Mars Exploration

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
aralelex
00venerdì 8 giugno 2007 14:11
Non puo' mancare un post dedicato:

www.esa.int/esaCP/SEMUBY9RR1F_index_1.html
aralelex
00venerdì 8 giugno 2007 16:50
Non so dove arriverema ma questo è già abbastanza
Una notte guardavamo queste immagini io ed un mio amico, ci chiedevamo come fosse possibile, immaginare questi due piccoli attrezzi che girano soli soletti e ci mandano tutta sta roba....


Il sole Marziano

[Modificato da aralelex 08/06/2007 16.51]

aralelex
00venerdì 8 giugno 2007 17:08
Non ci sono parole per descrivere tutto cio'

www.jpl.nasa.gov/videos/mer/mer20070122/
sev7n
00domenica 10 giugno 2007 16:15
"Acqua su Marte due anni fa"
Una scoperta che fa discutere
di LUIGI BIGNAMI

Lo sostiene il fiscio Ron Levin che elabora le immagini inviate da Opportunity e Spirit
Non tutti alla Nasa accettano la sua tesi, c'è chi propone spiegazioni alternative

SOLO per un caso le ruote del rover della Nasa Opportunity non si sono bagnate dell'acqua di Marte. Se fosse arrivato sul Pianeta Rosso un paio di anni prima, infatti, non avrebbe potuto solo raccogliere le testimonianze della presenza d'acqua in un tempo molto lontano, ma l'avrebbe potuta fotografare all'interno di un cratere nel quale il rover ha passato diversi mesi di studio.

La scoperta l'ha fatta il fisico Ron Levin, che lavora presso la Lockheed Martin in Arizona ed elabora le immagini che giungono da Opportunity e dal suo gemello Spirit, dal 2004 in missione sulla superficie marziana. Ron è figlio di Gilber Levin, lo scienziato responsabile degli esprimenti a bordo del Viking, il robot della Nasa che scese su Marte nel 1976.

La scoperta, se confermata, potrebbe avere un'eco senza confronti, perché nessuno si aspettava che ai nostri giorni fosse possibile trovare delle "pozzanghere" d'acqua su Marte. Che il Pianeta Rosso abbia del ghiaccio sia sulla superficie (vicino ai Poli) che sotto di essa un po' ovunque è stato accertato da tempo. E si ha anche la certezza che esistono dei brevi torrenti (la Nasa li chiama gullies) lungo le pareti di alcuni crateri che sono stati prodotti negli ultimi anni dall'improvvisa fuoriuscita di acqua. Spesso i canali di deflusso sono all'inizio piuttosto larghi (qualche decina di metri) e tanto più profondi quanto maggiore è l'inclinazione del terreno, per poi stringersi fin quasi a scomparire: un chiaro indizio che a produrli è una quantità di acqua liquida inizialmente molto consistente - si parla, in media, di 2500 metri cubi per ogni sorgente - ma che, strada facendo, tende ad esaurirsi assai velocemente in seguito a congelamento o per evaporazione, nelle condizioni della debolissima pressione atmosferica esistente oggi sul pianeta.

Bisogna considerare infatti, che, all'attuale pressione dell'atmosfera di 6,1 millibar (sulla Terra è di circa 1.000 millibar) presente sulla superficie di Marte, può esistere acqua liquida solo in un campo di temperatura molto ristretto, tra 0 e +10°C. Quando la temperatura supera i +10°C, l'acqua liquida diventa instabile e si mette a bollire violentemente, perdendosi come vapore nell'atmosfera.

Ma l'aver trovato anche indizi di acqua stagnante la cui presenza non risalirebbe che a un paio d'anni fa, dà ragione a chi ipotizza che l'acqua liquida possa esistere anche oggi in piccole e particolari aree del pianeta. Ma come è giunto Levin a tale conclusione? Spiega il ricercatore: "Utilizzando le immagini riprese in 3 dimensioni dal rover è possibile osservare che tra alcuni affioramenti di rocce vi sono delle scanalature ove è presente della sabbia. La mia ipotesi deriva dal fatto che tali depositi non presentano alcuna increspatura. La superficie è incredibilmente liscia e si trova tutta alla medesima quota. Se quella sabbia fosse lì da molto tempo, il vento l'avrebbe perlomeno increspata. L'unica spiegazione per la formazione di quel deposito è la presenza di acqua che vi doveva essere in quel punto non più di un paio di anni fa".

Ma poteva rimanere in quel punto per un tempo sufficientemente lungo da "liscare" il deposito di sabbia? Secondo Michael Hecht del Jet Propulsion Laboratory, non è da escludere, perché si potrebbe essere formato un microambiente che ha permesso all'acqua di resistere a lungo.

Le affermazioni di Levin, ovviamente, non sono state accettate da tutti gli scienziati della Nasa. Al momento vengono proposte spiegazioni alternative a quanto osservato.

Levin comunque, propone di far "grattare" la superficie del pianeta con le ruote del rover, perché, anche se oggi si trova a diversi chilometri di distanza dal cratere Endurance (dove sono state trovate le probabili testimonianze dell'acqua), non è da escludere che il ghiaccio sia pochi centimetri sotto la superficie. E allora in particolari ore del giorno, durante l'estate marziana, non è da escludere che sia il ghiaccio a sciogliersi e venire a giorno. Se ciò dovesse essere confermato la scoperta darebbe maggiore respiro alle ipotesi che vogliono che alcuni forme di batteri vivano anche vicino alla superficie del pianeta.

(10 giugno 2007)

www.repubblica.it/2006/12/sezioni/scienza_e_tecnologia/marte-due/acqua-recente/acqua-rece...
MG-TG
00martedì 12 giugno 2007 13:09
Su queso sito ci sono alcune immagini interessanti di Marte.
hirise.lpl.arizona.edu/PSP_003605_2015
|54|
00mercoledì 13 giugno 2007 08:36
12, 54
Sistema satellitare italo- argentino
Siasge e' stato presentato oggi a Buenos Aires
(ANSA) - BUENOS AIRES, 12 GIU - A Buenos Aires, e' stato presentato il Sistema italo-argentino per la gestione delle emergenze (Siasge).A 4 giorni dal lancio del primo dei quattro satelliti italiani Cosmo SkyMed, e' stato presentato Siasge che prevede che ad essi si aggiungano 2 satelliti argentini Saocom, formando 'un sistema unico al mondo'. Il Siasge e' il frutto di un accordo siglato nel 2005 tra i due Paesi e rientra nell'ambito del programma italiano per l'osservazione della Terra.
sev7n
00martedì 10 luglio 2007 16:42
Re:

Scritto da: MG-TG 12/06/2007 13.09
Su queso sito ci sono alcune immagini interessanti di Marte.
hirise.lpl.arizona.edu/PSP_003605_2015



Confermo!!!!, appena visitato

Marte: le immagini disponibili via web


19/06/2007 - Come esplorare Marte restando comodamente seduto dal divano di casa. Il nuovo sito del progetto HiRISE (High Resolution Imaging Experiment) permette la consultazione di 12000 nuove immagini provenienti dal famoso pianeta rosso attraverso l'apparecchiatura di ripresa montata a bordo di Mars Reconnaissance Orbiter. Molte le novita' del sito. Le immagini di dimensione media (circa un gigabyte) rendono praticamente impossibile il download diretto ai navigatori. Ma, grazie ad un software gratuito appositamente sviluppato chiamato IAS Viewer, e' possibile invece scaricare solo la parte dei dati che interessa visualizzare e godere di una immagine ad alta definizione. La griglia di sensori di HiRISE e' composta da quattordici CCD sistemati in una inedita organizzazione a doppia fila sovrapposta: dieci di questi sono impiegati per raccogliere immagini fino a 2.5 gigapixel di una parte della superficie del pianeta rosso di circa sei chilometri di lunghezza, mentre i restanti quattro sono impiegati per catturare i colori da applicare alle foto. HiRISE e' al momento la piu' avanzata fotocamera per l'esplorazione scientifica ad essere impiegata dagli umani nel Sistema Solare. In questo modo e' possibile ottenere immagini con risoluzione fino a 120.000x20.400 pixel, rendendo visibili particolari grandi meno di un metro. Fino ad oggi sono stati archiviati dati per oltre 1.7 Terabyte, la maggior parte dei quali gia' elaborati e messi a disposizione del pubblico.

L'enorme mole di informazioni e' ora disponibile anche sotto forma di Planetary Data System (PDS, una sorta di catalogo standard elaborato dalla NASA), molto spesso la risorsa principale per scienziati, studenti, scrittori e semplici osservatori per seguire lo sviluppo di un progetto di esplorazione spaziale. La speranza e' che l'evolversi della tecnologia consenta di migliorare la fruizione di questi cataloghi, e la NASA investe molti capitali in questo tipo di iniziative. La homepage permette ai navigatori di accedere con semplicita' all'intero catalogo di immagini gia' elaborate dagli scienziati. "Queste immagini devono contenere centinaia di importanti scoperte su Marte" ha detto Alfred McEwen, del UA Lunar and Planetary Lab: "Abbiamo solo bisogno di tempo per capire quali siano".

[REDAZIONE WEB INTERFREE]

ilink.interfree.it/cgi-bin/hitcount.cgi?locazione=http://hirise.lpl.ari...



[Modificato da sev7n 10/07/2007 16.42]

azrael66
00martedì 10 luglio 2007 17:49
Discussione ghiottissima questa.
La prima domanda che mi viene spontanea è: chi pulisce i pannelli solari alle due sonde? Da quanto ne so non sono dotati di dispositivi autopulenti, quindi resta un mistero come queste sonde funzionino ancora.
Un sito molto interessante è quello di Richard Hoagland, pioniere nello scovare le anomalie di Marte, questo il link:The enterprise mission..
E' vero che questo ricercatore ha fatto una fortuna vendendo i suoi libri, ma è anche vero che di anomalie Marte ne offre parecchie, basta dare un'occhiata a questi artefatti:artefatti su Marte..
Che dire di quest'articolo ad opera di Fienga:Marte non è solo Cydonia..

[Modificato da azrael66 10/07/2007 17.50]

[Modificato da azrael66 10/07/2007 17.52]

|54|
00sabato 14 luglio 2007 09:25
12, 54


Ghiaccio su Marte migra tra i poli
Fenomeno collegato all'orbita del pianeta attorno al Sole
(ANSA) - ROMA, 13 LUG - Gli astronomi dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) hanno scoperto che il ghiaccio che ricopre il Polo Sud di Marte e' 'migrato' dal Polo Nord. Secondo i ricercatori, la deposizione del ghiaccio ai poli del pianeta rosso dipende dalla sua orbita attorno al Sole e piu' in particolare dalla precessione ovvero dal verso di rotazione dell'asse del pianeta. Le inversioni della precessione fanno comportare il ghiaccio come la sabbia di una clessidra, facendolo spostare da un polo all'altro.

sev7n
00domenica 15 luglio 2007 15:43
Tempesta marziana

Tutto è cominciato l’ultima settimana di giugno. Proprio in quei giorni le immagini di THEMIS, lo strumento a bordo della sonda Mars Odissey, hanno cominciato a mostrare che sulla superficie di Marte qualcosa stava cambiando. Una crescente velatura nelle immagini riguardanti l’emisfero meridionale del pianeta indicava senz’ombra di dubbio che si stava attivando una tempesta di sabbia.

In questo periodo l’emisfero sud di Marte sta attraversando la stagione estiva, il momento più adatto a innescare e alimentare i venti responsabili di simili fenomeni. La maggiore temperatura dell’atmosfera, inoltre, contribuisce a rafforzare ancor di più la tempesta, con il risultato che viene sollevata una quantità di polveri sempre più consistente. Quest’ultimo fenomeno, però, rappresenta anche un efficace sistema di limitazione delle tempeste. Le polveri sollevate in atmosfera, infatti, fanno da scudo ai raggi solari e una loro eccessiva presenza finisce col provocare un provvidenziale abbassamento della temperatura atmosferica: il circolo vizioso viene in tal modo interrotto.

Originatasi nell’emisfero meridionale, la tempesta che sta infuriando su Marte in questi giorni si è talmente estesa che interessa ormai l’intero pianeta. Non sembra destinata a raggiungere i livelli di intensità di quella registrata nel 2001, ma questo non toglie che crei ugualmente qualche apprensione. I più preoccupati sono senza dubbio i responsabili dei due rover Spirit e Opportunity. La sabbia sollevata dalla tempesta, infatti, mette in serie difficoltà i sistemi fotovoltaici di ricarica delle batterie dei due rover. Gli strumenti di Opportunity, per esempio, hanno misurato un notevole calo della produzione di energia, passata da 765 a circa 400 watt-ora.

Ovviamente, la situazione che si è creata su Marte ha avuto conseguenze immediate sul programma di esplorazione di Opportunity. La pericolosa missione del rover all’interno del cratere Victoria pianificata per l’inizio del mese, infatti, è stata momentaneamente sospesa e rinviata di almeno un paio di settimane. Nel frattempo gli strumenti di Mars Odissey stanno costantemente misurando la quantità di polvere atmosferica aspettando chiari segnali del ritorno alla normalità. Solo allora, con i pannelli fotovoltaici del rover ritornati a piena potenza, si potrà autorizzare la discesa nel cratere.

Opportunity, insomma, si sta godendo qualche giorno di ferie.

Fonte: Coelum

www.astronomia.com/2007/07/15/tempesta-marziana/
sev7n
00sabato 21 luglio 2007 20:35
21 lug 03:20
Spazio: Marte, rover Nasa minacciati da tempeste
WASHINGTON - Una violenta tempesta di polvere su Marte sta minacciando i due rover Spirit e Opportunity della Nasa, che rischiano di restare privi di ogni riserva di energia. Da oltre un mese la tempesta oscura la parte del pianeta dove si trovano i robot, riducendo al minimo l'alimentazione dei loro pannelli solari. La Nasa ha reso noto di aver ridotto al minimo ogni attivita' di Spirit e Opportunity, che si trovano in due diverse localita' a sud dell'equatore marziano. Opportunity e' piu' in difficolta' del gemello, perche' la tempesta e' particolarmente intensa nella sua area. (Agr)

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={419BC441-F28E-4E10-B7B6-FCF02...

aralelex
00sabato 28 luglio 2007 11:09
sarebbe un gran peccato.....
Enorme tempesta di sabbia su Marte: in pericolo i due Rover!
di Claudio Elidoro - Fonte: Arizona State University

Tutto è cominciato l'ultima settimana di giugno. Proprio in quei giorni le immagini di THEMIS (Thermal Emission Imaging Sistem), lo strumento a bordo della sonda Mars Odissey, hanno cominciato a mostrare che sulla superficie di Marte qualcosa stava cambiando. Una crescente velatura nelle immagini riguardanti l'emisfero meridionale del pianeta indicava senz'ombra di dubbio che si stava attivando una tempesta di sabbia.

In questo periodo l'emisfero sud di Marte sta attraversando la stagione estiva, il momento più adatto a innescare e alimentare i venti responsabili di simili fenomeni. La maggiore temperatura dell'atmosfera, inoltre, contribuisce a rafforzare ancor di più la tempesta, con il risultato che viene sollevata una quantità di polveri sempre più consistente. Quest'ultimo fenomeno, però, rappresenta anche un efficace sistema di limitazione delle tempeste. Le polveri sollevate in atmosfera, infatti, fanno da scudo ai raggi solari e una loro eccessiva presenza finisce col provocare un provvidenziale abbassamento della temperatura atmosferica: il circolo vizioso viene in tal modo interrotto.


Originatasi nell'emisfero meridionale, la tempesta che sta infuriando su Marte in questi giorni si è talmente estesa che interessa ormai l'intero pianeta.
Non sembra destinata a raggiungere i livelli di intensità di quella registrata nel 2001, ma questo non toglie che crei ugualmente qualche apprensione. I più preoccupati sono senza dubbio i responsabili dei due rover Spirit e Opportunity. La sabbia sollevata dalla tempesta, infatti, mette in serie difficoltà i sistemi fotovoltaici di ricarica delle batterie dei due rover.
Gli strumenti di Opportunity, per esempio, hanno misurato un notevole calo della produzione di energia, passata da 765 a circa 400 watt-ora.

Ovviamente, la situazione che si è creata su Marte ha avuto conseguenze immediate sul programma di esplorazione di Opportunity. La pericolosa missione del rover all'interno del cratere Victoria pianificata per l'inizio di luglio, infatti, è stata momentaneamente sospesa e rinviata.
Nel frattempo gli strumenti di Mars Odissey stanno costantemente misurando la quantità di polvere atmosferica aspettando chiari segnali del ritorno alla normalità. Solo allora, con i pannelli fotovoltaici del rover ritornati a piena potenza, si potrà autorizzare la discesa nel cratere.
Opportunity, insomma, si sta godendo qualche giorno di ferie, però con il pericolo concreto che il riposa possa trasformarsi in un sonno definitivo.

Links - Collegamenti:
www.asu.edu/news/stories/200707/20070711_themis.htm

aralelex
00sabato 28 luglio 2007 11:14
sev7n
00domenica 5 agosto 2007 17:02
PARTITA PHOENIX, LA SONDA CERCHERA' LA VITA SU MARTE

In un mini disk scritti e registrazioni da Voltaire a Sagan

Cape Canaveral, 4 ago. (Ap) - Cercherà tracce di elementi essenziali alla vita su Marte la sonda Phoenix, partita da Cape Canaveral in direzione del pianeta rosso. Il nuovo gioiello della Nasa è anche carico di registrazioni e scritti che vanno da Voltaire all'astrofisico e scrittore americano Carl Sagan. Il materiale è raccolto in un mini disk racchiuso nella navetta che nella missione di circa 10 mesi, nei quali percorrerà 679 milioni di chilometri, porterà con sè la prima "biblioteca dello spazio".

Phoenix è partita a bordo di un vettore Delta, alle 5.26 del mattino in Florida, le 11.26 in Italia.

Se tutto andrà come da progetti (ed è un grosso se; solo 5 dei 15 tentativi effettuati a livello mondiale di atterrare su Marte hanno avuto successo) la navicella atterrerà sulle pianure artiche il 25 maggio 2008 e per tre mesi raccoglierà campioni di suolo e ghiaccio, analizzandoli in microforni, alla ricerca di tracce di vita microbica presente o passata. La missione Phoenix iniziò nel 2002 ed ha un costo di 420 milioni di dollari, 307 milioni di euro.

Una volta giunta sul pianeta rosso, Phoenix dispiegherà un braccio articolato di 2,35 metri capace di scavare fino alla profondità di un metro; gli scienziati sperano di ritrovare del ghiaccio. Gli strumenti di Phoenix possono analizzare la cmposizione del permafrost marziano alla ricerca di molecole di carbonio e idrogeni, le componenti della vita, oltre ad altri eventuali elementi chimici per determinare se una forma di vita primitiva sia ancora possibile su Marte. La sonda fabbricata dal gruppo Lockheed Martin, pesa 350 chili, 55 dei quali in strumenti scientifici.

Già nel 2002, la sonda americana Mars Odyssey aveva rilevato grandi quantità di idrogeno alla superficie del pianeta, segno probabile della presenza di ghiaccio sotto la superficie. Dal 2004, due robot semoventi, Spirit e Opportunity, hanno trovato indizi della presenza di acqua nel passato del pianeta.

Ma a bordo c'è anche il mini disk "Visions of Mars" che porta con sè un messaggio dal passato verso il futuro. La frase registrata da Carl Sagan prima della sua scomparsa, nel 1996: "Sono felice che siate lì, vorrei essere con voi", è presente sul disco assieme a un estratto dal suo libro "Cosmos".

Nella 'biblioteca spaziale' anche materiale, in formato scritto ed audio, estratto dalle opere degli scrittoi di fantascienza Ray Bradbury, Isaac Asimov, e dell'autore di fantascienza, originario della Florida, Kim Stanley Robinson. Ma anche dei "Viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift e di "Micromega" di Voltaire.

Sul Dvd c'è anche lo studio dell'astronomo ottocentesco Giovanni Schiaparelli sui canali di Marte, e il trattato che vi fece seguito nel 1908 scritto da matematico Percival Lowell, secondo cui i canali marziani potevano solo essere stati creati da una forma di vita intelligente.

Per ogni scrittore di fantascienza è veramente un'emozione da brivido", ha detto Robinson alla vigilia della partenza del Phoenix Mars Lander, che nel suo 'catalogo' comprende anche "Green Mars", il secondo racconto della trilogia dell'autore.

Le fotografie del Pianeta Rosso riportate da precedenti missioni "hanno una precisione sorprendente se rapportate al materiale con il quale mi sono dovuto misurare quando stavo lavorando ai miei libri", ha detto Robinson. "E' come mettersi gli occhiali dopo essere stati quasi ciechi per tutta la vita". Lo scrittore è fiducioso che l'uomo sbarcherà su Marte: "quando l'uomo sarà lì, sarà capace di fare sul suolo di Marte quello che si potrebbe realizzare con 100 missioni robotiche".

notizie.alice.it/notizie/esteri/2007/08_agosto/04/spazio_partita_phoenix_la_sonda_cerchera_la_vita_su_marte-punto,12959203.html?pmk=...

[SM=x289931] dunque , dunque, cercano carbonio e idrogeni, ma non sara' che in realta credono che su Marte ci possa essere il petrolio? e magari, zac!, ci mettono sopra una bella bandierina a stelle e striscie?
e poi, leggendo un intervista fatta a Carl Sagan , presente nel sito del Cicap ( si proprio quello, sigh!),

www.cicap.org/new/articolo.php?id=200004

Non mi sembra, da cio' che si legge, che Sagan creda cosi' tanto agli ET tanto da lasciare una sua frase, come quella sopra riportata [SM=g27833] [SM=x289931]


aralelex
00lunedì 6 agosto 2007 10:11
......Mha, io dal mio punto di vista non capisco il ruolo del minidisk con le boiate di fantascemenza, milioni per costruire una missione e su ci mettono un minidisk?
sev7n
00lunedì 6 agosto 2007 10:28
Re:
aralelex, 06/08/2007 10.11:

......Mha, io dal mio punto di vista non capisco il ruolo del minidisk con le boiate di fantascemenza, milioni per costruire una missione e su ci mettono un minidisk?



quoto al 1000%, sono assolutamente d'accordo con te [SM=g27811]

tra l'altro, qualcuno della NASA mi puo' spiegare come pensano di attivarlo ( come se qualche ET sapesse usare i ns aparecchi) in caso d'incontro? [SM=g27812]


aralelex
00lunedì 6 agosto 2007 18:32
a proposito di Marte
Vi inserisco la newsletter che ricevo da COELEUM, invitandovi ad iscrivervi, ve la consigli perchè gli avvenimenti astronomici vengono inseriti in largo anticipo con dei rischiami prima che avvenghino.

Ho opportunamente cancellato alcune parti relative alla mera pubblicità del sito e del giornale, che potrete tranquillamente ricercarvi da soli andando a sbirciare. Ovviamente l'ho inserita sul post di Marte in quanto parte con la continua tempesta e la notizia della nuova missione.......CIA'



Buon giorno a tutti gli amici di COELESTIS e ai lettori di Coelum!

Ecco le notizie più interessanti della settimana:


DUE STORIE MARZIANE
-----------------------------
Mentre prosegue l'odissea dei due rover marziani, immobilizzati da una tempesta di sabbia che non accenna a finire e che oscurando la luce del Sole mette seriamente in pericolo la loro riserva di energia, il 4 agosto alle 09:25 TU è partita da Cape Canaveral la missione PHOENIX, che il 25 maggio 2008 porterà un Rover nei pressi della calotta polare nord per analizzare il ghiaccio d'acqua.



Da osservare prossimamente: la Luna occulta le Pleiadi al sorgere!
----------------------------------------------------------------------

Splendida configurazione la notte tra il 6-7 agosto, quando la Luna calante sorgerà dopo la mezzanotte insieme alle Pleiadi, che comincerà ad occultare circa un'ora dopo; il tutto alla presenza di Marte, lontano poco più di 5°!
Vale senz'altro la pena di programmare una bella serie di riprese fotografiche.


Le Perseidi 2007: 13-14 agosto, dalla mezzanotte in poi e fuori dalle città
-------------------------------------------------------------------
Quest'anno il celeberrimo sciame delle Perseidi potrà essere osservato in condizioni molto favorevoli, almeno per quanto concerne il disturbo lunare.
Il massimo dell'attività, che si avrà verso le 6:00 del 13 agosto, si verificherà infatti in totale assenza di Luna (Novilunio il giorno 12).

Malgrado l'orario previsto per il picco di attività favorisca l'emisfero americano, non è escluso che anche a partire dalla mezzanotte (quando il radiante sarà alto circa +30° sull'orizzonte nordest) lo sciame possa regalare delle soddisfazioni agli osservatori.

Le Perseidi, che hanno origine dalle polveri della cometa Swift-Tuttle, sono meteore generalmente piuttosto veloci (60 km/s) e presentano colori diversi, anche se per la maggior parte sono bianco-gialle e le più brillanti sono spesso verdi. Il tasso orario è generalmente cospicuo, da 80 a 110, il che assicura uno spettacolo davvero suggestivo se si osserva sotto un cielo molto scuro.


------------------------------------------------------------------------
Aderite al Progetto di Ricerca Amatoriale di Pianeti Extraterrestri!
------------------------------------------------------------------------
Tutti i particolari nel sito di Coelum



Questi alcuni degli argomenti trattati nel numero in edicola:
------------------------------------------------------------------------

Gli Asteroidi
Le opposizioni di Pallas e Harmonia e la congiunzione stretta tra Vesta e Giove
di Talib Kadori



La Luna
Grimaldi: più che un cratere, un "piccolo Mare"
di Francesco Badalotti

Sebbene non faccia parte delle caratteristiche più conosciute della faccia lunare, il cratere Grimaldi attrae immediatamente la curiosità degli osservatori anche occasionali - basta un binocolo per distinguerlo chiaramente - per il fatto di spiccare come una macchia oblunga scurissima sul bordo occidentale. E qualcuno sostiene che sia possibile scorgerlo anche ad occhio nudo?


Un anello di materia oscura: evidenza o "tautologia"?
di Renato Falomo

La "release" cita testualmente così: Astronomi della università di J. Hopkins (Baltimore, USA) hanno scoperto un anello di "materia oscura" formatosi durante la collisione tra due lontani ammassi di galassie. L'importanza di questa notizia (almeno a detta degli autori) risiede nel fatto che l'osservazione "dimostra" la presenza di materia oscura in direzione dell'ammasso CL0024+17...



Comprendere le immagini astronomiche - 2
di Federico Delpino

I telescopi spaziali X ci inviano quotidianamente immagini tanto spettacolari quanto fondamentali per la comprensione dei fenomeni a più alta energia del nostro universo. Proseguiamo in questo numero l'indagine sulla comprensione di alcune particolari immagini astronomiche, analizzandone la natura e discutendo le tecnologie attualmente utilizzate per l'acquisizione e la rivelazione.



Il colore della Luna e altri inganni
di Paola Bressan

Dal punto di vista di una psicologa della percezione, l'apparente colore, grandezza e movimento della Luna rappresentano una spettacolare applicazione del principio che il mondo che vediamo è una costruzione del nostro sistema visivo, legata solo indirettamente alle caratteristiche fisiche degli oggetti che ci attorniano (...) Perché la Luna appare bianca? (...) Perché la Luna appare più grande quando è all'orizzonte?



Coelum intervista gli astronomi:
"Il bisogno di accertare la vita nell'Universo è la motivazione latente della ricerca astronomica?"
di Remondino Chavez

Inconsapevole o meno, esiste tra le motivazioni che portano alla ricerca astronomica il bisogno di dare una risposta all'interrogativo sulla possibile esistenza di vita al di fuori del nostro pianeta? Lo abbiamo chiesto a chi si occupa di astronomia per professione, conducendo un'inchiesta che si prolungherà anche nei prossimi numeri.



Astrobiologia: Notizie, acqua e vita
di Giorgio Bianciardi

L'acqua è la molecola più diffusa nel mondo vivente. È composta da due atomi di idrogeno, elemento originatosi alla nascita dell'universo, e uno di ossigeno, nato nelle viscere delle stelle per fusione nucleare e disperso da queste nel corso delle ultime fasi della loro vita nello spazio interstellare. E fu proprio durante l'incontro tra il residuo stellare e le immense e primigenie nubi d'idrogeno che si formarono le prime molecole di questo composto completamente nuovo.



La rilevazione e l'analisi dell'errore periodico di una montatura
di Emmanuele Sordini

L'acquisizione di immagini astronomiche, in particolare del cielo profondo, è l'applicazione che più mette a dura prova la precisione di un apparato di ripresa. A parità di tutte le altre condizioni (caratteristiche del sensore usato, tipologia e caratteristiche dell'ottica, condizioni del cielo, ecc.) la qualità dell'inseguimento è infatti una variabile determinante per il raggiungimento dei risultati voluti, soprattutto all'aumentare della lunghezza focale e dei tempi di posa.
La bontà dell'inseguimento, che permette di avere stelle puntiformi e mantenere nitidi anche i dettagli più elusivi, è influenzata da numerosi fattori, quali:
- Precisione dell'allineamento polare.
- Condizioni ambientali esterne favorevoli: in particolare, assenza di vento.
- Qualità e precisione dell'elettronica nell'inseguimento.
- Ultimo ma non meno importante, la precisione meccanica della montatura utilizzata, l'argomento principale del presente articolo.



Dobson Ariete 508 mm
Prime impressioni d'uso
di Salvatore Albano

Chi utilizza un telescopio in montatura dobsoniana, vale a dire una montatura altazimutale che prende il nome dal suo ideatore, John Dobson, pensata per un facile trasporto (costruita in legno o leghe metalliche leggere) e dedicata esclusivamente all'osservazione visuale del cielo profondo, generalmente sposa una filosofia che potremmo definire "dell'essenziale", senza per questo dover necessariamente rinunciare a una buona qualità, sia ottica sia meccanica (...)
Ma le cose non stanno proprio così. Ne è una riprova lo strumento provato questo mese, un Dobson Ariete da 20" f/4 di costruzione italiana.




Il volo dell'Aquila nel cielo estivo
di Salvatore Albano

Ricordo ancora quando il maestro di arti marziali durante le lezioni invitava noi allievi a fare un esercizio di rilassamento, suggerendoci di visualizzare nella mente un paesaggio piacevole, calmo e naturale... Ebbene, sapete a che cosa pensava il sottoscritto in quei momenti? Al nastro argenteo della Via Lattea estiva illuminato dalla luce di Altair...

Il periodo di rotazione di Venere tra il Seicento e l'Ottocento
Due secoli di incertezze e di ambiguità
di Rodolfo Calanca

Camille Flammarion, l'incontrastato principe della divulgazione astronomica, in una delle sue opere più famose scriveva compiaciuto: "Il periodo di rotazione di Venere è stato definitivamente determinato nel 1841, grazie ad una bella serie di osservazioni organizzate sotto il cielo solitamente trasparente di Roma dal padre de Vico, e fissato a 23 ore, 21 minuti, 22 secondi".

Con questa perentoria affermazione sembrava concludersi (nello stesso Paese dove era iniziata, l'Italia) una disputa che si protraeva ormai da quasi due secoli...



Good luck, Bad days, Bad numbers
di I Rudi Mathematici

Se c'è una cosa che accomuna tutti gli appassionati di astronomia del pianeta è la profonda repulsione verso l'astrologia. La ragione è duplice: c'è un aspetto che potremmo chiamare "di differenza", perché chi si sofferma a considerare le cose del cielo ama la scienza e la razionalità, laddove l'astrologia è niente affatto scientifica e men che meno razionale...


----------------------------------------------------------------------------


COELUM Astronomia
Mensile di Astronomia e Scienza
Edizioni Scientifiche Coelum
Via Appia 18 30173 Venezia-Mestre Italy
Tel. +39 41 5321476 fax no +39 41 5327427


E-MAIL: segreteria@coelum.com
coelumastro@coelum.com
URL: www.coelum.com

|54|
00lunedì 6 agosto 2007 18:51
12, 54
grazie ara.. pare gajardo. tu che ne pensi della missione phoenix?

aralelex
00mercoledì 8 agosto 2007 09:59
Re: 12, 54
|54|, 06/08/2007 18.51:

grazie ara.. pare gajardo. tu che ne pensi della missione phoenix?





Sinceramente voglio capire meglio di cosa si tratta, mandare un rover al polo di Marte? Booooo?
aralelex
00mercoledì 8 agosto 2007 10:07
Questo è un post di Azzarel spostato qui perchè postato in una cartella diversa da quella di destinazione
Ero convinto vi fosse una cartella che parlava di Marte, si vede me lo sarò sognato.. [SM=g27825]
Comunque posto questa foto:
[IMG]http://i13.tinypic.com/6afqqtc.jpg[/IMG]

Risale a metà giugno di quest'anno e mostra delle strane macchie visibili sopra delle dune che trovansi nell'emisfero nord di tale pianeta; qualcuno ha ipotizzato che possa trattarsi di vegetazione; altre informazioni sui seguenti link:
Life the universe
http://areo.info/mer/
MG-TG
00mercoledì 12 settembre 2007 11:39
I misteri di Phobos
MG-TG
00mercoledì 12 settembre 2007 13:07
Re: I misteri di Phobos
MG-TG, 12/09/2007 11.39:





PHOBOS è uno dei due (il più grande) satelliti (l'altro è Deimos) che orbitano intorno a MARTE. La sua orbita ha una forma molto ciclica ed è molto vicina a Marte, più vicina al proprio pianeta di qualsiasi altro satellite oggi conosciuto.
Phobos non ha una forma sferica ma molto irregolare (molto probabilmente è ciò che rimane di un asteroide catturato dalla gravità marziana qualche milione di anni fà), ha una bassa gravità e si presuppone sia costituito da roccie ricche di carbonio (sicuramente) e ghiaccio, ghiaccio che si troverebbe all'interno del satellite vista anche la bassa densità del satellite.
Nel 1988 due sonde di fabbricazione Russa (alla cui realizzazione avevano collaborato varie nazioni Europee ed alcuni tecnici Americani prestati gentilmente dalla Nasa) Phobos 1 e 2 furono lanciate in orbita con il compito di esplorare marte e i due satellite, in previsone di una prossima missione spaziale con equipaggio che si doveva realizzare nei piani della "Nasa" Russa a metà degli anni novanta.
I contatti con Phobos 1 si persero dopo poco il lancio; stessa sorte accadde alla sorella Phobos 2, la quale interruppe le proprie trasmissione improvvisamente nel marzo 1989, dopo aver scattato circa 30 foto; la scomparsa di questa ultima sonda rimane un mistero: sembra infatti che poco prima della interruzione del segnale,Phobos 2 abbia trasmesso delle immagini diciamo "particolari" che riprendevano un'ombra proiettata, sul suolo marziano, dai contorni ben delineati a forma di sigaro (sembrerebbe che esistono altre immagini mai rese pubbliche nelle quali apparirebbe una piattaforma artificiale, forse una astronave, di dimensioni importanti dell'ordine di qualche km)
I misteri però non finiscono qui: ci sono alcuni scienziati che vista la forma e la "leggerezza" di Phobos ipotizzano per il satellite una origine artificiale (lo stesso dicasi per Deimos).......

sev7n
00martedì 25 settembre 2007 00:24


I ghiacci di Marte

Tra le cose per le quali dobbiamo essere grati alla nostra Luna, oltre che per le chiaccherate romantiche al suo chiarore, vi è certamente la sua azione stabilizzatrice dell’asse terrestre. E’ grazie al nostro satellite, infatti, che l’asse terrestre non traballa e, nonostante quanto si sente in giro, le stagioni rimangono pressochè costanti.

Marte non gode della nostra stessa fortuna e il suo asse, oggi inclinato di 25 gradi, è drammaticamente soggetto ad aumentare o diminuire la sua inclinazione anche di una decina di gradi. Questo traballamento comporta che, variando l’insolazione, anche la situazione climatica generale subisca notevoli sbalzi.

In uno studio pubblicato su Nature la scorsa settimana, l’astronomo Norbert Schörghofer (University of Hawaii) suggerisce che queste variazioni climatiche, alternando periodi più secchi a periodi più umidi, hanno finito col generare sul pianeta rosso due tipi differenti di ghiaccio, facilmente identificabili dal Phoenix Lander quando il prossimo anno giungerà su Marte.

Secondo Schörghofer, circa 4 o 5 milioni di anni fa il clima su Marte era molto più umido, caratterizzato da copiose nevicate anche al di fuori delle regioni polari, una situazione molto simile a quella sperimentata più volte anche dalla Terra. La successiva variazione di inclinazione dell’asse del pianeta, però, ha modificato le cose, rendendo il clima più secco e obbligando il ghiaccio o a ritirarsi a una maggiore profondità oppure a scomparire del tutto, tranne - ovviamente - alle latitudini più elevate. La nuova situazione climatica, sempre secondo Schörghofer, ha fatto sì che allo strato di ghiaccio direttamente riconducibile alle nevicate venisse a sovrapporsi quello derivante dalla diffusione e dal congelamento nel suolo marziano del vapore d’acqua presente in atmosfera.

La nuova teoria, insomma, prevede che il Phoenix Lander, quando raggiungerà le regioni polari del pianeta rosso e comincerà le sue indagini del suolo marziano, troverà le chiare tracce di questi due differenti strati di ghiaccio, uno più giovane imprigionato dalle porosità del terreno e, più in profondità, un ghiaccio più antico, risalente all’epoca delle glaciazioni marziane.

L’ipotesi di Schörghofer è senza dubbio molto interessante. Ora non ci resta che aspettare dalla missione Phoenix la sua conferma o la smentita. Impegni per il prossimo anno?

Fonte: Coelum

www.astronomia.com/2007/09/24/i-ghiacci-di-marte/
sev7n
00sabato 29 settembre 2007 19:43
Opportunity è dentro il cratere

Anche questa è fatta. Dopo oltre 1300 giorni marziani trascorsi sulla superficie del pianeta rosso - un autentico schiaffo morale ai 90 giorni pianificati dalla missione originaria - e dopo le traversie di questa estate dovute alla tempesta di sabbia che ha flagellato l’intero pianeta, Opportunity può fregiarsi di un altro successo. Un paio di settimane fa ha iniziato la sua lenta discesa lungo le pendici del Victoria Crater e ora si trova sul fondo del cratere.

La sua posizione non è proprio stabile - la telemetria indica che è ancora inclinato di 25 gradi - ma la prima destinazione del suo pericoloso viaggio è raggiunta. Il rover, infatti, si trova nelle immediate vicinanze di una striscia di rocce chiare, parzialmente ricoperte da detriti sabbiosi, che i tecnici confidano di poter esaminare al più presto con le strumentazioni che equipaggiano l’estremità del braccio di Opportunity.

“L’analisi di questa striscia rocciosa sarà solo la prima tappa” ha sottolineato Steve Squyres, ricercatore della Cornell University e responsabile degli strumenti di ricerca che equipaggiano i due rover. “La nostra speranza, grazie a una serie di rilevazioni a differenti livelli, è quella di riuscire a saperne di più sull’origine del cratere e sul suo particolare aspetto”. Dalla parte opposta del pianeta rosso anche Spirit, benché malconcio, è tornato all’opera. Sta esplorando un pianoro chiamato Home Plate, le cui rocce mostrano in modo evidente i segni lasciati dalla combinazione esplosiva tra acqua e fenomeni vulcanici.

Su Marte, dunque, lasciata alle spalle la forzata interruzione estiva, i rover stanno nuovamente macinando osservazioni su osservazioni. Anche lassù, insomma, le ferie sono ormai un lontano ricordo e tutti quanti sono tornati alacremente al lavoro.

www.astronomia.com/2007/09/28/opportunity-e-dentro-il-...
Beate!
00giovedì 13 dicembre 2007 00:39
Non mi ero accorta delle 2 pagine e mi sa che è la stessa notizia che ha postato MG-TG [SM=g7071]

Spirit, inviato dalla Nasa su Marte, ha scoperto
un habitat perfetto per la formazione di batteri
Primi indizi di vita
sul pianeta rosso

dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI

WASHINGTON - In una minuscola tomba di cristallo, come nelle fiabe care alle bambine, riposano, dice la Nasa, i resti dei possibili marziani. Gratta gratta, dopo anni di spedizioni ed esplorazioni, le zampe del robot mandato dei terrestri, lo Spirit, scoprono sotto la crosta di Marte l'impronta della vita fossile racchiusa in una custodia di silicio fuso, sospetti di batteri, figli invisibili del miracolo dell'acqua, della luce, del carbonio, e la scoperta riaccende i riflettori e i progetti sul pianeta più vicino a noi. Scoperta del tutto casuale, come tante delle grandi scoperte.

Frutto di un banalissimo incidente che esaspera milioni di terrestri ogni giorno sulle strade del nostro pianeta, la gomma a terra. Spirit, il robot esploratore che sta viaggiando sulla superficie marziana insieme con la compagna Opportunity da tre anni, era sopravvissuto a tempeste di sabbia, a cascate di polvere che gli avevano annebbiato la vista, a tre durissimi inverni marziani e all'affaticamento del proprio cuore invecchiato oltre ogni attesa di vita. E nella sua odissea marziana si era rotto una delle quattro ruotine, ma non si era fermato. Aveva continuato ad arrancare sul cerchione arando il suolo e scavando tracce.

E' stato proprio in una di queste ferite aperte sulla crosta che il capo degli scienziati della Nasa che lo seguono, Steve Squyres della Cornell University, ha visto qualcosa che lo ha fatto "sobbalzare per l'eccitazione", come ha detto al congresso della Società americana di geofisica. Ha notato una traccia di materiale fresco, arato dalla ruota spezzata di Spirit, molto più luminoso e brillante, pieno di silicio, il metalloide del quale sono fatte le nostre finestre.
Lo studio della zona circostante, l'analisi del suolo, il confronto con i dati precedenti, hanno portato i geofisici a concludere che Spirit era inciampato in una "fumarola" spenta, nello sfogo gassoso di una crepa vulcanica dove le temperature altissime dissolvono tutti i metalli meno il silicio. "Che fosse il segno di una fumarola spenta o il residuo del getto di un geyser - dirà il professor Squyres - la conclusione è la stessa: dove ci sono fumarole o sorgenti di acqua calda, si trova sempre un'enorme quantità di batteri che vi nascono e brulicano. Quello scoperto da "Spirit" è il segno di un habitat perfetto per la formazione di vita batterica"....

continua qui www.repubblica.it/2007/11/sezioni/scienza_e_tecnologia/marte/missione-marte/missione-ma...
orione65
00giovedì 13 dicembre 2007 07:46
Re:
Beate!, 13/12/2007 0.39:

Non mi ero accorta delle 2 pagine e mi sa che è la stessa notizia che ha postato MG-TG [SM=g7071]

Spirit, inviato dalla Nasa su Marte, ha scoperto
un habitat perfetto per la formazione di batteri
Primi indizi di vita
sul pianeta rosso

dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI

WASHINGTON - In una minuscola tomba di cristallo, come nelle fiabe care alle bambine, riposano, dice la Nasa, i resti dei possibili marziani. Gratta gratta, dopo anni di spedizioni ed esplorazioni, le zampe del robot mandato dei terrestri, lo Spirit, scoprono sotto la crosta di Marte l'impronta della vita fossile racchiusa in una custodia di silicio fuso, sospetti di batteri, figli invisibili del miracolo dell'acqua, della luce, del carbonio, e la scoperta riaccende i riflettori e i progetti sul pianeta più vicino a noi. Scoperta del tutto casuale, come tante delle grandi scoperte.

Frutto di un banalissimo incidente che esaspera milioni di terrestri ogni giorno sulle strade del nostro pianeta, la gomma a terra. Spirit, il robot esploratore che sta viaggiando sulla superficie marziana insieme con la compagna Opportunity da tre anni, era sopravvissuto a tempeste di sabbia, a cascate di polvere che gli avevano annebbiato la vista, a tre durissimi inverni marziani e all'affaticamento del proprio cuore invecchiato oltre ogni attesa di vita. E nella sua odissea marziana si era rotto una delle quattro ruotine, ma non si era fermato. Aveva continuato ad arrancare sul cerchione arando il suolo e scavando tracce.

E' stato proprio in una di queste ferite aperte sulla crosta che il capo degli scienziati della Nasa che lo seguono, Steve Squyres della Cornell University, ha visto qualcosa che lo ha fatto "sobbalzare per l'eccitazione", come ha detto al congresso della Società americana di geofisica. Ha notato una traccia di materiale fresco, arato dalla ruota spezzata di Spirit, molto più luminoso e brillante, pieno di silicio, il metalloide del quale sono fatte le nostre finestre.
Lo studio della zona circostante, l'analisi del suolo, il confronto con i dati precedenti, hanno portato i geofisici a concludere che Spirit era inciampato in una "fumarola" spenta, nello sfogo gassoso di una crepa vulcanica dove le temperature altissime dissolvono tutti i metalli meno il silicio. "Che fosse il segno di una fumarola spenta o il residuo del getto di un geyser - dirà il professor Squyres - la conclusione è la stessa: dove ci sono fumarole o sorgenti di acqua calda, si trova sempre un'enorme quantità di batteri che vi nascono e brulicano. Quello scoperto da "Spirit" è il segno di un habitat perfetto per la formazione di vita batterica"....

continua qui www.repubblica.it/2007/11/sezioni/scienza_e_tecnologia/marte/missione-marte/missione-ma...



..... tanti habitat perfetti....ma mai qualcosa di interessante.
Anche la scoperta di batteri, personalmente , mi lascerebbe indifferente.


Lostmu
00giovedì 10 gennaio 2008 23:10
Articolo sul ...W il paint nello spazio marziano

www.margheritacampaniolo.it/Feltri/palenque.htm
MG-TG
00mercoledì 23 gennaio 2008 09:57
nikkali
00mercoledì 23 gennaio 2008 10:32
ahahahaha
...sembra una comica...
e continuo a ridere...
di cuore poi!!!
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:45.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com