...10 giorni li recuperò nel 1582 Papa Gregorio XIII.
Fu per adeguare l'arretramento degli equinozi provocato dal noto fenomeno della precessione. Ora una simile operazione
(tenuto conto che i giorni in gioco questa volta sono solo tre e mezzo) non si potrebbe più fare perché in tal modo avremmo
sì riportato l'inizio della primavera al giusto giorno che gli compete, ma l'autunno? Già! L'autunno "vero" come facciamo a
ricollocarlo alla giusta data,dato che già per suo conto in questi tempi inizia circa il 26 settembre?
Però, prima di continuare il discorso, è bene ripassare qualche nozione cardine della "meccanica celeste":
L'EQUATORE CELESTE:
strumento essenziale per calcolare il tempo.
Come cerchio origine si usa quello generato intersecando la sfera con un piano passante per l'asse di rotazione del mondo e il
punto equinoziale di Primavera o punto gamma. Non c'è alcun oggetto nel punto gamma, ma esso è facilmente individuabile perché
il Sole, la stella più splendente, si trova in esso all'equinozio di primavera. Il problema di sapere quando cadeva esattamente
l'equinozio fu risolto già dagli astronomi greci con semplici strumenti, come il cerchio di Ipparco.
Il cerchio giace nel piano dell'equatore celeste, dove si trova il Sole nei giorni degli equinozi. In tutti i giorni dell'anno l'ombra del cerchio è
un'ellisse, che diventa un segmento solo e soltanto il giorno degli equinozi. Le coordinate di questo sistema sono l'ascensione retta (AR),
di solito indicata anche con la lettera greca alfa, e la declinazione, indicata con la lettera greca delta; quest'ultima è definita nella stessa
maniera in cui si definisce nel sistema equatoriale relativo.
L'ascensione retta di un astro è l'angolo diedro formato dai piani del cerchio origine e del cerchio massimo passante per l'astro e per
i poli celesti. L'angolo è contato da Ovest verso Est. In sostanza le coordinate, declinazione ed ascensione retta sulla sfera celeste,
sono simili alle coordinate latitudine e longitudine sulla Terra, dove il ruolo del punto equinoziale di Primavera è quello dell'Osservatorio di
Greenwich. Poiché le coordinate equatoriali sono completamente svincolate dal tempo e dalla posizione dell'osservatore, esse sono adatte
per il confronto di osservazioni fatte in tempi e luoghi diversi e quindi per la costruzione degli atlanti e dei cataloghi stellari.
In realtà le coordinate equatoriali variano lentamente nel tempo a causa della precessione degli equinozi.
Nacque così il calendario giuliano (da Giulio Cesare che ne favorì l'introduzione a Roma nel 46 a.C.), che durava 365 giorni ai quali
ne veniva aggiunto uno ogni quattro anni, per guadagnare le sei ore che si perdevano ogni anno. Questi calcoli, tuttavia,
erano un po' approssimativi e più tardi si scoprì che la durata dell'anno solare è pari 365 ore, 5 ore e 48 minuti. Con i secoli
perciò, i pochi minuti di scarto si accumularono e diventarono prima ore e poi giorni. Nel XVI secolo le stagioni del calendario giuliano
iniziavano 11 giorni prima di quelle reali. La riforma del calendario fu decretata da papa Gregorio XIII nel 1582: per recuperare gli
11 giorni egli stabilì che in quell'anno il giorno successivo al 4 ottobre sarebbe stato il 15 ottobre. Inoltre, fu necessario aggiungere
che gli anni divisibili per 400 non erano da considerarsi bisestili. A causa della rivoluzione della Terra, il Sole sembra percorrere la
sfera celeste lungo un cammino che lo riporta ad assumere la stessa posizione dopo un anno. Questo cerchio altro non è che
il piano orbitale della Terra e poiché i piani orbitali dei pianeti sono poco inclinati rispetto ad esso, il cammino del Sole risulta
essere una sorta di binario seguito da tutti i corpi mobili del cielo: Luna e pianeti. Gli antichi chiamarono questo binario Eclittica,
luogo delle eclissi, perché si accorsero che quando la Luna si trova esattamente su di esso può verificarsi un'eclissi.
ecc. ecc
www.arcibalbo-santarcangelo.it/diff.meccanica.celeste.htm