?? [SM=g8423]
imsiddi
00lunedì 23 giugno 2008 11:18
Re:
illuca23, 23/06/2008 10.07:


- il governo USA verra' legalmente rimpiazzato (e verranno a galla molte verita')
- il nuovo governo, mostrera' la tecnologia nascosta, non + bisogno di petrolio, e sistemi che inquinano,



Ma gia dalla prossima legislatura?

Non sapevo dei messaggi siriani....nulla toglio che molti popoli antichi facevano riferimento a sirio come luogo di proveninza "degli Dei venuti da cielo"....Sarà un casò?? [SM=g8423]



si, xke' cmq coloro ke controllano rimangono sempre al vertice.

gia'.. penso ke non sia un caso, difatti, e' da un po' ke seguo, i messaggi siriani, e devo ammettere ke le loro "profezie" o meglio i loro "piani" si avverano.

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7068278&p=3
qui trovi la discussione sui messaggi dei siriani.


imsiddi
00lunedì 30 giugno 2008 14:37

WASHINGTON - Gli elettori americani nei prossimi giorni vedranno in Tv John McCain che parla loro di immigrazione non dalla solita palestra di una scuola negli Usa, ma da Colombia e Messico. I fans di Barack Obama presto dovranno rassegnarsi a vederlo volar via, verso Europa e Medio Oriente, con tappe in Iraq e Afghanistan. La corsa alla Casa Bianca diventa globale e i suoi protagonisti, oltre alle valigie, devono ora tenere a portata di mano anche il passaporto.



www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/elezioniusanews/visualizza_new.html_104701...



forse fanno saltare in aria Obama?
oppure... ci sara' un super attentato negli states? e stranamente i due possibili futuri presidenti non saranno nei paraggi?... oppure nulla :P
imsiddi
00giovedì 10 luglio 2008 09:44
se i dati sono reali.. c'e' ben poco da ridere:

www.effedieffe.com/content/view/3835/164/


Secondo gli australiani, diversi rappresentanti sono usciti dalla sessione segreta «così furiosi e preoccupati dal futuro del Paese, che hanno lasciato filtrare qualche informazione». Perchè, a quanto pare, i repubblicani, per convincere i democratici a ritirare la proposta che limita le intercettazioni, hanno rivelato ben più che sul tema all’ordine del giorno.

I rappresentanti avrebbero ascoltato dettagli su «l’imminente collasso dell’economia USA previsto per settembre 2008, l’imminente collasso delle finanze statali per febbraio 2009, la possibilità di guerra civile in USA come conseguenza del crollo» economico. Si sarebbe parlato anche di «retate anticipate di cittadini USA insorgenti» e della loro detenzione in campi di concentramento (denominati REX 84) già costruiti sul territorio.

Ai membri del Congresso sarebbero stati promessi «luoghi sicuri» di residenza per sè e le famiglie durante i disordini. Sarebbe stata avanzata la «necessità ineludibile della fusione degli USA col Canada e il Messico» - l’uno perchè possiede le necessarie materie prime, l’altro per la manodopera a basso costo - in una nuova unione, con una nuova moneta, l’Amero, a sostituire il dollaro ormai liquefatto.

Basta dire che rispetto all’anno scorso, le aziende americane che hanno cominciato la procedura di fallimento sono aumentate del 33%: è difficile che onorino i loro debiti con le «istituzioni finanziarie», le quali hanno venduto quei loro crediti a coriandoli a una quantità di enti, fra cui i fondi pensione.
Si aggiunga che gli Emirati Arabi Uniti stanno seriamente pensando di agganciare le loro monete non più al dollaro, ma a un pacchetto di divise, fra cui euro e yen. A questo punto, il dollaro non avrebbe più valore (a darglielo è il fatto di essere l’unica valuta che compra petrolio), e il fantomatico Amero sarebbe la sola soluzione di sopravvivenza per gli USA.

[...]

La legge che ha reso permanenti le norme d’emergenza del Patriot Act, «Domestic Security Enhancement Act» del 7 febbraio 2003, ha portato gli aspetti dittatoriali ad estremi paradossali. Anzitutto, lo stesso testo della legge è di fatto segreto; poche copie stampigliate «Confidential - not for distribution» sono state recapitate a pochi congressisti fidati. Circola ovviamente una versione - ma non ufficiale - ricostruita dal Center For Public Integrity (un gruppo di volontari), che avrebbe ricevuto gran parte del testo da una fonte federale anonima. La lettura di questo testo è agghiacciante (4).

• Section 501, Expatriation of Terrorist: Ogni cittadino americano può essere trattato come «enemy combatant», ossia arrestato e detenuto senza processo, come a Guantanamo, se incorre in una qualunque delle violazioni previste dalla Section 802 del primo Patriot Act. E cosa dice questa

• Section 802? Definisce «terrorismo» qualunque atto «che metta in pericolo la vita umana in violazione di una legge federale o di Stato»: in pratica, in così vasta dizione è compreso persino l’eccesso di velocità, che diventa «terrorismo».

• La Section 101 specifica che ogni individuo, in quanto «terrorista» secondo i criteri di cui sopra, è designato come «straniero» e dunque spogliato dei diritti in quanto «enemy combatant».
Non basta: è penalmente punibile «rilasciare qualunque informazione sulle incarcerazioni e la locazione dei detenuti», sia che la notizia venga da «un membro del governo o da cittadino comune». I funzionari di Stato non solo possono, ma sono obbligati a non rivelare nemmeno il nome degli arrestati (Section 201).

• Gli agenti preposti all’ordine pubblico sono immuni da denunce di violazione dei diritti civili che possono aver commesso (Section 312).

• Ogni raccolta di informazioni da chiunque effettuata può, a giudizio dei gestori dell’emergenza, essere considerata «attività clandestina di intelligence» per «una potenza straniera». Anche il giornalismo è reato (Section 102).

• Il governo federale può adottare i poteri di legge marziale sia all’interno che all’estero, senza bisogno che il Congresso dichiari l’esistenza dello stato di guerra (Section 103).

• Gli agenti di Stato sono immuni da persecuzione legale quando eseguono perquisizioni senza previo mandato giudiziario (Section 106).

• Si instaurano tribunali segreti a cui viene dato il potere di incriminare per «disprezzo della corte» (noi diremmo ostruzione alla giustizia) contro individui o enti che rifiutano di riconoscersi colpevoli o di incriminare altri (Section 109).

• Il governo può a suo giudizio trascurare le risultanze medico-legali (Section 127).

• La Section 321 autorizza «governi esteri» (indovinate quali) a raccogliere informazioni d’intelligence su cittadini americani e a condividere queste informazioni con altri governi astranieri.

• La Section 322 agevola i processi di estradizione, consentendo di fatto alla Homeland Security di estradare senza formalità, e in segreto, chiunque verso qualunque Paese. Eccetera eccetera.

Zamboo84
00giovedì 10 luglio 2008 17:15
Che dire?!!!Lo scenario fa paura mi auguro vivamente che non vengano applicate tali normative poichè di sicuro la popolazione statunitense reagirebbe violentemente più di quello che si aspettano!!!

Sembra quasi che "jhon titor" aveva ragione riguardo ad una possibile guerra civile USA
Rated R Sarzana Star
00lunedì 14 luglio 2008 19:48
approfitto per chiedervi un favore in questo post..riuscite a rispescare quel post che mese per mese prediceva cosa succederà da ottobre 2008 in poi combinando situazione economica-guerre-previsioni climatiche?l'ho letto qualche giorno fa ma non lo trovo piu..e visto che di mezzo c'era la crisi economica americana penso ci stia bene qui
imsiddi
00sabato 6 settembre 2008 13:45
Articolo molto interessante, vi invito a prendervi 5minuti, per leggerlo tutto, poiché proprio alla fine del documento, vengono mostrare le "chicche" degli USA!

articolo intero: www.effedieffe.com/content/view/4402/164/

alcune citazioni:


A questo proposito John Nichols di The Nation ha scritto, con giustificato allarme: «Se Bush e Cheney non sono chiamati a render conto, questa Amministrazione consegnerà ai suoi successori un armamentario di strumenti di potere più grande di quanto abbia mai avuto un esecutivo; più autorità, e concentrata in meno mani, di quanto i Fondatori abbiano mai concepito, per non dire consentito» (3).

Ciò significa riconoscere che la democrazia americana ha subìto un colpo di Stato ed è ora un regime dittatoriale.



E forse, a qualunque successore non dispiace di avere «un armamentario di poteri senza precedenti».

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