Libro di Dzyan e Antropogenesi

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
dreaker
00giovedì 9 luglio 2009 20:55
Antichi Libri.
Metto a disposizione di tutti molte cose che ho e che ritengo debbano essere per pochi. Credo sia giunto il momento a mio avviso che sia letto da tutti.... Ogniuno si fara' una sua idea, che potra' essere positiva o negativa. Certo che forse per alcuni cui parliamo la stessa lingua, forse dissentiranno il mio atteggiamento .
Buona lettura e sappiate che a me' interessa la verita' , la conoscenza e il sapere antico.

Il manoscritto originale risulta essere conservato in un non meglio precisato monastero tibetano, inaccessibile se non ai monaci Tibetani , quell'altra casta non nota al mondo, dove sembra abbiano il solo scopo di preservare taluni libri. Vennero fatte delle copie di questo antichissimo Libro.
Sembra che una seconda copia, redatta in prosa ed opera di uno dei principali mistici indiani, Aryasanga, viene conservata "…nel museo della Gerarchia Occulta…"*. Questa seconda copia redatta in sanscrito è rimasta sconosciuta a noi "occidentali" per millenni fino a circa la seconda metà del XIX secolo, quando H. P. Blavatsky, una studiosa di Esoterismo di enorme levatura, nonché uno dei fondatori della Società Teosofica, ne produsse non solo una traduzione in lingua inglese, ma anche una fondamentale interpretazione nell’opera "La dottrina segreta".
Le stanze di Dzyan, in lingua italiana, è stata tradotta, a sua volta, dal testo in inglese da M. L. Kirby ed è pubblicata a cura della Società Teosofica Italiana.

Dzyan
I libri Sacri di Dzyan insegnano che i primi uomini della Terra erano progenie di Uomini Celesti, i Pitris, discesi sulla Terra da quella Luna che si crede eserciti una misteriosa influenza fisica e psichica sul nostro mondo. Si dice che questi antichissimi documenti costituiscano la fonte dei libri sacri della Cina, dell'India, dell'Egitto e di Israele; le leggende narrano come il testo, che nella lingua sacra dei sacerdoti fu chiamato Senzar, sia stato dettato da esseri divini, probabilmente spaziali... gli Atlantidi.
Le "stanze" descrivono l'evoluzione dell'uomo dalla prima Razza fino alla quinta Razza, che è la nostra, e si chiudono alla morte di Krishna, circa 5000 anni fa. Queste dottrine dei signori della fiamma che reggono le cose umane, e dei figli della sapienza inviati dalla Luna, spogliate del loro significato occulto, potrebbero essere un confuso ricordo degli abitanti di Venere, che scesero dapprima sulla Luna e di qui fondarono delle colonie sulla terra. Lo Yoga Gnani crede che le Razze della prima e Seconda origine abbiano occupato dei paesi tropicali che sono oggi coperti di ghiaccio al Polo Nord e al Polo Sud, anche se The Secret Doctrine situa la Seconda razza in Iperborea, la terra della primavera, che è stata cantata dai greci e che si ritiene fosse nell'Europa Nord-Orientale. La Terza Razza dei Lemuri abitava circa 18.000.000 di anni fa in una vasta zona comprendente una buona parte degli Oceani Indiano e pacifico, Australia compresa.Un cranio di ominide, mezzo uomo e mezza scimmia, antropomorfo del periodo di Neanderthal che era stato dissotterrato a Broken Hill, nel Sud Africa, presentava un foro di pallottola su un lato, mentre quello opposto era tutto fracassato, come lo avrebbe potuto fare solo il passaggio di una pallottola. Nel 1962, un paleontologo russo aveva scoperto nella Yakuzia, una regione della Siberia Nord-Orientale, un bisonte dei tempi preistorici ancora perfettamente conservato, nella fronte aveva un foro circolare che gli scienziati ritenevano fosse stato causato da un colpo di arma da fuoco. Secondo il Prof. Konstantin Flerov, quel bisonte non può essere stato il bersaglio di un cacciatore moderno, perchè l'animale non era morto a seguito di quella ferita, un accurato esame ha rivelato che da quella ferita l'animale era guarito, ma chi aveva sparato?

I Lemuri
Per milioni di anni i Lemuri hanno fatto dei grandi progressi materiali, si dice abbiano costruito navi volanti utilizzando forze che noi non abbiamo ancora scoperto: sembra che i lemuri fossero in comunicazione con i pianeti più vicini, ed in particolare con Venere.
Molti dei lemuri più istruiti, avevano previsto il cataclisma che avrebbe distrutto MU ed erano migrati nel continente di Atlantide. I libri di Dzyan parlano delle Divine Dinastie dei primi Atlantidi e dicono che i "Re della luce" sedevano su "troni celesti". Anche Atlantide raggiunse una civiltà assai brillante che poi fu traviata dalla Necromanzia e circa 9000 anni prima di Cristo, anche questo continente fu inghiottito dall'Oceano come racconta Platone nel Timeo.
Dzyan afferma che "il Gran re dal volto abbagliante" mandò i suoi veicoli spaziali (Viwan) per salvare gli eletti di Atlantide e dice che questi iniziati furono portati sul pianeta venere.
Ad una tradizione simile si sono verosimilmente ispirate le profezie del Nuovo testamento, secondo le quali nel giorno del Giudizio i Cieli si sarebbero aperti ed il Figlio dell'uomo sarebbe apparso con i suoi Angeli per salvare i suoi figli dalla terra ormai condannata: la leggenda che ci è stata tramandata narra di un intervento celeste alla caduta di Atlantide.
Molti dei lemuri scamparono sulle vette delle montagne che, dopo il cataclisma, erano diventate delle isole nell'Oceano Pacifico; più tardi altre generazioni migrarono in altre terre più a Nord, che erano sorte dal mare. L'epopea degli Indù, il Ramayana dice che i primi popoli dell'India erano i Maya, i quali avevano lasciato la Lemuria e si erano stabiliti a Deccan, da dove avevano conquistato tutto il sub-continente.

Gli Elohim
Le più antiche tradizioni narrano di un grande mare interno che nelle età remote esisteva a Nord dell'Himalaya, e nel centro del quale vi era un'isola piena di meraviglie che era governata dai figli di Dio, gli Elohim, probabilmente degli esseri spaziali che dominavano gli elementi e che conoscevano a fondo la scienza spirituale che rivelavano solo a pochi eletti iniziati.
Nella mitologia Indiana si insegnava che la Terra era al centro di una serie di sfere concentriche corrispondenti alla Luna, il Sole, a mercurio, Venere, Marte, Giove e a Saturno. Agli Indù era noto anche un settimo Pianeta, forse Urano, che è stato poi scoperto da Herschel nel 1781; le loro complicate osservazioni dei Pianeti lontani e delle Stelle avevano portato alla compilazione del calendario, alla scoperta dello Zodiaco, al calcolo della Precessione degli Equinozi ed alla predizione delle Eclissi migliaia di anni prima dei babilonesi.

Rig Veda
L'opera letteraria più antica del mondo è con tutta probabilità il Rig - Veda, che significa <conoscenza poetica> e che contiene 10.000 preghiere per gli dei scritte in Sanscrito, verso il 1500 a.C., anche se alcuni dati astronomici del testo suggeriscono il 4000 a.C., perchè la sua mitologia rappresenta delle personificazioni degli Dei con un naturalismo antichissimo, e ricorda degli eventi celesti di migliaia di anni prima:
Gli studiosi di Sanscrito, come l'erudito Max Muller, convengono che i Veda sono molto più antichi di Omero e che rappresentano la vera teogonia della razza Ariana. Il Rig - Veda canta il culto della natura con alcune Divinità e la raffinatezza del pensiero rivela una intuizione spirituale che supera di molto la semplice cultura degli Ariani e che deve essere venuta da civiltà assai più antiche, se non dagli Dei.
I Veda insegnano prevalentemente il monismo, un Dio unico che da origine al molteplice. L'essenza Universale, l'assoluto, che pensò di creare l'Universo per un periodo di tempo limitato(154 milioni di anni)...Brahama. Colui che sorreggeva tutte le Stelle e gli Atomi, il padre degli dei. Il Brahama assoluto.
Nell'età dell'oro, Dyaus - Pitar regnava su tutta la Terra. Gli Indù, come i Giapponesi, gli egizi e dei Romani, credevano che le prime dinastie che avevano regnato sulla Terra fossero di origine Divina. I Rig - Veda parlano di Dyaus come di un < toro rosso che muggisce verso il basso>. Una divinità ancora più potente era Varuna, il quale, associato con dei corpi celesti, regnava sulla Luna e sulle Stelle, regolava il volo degli uccelli ed aveva molta autorità morale presso gli uomini.


Il testo è diviso in "Stanze", o Capitoli, così chiamate perché, secondo la dottrina orientale, alla conoscenza dell’Universo si può giungere mediante la consultazione del "libro dell’Akasha". Questa rappresenta la base sulla quale poggia il tessuto spazio-temporale sul quale è costruito l’Universo. In essa rimangono impressi, come su di un nastro magnetico, tutti gli avvenimenti che lo hanno caratterizzato fin dalla sua origine. Il pensiero orientale ha diviso questa era in diversi periodi, ai quali ha dato il nome di Stanze, quasi fossero le stanze di una immensa biblioteca cosmica, alle quali può accedere chi, durante la meditazione, raggiunge l’illuminazione che gli permette di raggiungere più elevati gradi di coscienza. La parola Dzyan invece ha la sua derivazione dal termine DZYU, il Pensiero Divino attraverso cui prende forma ogni manifestazione, o anche l’Energia primordiale della formazione che ha dato forma e sostanza alla materia. Ciò che deriva da questa energia è "Dzyan", ovvero la Creazione. Quindi "Le Stanze di Dzyan" si potrebbe semplicemente tradurre come: "I Capitoli della Creazione".


STANZA I
1) La Genitrice Eterna, raccolta nelle sue vesti invisibili eternamente, era rimasta sopita ancora una volta per sette eternità
2) Il Tempo non era, poiché giaceva dormiente nel seno infinito della Durata.
3) La Mente Universale non era, poiché non vi erano Ah-Hi per contenerla.
4) Le sette vie della Beatitudine non erano. Non erano le grandi cause del Dolore poiché non vi era alcuno per produrle ed esserne avvinto.
5) Solo le Tenebre riempivano il Tutto illimitato, poiché Padre-Madre e Figlio erano insieme Uno, ed il Figlio non si era ancora risvegliato per la nuova Ruota e per il pellegrinaggio su di essa.

6) I Sette Sublimi Signori e le Sette Verità avevano cessato di essere e l’Universo Figlio della necessità era immerso in Paranishpanna, pronto ad essere esalato da ciò che è eppure non è. Nulla esisteva.
7) Erano state anche abolite le Cause dell’Esistenza: il visibile che fu e l’invisibile che è riposavano nell’eterno Non-Essere. Essere Unico.
8) Sola, l’unica forma di Esistenza si estendeva nel Sonno senza Sogni; e la vita pulsava inconsapevole nello spazio universale, attraverso quella Onnipresenza che è percepita dall’occhio aperto di Dangma.
9) Ma dove era Dangma, quando l’Alaya dell’Universo era Paramartha, e la Grande Ruota era Anupadaka?

STANZA II
1) Dove erano i Costruttori Divini, luminosi figli dell’Aurora manvantarica? Nella Tenebra ignota, nei loro Ah-Hi Paranishpanna. I produttori della forma e della non forma - la Radice del Mondo - Devamatri e Svâbhâvat, riposavano nella beatitudine del Non-Essere.
2) Dove si trovava il Silenzio? Dove erano gli orecchi per percepirlo? No; non vi era né Silenzio né Suono; nulla salvo l’incessante Alito Eterno, che non conosce se stesso.
3) L’Ora non era scoccata, e il Raggio non aveva dardeggiato nel Germe; la Matripadma non era ancora diventata turgida.
4) Il suo cuore non era ancora aperto per lasciare entrare il Raggio Unico e quindi cadere, come il Tre nel Quattro, nel grembo di Maya.
5) I Sette non erano ancora nati nella Trama di Luce. Le Tenebre sole erano Padre e Madre, Svâbhâvat; e Svâbhâvat era nelle Tenebre.
6) Questi due sono il Germe e il Germe è Uno. L’Universo era tutt’ora celato nel Pensiero Divino e nel Seno Divino.

STANZA III
1) L’ultima Vibrazione della Settima Eternità freme attraverso l’infinitudine. La madre si gonfia espandendosi dall’interno verso l’esterno, come un bocciuolo di loto.
2) La Vibrazione trascorre, toccando con la sua rapida ala l’Universo intero ed il Germe, che dimora nelle Tenebre, che alitano sulle sopite acque della vita.
3) La Tenebra irradia la Luce e la Luce lascia cadere un Raggio Solitario nelle acque, nella profondità-madre. Il Raggio dardeggia attraverso l’Uovo Vergine, il Raggio causa un fremito nell’Uovo Eterno del Mondo.
4) I Tre cadono nei Quattro. L’Essenza Radiante diventa Sette all’interno e Sette all’esterno. L’Uovo luminoso che in se stesso è Tre si coagula e si espande in grumi bianco latte per tutte le profondità della Madre, la Radice che cresce negli abissi dell’Oceano della vita.
5) La Radice rimane, la Luce rimane e i Grumi rimangono; ancora Oeahooo è Uno.

6) La Radice della vita era in ogni goccia dell’Oceano dell’Immortalità e l’Oceano era Luce Radiante, che era Fuoco, Calore e Moto. La Tenebra svanì e non fu più; disparve nella propria essenza il Corpo di fuoco e d’acqua del Padre e della Madre.
7) Mira, o Lanu, il radioso figlio dei due, l’incomparabile gloria fulgente, brillante spazio, figlio dello Spazio Tenebroso, che emerge dalle profondità delle grandi Acque Tenebrose. E’ Oeahooo il più giovane. Riluce come il Sole ed è il divino grado fiammeggiante della sapienza; l’Eka è Chatur e Chatur prende a sé Tri e l’unione produce i Sapta in cui sono i sette, che diventano i Tridasha, le Osti e le Moltitudini. Il velo viene alzato e dispiegato dall’oriente all’occidente. Viene chiuso fuori il Disopra e lasciato il Disotto visibile Egli sceglie i posti per i Risplendenti e tramuta il superiore in un mare di fuoco senza rive e l’Uno manifestato tramuta nelle grandi acque.
8) Dov’era il Germe e dov’é ora la tenebra? Dov’era lo spirito della fiamma che arde nella tua lampada, o Lanu? Il Germe é Quello e Quello è luce, il bianco figlio brillante dell’oscuro Padre Nascosto.
9) La luce è fiamma fredda e fiamma è fuoco, e il fuoco produce calore che dà acqua, l’acqua di vita nella grande madre.
10) Padre-Madre tesse una tela il cui mondo superiore è fissato allo spirito, luce della tenebra una, e l’inferiore è al suo estremo oscuro, la materia; e questa tela è l’Universo, intessuto dalle due sostanze fatte in una che è Svâbhâvat.

11) La tela si espande quando l’alito del fuoco gli è sopra; si contrae quando l’alito della madre lo tocca. Allora i figli si disgiungono e si disperdono per ritornare nel seno della loro madre, alla fine del grande giorno e ridiventare uno con lei. Quando si raffredda diventa radiante. I suoi figli si espandono e si contraggono in sé stessi e nei propri cuori; essi abbracciano l’infinito.
12) Allora Svâbhâvat manda Fohat a consolidare gli atomi. Ognuno è una parte della Tela. Riflettendo come uno specchio il "Signore che esiste di per sé", ognuno a sua volta diviene un mondo.

STANZA IV
1) Ascoltate, figli della terra i vostri istruttori, figli del fuoco. Imparate che non vi è né primo né ultimo poiché tutto è un numero emerso dal non numero.
2) Imparate ciò che noi, discendenti dai Sette primordiali, nati dalla fiamma primordiale abbiamo imparato dai nostri padri.

3) Dal fulgore della luce, raggio dell’eterna tenebra, balzarono nello spazio le energie risvegliate: l’UNO dall’Uovo, i SEI ed i CINQUE. Quindi i TRE, l’UNO, i QUATTRO, l’UNO, i CINQUE-DUE VOLTE SETTE LA SOMMA TOTALE. E questi sono le essenze, le fiamme, gli elementi, i costruttori, i numeri, gli Arûpa, i Rûpa e la forza o uomo divino, somma totale. E dall’uomo divino emanarono le forme, le scintille, gli animali sacri e i messaggeri dei padri sacri entro i quattro Santi.

4) Questo era l’Esercito della Voce, la Divina Madre dei Sette. Le scintille dei sette sono sottoposte e serventi del primo, del secondo, del terzo, del quarto, del quinto, del sesto e del settimo dei sette. Queste sono chiamate sfere, triangoli, cubi, linee e modellatori; perché così sta l’eterno Nidana, l’Oi-Ha-Hou.
5) L’Oi-Ha-Hou che è tenebra, l’illimitato o il non numero, Adi-Nidana, Svâbhâvat, il cerchio:
a) L’Adi-Sanat, il numero, poiché egli è uno.
b) La voce della parola, Svâbhâvat, i numeri, poiché egli è uno e nove.
c) Il quadrato senza forma.
E questi tre racchiusi dentro il cerchio, sono i sacri quattro e i dieci sono l’Universo Arûpa. Indi vengono i figli, i sette combattenti, l’uno, l’ottavo lasciato fuori e il suo alito che è il fattore della luce.

6) Poi i secondi sette che sono i Lipika prodotti dai tre. Il figlio reietto è uno. I figli-Soli sono numerosissimi.

STANZA V
1) I sette primordiali, i primi sette aliti del drago di sapienza producono a loro volta, dai loro santi aliti roteanti, l’igneo turbine.
2) Essi fanno di lui il messaggero della loro volontà. Il Dzyu diviene Fohat: il rapido figlio dei figli di Dio, i cui figli sono i Lipika, corre incombenze circolari. Fohat è il corsiere, il pensiero e il cavaliere. Egli passa come il fulmine attraverso le ignee nubi; egli fa’ tre e cinque e sette passi attraverso le sette regioni Disopra e le sette Disotto. Egli alza la sua voce e chiama le innumerevoli scintille e le unisce insieme.
3) Egli è lo spirito che le guida e le dirige. Quando comincia a lavorare separa le scintille del regno inferiore che ondeggiano e fremono di gioia nelle loro dimore radianti e ne forma i germi delle ruote. Le colloca nelle sei direzioni dello spazio e una nel mezzo, ruota centrale.
4) Fohat traccia linee spirali per unire la sesta alla settima - la corona. Un esercito di figli della luce si trova in ogni angolo, i Lipika nella ruota mediana. Essi affermano: “Questo è buono”. Il primo mondo divino è pronto; il primo, il secondo. Allora “il divino Arûpa” si riflette in Chhâyã Loka il primo rivestimento di Anupadaka.
5) Fohat fa cinque passi e costruisce una ruota alata ad ogni canto del quadrato per i quattro santi... e i loro eserciti.

6) I Lipika circoscrivono il triangolo, il primo cubo, il secondo è il pentacolo dentro all’uovo. E’ l’anello chiamato “non passare” per coloro che discendono e salgono; che durante il Kalpa progrediscono verso il gran giorno “Sii con noi”... Così furono costruiti l’Arûpa e il Rûpa: dall’una luce, sette luci, da ognuna delle sette, sette volte sette luci. Le ruote vigilano l’anello...

STANZA VI
1) Per la potenza della Madre di Misericordia e di sapienza, Kwan-Yin il triplo Kwan-Shai-Yin, che risiede in Kwan-Yin-Tien-Fohat, alito della loro progenie, il figlio dei figli, avendo fatto uscire dall’abisso inferiore la forma illusoria di Sien-Tehan ed i sette elementi.

2) Il rapido e radiante produce i sette centri Laya, contro i quali nessuno prevarrà fino al gran giorno "Sii con noi"; su queste fondamenta eterne è collocato l’Universo, circondando Sien-Tehan con i germi elementari.

3) Dei sette - prima uno manifesto - sei celati; due manifesti, cinque celati; quattro manifesti, tre celati; quattro e uno Tsan rivelati; due e mezzo celati; sei da essere manifesti, uno messo da parte. Finalmente, sette piccole ruote che girano, una dando origine all’altra.

4) Egli le costruisce a somiglianza delle ruote più antiche, collocandole sui centri imperituri. Come le costruisce Fohat?
Egli raduna la polvere ignea. Fa globi di fuoco, corre attraverso e intorno a loro infondendo vita, quindi li mette in moto, alcuni in modo altri in un altro. Essi sono freddi ed egli li rende roventi. Sono asciutti e li rende umidi. Brillano e ventilando li raffresca. Così agisce Fohat da un crepuscolo all’altro durante sette eternità.

5) Alla quarta, ai figli è detto di creare le loro immagini. Un terzo rifiuta due obbediscono. La maledizione è pronunciata. Nasceranno nella quarta, soffriranno e faranno soffrire. Questa è la prima guerra.

6) Le ruote più antiche rotearono in basso ed in alto, gli ovuli materni riempivano il tutto. Vi furono battaglie combattute fra creatori e distruttori e battaglie combattute per lo spazio; il seme appariva e riappariva continuamente.

7) Fa i tuoi calcoli o Lanu se vuoi l’età precisa della tua piccola ruota. Il suo quarto raggio è la nostra madre. Raggiungi il quarto frutto del quarto sentiero di sapienza che conduce al Nirvana e comprenderai, poiché vedrai.

STANZA VII
1) Ecco il principio della vita informe e senziente. Prima il divino, l’Uno dallo spirito madre; poi lo spirituale; il tre dall’Uno; il quattro dall’Uno e i cinque dai quali i tre, i cinque ed i sette.
Questi sono i triplici e i quadruplici, discendenti; i figli della mente del primo signore; i sette risplendenti. Sono essi che sono te, io, egli, o Lanu; essi che vegliano su di te e su tua madre Bhumi.

2) Il raggio uno moltiplica i raggi minori. La vita precede la forma e la vita sopravvive all’ultimo atomo. Attraverso gli innumerevoli raggi il raggio della vita, l’Uno come un filo attraversa molte perle.

3) Quando l’Uno diventa due, il triplice appare e i tre sono Uno; ed è il nostro filo, o Lanu, il cuore della pianta-uomo chiamata Saptaparna.

4) E’ la radice che non muore mai, la fiamma trilingue dai quattro lucignoli. I lucignoli sono le scintille che traggono dalla fiamma trilingue scoccata dai sette, la loro fiamma, i raggi e le scintille di una Luna riflessa nelle acque correnti di tutti i fiumi della terra.

5) La scintilla è attaccata alla fiamma con un sottilissimo filo di Fohat. Esso viaggia attraverso i sette mondi di Maya. Si ferma nel primo ed è un metallo o è una pietra, passa nel secondo ed ecco una pianta, la pianta passa attraverso sette mutazioni e diventa un animale sacro.
Dalla combinazione degli attributi di questi, Manù, il pensatore è formato. Chi lo forma? Le sette vite e la vita una. Chi lo completa? Il quintuplice Lha. E chi perfeziona l’ultimo corpo? Il pesce, il peccato e Soma.

6) Da primogenito il filo fra il guardiano silenzioso e la sua ombra diviene più forte e raggiante con ogni cambiamento. La luce del sole mattutino è divenuta gloria del meriggio.

7) "Questa è la tua ruota attuale" disse la fiamma alla scintilla. "Tu sei me stessa, la mia immagine, la mia ombra. Mi sono rivestita di te e tu sei il mio Vâhan fino al giorno ""Sii con noi", quando tu ridiverrai me stessa ed altri, tu stessa e me". Allora i costruttori indossate le loro prime vestimenta, discendono sulla terra radiosa e regnano sugli uomini che sono loro stessi.



Antropogenesi Parte II
=============================
In questa seconda parte de "Le Stanze" seguiremo l'evoluzione del nostro sistema planetario e della vita sul nostro pianeta fino all'avvento dell'uomo. La storia è narrata, similmente all'Evoluzione Cosmica, secondo una terminologia occulta e con l'uso di numerosi termini d'origine orientale. Vedremo come ancora si faccia riferimento ad entità superiori (siano esse fisiche che spirituali), che hanno in un certo qual modo guidato l'evoluzione sul pianeta. Gli allacciamenti con quanto riscontrato dall'odierna ricerca scientifica sono rari e frammentari, ma ci possono in ogni modo dare una traccia concreta e comprovata sulla quale stendere un filo conduttore della storia.
Si potranno, infatti, trovare riferimenti alla teoria nebulare sull'origine del Sistema Solare e sull'origine della Terra, mentre per quanto riguarda l'origine e lo sviluppo della Razza umana, ci si discosta notevolmente da quanto affermato dalla paleontologia ufficiale, potendovi trovare solo saltuari allacciamenti.
Si può trovare nel Testo una incidente componente spirituale che, similmente a com’è avvenuto per il precedente Commento, guida e dirige le energie cosmiche preposte all'aggregazione ed alla formazione della materia. Tutto è visto come un discorso consequenziale ed olistico, una progressione d'energie tra loro collegate, per cui l'energia primordiale, generata nel caos, ha bisogno di un elemento che la diriga, circoscrivendone l'espansione caotica per creare la forma. Quest'elemento è governato, secondo quanto detto nelle Stanze, da Entità Spirituali. Questo è un procedimento che si è attuato e s'attua tuttora per tutti i mondi che compongono l'Universo, anche se la narrazione viene in seguito circoscritta al solo nostro ambito planetario.
La narrazione prosegue, narrando i vari stadi evolutivi della Razza umana, attraverso le quattro Razze Madri che sono esistite prima della nostra attuale e fino alla distruzione che ha messo fine al predominio della Quarta Razza con la fine d’Atlantide.

STANZA I
1) Il Lha che fa muovere la quarta è il servitore del Lha dei sette, che conducono i loro occhi intorno
al signore, e girano l’occhio unico del nostro mondo, il suo soffio, diede la vita ai sette. Egli diede la
vita al primo.
2) La Terra disse: “Signore dal volto luminoso, la mia casa è vuota... manda i tuoi figli a popolare questa Ruota. Tu hai inviato i tuoi sette figli al Signore della Saggezza. Egli ti vede sette volte più vicino a Lui, ti sente sette volte di più. Tu hai impedito ai tuoi servitori, i Piccoli Anelli, d’impadronirsi della Tua Luce e del Tuo Calore, d’intercettare la tua grande Bontà al suo passaggio. Mandali ora al tuo servo”.
3) Il Signore disse: “Ti manderò un fuoco quando il tuo lavoro comincerà. Alza la voce verso gli altri Lokas; rivolgiti a tuo Padre, il Signore del Lotus, per i suoi figli... Il tuo popolo sarà governato dai Padri. I tuoi uomini saranno mortali. Non i figli di Soma, ma gli uomini del Signore della Saggezza sono immortali. Cessa i tuoi lamenti. Le tue sette pelli ti ricoprono ancora... Tu non sei pronta. I tuoi uomini non sono pronti.”.
4) Dopo grandi pene ella si svestì delle Tre antiche pelli; indossò le Sette nuove e rimase vestita nella sua prima.

STANZA II
1) La Ruota girò ancora durante trenta crore e costruì delle Rûpa; delle Pietre tenere che indurivano, delle piante dure che si ammorbidivano. Il visibile uscì dall’invisibile; gli insetti e le piccole Vite. Essa li scosse dal suo dorso ogni volta che essi sopravanzarono la Madre... Dopo trenta crore, ella si girò. Giaceva sul dorso, sul fianco... Non voleva chiamare nessun Figlio della Saggezza. Generò dal proprio Seno. Ella diede vita agli Uomini Acquatici, terribili e cattivi.
2) Gli Uomini Acquatici, terribili e cattivi, furono creati con i resti degli altri. Ella li formò con la scoria e con la melma del suo Primo, Secondo e Terzo. I Dhyâni vennero dal risplendente Padre-Madre delle Regioni Bianche, dalla dimora dei Mortali-Immortali.
3) Essi furono malcontenti. “La nostra carne è assente. Nessun Rûpa conveniente ai nostri fratelli della Quinta. Nessuna Dimora per le Vite. Esse devono abbeverarsi di Acque pure e non di acque torbide. Dissecchiamole”.
4) Le fiamme vennero. I Fuochi con le Scintille. I Fuochi Notturni ed i Fuochi Diurni. Essi disseccarono le acque torbide e scure. Con il loro calore le estinsero. I Lhas dall’alto, i Lhamayin del Basso, vennero. Sgozzarono le forme che erano a doppia e quadrupla faccia. Combatterono gli Uomini-Capra, gli Uomini dalla testa di Cane, e quelli con il corpo di Pesce.
5) L’Acqua-Madre; il Grande Mare pianse. Essa si sollevò, sparì nella Luna, che l’aveva sollevata, che le aveva dato vita.
6) Quando essi furono distrutti, la Terrra-Madre restò nuda e chiese di essere disseccata.

STANZA III
1) Il Signore dei Signori venne. Egli separò le acque dal loro corpo, e ciò costituì il cielo di sopra; il Primo Cielo.
2) I grandi Cohans chiamarono i signori della Luna, dai Corpi Aerei: “Fate apparire gli Uomini della vostra natura. Date loro le forme interne. Essa edificherà i Rivestimenti esteriori e saranno Maschi-Femmine. Signori della Fiamma anche...”.
3) Ognuno andò nel territorio assegnatoli; erano Sette, ciascuno nel suo Lotto. I Signori della Fiamma restarono indietro e non volevano andare, non volevano creare.

STANZA IV
1) Le Sette Legioni, i Signori nati dalla Volontà,, spinti dallo Spirito che dona la Vita, staccarono gli uomini da loro stessi, ciascuno sulla propria Zona.
2) Sette volte sette Ombre di Uomini futuri nacquero, ognuno del proprio colore e della propria Specie. Ciascuno inferiore a suo Padre. I Padri, i Senza-Ossa, non potevano dar vita a degli esseri provvisti di ossa. I loro discendenti furono dei Bhûta, senza forma né mente. Perciò furono chiamati la Razza Chhâyã.
3) Come sono nati i Manoushya? I Manù con la loro mente come sono fatti? I Padri chiamarono in loro aiuto il proprio Fuoco, che brucia nella Terra. Lo spirito della Terra chiamò in suo aiuto il Fuoco Solare. I tre, grazie ai loro sforzi riuniti, produssero un buon Rûpa. Poteva reggersi dritto, camminare, correre, curvarsi o volare. Pure non era altro che un Chhâyã, una Ombra senza Sensi.
4) Il Soffio aveva bisogno di una forma, i Padri la diedero. Il Soffio aveva bisogno di un corpo grossolano, la Terra lo foggiò. Il Soffio aveva bisogno dello Spirito di Vita, Lhas Solari l’insufflarono nella sua Forma. Il Soffio aveva bisogno di uno specchio del suo corpo “Noi gli donammo il nostro”, dissero i Dhyânis. Il Soffio aveva bisogno di un veicolo dei desideri: “lo possiede!” dissero gli scolatoi delle Acque; ma il Soffio aveva bisogno di una mente per abbracciare l’Universo: “Non possiamo dare ciò!” dissero i Padri. “Io non l’ebbi mai” disse lo spirito della Terra. “La Forma si consumerebbe se gli donassi la mia!” disse il Grande Fuoco... L’Uomo rimase un Bhûta, vuoto e sprovvisto di sensi... Così i Senza-Ossa diedero Vita a coloro che divennero degli Uomini provvisti di ossa durante la Terza.

STANZA V
1)I primi furono i figli dello Yoga. I loro figli, i nati dal Padre Giallo e dalla Madre Bianca
2)La Seconda Razza fu prodotta da innesto ed espansione, l’asessuale uscendo dal Senza-Sesso. Così, Oh Lanu fu prodotta la Seconda Razza.
3)I loro Padri furono gli Auto-Generati. Gli Autogenerati, i Chhâyã sortiti dai brillanti corpi dei Signori i Padri, i figli del crepuscolo.
4)Quando la Razza invecchiò, le Acque antiche si mescolarono alle più fresche. Quando le sue Gocce divennero torbide svanirono e si dispersero nel nuovo torrente caldo della Vita. L’esterno del Primo divenne l’interno del Secondo. L’antica Ala divenne la nuova Ombra e l’Ombra dell’Ala.

STANZA VI
1) La Seconda allora sviluppò i Nati dall’Uovo; la Terza.. Il Sudore aumentò; le sue gocce ingrossarono e divennero dure e rotonde. Il Sole le riscaldò, la Luna le rinfrescò e le modellò; il Vento le nutrì fino alla maturità. Il Cigno Bianco della Volta Stellata covò la Grossa Goccia. L’uovo della futura Razza, l’Uomo cigno della fine della Terza. Prima maschio-femmina, poi uomo e donna.
2)Gli Auto-Generati furono i Chhâyã, le ombre dei Corpi dei Figli del Crepuscolo. Né l’acqua, né il fuoco potevano distruggerli. I loro figli (lo) furono.

STANZA VII
1)I Figli della Saggezza, i Figli della Notte, pronti a rinascere, discesero e videro le forme vili della Prima Terza.
2)“Noi non possiamo scegliere”, dissero i Signori, “Noi abbiamo la Saggezza”. Alcuni entrarono nei Chhâyã. Altri proiettarono la Scintilla. Altri ancora differirono fino alla Quarta. Con il proprio Rûpa essi riempirono il Karma. Quelli che entrarono divennero gli Arhat. Coloro che ricevettero solo una Scintilla restarono sprovvisti di sapere; la Scintilla brillò debolmente. I Terzi restarono senza Mente. Il loro Jivas non era pronto. Questi furono messi da parte tra i Sette. Essi divennero le Testestrette. I Terzi erano pronti. “In questi noi abiteremo”. Dissero i Signori della Fiamma e della Oscura Saggezza.
3)Come agirono i Mànasa, i Figli della Saggezza? Essi respinsero gli Auto-Generati. Non sono pronti. Sdegnarono i Nati-dal-Sudore. Essi non sono del tutto pronti. Non vollero entrare nei primi Nati dall’Uovo.
4)La Terza Razza divenne il Vâhan dei Signori della Saggezza, e creò i figli della Volontà e dello Yoga: da Kryâshkti li creò, i Santi Padri, gli antenati degli Arhat...

STANZA VIII
1)I primi animali furono tratti dalle gocce del sudore; dai residui della Sostanza, materia proveniente dai corpi morti degli uomini e degli animali della Ruota precedente, e della polvere respinta.
2)Animali provvisti di ossa, dragoni dell’abisso e Sarpas volanti furono aggiunti alle cose striscianti. Quelli che strisciano sul suolo furono provvisti di ali. Quelli che nell’acqua avevano lunghi colli divennero i progenitori degli uccelli dell’aria.
3)Durante la Terza, gli animali senza ossa si svilupparono e maturarono: divennero animali provvisti di ossa. I loro Chhâyã divennero solidi.
4)Gli animali si separarono per primi. Essi cominciarono a riprodursi. L’Uomo doppio pure si separò e disse: “Facciamo come loro; uniamoci e procreiamo”; lo fecero...
5)E coloro che non avevano Scintilla presero per essi enormi animali femmine. Produssero con esse delle razze mute. Essi stessi erano muti. Ma le loro lingue si sciolsero. Le lingue dei loro discendenti restarono mute. Essi allevarono dei mostri contraffatti e coperti di peli rossi che camminavano a quattro zampe. Una Razza muta perché la sua vergogna non fosse narrata.

STANZA IX
1) Vedendo ciò i Lhas che non avevano costruito gli uomini piansero dicendo: 2) “Gli Amânasa hanno macchiato le nostre future dimore. Quello è Karma. Abitiamo negli altri. Istruiamoli meglio, perché non succeda qualcosa di peggio”. Lo fecero... 3) Allora tutti gli uomini furono dotati di Manas e videro il peccato di quelli che erano sprovvisti di mente. 4) La Quarta Razza sviluppò la parola. 5) L’unico divenne due; e così per tutte le cose viventi e striscianti che erano ancora uniche, i
pesci giganti, gli uccelli e i serpenti dalle teste coperte di scaglie.

STANZA X
1)Così due per due nelle sette Zone, la Terza Razza diede alla Quarta; i Suras divennero A¬suras.
2)La Prima in ogni Zona fu del colore della Luna. La Seconda Gialla come oro; la Terza Rossa. La Quarta bruna, che divenne nera col peccato. I primi sette rampolli umani ebbero tutti la medesima tinta. I sette che seguirono cominciarono a mescolarsi.
3)Allora la Terza e la Quarta crebbero in orgoglio. “Noi siamo i re; noi siamo gli dei”.
4)Presero delle mogli piacevoli a vedersi. Donne prese tra coloro che erano sprovvisti di mente, dalle teste strette, e nacquero dei mostri, cattivi demoni, maschi e femmine, e anche dei Khado, con piccole menti.
5)Costruirono dei templi per il corpo umano. Adorarono i maschi e le femmine e il Terzo occhio cessò di funzionare.

STANZA XI
1)Costruirono città colossali con terre e metalli rari. Servendosi dei fuochi vomitati, della terra bianca delle montagne e della terra nera, formarono le loro immagini, in grandezza naturale e a loro somiglianza, e le adorarono.
2)Eressero grandi statue, alte nove yatis, taglia del loro corpo. Fuochi eterni avevano distrutto il Paese dei loro Padri. L’Acqua minacciava la Quarta.
3)Vennero le prime grandi acque. E inghiottirono le sette grandi isole.
4)Tutti i santi furono salvi e gli empi distrutti. Con loro perì la grande maggioranza degli enormi animali prodotti dal sudore della terra.

STANZA XII
1) Pochi furono i superstiti. Alcuni fra i gialli, alcuni fra i bruni e i neri, alcuni fra i rossi
rimasero. Quelli del colore della Luna erano partiti per sempre.
2)La Quinta prodotta dal gregge santo, restò; essa fu governata dai primi Re Divini.
3)...I serpenti che ridiscesero, che fecero pace con la Quinta, che la istruirono e guidarono...

======================================================
La durata della “immanifestazione” è stata enormemente lunga: “sette eternità” (corrispondenti ai sette giorni della “creazione” descritti nel Genesi). Secondo la dottrina Induista (le “Isopanisad”), le "sette eternità" sono i sette periodi nei quali è divisa l’esistenza dell’Universo e sono pari a 311.040.000.000.000 d'anni.
-------------------------------

Saluti.
dreaker
00venerdì 17 luglio 2009 19:09
Grazie per le visite a questo link e di questo linro come ad altri miei inseriti ...
Saluti a tutti voi.
ermanno60
00venerdì 7 agosto 2009 17:33
Bellissimo veramente, l'ho trovato interessante e di voler approfondire in giro.

Grazie Dreaker
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:42.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com