Non ricordo in quale discussione s'è fatto cenno alla Materia Oscura, di cui sarebbe formata la gran parte della massa dell'Universo. Una materia invisibile, che (ancora) non percepiamo, ma che sembrerebbe permeare la gran parte dell'Universo. Lo stesso Rubbia, come già citato, ha parlato della materia oscura facendo una metafora, che grosso modo dice così..."è come se, per una persona che vediamo, ce ne fossero intorno a noi altre 99 invisibili".
Mi chiedevo, riflettendo anche su quanto fin qui espresso nelle varie discussioni del forum, e se questa materia oscura altro non fosse che la materia "visibile" e tangibile nelle dimensioni oggi a noi precluse? La materia della 4 o 5 dimensioni, o di quelle ancora successive se ve ne sono (secondo la teoria delle stringhe potrebbero esservene fino a 11 o 12).
Allora m'è venuto in mente un breve romanzo che lessi diversi anni fa:
Flatlandia, di Edwin A. Abbott, scritto nel 1882.
Una breve recensione la si può trovare qui:
www.railibro.rai.it/articoli.asp?id=681
A mio modo di vedere quel libro può essere molto utile a comprendere alcune cose, anche sotto un profilo "scientifico".
Costa appena 6 euro, anche se qualcuno potrebbe non trovarlo particolarmente interessante, data l'esiguità della spesa val comunque la pena di provare a leggerlo per carpirne degli spunti.
Per me è stato, per certi versi, illuminante, perché m'ha dato lo spunto per riconsiderare alcuni aspetti delle cose, anche attraverso il supporto di un ragionamento scientifico.
In sostanza, può porsi come strumento d'analisi scientifica relativamente alle tematiche finora affrontate prevalentemente seguendo un'ottica spirituale, con riferimenti alla quarta dimensione, ecc.
Vai a vedere che alla fine dei conti, non è poi così tanta la strada tra un approccio di natura spirituale e uno di natura scientifica?