Macro/Microcosmo ovvero come in alto cosi in basso

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TheAcquarius
00giovedì 30 novembre 2006 19:50
E' lunga come teoria quindi la propongo a pezzi . Sempre tratta da Non solo Ufo se volete guardarla lì è uguale anzi forse è meglio xchè ci sono le foto che io non riesco a metter cmq :

PARTE I
IL SETTENARIO
ovvero
LA LEGGE DEL SETTE
E LE SUE APPLICAZIONI




"Tutte le cose conosciute si fondano sul numero,
poiché esso è tale che senza di esso nulla potremmo
né pensare né conoscere.
La natura del numero e dell'armonia non ammettono
alcun inganno perché l'inganno non è loro proprio.
La natura dell'indeterminato e dell'impensabile
e dell'irrazionale porta l'inganno e l'invidia".

Filolao, "Frammenti"

Il Settenario
Se ordiniamo i primi sette numeri interi della serie naturale in ordine crescente, otteniamo una progressione aritmetica crescente e limitata di ragione 1 che prende il nome di settenario.
Per motivi che vedremo in seguito, si suole rappresentare il settenario disponendo i numeri in colonna verticale dall'1 al 7 in senso ascendente, come lungo una scala graduata.



Il Settenario

Una delle proprietà di detta progressione è quella di avere la somma dei termini estremi uguale alla somma di una qualunque coppia di termini equidistanti dagli estremi.
Abbiamo cioè:

1+7 = 2+6 = 3+5 = 8


In complesso sono quindi tre le coppie di termini la cui somma è costante. Inoltre l'equidistanza dagli estremi è anche equidistanza dal termine centrale 4. Questo termine si comporta come centro di simmetria e chiameremo asse di simmetria un immaginario asse trasversale passante per esso (1).

Essendo ogni termine della coppia il completamento a 8 dell'altro, possiamo dire che i termini simmetrici rispetto al 4 sono anche complementari. Questo vuoI dire che l'1 e il 7, oltre a corrispondersi nella simmetria, in qualche modo si completano; lo stesso può dirsi per il 2 e il 6, e per il 3 e il 5.
Circa questa corrispondenza e reciproca complementarietà vedremo in seguito alcuni esempi.
Un altro modo di rappresentare il settenario è quello di scrivere, in luogo della serie naturale dei primi sette numeri, la serie che si ottiene sommando a ciascun termine del settenario tutti i termini che lo precedono. Abbiamo cioè la cosiddetta serie triangolare:

1, 1+2, 1+2+3, ...


Il settenario allora diventa (2):

28
21
15
10
6
3
1

Se ora riduciamo i numeri superiori al 10 ad una sola cifra mediante la somma delle cifre che compongono il numero, otteniamo:

1
3
6
10
6
3
1

Quest'ultima operazione è giustificata dal fatto seguente.
NelI'antica numerazione greca, rappresentata dalle lettere dell'alfabeto, le prime nove lettere servivano anche come segni dei primi nove numeri; la seconda serie di nove lettere era destinata alle decine e la terza alle centinaia. La base del sistema era quindi l'enneade, ripetuta tre volte per le 27 lettere dell'alfabeto (3).
Questa corrispondenza tra lettere dell'alfabeto e numeri, che dai greci si estese agli ebrei, si riallaccia alla antichissima scienza della divinazione mediante il nome (onomanzia). Questa trova il suo fondamento nella aritmologia, scienza del simbolismo dei numeri e del loro valore magico, che risale alla dottrina di Pitagora e che è alla base della cabala ebraica.
I numeri della terna superiore della serie triangolare possono essere ridotti alla prima enneade calcolandone il resto della divisione per nove, il che equivale appunto a sommare le cifre che compongono il numero stesso. In numerologia questa operazione va sotto il nome di riduzione teosofica.
Più avanti torneremo su questa interessante forma del settenario.
Intanto ci limitiamo ad osservare che in esso si è messa in maggior evidenza quella corrispondenza tra termini simmetrici di cui abbiamo parlato. Qui infatti la terna inferiore si ribalta in quella superiore, in modo che quest'ultima si presenta come l'immagine speculare della prima: il primo termine diventa l'ultimo e viceversa.

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Note:
1. Traccia di un piano orizzontale di simmetria.
2. Il valore "triangolare" di un numero è dato dalla semisomma del numero e del suo quadrato.

3. Alle 24 lettere dell'alfabeto greco, scritte con apice in alto a destra, venivano aggiunti tre segni, stigma, coppa e sampi, rispettivamente per i numeri 6, 90 e 900. Lo stigma con apice in basso a sinistra indicava il numero 6000. La lettera coppa equivale alla Q dell'alfabeto latino e di quello italiano; sampi è la combinazione di un ? e di un ?.

TheAcquarius
00giovedì 30 novembre 2006 19:51
Il Settenario è una scala di valori
opposti e complementari
Con un semplice accorgimento il settenario può essere trasformato in una scala di valori relativi, a zero centrale.
Basta infatti sottrarre il 4 da tutti i suoi termini per ottenere il seguente schema:



Da esso risulta che i termini simmetrici e complementari sono anche di segno opposto. In questo modo viene messa in maggior evidenza l'esistenza nel piano (e, in senso figurato, nello spazio fisico e iperfisico) delle tre regioni individuate dalla terna inferiore negativa, da una zona intermedia neutra e da una regione superiore positiva.
Al termine che nella terna inferiore occupa il livello più alto, compete, una volta trasferito nella terna superiore, il livello più basso e viceversa. A mano a mano che ci allontaniamo dallo zero, il lavoro di trasformazione si fa sempre più oneroso. Infatti il minimo lavoro spetta alla trasformazione da -1 a +1; quello massimo sarà richiesto per il passaggio da -3 a +3, col superamento di sei livelli.
Onde meglio illustrare questa proprietà del settenario, facciamo un esempio.
Un pezzo di legno è impregnato di acqua e in questa è disciolta dell'aria. Siamo in presenza di una combinazione dei tre stati della materia: solido, liquido e aeriforme.
Vediamo ora cosa succede quando bruciamo questo pezzo di legno.
Il fuoco trasforma i materiali facendoli ascendere lungo la scala del settenario. Ma come si comportano i singoli costituenti?
Il primo a trasformarsi sarà il gas sciolto nell'acqua, il quale dalla posizione 3 passerà facilmente alla 5. Seguirà l'acqua che vaporizzerà passando da 2 a 6 e, per ultimo, il legno, una volta disseccato, brucerà e passerà così da 1 a 7.
Il maggior contenuto energetico sarà proprio in possesso del pezzo di legno il quale, non solo richiede la maggior quantità di energia, ma esso stesso diventa, a sua volta, una fonte di energia.



Separazione ed evoluzione della materia


È evidente poi che l'acqua, a parità di peso con l'aria e di salto termico, trascinerà con sé, allo stato di vapore maggiore energia di quanto non faccia l'aria. Per esempio, per un riscaldamento di 100°C l'energia assorbita da 1 kg di acqua è pari a circa quattro volte quella richiesta da un ugual peso di aria.
Anche in questo caso, dunque, il materiale originario più grossolano, il legno, finisce con l'occupare nella terna dei valori superiori il posto più alto e quello che era il più nobile dei materiali della terna inferiore, cioè l'aria, occupa, dopo la trasformazione, il posto più basso e ha richiesto il minor lavoro.
Il salto di qualità subito dai materiali di partenza è in proporzione inversa alla loro quota originaria: l'aria resta aria, l'acqua passa allo stato aeriforme, il legno diventa fiamma e fornisce energia radiante. Nel processo evolutivo lungo il settenario i materiali che si corrispondono nella simmetria centrale subiscono una vera e propria sublimazione: all'ultimo stadio la trasformazione diventa irreversibile.

Forma ridotta del Settenario
e suo significato simbolico
In ogni processo evolutivo c'è sempre una materia grezza che si trasforma e si affina. Passando attraverso le varie fasi del processo, la materia grezza perde le scorie che l'appesantiscono e finisce per assumere una natura più nobile.
Nella scala graduata in sette livelli, la prima terna sta a rappresentare la natura inferiore la quale, ribaltandosi attorno all'asse centrale, si trasforma in una natura più raffinata e viene a situarsi, rispetto alla prima, in posizione speculare.
Se, per esempio, la terna inferiore del settenario rappresenta la componente materiale dell'uomo, quella superiore non può che riferirsi alla sua essenza di segno opposto, cioè immateriale: caduca, peritura e mortale la prima, duratura e imperitura la seconda; portata all'errore, all'approssimazione e al difetto la prima, suscettibile di perfezionamento e tesa alla perfezione e alla verità la seconda; soggetta alle leggi limitative dello spazio e del tempo la prima, emancipata da tali limitazioni la seconda, per la quale valgono gli attributi inerenti ai concetti di infinito e di immortalità (libertà, creatività, armonia, ecc.).
Se ora sostituiamo i numeri che compaiono nella terna inferiore e in quella superiore con le loro rispettive somme, otteniamo la seguente forma ridotta del settenario:

18
— 4 —
6

la quale, con la riduzione teosofica del termine superiore diventa:

9
— 4 —
6

Osserviamo subito che quest'ultima forma mette una volta di più in evidenza quanto avevamo trovato più sopra e cioè che l'inferiore che ascende si ribalta e s'inverte. E si tratta di una duplice inversione a seguito della quale l'alto diventa basso (e viceversa) ed avviene lo scambio della destra con la sinistra:



Ne possiamo dedurre che la terna inferiore sta a significare una realtà rovesciata rispetto a quella rappresentata dalla terna superiore.
Come curiosità notiamo che ad un analogo risultato si perviene adottando il sistema di numerazione romano.
In cifre romane abbiamo:

IX
— IV —
VI

Se ora proviamo a ribaltare il VI intorno al suo asse verticale otteniamo: IV che, sovrapposto alla sua immagine speculare dà: IX.
Quindi anche in questo caso il nove e il sei risultano legati da una doppia corrispondenza speculare.
Vediamo ora quale significato può essere attribuito alle due terne.
Secondo la Cabala il 18 corrisponde alla distribuzione gerarchica della Luce, al dogma, all'esoterismo, ai misteri.
Un capitolo della Cabala è la Gematria, parola che vuoI dire letteralmente "calcolo alfabetico" o "valutazione numerica della parola". Questa pratica fu coltivata dai rabbini come una vera e propria scienza; la si trova soprattutto nella letteratura esoterica ebraica, ma anche in quella greca e nel pensiero gnostico e cristiano dei primi secoli. La Gematria ricerca l'interpretazione simbolica numerica di intere parole o delle prime lettere di una parola.
Un esempio di esegesi gematrica cristiana è contenuto nella "Epistola di Barnaba". In questa lettera, attribuita dall'antichità all'apostolo compagno di S. Paolo, l'autore vede nel numero 18 l'indicazione delle prime due lettere del nome di Gesù (I??o??). Questa interpretazione si basa sul significato numerico delle due lettere dell'alfabeto greco: I H (=10+8).
Furono molti i procedimenti adottati in questi calcoli speculativi e divinatori. Uno dei metodi consisteva nell'attribuire ad ogni lettera dell'alfabeto il valore numerico che si ottiene sommando al numero che corrisponde alla sua posizione nell'alfabeto tutti i numeri che lo precedono, cioè lo stesso criterio che abbiamo visto a proposito della costruzione della serie triangolare. È con questo procedimento che viene attribuito al Cristo (?????ò?) il numero 18.
Restiamo nell'ambito della cabala pratica e vediamo ora quale significato essa attribuisce al numero 9. Nelle "Clavicole di Re Salomone" si legge che questo è il numero dell'iniziato, il grande numero magico. Nove, infatti, sono i gradi dell'iniziazione la quale, essendo una rigenerazione spirituale, avviene nel mistero. Sempre secondo i cabalisti questo numero, essendo il quadrato di tre e quindi tre volte trinitario, si riflette nel cielo nei nove cori degli angeli che governano le sfere celesti.
Sappiamo che con il 9 si conclude l'enneade, che era la base dell'antico sistema di numerazione greco e la lettera che vi corrisponde è la ?, inizio della parola ??ò?, che vuol dire Dio. È simbolo di verità totale, completa e immutabile perché il 9, moltiplicato per qualsiasi numero, non muta la sua identità giacché dà un prodotto che riproduce sempre il 9.
Per quanto riguarda quindi il significato da attribuire alla terna superiore del settenario, tutta la letteratura esoterica è concorde nel ravvisare in essa un contenuto di natura mistica, spirituale e divina.
Il 6 che compare nella terna inferiore è anch'esso un numero che gli iniziati pitagorici consideravano perfetto, essendo uguale alla somma dei suoi divisori: 1, 2, 3. Essi lo attribuivano alla Natura e lo rappresentavano con l'esagramma, due triangoli incrociati, o stella a sei punte, detto anche "Sigillo di Salomone" (Fig. 1).
Per alcuni autori il 6 è il simbolo della vita inorganica.
Può anche riferirsi al cubo (6 facce, 12 spigoli), che è il solido al quale Platone fa corrispondere la Terra. Allo stesso risultato si perviene attraverso l'esame della terna inferiore espressa in funzione della serie dei numeri naturali. Se facciamo corrispondere a questi il numero delle dimensioni della realtà oggettiva, abbiamo: 1 = dimensione lineare; 2 = superficie; 3 = spazio tridimensionale; cioè. la nostra realtà fisica.

Abbiamo detto più sopra che nella terna inferiore è rappresentata una realtà speculare di quella della terna superiore.
Quindi il mondo della manifestazione fisica nel quale siamo immersi (terna inferiore) si deve intendere come il riflesso di un mondo iperfisico le cui caratteristiche sono tipiche della dimensione spirituale. Possiamo in sintesi parlare di Cielo e Terra in posizione speculare. Il nostro piano di esistenza risulta essere rovesciato rispetto a quello spirituale. Ci troviamo immersi in una realtà psicofisica apparente e ingannevole, le cui leggi inducono in noi un comportamento che è in antitesi con quello previsto dall'ordinamento del mondo reale.
Al di sopra dell'asse mediano ritroviamo il Sistema di cui parla Pietro Ubaldi in "Cristo e la sua legge", retto da leggi divine e regolato secondo armonia (4) (Fig. 1).
Al di sotto, nell'Antisistema, vigono le leggi terrene della prevaricazione e del caos. Per ottenere la conversione dall'Antisistema al Sistema, cioè per passare dall'immagine riflessa, illusoria e virtuale, all'oggetto reale occorre operare una duplice inversione.
Infatti il 6 diventa 9 solo a seguito di due rotazioni: l'una intorno ad un asse verticale, l'altra intorno ad un asse orizzontale:



I due assi incrociati sono i bracci di una croce.

La croce assume così il significato di chiave del processo di mutamento di direzione, o di inversione di tendenza, che è implicito nel termine "conversione". In effetti si tratta di attuare un vero e proprio capovolgimento nell'orientamento del proprio io, sia sul piano orizzontale (asse verticale), cioè nei rapporti con gli altri, sia su quello verticale (asse orizzontale) e cioè in relazione alla realtà trascendente.
Abbiamo visto che la dimensione fisica si comporta come uno specchio, essa riflette un'immagine virtuale della realtà. In essa la destra ha preso il posto della sinistra (e viceversa) e il basso è in luogo dell'alto (e viceversa). Sul piano dei rapporti sociali è la furberia che trionfa, insieme con l'inganno e il tornaconto.
Operare la conversione nel segno della Croce significa attuare una duplice inversione di tendenza. La direzione centripeta impressa dall'egoismo s'inverte in altruismo e generosità.
La spirale involutiva, innescata dalla natura istintiva ed animale, s'inverte verso l'aspirazione al superamento di sé ed ha inizio l'ascesa in direzione del Cielo.




Nota: In un frammento di Atti Gnostici della raccolta di Lino, chiamato "Il Martirio di Pietro", leggiamo:
...Donde il Signore ha detto in un Mistero: "Se non fate la Destra simile alla Sinistra e la Sinistra simile alla Destra, il Disopra simile al Disotto, il Davanti al Dietro, non conoscerete il Regno di Dio". (George R.S. Mead -"Gnosticismo e Iniziazione").

Riguardo alla materia, all'energia e all'intima costituzione dell'uomo (corpo fisico più i cosiddetti corpi "sottili") (5) possiamo così riassumere la composizione del settenario:





Fig. 1 - Rappresentazione simbolica del piano della creazione.


Valore ghematrico della parola greca ?? = Terra:




Valore ghematrico della parola greca ??? = Fuoco:




Valore ghematrico della parola greca ?????? = Spirito:




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Note:
4. Pietro Ubaldi (1886-1972) è l'autore di un sistema filosofico che abbraccia un po' tutti i rami del sapere e fornisce un quadro completo della realtà in una visione unitaria dei fenomeni e delle leggi che li regolano. Egli ebbe la prerogativa di attingere a fonti di conoscenza intuitiva capaci di fondere in sintesi logica scienza e spirito. È l'autore di un'opera monumentale in 24 volumi, il primo dei quali, "La Grande Sintesi", può essere considerato il suo capolavoro. Sono pagine dense di profonde verità e tutte pervase di un'alta spiritualità.
5. Vedi anche il capitolo "Il Microcosmo-Uomo e la sua intima costituzione".
TheAcquarius
00giovedì 30 novembre 2006 19:52
I numeri figurati
e il Settenario del ciclo vitale
L'impiego delle cifre arabe e del sistema decimale, se ha reso più facile il calcolo aritmetico e consentito l'introduzione di nuovi e più complessi metodi di calcolo, ci ha fatto perdere però la nozione di mistica del numero, fondamento della Aritmologia, scienza a carattere metafisico.
I Pitagorici e Platone distinguevano due tipi di numeri: il Numero Puro e il numero scientifico. Il primo era appunto oggetto di studio della Metafisica del numero. Il Numero Puro, o Numero-Idea, è il modello del numero scientifico, col quale si può identificare quello che noi oggi chiamiamo numero (6).
Vi era poi il numero concreto, base della Logistica. Più che una scienza, questa era una tecnica che si può identificare con la nostra aritmetica, cioè "la teoria che si occupa degli oggetti computabili e non dei veri numeri" (7).
Secondo l'Aritmologia i numeri sono gli Archetipi dell'Universo creato. Essi sono come germi viventi immutabili ed eterni, come immutabile è la forma delle cose. Le singole cose possono infatti mutare continuamente, ma la figura geometrica che è loro propria, non muta.
I Pitagorici della Magna Grecia introdussero il significato geometrico del numero e per rappresentare i numeri non facevano ricorso ad appositi simboli: essi impiegavano gruppi di punti. Nacquero così i numeri figurati, dai quali furono ricavate importanti leggi aritmetiche e le proprietà della geometria solida. Se le figure costruite con l'insieme dei punti appartengono alla geometria piana, possiamo parlare di numeri triangolari, quadrati, pentagonali, ecc.
In Fig. 2 abbiamo un esempio di rappresentazione della serie dei numeri triangolari mediante i numeri figurati.



Fig. 2 - Rappresentazione dei numeri triangolari.


Stante l'identità tra numeri e punti, il primo termine è dato da 1 punto: nell'Uno è il Tutto e quindi è contenuto anche il germe della Triade. Il secondo numero è 3, inteso come "triade", cioè come inizio di tutte le terne. Il terzo numero è 6 e si ottiene allineando tre punti sotto la base del primo triangolo. Il quarto numero è 10, cioè la somma dei sei punti già segnati e dei quattro del nuovo allineamento.
Possiamo osservare che il numero triangolare 4 è rappresentato dai 10 punti dei quattro allineamenti orizzontali successivi, costituiti rispettivamente da 1, 2, 3 e 4 punti.
Siamo partiti da un punto che è poi diventato il vertice di un triangolo equilatero. Rispetto a questo vertice abbiamo fatto crescere il triangolo conservando il rapporto di similitudine tra le sue parti (omotetia), fino ad ottenere un triangolo costituito da dieci punti.
Questa geometria differenziale degli antichi è uno strumento prezioso per lo studio delle crescite omotetiche degli organismi viventi.
Il numero triangolare 4 è uguale a 10: 1 + 2 + 3 + 4. È la tetraktys, alla quale i Pitagorici attribuivano un carattere sacro e per la quale prestavano giuramento.
Per i seguaci di Pitagora la decade racchiude in sé la perfezione perché è la somma delle possibili dimensioni dell'universo fisico spazio-temporale: linea, piano, volume, tempo. Oltre non è possibile andare se vogliamo restare nel campo dell'esperienza sensoriale.
Proviamo ora a proseguire la serie triangolare oltre il quarto termine, fino al settimo. Avremo: 1-3-6-10-15-21-28 che, come abbiamo già visto, si ottiene sommando a ciascun termine del settenario tutti i termini che lo precedono: 1, 1+2, 1+2+3, ecc.
Se ora riduciamo i numeri superiori al 10 ad una sola cifra mediante la somma delle cifre che compongono il numero, otteniamo: 1 - 3 - 6 - 10 - 6 - 3 - 1. Il settenario espresso in serie triangolare è riprodotto in Fig. 3.



Fig. 3 - Il Settenario espresso in serie triangolare con i numeri figurati.


Possiamo osservare che anche graficamente la crescita si arresta, il numero dei punti ai successivi allineamenti diminuisce e prende forma la figura di un rombo che si completa col settimo termine. Con i numeri superiori al 10 la serie s'inverte e diventa decrescente.
Il settenario "tradotto" in numeri figurati assume la forma di un triangolo che si duplica nella sua immagine speculare.
Questa doppia tetraktys, che collega l'inizio con la fine del settenario, quando quest'ultimo si riferisce allo schema evolutivo di una struttura naturale, assume l'aspetto e il significato di un grafico di un ciclo vitale.
L'Onda di Vita si manifesta con la nascita in 1, con la crescita in 3 e 6, colla pienezza dello sviluppo in 10, quindi con il declino in 6 e 3 e da ultimo, con il ritorno all'origine.
È il diagramma di tutti gli esseri viventi. Qui però "vivente" ha il significato ampio di appartenente ad uno dei tre regni della natura, quindi possiamo cominciare dai minerali. Molti sono infatti i minerali che cristallizzano in forme rombiche, o riconducibili al rombo per sezione o per proiezione.
Questo insieme di punti a forma di losanga in effetti richiama la distribuzione degli ioni, o degli atomi, in un reticolo cristallino (Tav. I). Se si pensa che in ognuno dei sei sistemi che raggruppano tutte le forme cristalline, è presente almeno una forma romboedrica o, comunque, tale da poter essere ridotta ad un rombo, non si può fare a meno di pensare a questa figura come ad una di quelle preferite dalla natura nel plasmare la materia inorganica.
Sono bipiramidali le strutture cristalline di alcuni minerali dai quali si estraggono il ferro, il rame, lo zinco, il piombo, lo zolfo. Le grandi masse di rocce calcaree, costituite da cristalli romboedrici di calcite, possono formare da sole intere catene di montagne.
Siamo partiti da semplici punti, li abbiamo ordinati in modo da formare un triangolo equilatero e siamo giunti a scoprire misteriose corrispondenze tra numeri, forme geometriche e reticoli cristallini di rocce e minerali. Ma il processo non si arresta qui perché la Legge delle Corrispondenze ha carattere universale.
Le antiche cosmogonie, dall'antico Egitto alla Grecia, all'Ebraismo, ci presentano Dio come il creatore di mondi mediante la potenza creatrice del suono. Nelle moderne dottrine che fanno capo alla tradizione occidentale del neoplatonismo e della gnosi e a quella orientale del brahmanesimo, è presente il concetto di un'Onda di Vita che risuona in miriadi di accordi attraverso i vari piani di esistenza, in ognuno dei quali si manifesta come Archetipo, o Idea divina. Così la materia verrebbe attratta in campi magnetici dove verrebbe modellata nelle forme in evoluzione. Dunque i suoni che noi percepiamo altro non sarebbero che la controparte fisica di una più estesa gamma di Onde di Vita, facente parte di una sinfonia cosmica, quella che per i Pitagorici era la "Musica delle Sfere".

Tav. I



Esempi di forme bipiramidali e romboedriche di sistemi cristallini.


E le leggi di questa armonia sono implicite nella "divina" tetraktys la quale, in quanto Decade, diviene così il simbolo dell'Universo. Infatti, le sette note della scala musicale pitagorica si ricavano dalle prime tre note del tetracordo di Filolao, le cui corde hanno lunghezze che stanno tra loro secondo i più semplici rapporti possibili tra i primi quattro numeri (8):



Sono queste sorprendenti correlazioni tra enti metafisici e grandezze fisiche, tra l'invisibile e il sensibile, che ci lasciano attoniti, così come riempirono di stupore i primi investigatori delle Leggi della Natura, i grandi pensatori del passato.
È così che viene fatto di pensare ai Numeri-Idea come ad Esseri immutabili ed eterni, Artefici della forma delle cose e della loro evoluzione mediante le grandi forme-suono sulle quali e dalle quali sarebbe modellato l'Universo fisico.

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Note:
6. Matila C. Ghika: "Le Nombre d'Or" - Ed. Gallimard, pag. 20.
7. Nicomaco da Gerasa, neopitagorico del I° sec. d.C., tratta della teoria dei numeri nei "Theologumena Aritmeticae".
8. A. Reghini: "I Numeri Sacri" - Edit. Atanor, pag. 41 e seg.


Processi creativi
Nel Cristianesimo ci viene detto: "In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio".
Poi Dio parlò e per mezzo della Sua Voce, quindi di una vibrazione che per noi umani è paragonabile al suono della voce, creò tutti i mondi e tutti i regni di natura e tutti gli esseri in sei Ere o "giorni" della creazione, seguite ognuna da un periodo di stasi o "notte". Il settimo "giorno" si riposò. E qui è adombrato il principio che è alla base della scala musicale costituita da note (i giorni) e da intervalli (le notti), da toni e da semitoni (il riposo del settimo giorno).
Tutto questo sembrerebbe evocare lontani echi di possenti accordi celesti, risuonanti attraverso tutti i livelli, dai mondi spirituali più elevati al regno degli Archetipi eterni, collegati alle grandi forme-suono, energie intelligenti che danno forma all'Universo fisico. La Parola creatrice passa ai mondi inferiori, dove Schiere minori la echeggiano e riecheggiano, così da plasmare tutte le svariate forme di natura.
Poiché l'Artefice Divino crea perennemente, la sinfonia creatrice continua ad essere composta ed eseguita. Ne consegue che le Gerarchie Celesti e gli Uomini vivono in mezzo ad armonie celestiali, armonie che però possono essere udite solo da coscienze illuminate dalla luce dello Spirito, da pochi iniziati, armonie di cui ci parla Platone come dell'eterna "musica delle sfere".
Secondo l'antica astrologia esoterica, c'è una corrispondenza tra "pianeti" e note musicali. Nella tabella che segue, dovuta a Rudolf Steiner, i pianeti dell'antica astrologia sono collegati con i metalli e con le note:



Se ora, in una sorta di pentagramma astrale, disponiamo i "pianeti" nell'ordine con cui ci appaiono dislocati nello spazio e, in corrispondenza ad essi, le note secondo la tabella sopra riportata, otteniamo il grafico di Fig. 4. In questo diagramma, costituito da una spezzata ascendente "a dente di sega" (o "a passo di pellegrino") ravvisiamo la rappresentazione della "Legge ciclica dell'Evoluzione Cosmica", di cui ci parla Pietro Ubaldi: "tutto ascende per continui ritorni" (vedi: Tav. A in Appendice).
I "pianeti" sembrano avere qui il significato di tappe evolutive nell'itinerario dell'anima attraverso i mondi del suo "firmamento interno", in risonanza con i cieli del firmamento esterno. E le note musicali altro non sarebbero che la controparte fisica della musica cosmica che scandisce questo ritmo evolutivo.




Fig. 4 - Scala musicale planetaria.



Universo apparente e Universo reale
L'universo fisico è solo un aspetto dell'universo reale.
In effetti, immersi come siamo in questo nostro mondo sensibile, noi ci troviamo un po' nelle condizioni descritte da Platone nella allegoria della caverna (9). Siamo anime incatenate fin dalla nascita in una buia prigione, simile ad una caverna sotterranea illuminata dalla luce di un fuoco. Le immagini proiettate da questa luce sulla parete della caverna sono per noi delle realtà, l'eco che ci giunge dalla parete della caverna è da noi confusa con la voce dei passanti, la stessa luce che si sprigiona dal fuoco è per noi come se provenisse da un sole. La nostra è una realtà fittizia, del tutto relativa e parziale. A colui il quale riuscisse a "sciogliersi dalle catene e guarire dalla incoscienza" apparirebbe il mondo reale. Uscendo dal buio della prigione alla luce contemplerebbe "quale è veramente il sole, non le sue immagini... ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria... Dopo di che potrebbe concludere, parlando del sole, che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano".
L'Universo reale è un organismo vivente, animato da un Sole che è il Principio di tutte le cose visibili e invisibili. Questo organismo è strutturato in una successione di piani di esistenza, attraversati dall'Onda di Vita in due sensi. Nella fase involutiva il flusso della Vita discende di piano in piano, come una cascata d'energia; l'impulso che parte dal Principio Creatore crea mondi la cui densità va crescendo a scapito dei gradi di libertà della coscienza degli esseri che vi dimorano, mentre le forme si vanno sempre più differenziando. È il cammino che va dall'Uno al Dieci (Fig. 3).

All'ultimo gradino della scala ha luogo la "conversione" e l'Onda di vita inverte il senso lungo il quale si propaga. Ha inizio la fase ascendente o evolutiva, durante la quale la materia si affina, l'energia ad essa legata si nobilita e la coscienza si dilata fino a raggiungere dimensioni cosmiche. È il cammino che dal Dieci torna all'Uno. Innumerevoli esempi di questa fase evolutiva cadono sotto i nostri occhi. Tutti i processi di trasformazione mediante i quali, partendo da materia allo stato grezzo, attraverso la rimozione di elementi grossolani, si ottiene un prodotto puro, sono di impiego assai frequente nella tecnologia dei metalli, del vetro, nelle tecnologie alimentari, ecc. Ma lo stesso processo può investire la sfera animica e quella spirituale e, in questo caso, parliamo di elevazione, di evoluzione, di ascesi. Sia in un caso che nell'altro siamo sempre di fronte ad una materia grezza che si trasforma e si affina.

La Fig. 5 nel suo complesso evoca l'immagine di mondi e di cieli percorsi da onde sferiche che si dipartono da un centro e al centro tornano, con un ritmico pulsare, così da indurre in chi la contempla l'intuizione di una realtà metafisica (mandala).



Dall'Uno e Trino l'Onda di Vita ha origine e, di ottava in ottava, risuona nei Mondi.

Fig. 5 - Cosmogramma.





Utilità e modalità d'impiego del Settenario
La corrispondenza dei termini simmetrici diventa una corrispondenza di fasi omologhe se questa scala di sette livelli viene riferita ad un qualunque processo di:

1) crescita e sviluppo di un organismo biologico;
2) estrazione di un prodotto finito da una materia prima.

È questo il caso, per esempio, dei processi tecnologici attraverso i quali otteniamo prodotti industriali di uso corrente (ghisa, acciaio, ferro, laterizi, ecc.) oppure prodotti dell'industria alimentare mediante le tecnologie del pane, dell'olio, del vino, del latte, ecc.
Lo schema del settenario non è un metodo di analisi quantitativa. Esso ci può essere utile per mettere in luce le correlazioni tra le fasi omologhe, cioè i rapporti che si vengono a determinare tra le fasi simmetriche del processo in esame. È uno schema che ci aiuta ad approfondire, dal punto di vista qualitativo, l'evolversi del processo e soprattutto in qual modo le varie fasi dello stesso siano tra loro in corrispondenza. Ne risulta una visione organica dell'insieme, costituito da parti tutte correlate tra loro. Ogni processo evolutivo, di qualunque natura esso sia, può essere paragonato ad un organismo vivente con una nascita, uno sviluppo, un declino e un termine, con organi e funzioni e con un'energia che lo percorre e lo anima.
Se le varie fasi sono state individuate in modo corretto e attribuite in modo appropriato ai vari livelli dello schema, possiamo anche stabilire la seguente proporzione: 1:3=2:6 (o altra equivalente) tra la prima, seconda, terza e sesta fase.
Il criterio da seguire nello stabilire quali siano le fasi da assegnare a ciascun livello è quello della irreversibilità. Si tratta cioè di esaminare l'intero processo evolutivo ed enucleare di volta in volta, una dopo l'altra, le tappe in cui la trasformazione avviene in modo irreversibile. Sono questi gli anelli utili della catena, i nodi essenziali sui quali si articola la scala di sette livelli.
Un significato particolare riveste il quarto livello, che occupa la posizione centrale. Esso si sottrae alla valutazione comparativa, giacché non appartiene ad alcuna coppia di elementi omologhi. Tuttavia esso individua il "baricentro" del sistema, la funzione centrale attorno alla quale ruota tutto lo schema, l'apice del processo evolutivo. Con riferimento all'esempio fatto sopra, è un po' come l'età più rigogliosa dell'organismo che si trasforma ed evolve, l'acme del processo evolutivo. Esso quindi definisce il confine tra l'intervallo preliminare e quello conclusivo.

TheAcquarius
00giovedì 30 novembre 2006 19:53
Dal seme al Frutto
Un esempio di applicazione del settenario al ciclo di sviluppo di un organismo vivente è quello della germinazione e della crescita delle piante superiori (angiosperme).
In una pianta distinguiamo un apparato radicale, un fusto e un apparato aereo. Il sistema radicale è proporzionato a quello aereo e si estende nel verso opposto a quest'ultimo: i due apparati sono simmetrici rispetto alla superficie del suolo attraversata dal fusto.
La radice, che in embrione è contenuta nel seme e germoglia sotto il dominio delle forze di terra, ci segnala la presenza di un campo di forze telluriche la cui azione si esplica in direzione verticale, verso il centro della Terra.
Le radici rispondono molto bene alla forza di gravità, cioè presentano un geotropismo positivo, il che vuol dire appunto che crescono verso il basso. Esse inoltre tendono ad allontanarsi dalla luce e per questo si dice che presentano un fototropismo negativo. Ecco che ritroviamo, nello schema di crescita della pianta, quella polarità che avevamo messo in luce a proposito delle diverse forme di espressione del settenario e, in particolare, a quella che abbiamo definito a zero centrale. Le due terne di segno contrario stanno ad indicare, in questo caso, i due versi opposti in cui le due parti simmetriche della pianta si sviluppano lungo la verticale, a seguito del fototropismo positivo dell'apparato aereo e di quello negativo delle radici.

Il processo di crescita della pianta



Corrispondenza 1-7
Il seme si proietta nel frutto. Con l'impollinazione l'ovario del fiore si ingrossa e si trasforma in frutto, mentre al suo interno gli ovuli del fiore si trasformano in semi.
Possiamo quindi dire che il frutto protegge il seme destinato a dar vita ad una nuova pianticella. Il seme quindi completa il frutto.

Corrispondenza 2-6
Il seme, quando viene a trovarsi nelle adatte condizioni di umidità e temperatura, esce dal suo stato di vita latente e comincia a germinare. Il seme in embrione è una giovane piantina, avvolta in una membrana protettiva (tegumento). Nella prima fase del suo sviluppo appare un corto fusticino il quale presenta da un lato l'abbozzo della radichetta, dall'altro una piccola gemma. Questa gemmula, detta anche plumula, è di solito costituita da un germoglio ben sviluppato, con due foglie distinte. Se ora pensiamo che il fiore altro non è se non un insieme di foglie modificate in rapporto alla funzione riproduttiva, appare evidente la corrispondenza tra la gemmula dell'embrione e il fiore che sboccia quando la pianta è prossima al culmine del suo sviluppo (Fig. 6).



Fig. 6 - Alcuni stadi della germinazione del seme di ricino.


Corrispondenza 3-5
Appena si stacca il tegumento che avvolge il seme, appaiono per primi due cotiledoni: questi sono delle piccole foglie carnose bianche (perché prive di clorofilla). Quando la radice è sufficientemente sviluppata, il fusticino cresce e spinge fuori dalla terra i due cotiledoni. È da questi ultimi che cominciano ad uscire le piccole foglie che ben presto s'ingrossano e acquistano colore. Vi sono piante che presentano un solo cotiledone e sono riconoscibili dalle loro foglie, le cui venature decorrono parallele fra loro lungo tutta la foglia: è il caso del grano e delle felci.
In posizione centrale, nella pianta e nello schema del settenario, c'è il fusto. Grazie ad esso acqua e sali minerali assorbiti dalle radici vengono distribuiti a tutta la pianta; le sostanze elaborate dalle foglie (la linfa) mediante la fotosintesi, vengono convogliate alle radici. Attraverso questa doppia circolazione di liquidi nei due sensi, possiamo dire che i due sistemi, quello aereo e quello radicale, s'incontrano proprio nel fusto. Il fusto si sviluppa sempre dalla gemmula dell'embrione. All'apice del fusto si trovano i fiori apicali. Appare allora significativa la proporzione:



la quale ci dice che come il fusto proviene dalla gemmula, così il fiore, che è il risultato di foglie modificate, ha origine dai cotiledoni dell'embrione.
Pochi altri esempi si prestano ad illustrare in modo altrettanto efficace le proprietà del settenario. La simmetria, l'opposizione e la complementarietà delle fasi omologhe si possono in questo caso così sintetizzare:

Terna inferiore: Terra + Acqua - La radice cresce nella terra in verticale verso il basso e assorbe acqua e minerali al buio.

Terna superiore: Aria + Luce - Il fusto cresce fuori terra e s'innalza. Le foglie respirano e traspirano sotto l'azione della luce.

Estrazione dell'olio dalle olive



Corrispondenza delle fasi omologhe
1-7 La composizione dell'olio (fase 7) dipende da diversi fattori relativi alle caratteristiche della materia prima (fase 1): varietà dell'olivo; epoca della raccolta e momento di estrazione; natura, esposizione e giacitura del terreno; andamento stagionale, ecc. La qualità dell'olio inoltre è condizionata dal modo con cui le olive vengono trasportate e conservate. Una irrazionale conservazione può provocare alterazioni tali dell'olio da fargli perdere il requisito della commestibilità (eccessivo grado di acidità e marcati difetti organolettici).

2-6 La Mondatura consiste nella rimozione di rametti, foglie e fili d'erba che sempre si accompagnano alle olive quando queste sono raccolte a mano sulle piante, o in terra. Gli effetti di questa operazione, che compare alla 2a fase del ciclo di lavorazione, si ripercuotono sulla qualità del prodotto che otteniamo con la centrifugazione al 6° stadio. Infatti, la presenza di molte foglie e di qualche rametto, altera le proprietà organolettiche degli olii appena ottenuti dalla centrifuga. Tutta la massa dell'olio tende ad assumere un colore verdastro molto accentuato ed un sapore amarognolo e di "acerbato".

3-5 La Lavatura si rende necessaria per pulire le olive raccolte in terra da quei materiali terrosi (argilla, sabbia, ecc.) che aderiscono alle drupe. L'eliminazione della terra (3a fase) facilita il deflusso dell'olio durante la pressatura (5a fase). Infatti i fanghi argillosi intasano i pori dei diaframmi e della pasta oleosa e l'olio defluisce a stento. Inoltre l'argilla (che assorbe da 1/4 a 1/5 del suo peso di olio) incorporata alla pasta, cede all'olio i suoi odori e sapori sgradevoli.
Sono sette tappe evolutive, sette fasi di un processo di trasformazioni successive che si completano con l'estrazione e la chiarificazione dell'olio, principio attivo occultato nell'oliva.
Dapprima le olive vengono frantumate e perdono quindi la loro conformazione fisica, la loro integrità, e si confondono nella massa amorfa della pasta prodotta con la molitura. Poi con la pressatura si libera dalla pasta la frazione liquida, il mosto, che è la matrice dell'olio; il residuo solido, la sansa, è un sottoprodotto assai alterabile, che di solito viene essiccata e destinata ad ulteriore lavorazione. Con questa prima separazione è come se le olive avessero subito la loro "prima morte".

In seguito riprenderemo in esame questo settenario perché esso si presta a stabilire una interessante corrispondenza con le fasi evolutive che il principio vitale dell'essere umano attraversa, una volta entrato nella dimensione iperfisica. Per potere stabilire questo parallelo è però necessario fare alcune premesse circa l'intima costituzione dell'uomo, il che formerà oggetto del capitolo "Il Microcosmo-Uomo e la sua intima costituzione", nella IIa Parte.



PARTE II
IL MICROCOSMO UOMO
L'UOMO - LA VITA - IL COSMO



Molte cose sono mirabili,
ma nessuna esiste più mirabile dell'uomo.

Aristofane, "Antigone"

"In verità assoluta e senza alcun dubbio:
ciò che si trova in basso è simile a ciò che si trova in alto,
e ciò che si trova in alto è simile a ciò che è in basso,
per produrre i miracoli di una cosa sola".

Dalla "Tavola di Smeraldo"
attribuita ad Ermete Trismegisto


Gli antichi Greci identificavano la mitica figura di Ermete Trismegisto, il "Tre volte grandissimo", con quella di un ipotetico antichissimo re-sacerdote egizio assurto a divinità (il dio lunare egizio Thot). Le cosiddette "Scienze ermetiche" appartengono ad una lunga tradizione le cui origini ritroviamo soprattutto nella "Tavola di Smeraldo", un'antica iscrizione attribuita appunto ad Ermete Trismegisto e a noi pervenuta in un testo latino dell'XI° secolo. Il contenuto spirituale e mistico di questa Scienza Sacra ha per fondamento la corrispondenza tra Uomo e Cosmo e la finalità di svelare all'uomo la via della salvezza attraverso l'illuminazione interiore e la conoscenza dei misteri della natura


Il Settenario delle funzioni vitali
del corpo umano
L'uomo presenta all'altezza del diaframma il suo piano di simmetria speculare.
Al di sopra del diaframma abbiamo, procedendo dal basso verso l'alto, l'apparato respiratorio, poi quello circolatorio e, infine, nel cervello, quello neuro-sensoriale.
Al di sotto del diaframma incontriamo dapprima il sistema preposto all'assorbimento, poi quello che presiede al ricambio e, da ultimo, l'apparato sessuale preposto alla riproduzione.
Abbiamo così il seguente schema:



nel quale è facile constatare la corrispondenza tra i livelli simmetrici, o fasi omologhe: 3 e 5; 2 e 6; 1 e 7.
Infatti, come mediante l'assimilazione le sostanze nutritive passano nel sangue e danno luogo al plasma, così attraverso la respirazione l'organismo si nutre di ossigeno che va ad arricchire il sangue.
Con la circolazione le cellule non solo sono alimentate dalle sostanze nutritive convogliate dal sangue, ma questo provvede anche a raccogliere l'anidride carbonica e tutte le sostanze di rifiuto per inviarle agli organi destinati ad espellerle. Con il ricambio, avviene negli organi escretori una funzione analoga, ma in modo più macroscopico.
Infine, abbiamo l'analogia tra la riproduzione e l'attività cerebrale. La prima provvede alla procreazione sul piano fisico; la seconda alla creazione sul piano ideativo.
In quest'ultima trasformazione è evidente il passaggio dal grossolano al "sottile", anzi dal materiale all'immateriale, che già, del resto, si era manifestato nelle due precedenti corrispondenze: nutrizione-respirazione; ricambio-circolazione.
Infatti, con l'assorbimento, sono sostanze solide, rese poi liquide, che passano nel plasma; con la respirazione il "cibo" del sangue, l'ossigeno, è un gas (fasi 3 e 5).
Analogamente accade nel passaggio 2?6, in cui vediamo che mediante il ricambio sono materie essenzialmente solide e liquide (solo in minor misura gassose) quelle che vengono allontanate dagli organi escretori (polmoni, intestino, pelle e reni), mentre la piccola circolazione provvede a liberare il sangue venoso dall'anidride carbonica e ad arricchirlo di ossigeno: quest'ultimo è quindi un ricambio essenzialmente gassoso.
Si vede pure che, a mano a mano che ci allontaniamo dall'asse mediano, la funzione di sublimazione della terna superiore si fa sempre più sensibile e il divario tra le "quote" delle rispettive materie elaborate aumenta.



In effetti, assorbiamo nell'intestino sostanze liquide, mentre attraverso gli alveoli polmonari assorbiamo ossigeno (3?5).
Col ricambio ci liberiamo essenzialmente di sostanze solide e liquide, mentre con la circolazione viene espulso solo gas e col plasma entra in giuoco l'energia vitale (2?6).
Con la procreazione, infine, prende corpo un'intera struttura materiale, laddove con l'attività mentale si dà vita ad una creatura che appartiene al mondo delle idee (1?7) (10).

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Note:
10. La corrispondenza tra le fasi 1 e 7 viene messa in luce dal fatto che l'abuso delle energie sessuali conduce alla pazzia, mentre chi usa la propria forza creativa per generare il pensiero avrà poca inclinazione per il piacere dei sensi (fasi complementari).


Le funzioni vitali del corpo umano
si corrispondono secondo
una costante cosmica
C'è anche una corrispondenza tra i tempi fisiologici delle funzioni omologhe, anzi un rapporto costante. Questi tempi diminuiscono a partire dall'asse mediano, cioè dal diaframma.
Nella terna inferiore, per i fenomeni che riguardano la nutrizione (digestione e assorbimento) possiamo assumere, come durata di un ciclo, il tempo di 24 ore, pari a 86.400 sec.
Per quanto si riferisce al ricambio assumiamo un periodo di 6 ore e cioè di 21.600 sec.
Infine presumiamo un tempo medio di fecondazione dell'ovulo di 260 sec.
Nella terna superiore troviamo i seguenti tempi fisiologici:

- un atto respiratorio si compie, in media, in 3,33 sec.;
- una pulsazione cardiaca richiede mediamente 0,83 sec.;
- attraverso la percezione sensoriale l'Io prende coscienza del mondo esterno in circa 1/100 sec.

Se ora facciamo il rapporto tra il tempo fisiologico di una funzione che compare nella terna inferiore e il tempo richiesto dalla corrispondente funzione della terna superiore, troviamo:



Quale significato può avere questo rapporto che conserva lo stesso valore per tre coppie consecutive di livelli?
Noi riteniamo che esso abbia il valore di una costante caratteristica di questo tipo di settenario e, quanto al suo significato, viene spontaneo pensare al "numero degli anni solari di cui si compone l'anno platonico".
Vedremo più avanti che questo non è il solo esempio in cui i ritmi biologici si corrispondono nel microcosmo-uomo secondo rapporti che tendono ad assumere il significato di costanti cosmiche.


L'anno platonico
Questo lungo periodo di tempo, di lunghezza variabile tra i 24.000 e i 27.000 anni, deve la sua denominazione non al fatto di essere stato scoperto da Platone, ma perché fu questo filosofo a parlare dell'"anno perfetto" dopo il quale il giorno, l'anno solare, il mese lunare e le rivoluzioni dei cinque pianeti allora conosciuti "ritornano al punto di partenza" (11). L'anno platonico è un periodo di circa 26.000 anni durante il quale la linea dei nodi equinoziali percorre una rivoluzione completa sul piano dell'eclittica (Tav. II).

Tav. II
IL MOTO DI PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI




L'asse di rotazione della Terra compie attorno all'asse dell'eclittica un lentissimo movimento a trottola. La linea degli equinozi ruota attorno al suo centro e, con essa, si spostano sull'eclittica i punti di Ariete e di Bilancia. Questo moto è retrogrado e ha un periodo di 25.800 anni circa.

La Terra infatti, in seguito all'attrazione esercitata dal Sole e dalla Luna, nel suo moto di rotazione attorno al Sole si comporta come una trottola. L'asse terrestre descrive lentamente un cono attorno alla perpendicolare al piano dell'eclittica e conseguenza di questo moto è che la posizione dell'equinozio di primavera sull'eclittica cambia continuamente. È questo il fenomeno della precessione degli equinozi, scoperto dal greco Ipparco (circa 190-120 a.C.).
La lenta rotazione dell'asse terrestre avviene in senso contrario alla rotazione del pianeta per cui l'equinozio di primavera (detto anche punto gamma dal simbolo dell'Ariete) percorre a ritroso le costellazioni zodiacali. Per esempio, seimila anni or sono, cioè nel 4.000 a.C., l'equinozio di primavera entrò nella costellazione del Toro; dopo duemila anni, nel 2.000 a.C., il punto gamma passò dal Toro all'Ariete e con l'avvento dell'era cristiana al 21 marzo il Sole si proietta nella costellazione dei Pesci. Se facciamo riferimento ai dodici segni zodiacali possiamo calcolare in 2.150 la durata del mese cosmico, cioè il tempo medio di permanenza del punto di primavera in un segno dello zodiaco. Ai giorni nostri sta quindi per avvenire il passaggio del punto gamma al segno che precede quello dei Pesci e cioè al segno dell'Acquario.
Se l'equinozio si muovesse sull'eclittica, supposta fissa, con la velocità costante di 50",37 all'anno, esso compirebbe l'intero giro di 360° in 25.730 anni.
Ma le cose non sono così semplici per vari motivi, compreso il continuo, lento spostamento della stessa eclittica. Attualmente lo spostamento annuo totale dell'equinozio è di 50", 27 ma non è costante e aumenta con il tempo. "Calcoli più accurati indicano che la durata dell'anno platonico è variabile: ad esempio l'equinozio ritornò nel 1900 alla posizione che aveva sull'equatore 27.380 anni prima e vi ritornerà dopo 24.440 anni" (12).
Al moto conico dell'asse terrestre dovuto alla precessione degli equinozi si aggiunge una piccola oscillazione periodica della sua inclinazione provocata dalla Luna la quale, nel moto lungo la sua orbita inclinata di circa 5° sul piano dell'eclittica, viene a trovarsi ora sopra, ora sotto il piano dell'eclittica (Tav. III).

Tav. III
IL MOTO DI PRECESSIONE
DELLA LINEA DEI NODI LUNARI SI COMPONE
CON QUELLO DI PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI




I piani orbitali della Terra e della Luna formano tra loro un angolo di circa 5° e s'intersecano lungo la linea dei nodi. I nodi non restano sempre fissi nella stessa posizione sulla sfera celeste, ma si spostano da est verso ovest, quasi andando incontro alla Luna nel suo moto di rivoluzione intorno alla Terra. La linea dei nodi compie un giro completo in circa 18,6 anni. Per la composizione di questo moto (nutazione) e di quello di precessione degli equinozi l'asse terrestre descrive nello spazio un cono leggermente ondulato. Un'oscillazione completa dell'asse terrestre si compie quindi in circa 18 anni e mezzo.



Ne consegue che, a seguito di questo fenomeno detto "nutazione", (dal latino: nutatio-onis, oscillazione) il cono di precessione diventa un cono leggermente ondulato. Il periodo di tale fenomeno è di 18,6 anni perché questo è l'intervallo di tempo compreso tra due successive intersezioni del piano orbitale della Luna con quello dell'eclittica. Infatti, la retta d'intersezione dei due piani orbitali (linea dei nodi) rimonta la fascia zodiacale in senso contrario a quello dei pianeti e riassume la stessa posizione dopo 6.793 giorni, con un periodo di circa 18 anni, 7 mesi e 10 giorni (13).




La triarticolazione dell'essere umano
Ma torniamo alla costante delle funzioni vitali (c.f.v.).
Abbiamo visto che questo rapporto costante tra le funzioni della regione sub-diaframmatica e quelle omologhe della regione super-diaframmatica coincide col numero di anni solari di cui è costituito un anno platonico.
Si direbbe che la parte superiore del corpo umano viva e funzioni in armonia col moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole e che la parte inferiore sia in relazione col moto di rotazione dell'asse terrestre intorno alla normale all'eclittica, moto che determina la precessione degli equinozi e che si compie appunto nel cosiddetto anno platonico, cioè in circa 25.900 anni solari.
La regione corporea sottostante al diaframma sarebbe così in qualche modo collegata col cammino dell'uomo attraverso i secoli e sarebbe quindi la depositaria di un patrimonio collettivo inconscio.
Il piano mediano di separazione tra i due tronchi coincide con buona approssimazione con la regione ciliaca, o plesso solare. Questo sarebbe in relazione con le emozioni, i desideri, le attività coscienti, cioè con la personalità.
La regione corporea al di sopra del diaframma dovrebbe invece essere in rapporto con gli impulsi più nobili dell'animo umano e con le facoltà intuitive e creatrici della mente.
Questa suddivisione fisio-psichica del corpo umano fa pensare ai tre livelli nei quali, secondo la psicanalisi, si articola l'attività psichica: ES - EGO - Super-Io. All'inconscio appartiene la sfera dell'ES, concepita come una massa oscura dell'inconscio primitivo, in cui trovano le loro radici le nostre funzioni organiche e gli istinti primordiali della specie. In effetti è dai visceri e dall'ipogastrio che emergono e urgono, ciechi e irrefrenabili, gli stimoli della fame e l'istinto di procreazione.
Le pulsioni istintuali, da questo più profondo livello, affiorano e tendono a condizionare l'attività psichica conscia, l'EGO, sede della volontà e della capacità di dominare la natura inferiore, secondo le richieste del Super-Io. È quest'ultimo che esercita la censura sulla base delle regole dettate dalle leggi morali e dalla religione. In questa zona mentale, al di sopra della coscienza ordinaria, nell'uomo evoluto si sviluppa anche la conoscenza intuitiva. Si tratta di una forma di conoscenza illuminata, "solare", totale e immediata, perché non passa attraverso i tentativi del processo analitico e le approssimazioni successive legate alla riflessione e al ragionamento.
Vi può essere una relazione tra questi livelli di attività psichica - conscia e inconscia - e i moti della Terra di rivoluzione e di precessione (cioè: "solare" e "zodiacale")?
Circa gli influssi cosmici sulla personalità, gli insegnamenti di scuole esoteriche estremo-orientali sembrano confermare, almeno in parte, questa corrispondenza. Secondo queste dottrine "i segni dello zodiaco condizionano specialmente gli uomini dalla coscienza accentrata 'sotto il diaframma'. Sono gli uomini di medio sviluppo... Nell'uomo progredito gli influssi che piovono sul pianeta eccitano all'azione i centri 'sopra il diaframma'" (14). Sempre secondo questa concezione "l'uomo ordinario ha per meta (inconsapevolmente) di reagire con pienezza alle forze della personalità, accentrate nel punto mediano, cioè nel plesso solare..." (15). Ma vedremo ora che la validità della "costante delle funzioni vitali" si estende anche al rapporto tra una delle funzioni vitali del corpo umano e il moto di rotazione della Terra intorno al proprio asse.

TheAcquarius
00giovedì 30 novembre 2006 19:54

L'uomo quale microcosmo
Sappiamo che il "numero degli atti respiratori nelle 24 ore è uguale, in media, a 25.920": un atto respiratorio corrisponde quindi ad un anno solare. Non solo quindi abbiamo trovato un rapporto di significato cosmico tra le funzioni organiche omologhe del corpo umano, ma la stessa correlazione esiste tra una delle sue funzioni vitali e uno dei moti della Terra (16).
Ma quale significato può avere questa correlazione tra i ritmi organici del corpo umano e i moti del pianeta che lo ospita?
Se la vita organica vive e pulsa in sintonia con il moto della Terra, vi deve pur essere qualcosa in comune, qualcosa che costituisca un legame tra i due, anzi che li comprenda entrambi. È così che viene fatto di pensare ad un unico organismo vivente di proporzioni planetarie che contiene in sé tutti gli esseri viventi: piante, animali, uomini.
Infatti, per esprimerci con le parole di Platone: "non è possibile che due cose sole si compongano bene senza una terza: bisogna che in mezzo vi sia un legame che le congiunga entrambe. E il più bello dei legami è quello che faccia, per quanto possibile, una cosa sola di sé e delle cose legate" (17).
In questo vasto organismo vivente gli esseri umani giuocherebbero lo stesso ruolo che le cellule più evolute, i neuroni, hanno nel corpo umano. Nei confronti delle nostre singole cellule ognuno di noi si comporta come un universo e la nostra coscienza individuale diventa coscienza cosmica. Lo stesso rapporto esisterebbe tra la Coscienza Universale e la nostra singola coscienza.
In altre parole, all'attuale stadio evolutivo della coscienza umana, noi non possiamo avere la consapevolezza di questo legame col nostro macrocosmo per gli stessi motivi per cui le cellule del nostro tessuto nervoso non "sanno" di far parte di un microcosmo.
Si può quindi stabilire la proporzione: i neuroni stanno al microcosmo-uomo come questo sta al macro-cosmo.

"E accontentiamoci, per il momento, della conclusione che il "nostro Spirito", la nostra persona, la nostra anima, ha certamente strette connessioni con lo Spirito contenuto nei miliardi di cellule del nostro corpo; il nostro Spirito sarebbe quindi come un "canto concertato e armonioso" dell'insieme degli Spiriti di queste cellule... è sempre lo Spirito che le nostre cellule, ognuna nella sua parte del corpo, mettono all'opera assicurando la respirazione, la digestione o semplicemente il metabolismo" (18).

Conosci te stesso e tu conoscerai l'universo e gli Dei.
Gli è procedendo nello studio del suo essere fisico e morale
che l'uomo proverà le immagini e le analogie che gli serviranno da specchio,
in cui vedrà l'ordine e la significazione delle cose
che sono tuttavia esteriori al suo corpo fisico,
ed in tal modo concepirà degli stati d'animo
superiori a quelli che gli sono interiormente abituali.

Un Maestro
(da "Romanzo senza parole" di Angiolo Biancotti


"Fa parte della tua salute, o uomo,
seguire il cammino del Sole..."
Dall'esame del settenario delle funzioni vitali, risulta che la parte del corpo umano situata al di sopra del diaframma è da mettere in relazione col moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole. Vediamo ora un'applicazione, un esempio dimostrativo di questo principio.
Vedremo cioè, in particolare, che la struttura anatomica e fisiologica del sistema nervoso e dell'apparato locomotore sono tali che, quando l'uomo cammina, egli entra in armonia col ritmo cosmico che regola l'avvicendarsi delle stagioni nel corso dell'anno.
Sappiamo infatti che tutti i movimenti volontari, come quelli che facciamo nel camminare, cadono sotto il controllo della corteccia cerebrale e che il cervelletto, che funziona in modo subcosciente, controlla l'equilibrio e provvede alla coordinazione dei movimenti muscolari. I centri preposti alla deambulazione sono quindi situati al settimo livello del suddetto settenario.
Secondo quanto riferisce Rudolf Steiner (19), esisteva nell'antica Babilonia il detto seguente:
"Guarda l'uomo che cammina senza essere né vecchio né bambino, che cammina da sano e non da malato, che non corre troppo né va troppo adagio, e tu vedrai la misura del corso del Sole".
Con questa loro massima gli antichi babilonesi volevano intendere che un uomo dal passo sano e normale, se avesse potuto fare il giro della Terra avrebbe impiegato 365 giorni e un quarto di giorno. Il che corrisponde ad un ipotetico viaggio senza soste, compiuto alla velocità media di 4,56 km/ora (= 1,27 m/sec). E questa è una velocità verosimile per un pedone che cammini a passo di marcia, al ritmo normale di 55-65 passi al minuto (20).
Quindi il tempo richiesto da un uomo giovane e sano per fare a piedi il giro della Terra è uguale a quello impiegato dal Sole nel suo moto apparente di rivoluzione intorno al nostro pianeta lungo l'eclittica. L'uomo si muove intorno alla Terra come la Terra si muove intorno al Sole.
Ma c'è di più. L'uomo che marcia con andatura regolare e costante, non solo entra a far parte del tempo cosmico, ma egli con il suo passo cadenzato è simile ad un pendolo che, durante un'oscillazione completa di andata e ritorno, batte il secondo.
Infatti, alla velocità media di 1,27 m/sec e con un passo (la cui lunghezza dipende dalla lunghezza degli arti inferiori) che mediamente possiamo assumere di 1,26+1,35 metri, il tempo impiegato per compiere un passo completo (21) è:



Così, in quell'aforisma tramandatoci dagli antichi astronomi babilonesi, scorgiamo come un'eco di quella scienza primordiale mutuata da antichissime civiltà rimaste esoteriche, civiltà di misteri filtrati fino ai giorni nostri sotto forma di norme o di principi entrati poi nell'uso comune, di ordinamenti umani modellati sulle grandi leggi eterne che regolano i fenomeni celesti. Ne è un esempio il sistema sessagesimale.
I babilonesi, nel contare, arrivavano solo fino al sessanta, poi ricominciavano da capo. Questo numero fondamentale veniva loro fornito dal prodotto di 12 (le dodici costellazioni zodiacali) per 5 (i cinque pianeti visibili ad occhio nudo).
In tutte le numerazioni quotidiane essi si basavano sul dodici, numero facilmente divisibile, che corrisponde alla dozzina, rimasta ancor oggi in uso, anche se con il significato di una approssimativa unità di misura.

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Note:
19. Rudolf Steiner (1861-1925) filosofo tedesco, pedagogista e architetto. Ha approfondito ogni ramo del sapere con metodo scientifico e con l'intuizione del mistico che attinge alla "memoria cosmica" la conoscenza delle leggi universali. La natura è per Steiner la manifestazione di una realtà spirituale che si manifesta nell'arte e nel pensiero. Fondò a Dornach (Basilea) il Goetheanum, centro di diffusione della sua dottrina (Antroposofia) di cui si contano oggi circa 70 sezioni in 15 nazioni.
Oltre ad una trentina di opere scritte, sono rimasti i testi stenografici di quasi 6000 conferenze. I suoi scritti sono stati tradotti in una dozzina di lingue.
20. La velocità media sopra riportata è il risultato del rapporto tra lo spazio percorso (la circonferenza di 40.000 km) e il tempo impiegato a percorrerlo.
21. Il ciclo della deambulazione si compone di due passi semplici.


Corrispondenza tra ovocellula e feto
È noto che la cellula uovo si genera e si sviluppa entro una cavità della parete ovarica, detta follicolo, ripiena di liquido sieroso. Durante la maturazione dell'ovulo le dimensioni del follicolo aumentano. A circa metà del ciclo mestruale (14±1 giorni prima dell'inizio della successiva mestruazione) il follicolo si rompe e l'uovo viene emesso all'esterno (ovulazione), pronto per essere fecondato (Fig. 7).
Ciò che avviene a livello cellulare trova una corrispondenza in quanto si verifica durante la gravidanza e al momento del parto, nel cosmo superiore dell'organismo pluricellulare.
Infatti l'utero è anch'esso un corpo cavo che, durante lo sviluppo del feto, aumenta il suo volume (da 20 a 40 volte). Inoltre, per tutto il periodo della gravidanza il feto si trova avvolto da una membrana, il sacco amniotico, anch'essa ripiena di liquido sieroso. Al momento del parto la membrana amniotica si rompe e viene espulsa insieme con la placenta.
In modo analogo durante l'ovulazione, insieme con la cellula uovo, vengono espulse anche le cellule follicolari.
È evidente l'analogia tra il processo di maturazione e la "nascita" della cellula uovo, e lo sviluppo e la nascita dell'organismo umano.
Vediamo ora di trovare in quale rapporto stanno i due mondi.

Tempo di maturazione di una cellula uovo:

14÷15 giorni

Durata della gravidanza a partire dalla fecondazione:

266÷270 giorni

Rapporto tra i tempi dei due cosmi:



Nell'Ovaio
Un follicolo (vescicola dell'ovaia in cui si sviluppa l'ovulo) comincia a crescere. Compaiono degli spazi che aumentano dando luogo ad un'unica cavità, l'antro follicolare, che si riempie di liquido. Quello che sarà il futuro uovo (l'oocita) assume una posizione eccentrica all'interno dell'antro follicolare. L'oocita, quando il follicolo che lo ospita è giunto a maturazione, risulta circondato da uno spesso strato di cellule (zona pellucida) che nutrono l'oocita durante il suo accrescimento.
Durante la maturazione si attua una prima ed una seconda divisione cellulare, la quale ultima dà luogo alla cellula uovo. Questa, con l'ovulazione, abbandona l'ovaio ed è pronta per la fecondazione.



Fig. 7 - Ovogenesi ed embriogenesi.


Nell'Utero
L'utero è anch'esso un corpo cavo che durante lo sviluppo del feto aumenta il suo volume. Il feto si trova avvolto da una membrana, il sacco amniotico, anch'essa ripiena di liquido sieroso, che provvede al nutrimento e alla protezione del feto.
Durante le prime settimane la cellula uovo fecondata si divide fino a formare l'embrione. Una seconda trasformazione avviene dopo circa due mesi quando ormai sono presenti tutte le caratteristiche dell'essere umano.
Al momento del parto la membrana amniotica si rompe e viene espulsa insieme con la placenta.
In modo analogo, durante l'ovulazione, insieme con la cellula uovo vengono espulse anche le cellule follicolari.
Come l'oocita si trova all'interno della cavità follicolare completamente circondato da un gruppo di cellule follicolari, così l'embrione s'impianta nella parete dell'utero e si annida all'interno della mucosa uterina, dalla quale trae il nutrimento.

In questo meraviglioso processo della nascita e della crescita, che ogni giorno si svolge sotto i nostri occhi, come il sorgere e il calare del sole o l'avvicendarsi delle stagioni, avvengono fenomeni per noi ancora del tutto incomprensibili, che ci possiamo solo limitare ad osservare ed a classificare, ma sulla cui intima natura regna il più assoluto mistero.
È un lavoro preordinato, programmato ad una precisa finalità, che viene eseguito e portato a termine con precisione, con l'assoluto rispetto dei "tempi di lavorazione", senza incertezze, senza sprechi e, quindi, col massimo rendimento.
Qual è questa volontà intelligente che ogni giorno, in silenzio, a nostra insaputa, opera su di noi?
Quali fattori regolano la differenziazione delle cellule?
Perché una cellula ecotodermica si trasforma in una cellula nervosa e una cellula entodermica generatasi, per esempio, al 14° giorno di sviluppo dell'embrione, quando questo misura solo qualche millimetro in lunghezza ed è appena visibile ad occhio nudo, darà luogo alla formazione dell'epitelio intestinale dell'adulto?
Nella crescita dell'embrione perché le cellule, pur avendo tutte lo stesso DNA, si sviluppano in modo diverso, a seconda del luogo in cui sono situate?
Il biologo inglese Rupert Shaldrake risponde a questo quesito con la sua teoria del campo morfogenetico. Egli, sulla base delle ricerche di Douglas Mac Dougall dell'Università di Harvard, ha formulato l'ipotesi dell'esistenza di forze immateriali le quali sarebbero generatrici della forma in seno alla materia. L'ipotesi morfogenetica presuppone l'esistenza di una memoria collettiva diffusa in tutto l'universo, indipendente dal supporto cerebrale e tale, quindi, da sopravvivere alla morte.
Per questa sua natura il campo di risonanza morfica, portatore di memoria, è retto da leggi che si sottraggono allo spazio-tempo, ma richiamano quelle dell'affinità e delle corrispondenze.
Con le più recenti scoperte della biologia, abbiamo solo appreso qualche notizia di più circa il meccanismo con cui energie sconosciute operano sulla materia organica organizzandola, fino a suscitare in essa la coscienza, nello spazio e nel tempo: un tempo di sviluppo ontogenetico ed "un tempo più remoto, più potente, che sembra avviluppare gli esseri viventi, sin dall'origine, in un ampio fascio di relazioni" (S. Arcidiacono).
La teoria meccanicistica della vita ha in realtà dilatato il problema e ne ha spostato più a monte la soluzione.
"Per la Vita, infatti, non si tratta più ora di cause diverse (una forza vitale, invece di una forza meccanica), ma si tratta del fatto essenziale che non vi sono più cause, ma fini" (Fantappiè) (22).
Abbiamo scoperto le lettere dell'alfabeto della vita, ma nulla sappiamo circa la Mente che con queste lettere forma parole di senso compiuto e con queste parole formula intere frasi che trasmettono, con i caratteri ereditari, sensazioni, sentimenti, pensieri.

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Note:
22. Luigi Fantappiè (1901-1956), matematico e filosofo italiano, intorno agli anni quaranta fondò la "Teoria unitaria del mondo fisico e biologico" in cui, accanto ai fenomeni fisici o entropici, trovano la loro collocazione i fenomeni vitali; o sintropici. Questi ultimi godono della proprietà di essere attratti dal fine cui essi tendono, di non essere riproducibili e di essere regolati dal principio di differenziazione (dal semplice al complesso). Il Fantappiè è inoltre autore di una "Teoria degli universi" secondo la quale ciò che appare impossibile in un universo (per es. quello fisico) può trovare la sua spiegazione in un universo più ampio, che lo comprende e che è dotato di più gradi di libertà (per es. quello psichico). Tra le sue opere principali: "Su una teoria di 'relatività finale'" (Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, 1954); "Nuove possibilità d'inquadramento dei fenomeni paranormali" in "Bollettino della Società Italiana di Metapsichica", luglio-dicembre 1955.


L'Uomo racchiude in sé l'intero Universo
In un ciclo mestruale di durata normale (28 giorni), il periodo fecondo, intorno al verificarsi dell'ovulazione, va dal 12° al 17° giorno. Ciò è dovuto al fatto che la vitalità dell'ovocellula matura, nell'ambiente costituito dall'apparato genitale femminile, si mantiene per circa 72 ore (23). Ne consegue che il periodo di fertilità può andare da due giorni prima dell'ovulazione a 72 ore dopo la stessa, cioè, come si è detto, dal 12° al 17° giorno (5 giorni).
Passiamo ora dal mondo delle cellule a quello dell'intero organo femminile della riproduzione, cioè al Microcosmo-Donna. Il periodo fecondo della donna ha una durata mediamente compresa tra i 30 e i 35 anni, dalla pubertà alla menopausa, abitualmente dai 13-14 ai 45- 50 anni (= 36 anni, pari a 13.140 giorni).
Se ora facciamo il rapporto tra questo intervallo di tempo e quello sopra indicato, troviamo:



che corrisponde alla 10a parte dell'anno platonico ed è quindi una sua armonica del 10° ordine.
La fascia zodiacale sembra diventare il limite esterno, il contorno di una cosmica cavità uterina, entro la quale si annida la Vita.
Perché, facendo il rapporto tra i tempi di due intervalli di fecondità, l'uno che compete all'invisibile mondo delle cellule, l'altro a quello dell'organo riproduttivo di un individuo adulto, ci troviamo proiettati nel macrocosmo che ci circonda e ci sovrasta, lungo la fascia zodiacale nella quale vediamo proiettato il Sole, nel suo lento cammino di precessione?
Il terzo stadio della prima fase di sviluppo dell'embrione umano va sotto il nome di "annidamento". Intorno all'ottavo giorno dal concepimento, le cellule piatte della parete uterina, destinate alla nutrizione dell'embrione (trofoblasto), assumono la forma di una sfera, al cui interno e sul cui fondo si è annidata la blastocisti. "Per un breve periodo la blastocisti nuota nel liquido amniotico ed è anche riempita dallo stesso liquido" (24). Se essa potesse vedere l'ambiente che la circonda, avrebbe la sensazione di essere sovrastata da una volta celeste, un firmamento che si presenta "come una sfera che separa le acque", proprio come dice la Genesi (1,9-10), per il terzo giorno della Creazione:
"Dio disse: Si raccolgano le acque che sono sotto il cielo in una sola massa (l'amnios) e appaia l'asciutto (la massa cellulare interna del disco embrionale). E così fu" (Fig. 8).
Ma se vogliamo meglio chiarire il nesso tra i tempi dello sviluppo embrionale e quelli di ordine cosmico della precessione equinoziale, ci conviene prendere le mosse dal processo di formazione dell'embrione animale prima, e di quello umano poi. Giacché è qui, nella diversa conformazione che l'embrione umano assume, nei suoi stadi di sviluppo, rispetto a quello vegetale e animale, che si cela il segreto della formazione del microcosmo-uomo. Lo sviluppo dell'animale dall'uovo avviene mediante divisione cellulare: si sviluppa dapprima un gruppo di cellule (Morula), le quali in seguito si dispongono ad anello (Blastula) (Fig. 9).

Fin qui le cose procedono come per l'organismo vegetale. Ma a questo punto, ha inizio qualcosa di nuovo: la blastula si curva verso l'interno sempre di più, fino a dare origine ad un completo involucro che divide la parte interna dal mondo esterno. Nei confronti dello sviluppo della pianta, la gastrula è una conformazione del tutto nuova e determina la forma tipica dell'evoluzione animale. Lo strato interno dell'embrione (entoderma), creato a seguito della invaginazione del polo vegetativo della celoblastula, è la formazione primitiva dalla quale si svilupperanno tutti gli organi interni degli animali; dallo strato cellulare esterno (ectoderma) si svilupperanno i sensi e i nervi.
Vi è dunque la formazione di una parte interna e di una esterna, la quale è come un involucro che separa la porzione interna dal mondo esterno. E questo costituisce il nuovo principio caratteristico dell'organismo animale nei confronti del vegetale.
La pianta costruisce la sua sostanza, il carboidrato, come il risultato diretto di forze cosmiche convogliate dall'ossigeno, dal carbonio, e dall'idrogeno. La pianta è soggetta al diretto irraggiamento di dette forze ed è "fasciata" di luce dall'esterno.
In modo affatto diverso viene costruito l'organismo animale, giacché l'animale è dotato di movimento e sensazione. E sensazione vuol dire movimento su di un piano più alto: moto dell'anima. Quindi l'animale è dotato di tutto ciò che noi chiamiamo anima.
Non basta dunque che uno o più elementi cooperino dall'esterno: l'intera costruzione deve essere fatta all'interno, in modo che l'animale possa rappresentare come una forma completa di cosmo indipendente e libero di muoversi. L'animale realizza così al suo interno una porzione di cosmo ordinatore e creatore; esso si costruisce i suoi organi interni e plasma ogni organo: il cuore, i polmoni, il fegato, ecc. La formazione della proteina dell'animale riceve il suo impulso dal "cosmo rovesciato all'interno". Il sistema di organi interni non è altro che una ripetizione di forze e processi esterni. Essi sono centri di forza di un universo interno.
"Quando parliamo di organismo animale come di un cosmo ripiegato all'interno e di organi come di sorgenti di forze cosmiche, allora dobbiamo vedere in essi il logico riflesso delle forze stellari.
In effetti nell'antichità i sacrificatori leggevano nei visceri degli animali sacrificati il volere divino, come in altre aree culturali i sacerdoti traevano ispirazione divina dal moto degli astri" (25).




Fig. 8 - Terzo stadio. Annidamento. Inizia a raccogliersi il liquido amniotico e si formano i primi foglietti di cellule germinali entro il mesenchima.

A - Bottone embrionario a due foglietti (ectoderma, nero - entoderma, cerchi grigi).
B - Cavità amniotica il cui pavimento è l'ectoderma (barrette nere).
C - Mesenchima extraembrionario nella cavità della blastocisti.
D - Trofoblasto, strato cellulare periferico.
E - Mucosa uterina.
(I. T. Weihs, op. cit.).

Non a caso la successione delle costellazioni disposte lungo l'eclittica assunse, secondo un'antica sapienza che risale agli astronomi Caldei e Babilonesi, la denominazione di zodiaco, termine di origine greca (zodyakòs) che vuoI dire: "cerchio di figure animali".

Le prime fasi dello sviluppo dell'embrione sono molto simili in tutti gli animali della "serie evolutiva" dai platelminti in avanti. In questi disegni è rappresentato lo sviluppo dell'uovo fecondato del riccio di mare, uno degli animali meglio studiati sotto questo aspetto. Gli embrioni nei vari stadi di sviluppo sono disegnati press'a poco in scala. Notate che dalla fecondazione sino allo stadio di gastrula aumenta il numero delle cellule, ma non aumentano le dimensioni dell'embrione. Le cellule diventano infatti più piccole a ogni stadio.



Fig. 9 - Prime fasi dello sviluppo dell'embrione.


L'eterogeneità e la molteplicità delle forze animali dipendono dal fatto che esse sono selettive nei confronti delle forze cosmiche creatrici che hanno all'interno: ne rappresentano solo una parte. Gli animali sono formazioni parziali e manca loro la forza armonizzante che è invece presente nel gruppo di singole famiglie e ordini. In questo senso si può parlare di anima di gruppo. In altri termini, all'animale inteso come microcosmo manca quello che per il macrocosmo è il Sole. È questo elemento del tutto nuovo che compare nella formazione dell'uomo: la forza dell'armonia!
Il microcosmo-uomo è vasto. Esso ha in se stesso tutti gli impulsi alla formazione delle forme animali, ma li armonizza nella forma umana. Egli non è formato mediante un solo segno zodiacale, bensì ha racchiuso in sé tutto lo zodiaco e i pianeti, compreso il Sole. Egli pertanto non è caratterizzato soltanto dal movimento e dal sentimento, ma è il portatore di una personalità.
Come il Sole nel macrocosmo è elemento centrale e ordinatore, così l'Io personale dell'uomo può essere definito, per così dire, come il sole dello spirito, come il portatore della ragione che pondera e giudica, come quella forza che rappresenta il vero centro dell'esistenza dell'uomo, tanto sul piano della vita fisica, quanto su quello animico-spirituale. Con il suo Io l'uomo è innestato nella corrente dell'evoluzione spirituale. (vedi: "Costituenti dell'uomo secondo" nel capitolo "Il Microcosmo-Uomo e la sua intima costituzione").
Per Steiner il processo di sviluppo dell'ovocellula fecondata sarebbe avviato dal germe spirituale dell'uomo al momento del concepimento. Egli chiama così la forma archetipale umana, detta anche Adamo Kadmon, che scende dal cosmo e dà origine ai tre foglietti dell'embrione (entoderma, ectoderma e mesoderma) in modo da sviluppare il progetto del suo corpo fisico. È l'Uomo Celeste di cui parla San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti (XV 45,50), o l'Adamo Celeste della tradizione cabbalistica, creatore dell'uomo di carne.
Invece l'individualità, con i suoi corpi sottili (Io, corpo astrale e corpo eterico), dall'estrema periferia del cosmo, passando attraverso tutte le sfere planetarie, s'incarnerebbe più tardi, tra il 17° e il 20° giorno, quando le membrane embrionali sono pronte, in modo da dare forma umana all'embrione.


Cervello e autocoscienza
Alla nascita il bambino possiede un cervello che, dal punto di vista funzionale, è già in grado di svolgere il suo compito, anche se deve ancora ultimare il suo sviluppo.
Con le prime sensazioni che i nervi da tutto il corpo trasmettono al cervello, ha inizio il lungo e complesso processo della formazione della personalità.
Il primo stadio, durante i primi mesi di vita del bambino, è quello di imitare i suoni che egli sente. Il bambino eredita la capacità di parlare, ma non sappiamo come egli impari ad utilizzare questa eredità biologica in modo autonomo, "inventando" un suo linguaggio. Alcune zone della corteccia cerebrale sono predisposte, per via genetica, all'attività fisiologica connessa con la risposta verbale, ma "non possiamo parlare di un gene del linguaggio". Questo vuol dire che non ci è data alcuna possibilità di intervenire a livello del DNA per modificare in qualche modo questa capacità dell'uomo di esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti.
In effetti il bambino dispone, con il cervello, di uno strumento efficiente che è al suo servizio, ma ciò che egli diventerà, cioè la sua trasformazione da essere umano a "persona umana", dipende unicamente dalle capacità del suo Io di utilizzare le potenzialità cerebrali, di personalizzare cioè quanto l'ambiente esterno gli trasmette.
Che cosa sappiamo circa queste particolari proprietà sviluppate dal cervello, proprietà di interazione con un mondo non materiale (l'Io), in virtù delle quali in ognuno di noi si viene a creare e a sviluppare tutta una gamma di esperienze coscienti? Come nasce e si sviluppa l'auto-coscienza? "La formazione della coscienza è ancora un mistero per la scienza".
Come può la mente, che non appartiene al mondo fisico, elaborare le informazioni che il cervello le trasmette? Noi percepiamo dal mondo esterno solo radiazioni elettromagnetiche, che la nostra mente trasforma in colori, in sensazioni olfattive, tattili, ecc. Inoltre, sempre con la nostra mente, noi selezioniamo ciò che ci interessa e siamo in grado di modificare il funzionamento dei meccanismi cerebrali, per esempio concentrandoci o ricordando. È sempre la mente cosciente che dà un significato a ciò che il cervello percepisce.
Sono miliardi le cellule cerebrali impegnate in numerosi e assai diversi processi conoscitivi, ma come avviene che una miriade di informazioni trovi la sua sintesi in un'unica esperienza cosciente? In questo delicato campo della interazione tra cervello e mente la scienza oggi non esita a riconoscere di trovarsi di fronte ad un problema completamente sconosciuto.
Ma c'è chi va oltre e ha il coraggio di affermare che l'unità di esperienza cosciente non solo non è opera dei meccanismi della corteccia cerebrale, ma non può che essere il prodotto di una mente autocosciente, il che equivale a dire del nostro spirito.
E il cervello viene così relegato al rango di semplice strumento.
In altri termini, le nostre conoscenze attuali non vanno al di là della constatazione che la frontiera tra cervello fisico e mente è sede di un attivo scambio di informazioni, che siamo riusciti in parte ad individuare e a classificare, ma "il sorgere dell'autocoscienza è un mistero che concerne ogni uomo, con la sua personalità. Ed i nostri predecessori forniti di autocoscienza hanno costruito una civiltà che ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione di ognuno di noi come esseri umani, con la nostra cultura e i nostri valori, ma la ricerca della natura di questa autocoscienza è qualcosa che va ben al di là della ricerca scientifica". È questo il pensiero espresso dal neurofisiologo Sir John Eccles (Melbourn, 1903), premio Nobel per la medicina (1963), in un suo recente lavoro dal titolo: "The human brain and the human person", presentato al 7° Congresso Internazionale sull'Unità delle Scienze a Boston (1978) (26).
Il pensiero scientifico odierno sembra così muoversi nella direzione prevista, circa settanta anni fa, da un altro illustre fisiologo il quale affermava: "Sono sicuro che la fisiologia del futuro non sarà più ostacolata, come quella del mio tempo, dall'odio e dai pregiudizi per la realtà spirituale. La scienza scoprirà negli esseri viventi e nella psiche dell'uomo in particolare, quell'energia latente che è l'espressione del dinamico lavoro dello spirito" (Prof. Luigi Luciani).



Una "coincidenza significativa"
Se estendiamo l'indagine al confronto tra il tempo di maturazione dell'apparato genitale femminile e quello della durata della gravidanza, otteniamo quanto già trovato precedentemente (vedi capitolo "Corrispondenza tra ovocellula e feto").
Tempo di maturazione apparato riproduttivo:

13÷14 anni

Durata della gravidanza:

266÷275 giorni

Rapporto:



Possiamo allora scrivere la seguente proporzione:

Ovocellula: Feto = Feto: Apparato riproduttivo


che tradotta in termini numerici (giorni) diventa:



A questo punto abbiamo la sensazione di trovarci di fronte ad una "coincidenza significativa". Ci ricordiamo infatti che il tempo impiegato dai nodi lunari a percorrere il cerchio zodiacale è appunto di 18,6 anni.
Quindi questo rapporto tra i cicli di maturazione dei tre mondi: cellula - embrione - uomo, è assimilabile ad un tempo, il tempo impiegato dai nodi lunari, nel loro moto di precessione, per compiere un giro completo dell'eclittica, quindi la composizione di due diversi piani di realtà.
Se teniamo conto di questo fatto, allora dal piano di rotazione terrestre passiamo a quello di esistenza del sistema solare. Che cosa vuol dire tutto ciò?
Semplicemente che tutti i fenomeni inerenti alla sfera genitale femminile, dalla formazione dell'apparato riproduttivo alla genesi della prima cellula di quello che diventerà un uomo, fino alla completa formazione degli organi che caratterizzano un organismo umano autonomo, sarebbero sotto il dominio della Luna, la cui azione si eserciterebbe tramite i suoi moti periodici di rotazione, di rivoluzione e di precessione dei nodi, con proiezione sull'orbita solare (apparente) e, quindi, sulla fascia zodiacale.
Rudolf Steiner, al quesito: "che cosa diventa una madre quando si avvicina alla formazione di un nuovo essere?" (che egli stesso si pone), così risponde: "il nuovo essere che viene formato nella donna è completamente sotto l'influenza dell'azione solare. Per il fatto che la donna accoglie in sé così fortemente le influenze lunari, essa diventa capace di accogliere separatamente le influenze solari. Possiamo dire schematicamente: 'la donna diventa Luna' per poter accogliere in sé le influenze solari, mentre l'embrione è in questo senso del tutto effetto del Sole, è ciò che può essere creato per mezzo delle concentrazioni di influenze solari" (27).
La nascita di un uomo sulla Terra non sarebbe solo il risultato di un lungo processo biologico che ha avuto la sua lontana origine nell'incontro di due gameti di segno opposto.
"La Vita umana sul nostro pianeta sarebbe suscitata da Forze intelligenti di natura cosmica", quelle stesse che avrebbero programmato l'universo fisico in vista della comparsa della Vita intelligente attraverso il verificarsi simultaneo di fatti eccezionali, tutti finalizzati alla apparizione della Vita cosciente sulla Terra e nel Cosmo. (vedi il principio antropico, pag. 154-156).

Tutto ciò che in questo mondo inferiore produce
e trasmette la specie è lo strumento dei corpi celesti.

S. Tommaso d'Aquino, "Summa theologica"




I nodi lunari e il loro simbolismo
L'orbita descritta dalla Luna e quella descritta apparentemente dal Sole attorno alla Terra si intersecano in due punti, detti "nodi". Nodo ascendente, o nodo lunare nord, è quello relativo al passaggio della Luna attraverso il piano dell'eclittica da sud verso l'emisfero nord; nodo discendente, o nodo lunare sud, è quello relativo al passaggio della Luna da nord verso l'emisfero australe. L'asse che congiunge i due nodi giace sulla retta di intersezione dei due piani orbitali e prende il nome di "linea dei nodi" (vedi: Tav. III).
Quando la Luna trovasi in congiunzione col Sole (cioè situata tra la Terra e il Sole) si ha la fase di Luna nuova e la Luna è invisibile perché rivolge verso la Terra solo l'emisfero in ombra.
Se in questa fase si viene a verificare l'allineamento, il cono d'ombra della Luna occulta il disco solare e si ha l'eclisse di Sole.
Quando la Luna viene a trovarsi in opposizione col sole (cioè la Terra è tra la Luna e il Sole) si ha la fase di Luna piena e noi possiamo vedere tutto l'emisfero lunare illuminato. Ciò è reso possibile dal fatto che le due orbite non sono complanari, ma tra loro inclinate di circa 5°.
Se in fase di Luna piena questa si viene a trovare allineata col Sole e con la Terra lungo la linea dei nodi, l'ombra della Terra copre interamente il disco lunare e si verifica l'eclisse di Luna (Fig. 10).




Fig. 10 - L'eclisse totale di Luna avviene quando questa penetra nel cono d'ombra della Terra; poiché questo è circondato da un cono di penombra, prima e dopo la fase totale si verifica una fase di parzialità.

Secondo alcune antiche credenze popolari, le eclissi erano provocate da un drago che divorava il Sole o la Luna. I nodi erano i punti in cui si nascondeva il drago. Il nodo ascendente era detto "Testa del Dragone", quello discendente "Coda del Dragone"; la linea dei nodi era l'"Asse del Dragone" e il tempo impiegato dalla Luna per ritornare allo stesso nodo della sua orbita è detto ancora oggi mese draconico, il più breve di tutti i periodi di rivoluzione della Luna (27 giorni e 5 ore). La linea dei nodi avanza con moto retrogrado, quasi andando incontro alla Luna, e scandisce col suo periodo di 18 anni e 7 mesi le quattro età fondamentali dell'uomo: giovinezza (19 anni); maturità (38 anni); tarda maturità (57 anni); senilità (76 anni).
Nella tradizione astrologica ai nodi lunari in tempi recenti è stato attribuito un simbolismo con implicazioni psicanalitiche. Così l'essere divorato dal dragone significherebbe per l'uomo "regredire alla condizione prenatale, tornare nel seno materno". Questo ritorno al buio della vita intrauterina trova il suo parallelo nel sopraggiungere dell'ombra che si abbatte sulla Luna, o sul Sole, quando si vengono a determinare le eclissi in corrispondenza appunto dei nodi lunari.



La Spirale Cosmica della Vita
Il peso del feto umano può essere rappresentato in funzione del tempo mediante una curva. Sappiamo, per esempio, che al terzo mese il feto pesa 20 grammi, al 4° mese 120 grammi, al 5° mese 300 grammi e così via, fino al 7° mese con 1200-1300 grammi e al 10° mese lunare con 3200-3300 grammi. È una curva che presenta, in corrispondenza del 7° mese, una discontinuità. Si tratta cioè, in realtà, di due curve; la prima ha origine col concepimento e giunge fino al 7° mese, la seconda dal 7° mese si estende fino alla nascita.
Sono curve costruite per punti e ottenute per via sperimentale. Tuttavia, se esprimiamo l'accrescimento ponderale del feto umano in funzione del tempo di gestazione mediante l'equazione esponenziale della spirale logaritmica, troviamo che le curve suddette altro non sono che due rami di spirali che si intersecano in corrispondenza del 7° mese e presentano due diversi ritmi di accrescimento (vedi: Fig. 2 in Appendice).
Possiamo dire di trovarci di fronte a due Onde di Vita, che irrompono impetuose in un utero materno: la prima più ripida, attraversa l'organo genitale che ospita il feto dal 2° mese fino al 7°; l'altra, meno ripida della prima, entra nel tempo anch'essa verso il 2° mese, quando ormai non si può più parlare di embrione ma di feto, cioè di un organismo già morfologicamente formato, ed entra in azione al 7° mese ed opera sul nascituro fino alla sua completezza anche funzionale, cioè fino al 10° mese lunare, al compimento dei 280 giorni di gravidanza.
Vediamo così riapparire, nella crescita dell'essere umano al suo primo affacciarsi alla Vita, quella stessa spirale equi-angolare già comparsa ai primordi della vita del pianeta, negli organismi monocellulari presenti nei fondali marini del Paleozoico antico, alcune centinaia di milioni di anni fa (28) e poi nei molluschi. È il tipo di spirale più comune che si trovi in natura: dal moto dei gas interstellari che ha dato origine alle galassie, al moto apparente del sole che regola il ritmo delle stagioni; dall'avvolgimento della conchiglia del Nautilus, alla disposizione dei semi di varie piante, come il girasole e le margherite, le scaglie delle pigne, ecc. (figure 1, 2, 4, 5, 6 - Tav. IV).
C'è un ragno, l'Epeira o ragno crociato, che tesse una tela, fatta di una sostanza simile alla seta, il cui filo si avvolge attorno al centro in forma di spirale logaritmica (figura 3 - Tav. IV).
È sorprendente il fatto che l'intelligenza della specie (o, se si preferisce, la cosiddetta "anima di gruppo") tra tutte le infinite forme geometriche, abbia preferito questa che accoppia alla massima efficienza il minimo impiego di materiale, il tutto non disgiunto da una incomparabile armonia ed eleganza.
Abbiamo trovato l'equazione che regola l'accrescimento dell'essere umano mentre si sviluppa all'interno del ventre materno: abbiamo noi fatto con questo un passo avanti verso la Verità? O non ci siamo piuttosto forse inoltrati ancora di più nel mistero che ci circonda? È il dubbio che ci prende tutte le volte che si esplora nella direzione della Vita.
Qualche miliardo di anni fa, nelle acque profonde della preistoria, una miriade di scintille squarciava le tenebre di un mondo in gestazione. Era il mistero della Vita, apparsa come una luce destinata ad illuminare, da allora, l'intero pianeta. Noi non sapremo mai né il come, né il quando, né il dove, né il perché. Ma possiamo, leggere stampato nella materia il messaggio che ci ha tramandato. È il vortice involutivo di cui ci parla Pietro Ubaldi. Lo stesso vortice che poi si svolge e, dalla materia, con spire sempre più ampie, ci indica la via del ritorno alle origini. La dottrina del Logos, che crea mediante la Parola, trova qui un esempio di una evidenza impressionante: la parola è vibrazione e la vibrazione è ritmo, ritmo di crescita. Non a caso forse, il rapporto tra due raggi perpendicolari consecutivi della spirale logaritmica prende il nome di "pulsazione quadrantale": è l'Onda di Vita che qui risuona e pulsa in armonia col cuore stesso dell'Universo (figura 7 - Tav. IV).

Tav. IV
ESEMPI DI SPIRALI IN NATURA




figura 1 - Impronta fossile di una Ammonite. Ci mancano dati precisi su questa fase evolutiva primordiale (Paleozoico antico) che risale a circa 500 milioni di anni fa.

figura 2 - Conchiglia di un Gasteropode marino del Genere Solarium del mar Rosso: è notevole la rigorosa precisione della spirale centrale.



figura 3 - Entro un riquadro di fili tesi tra due rami, l'Epeira, detto anche ragno crociato, costruisce dapprima una raggiera (a), poi stende tra i raggi un filo di seta viscosa e costruisce la spirale (b).



figura 4 - "Cuore" della margherita. La disposizione dei flosculi evolve in due serie opposte di spirali (21 orarie e 34 antiorarie). 21 e 34 sono termini adiacenti della serie di Fibonacci. (34/21 = 1,619 = circa al Numero d'oro).

figura 5 - Conchiglia di mollusco gasteropode del genere TATCHERlA. Ripete la spirale equiangolare volumetrica.



figura 6 - La grande galassia M51 rappresenta il tipo classico di galassia a spirale, a cui può somigliare la nostra Galassia. È un immenso sistema stellare rotante situato alla distanza di circa 7 milioni di anni luce.

figura 7 - Una croce, i cui bracci siano in un rapporto costante (che qui è il numero d'oro: 1,618), definisce una spirale logaritmica, dello stesso tipo di quelle che osserviamo in cielo nei bracci delle galassie. La croce assume così il significato di simbolo cosmico che collega la Terra al Cielo.

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