Immagini interessanti

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Lostmu
00mercoledì 3 gennaio 2007 16:14
Andando agli uffizi a Firenze ho visto questo soffitto in una camera ci sono dei simboli interessanti di cui abbiamo parlato, ve la posto sotto ( aralex è una di quelle immagini che ti accennavo)
Lostmu
00mercoledì 3 gennaio 2007 16:32
poi se trovo le immagini vi posto altre cose.

Vi dico che il cielo sopra Firenze era rovinato da 2/3 linee di scie chimiche molto basse. La cosa particolare che ho notato e che guardando il cielo le nuvole + leggere si spostavano deformandosi, mentre le scie chimiche rimanevano praticamente ferme o se si spostavano lo facevano in su o in giù per il corto e non a destra e sinistra per il lungo
aralelex
00mercoledì 3 gennaio 2007 17:02
Re:

Scritto da: Lostmu 03/01/2007 16.32
poi se trovo le immagini vi posto altre cose.

Vi dico che il cielo sopra Firenze era rovinato da 2/3 linee di scie chimiche molto basse. La cosa particolare che ho notato e che guardando il cielo le nuvole + leggere si spostavano deformandosi, mentre le scie chimiche rimanevano praticamente ferme o se si spostavano lo facevano in su o in giù per il corto e non a destra e sinistra per il lungo

chiaro, se leggi fulcanelli ti diventano molte cose più chiare!!!!!!!
aralelex
00mercoledì 3 gennaio 2007 17:16
Re: Re:

Scritto da: aralelex 03/01/2007 17.02
chiaro, se leggi fulcanelli ti diventano molte cose più chiare!!!!!!!

Lost un favore mi scrivi che cosa è quel dipinto, dove l'hai preso e chi l'ha fatto?


Vediamo di fare qualche ricerca veloce sui soggetti e cosa vi rappresentano, un tetraedro ed all'opposto la terra con le due fasce metalliche mica male come spunto......
Lostmu
00mercoledì 3 gennaio 2007 17:28
descrizione
Sala 17 dell'Ermafrodito

La piccola stanza, cui si accede dalla Tribuna, fu realizzato per iniziativa del granduca Ferdinando I come “Stanzino delle Matematiche” per accogliere strumenti scientifici. Il soffitto fu decorato con la figura allegorica della Matematica e con episodi celebrativi della cultura scientifica antica.

Attualmente nella saletta sono esposti numerosi piccoli bronzi moderni e alcune sculture appartenenti alla collezione archeologica. Al centro si può ammirare il famoso Ermafrodito dormiente, copia romana di un originale bronzeo di Policleto.

da: http://www.polomuseale.firenze.it/uffizi/sala17.asp

aralelex
00mercoledì 3 gennaio 2007 18:25
Re: descrizione

Scritto da: Lostmu 03/01/2007 17.28
Sala 17 dell'Ermafrodito

La piccola stanza, cui si accede dalla Tribuna, fu realizzato per iniziativa del granduca Ferdinando I come “Stanzino delle Matematiche” per accogliere strumenti scientifici. Il soffitto fu decorato con la figura allegorica della Matematica e con episodi celebrativi della cultura scientifica antica.

Attualmente nella saletta sono esposti numerosi piccoli bronzi moderni e alcune sculture appartenenti alla collezione archeologica. Al centro si può ammirare il famoso Ermafrodito dormiente, copia romana di un originale bronzeo di Policleto.

da: http://www.polomuseale.firenze.it/uffizi/sala17.asp


Approfondisco la ricerca....

Piccola stanza adiacente alla Tribuna del Buontalenti della Galleria degli Uffizi, nella quale il Granduca Ferdinando I de' Medici (1549-1609) fece allestire la collezione degli strumenti scientifici iniziata dal padre Cosimo I (1519-1574). Lo Stanzino doveva ospitare gli strumenti, i trattati che ne illustravano le operazioni, carte geografiche, piante di città e modelli lignei di macchine da guerra e fortificazioni. Il soffitto fu affrescato tra il 1599 e il 1600 da Giulio Parigi (1571-1635), con una decorazione a grottesche nella quale numerose vignette ritraggono fedelmente una parte significativa della raccolta e scene di celebri invenzioni antiche e moderne.

La grottesca è un tipo di decorazione, utilizzato in pittura, scultura e arti minori, che si sviluppa alla fine del Quattrocento e deve il suo nome proprio alla sua singolare origine. Il termine era infatti nato per designare quanto fosse derivato dai dipinti che si potevano visionare a Roma attorno agli anni Ottanta del XV secolo nelle cosiddette "grotte", cioè gli ambienti della Domus Aurea neroniana sopravvissuti sotto il colle Oppio, accessibili solo attraverso cunicoli. L'impatto della scoperta della pittura romana antica in un ambiente culturalmente già ben predisposto al recupero dell'antico fu prorompente e stimolò non solo visite di artisti, come quelle descritteci dall'anonimo autore delle Antiquarie prospettiche romane, ma una gran mole di disegni per confrontarsi e imitare quella che era l'autentica decorazione pittorica antica. A questa prima fase seguì immediatamente l'acquisizione in pittura, soprattutto ad opera di artisti quali Pinturicchio, Perugino, Filippino Lippi, Luca Signorelli. Sino a quel momento il linguaggio artistico era riuscito a rielaborare delle forme che richiamassero l'antichità riproponendo soprattutto modelli classici ripresi dalla scultura, sarcofagi o rilievi architettonici come quelli ad esempio della Colonna Traiana, o dai materiali forniti dal collezionismo antiquariale, soprattutto monete, gemme. Tipico prodotto decorativo di questa cultura antichizzante era la candelabra a racemi arricchita con elementi del repertorio appena citato. Su questo terreno s'innesta la scoperta della pittura neroniana ed è per questo motivo che i primi tentativi di acquisizione risultano ancora ibridi con la cultura pittorica precedente. Il momento più importante di questa prima fase è sicuramente rappresentato dai due interventi della fine del primo decennio del Cinquecento di Pinturicchio nella decorazione della Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena e nel soffitto del palazzo di Pandolfo Petrucci, sempre a Siena. In essi la grottesca, così come viene esplicitamente menzionata nel contratto del 1502 con il cardinale Piccolomini, non si limita ad essere una ripresa estemporanea di motivi, ma comprende l'adozione di un'intera struttura decorativa a scomparti geometrici, così come si vedevano nelle volte neroniane. In particolare una di esse, la Volta dorata , verrà letteralmente citata nel soffitto del palazzo di Pandolfo Petrucci. Altro aspetto rilevante di novità sarà l'acquisizione di quel ricco repertorio di mostri e figure fantastiche con quella vivacità cromatica che aveva colpito l'occhio dei primi osservatori.

Il secondo momento evolutivo sarà il confronto e l'acquisizione di tale genere da parte di Raffaello e la sua bottega, soprattutto nella persona di Giovanni da Udine, nelle imprese decorative dei palazzi vaticani a partire dal 1516. Il primo intervento sarà la stufetta del cardinal Bibbiena, con la ricreazione completa, volta e pareti, di un ambiente classico. Furono recuperati non solo i partiti classici, l'estrosità, ma anche la freschezza e vivacità di una pittura all'origine compendiaria e leggera, canonizzandola in un genere che verrà ulteriormente diffuso dopo la diaspora romana del 1527 in tutta Italia e non solo.

Dopo tale evento, tra i primi importanti interventi decorativi, nel quale tale genere pittorico ritorna ad assumere un ruolo fondamentale, si segnalano gli affreschi farnesiani di Castel Sant'Angelo a Roma, in particolare la Sala di Apollo: in essa infatti si definisce un nuovo tipo di grottesca, che avrà molto successo in seguito, con valore narrativo grazie all'inserimento di storielle mitologiche.

Alla metà del secolo la grottesca attirò l'attenzione di artisti e teorici per la possibilità, in realtà già manifestatasi nella decorazione di Pinturicchio nell'appartamento Borgia in Vaticano, di inserire nella sua rete di immagini bizzarre simboli di significati riposti, emblemi, geroglifici, imprese, allegorie, secondo la moda e il gusto del tempo. Oltre le affermazioni del Salviati, di Pirro Ligorio, del Lomazzo, si può ricordare come esempio significativo di tale tendenza la decorazione di Palazzo Farnese a Caprarola, eseguita in obbedienza al programma iconografico di Annibal Caro.

Un momento di crisi fondamentale arrivò dal confronto con la Controriforma: biasimata dal Gilio per la sua ridicola inverosimiglianza, fu definitivamente e aspramente condannata dal cardinal Gabriele Paleotti. Pur emarginata nel Seicento per il suo stretto legame con la bizzarria manierista, essa continuò a sopravvivere fino all'importante rinascita di fine settecento con Felice Giani e Liborio Coccetti a Roma, riprendendo lo studio sia di quella antica che di quella cinquecentesca, in uno spirito però neoclassico.

aralelex
00mercoledì 3 gennaio 2007 18:45
Le opere di Parigini:







aralelex
00mercoledì 3 gennaio 2007 18:52
Le immagini dell'affresco ingrandite:

















[Modificato da aralelex 03/01/2007 18.54]

[Modificato da aralelex 03/01/2007 18.57]

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