Film Shutter island

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svegliamoci
00martedì 9 marzo 2010 14:14
Ho visto ieri sera al cinema un film con Leonardo di Caprio Shutter island, consiglio da andare a vedere, parla di un penitenziario americano dove fanno esperimenti nazisti, lavaggio del cervello, consigliato
ANGELO.ALAIMO
00martedì 9 marzo 2010 19:36
tu non l'hai visto sto film, di sicuro
Se tu l'avessi visto avresti già capito che il film parla di tutt'altro che esperimentyi sul cervello , ma altresì parla di un visionario che si fa una realtà tutta sua e "crede" di essere in mezzo ai nazisti e crede che si faccaino esperimenti strani; invece il film e tutt'altro che nazista ,parla (alla fine se si segue il film veramente ,invece di sparare a zero) di un'istituto all'avanguardia dove si aiutano le persone e dove si cercano di bandire quelle tecniche inutili nei manicomi criminali , quali la lobotomia, e si cominciano a usare gli psicofarmaci.
In finale il film rievoca il dramma della mancanza deficitaria di psicofarmaci non ancora inventati e quindi in fase di sperimentazione e quindi è un chiaro documento della fase di transizione di vecchi metodi che vengono sostituiti con nuovi; alla fine si vive il dramma di non potere aiutare il "malato" in questione e si opta in estremis , solo per l'eccessiva aggressività dello stesso ad operare una lobotomia consapevole anche nel soggetto che si rende conto suo malgrado di essere un mostro. [SM=g10669]
svegliamoci
00mercoledì 10 marzo 2010 13:39
ma nooo, tu hai capito quello che nella realtà è quello che appare, ma in verità è quello che avevo detto io.
imsiddi
00mercoledì 10 marzo 2010 22:33
svegliamoci e' molto corretto e gentile. e' dato ke non vuole abusare del proprio potere, mi permetto di intervenire.

ANGELO.ALAIMO, il tuo post, in alcuni punti, é un pò duro, capisco le vostre due differenti visioni, ma direi di cercare di fare un dialogo e meno uno scontro.

"tu non l'hai visto sto film, di sicuro"
"...invece di sparare a zero"

direi di evitare ;)

cmq mi avete incuriosito, guardero' presto il film, e sparero' a zero anch'io un post :P
ANGELO.ALAIMO
00giovedì 11 marzo 2010 23:47
non è così
é lui che è completamente matto [SM=g8414]
svegliamoci
00venerdì 12 marzo 2010 13:21
Re: non è così
ANGELO.ALAIMO, 11/03/2010 23.47:

é lui che è completamente matto [SM=g8414]



[SM=g10687]
ANGELO.ALAIMO
00domenica 14 marzo 2010 19:23
trama del film
Nel 1954, i due agenti federali Teddy Daniels e Chuck Aule vengono inviati con un battello a Shutter Island, a largo della costa est, per investigare sull'improvvisa scomparsa di una pericolosa infanticida residente presso l'istituto mentale Ashecliffe, Rachel Solando. Il direttore dell'istituto, il dottor Cawley, e i vari infermieri sostengono che la madre assassina si sia come dileguata dalla sua stanza senza lasciare alcuna traccia, ma l'agente Daniels pare nutrire fin dal principio dei forti sospetti sul modo di condurre l'ospedale da parte del dottor Cawley e del suo medico assistente, il dottor Naehring. Un uragano costringe i due agenti a protrarre il soggiorno sull'isola, durante il quale le indagini proseguono e particolari sempre più inquietanti emergono, mentre Daniels continua ad avere delle visioni che riguardano la moglie defunta e le sue esperienze di guerra contro gli ufficiali nazisti.
Nell'anno del celebrato restauro di Scarpette rosse, due dei più grandi cineasti della modernità americana hanno pagato il loro personale tributo al capolavoro di Michael Powell e Emeric Pressburger. Francis Ford Coppola ne cita copiosamente delle parti in Tetro, mentre Scorsese, oltre ad averne curato in prima persona il restauro, struttura il suo Shutter Island come quella stessa infinita scala a chiocciola che viene percorsa da Vicky nel finale del film. Ma se il punto di riferimento è lo stesso, completamente opposti sono i sensi che guidano il loro operare. Per Coppola, Scarpette rosse è un modello da imitare, un ideale di rinascita da proporre al cinema contemporaneo ora che il mezzo digitale permette di tornare a quel tipo di fantasia immaginifica. Al contrario, per Scorsese quella spirale infinita rappresenta la capitolazione di un tipo di cinema che non è più riproducibile nell'era della simulazione e della ripetizione.
La spirale è quindi la forma che sceglie per raccontare questa gothic novel che accumula strato dopo strato suggestioni, visioni, ricordi, angosce e paranoie per arrivare ad una soluzione finale che cerca di sciogliere i misteri e di sorprendere lo spettatore con un twist non troppo imprevedibile. Ma manipolare lo spettatore non è mai stato uno dei passatempi preferiti di Scorsese, quanto piuttosto l'idea di raccontare dei personaggi manipolati dall'impossibilità di aderire alla realtà. Con Shutter Island, il regista italo-americano arriva in un certo senso a proporre la definitiva consacrazione dell'uomo avulso dalla realtà e della follia come forma unica di sopravvivenza. Per dare enfasi all'idea, riprende il suo personaggio quasi sempre per tagli trasversali o obliqui, insistendo nel catturarlo dal basso verso l'alto per enfatizzarne la distanza. Il personaggio di DiCaprio diviene così l'ennesimo man of violence della sua filmografia, colui che lotta brutalmente per cancellare la sua memoria e restare attaccato al proprio mondo. Ma eliminare i ricordi (le immagini, il cinema) significa inevitabilmente creare dei fantasmi, manipolare una serie di immagini preconosciute della Storia (cosa che fa nei ricordi dei campi di concentramento con il carrello che segue un'esecuzione quasi coreografica dei gerarchi nazisti all'ingresso del campo di Dachau) e, in ultima analisi, confessare l'impossibilità di far pace con la verità.
Da questo punto di vista, Shutter Island porta a compimento un discorso che Scorsese pare condurre da quando il suo cinema si è fatto più ampio, più accademico: l'incapacità di raccontare un mondo dove non domina solo la violenza, ma soprattutto la dissimulazione, di immaginare qualcosa di nuovo laddove tutto appare una ripetizione, un rifacimento. In fondo alla sua scala a chiocciola fatta di mistero e di suspense, Shutter Island pare raccontare proprio questo: nell'era contemporanea, il sonno della ragione non genera più mostri, ma fantasmi, doppi, simulacri di qualcosa che è già stato visto o vissuto.
[SM=x289936] [SM=g8458] [SM=g10117]
giammai gli elefanti volar ar ar ... giammai gli elefanti vo....laaaaarr
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