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Beate
00giovedì 30 novembre 2006 22:30
Inizio non da una profezia ma dall'attualità. Avete sentito di quel poveretto avvelenato da quella sostanza radioattiva?
Ebbene io mi chiedo, se lo hanno avvelenato perché sapeva cose pericolose per qualcuno, perché hanno usato un metodo così lento e pericoloso? Di solito chi vuol far tacere qualcuno non lo condanna a giorni di degenza ospedaliera. Lo zittisce e pace. E chi lo ha avvelenato probabilmente è anche lui contaminato? E il fatto che la sostanza non sia alla portata di tutti non vi pone qualche dubbio? E se fosse una prova per testare un nuovo metodo di sterminio?
Lostmu
00giovedì 30 novembre 2006 22:52
Magari la vittima non era lui cioè la vittima principale( tra spie ci son sempre stati morti o omicidi premeritati e la cosa principale di una spia è non lasciare tracce e farsì che sia una morte apparente),la vittima principale siamo noi che guardiamo la Tv e diciamo e se ero in quel bar, se mi capitava quella caramella, un argomento x aumentare il livello di paura...

E un'altra cosa, conoscete altri casi dove la morta di una Spia è buttata così tanto in televisione,sui giornali,sul web?
Beate
00giovedì 30 novembre 2006 23:02
se la gente si è spaventata x l'influenza aviaria e guardava con sospetto chi starnutiva... vuoi che non si preoccupi di qualcosa di invisibile ma così micidiale da distruggerti gli organi interni lentamente?
Non è che volevano provare un nuovo metodo e per combinazione avevano una spia da eliminare?
Lostmu
00giovedì 30 novembre 2006 23:33
Potrebbe anche essere,però lo provavano su un altro soggetto( magari un "scomparso" tra tanti), non su una persona che avrebbe allargato la cosa ai media mettendo in mezzo anche un qualche capo di governo.

Non è un'azione da Spie,magari è un pezzo di puzzle da attaccare per qualcos'altro.

Notizie come L'Iran riceve armi dalla Russia, L'Iran mette in punti strategici armi di contraerea. Oppure Nel conflitto con il libano Israele prima di sancire la tregua butta una marea di bombe a grappoli, perchè se no scadevano le armi.

E invece questa passa come notizia principale per sett. senza censura in mano ai media...non mi convince.

Se penso all'ultimo avvenimento in russia, mi pare che era in russia , mi ricordo le teste di cuoio inviate in quella scuola presa dai terroristi han parlato un paio di giorni e pochissime immagini di spari e basta.





Beate
00venerdì 1 dicembre 2006 00:01
ma se questa è una notizia "paravento" qual è quella in sordina? Mosca in fondo non si è mai preoccupata dei giudizi internazionali. Ha gasato un po' di gente in un teatro, vende tecnologia all'Iran, insomma da l'impressione di fregarsene del giudizio degli altri e quindi perchè avvelenare qualcuno x ìmpedire notizie sul mandante della morte di una giornalista di cui tutti hanno già parlato e sparlato? O forse non se ne era parlato abbastanza? Si incominciava a non parlarne più?
Aralelex
00venerdì 1 dicembre 2006 00:25
Sembra strano ma queste storie di uomini e governi corrotti, sono sicuramente la causa di un mondo allo sfacelo, sarebbe splendido vivere in un paradiso, un luogo dove la prevaricazioni fosse inesistente, dove ci sarebbero il 75% di problemi in meno. E questi che fanno, prendo sto poveretto lo amazzano come un cane.

Mi fa un male l'immgine che tutti i giorni fanno vedere, anche dopo morto, di questo povero ragazzo in un letto, diventato terminale in pochi giorni, uno che nella vita era comunque diventato un colonnelo del ex KGB. Lo so non significa molto, ma facciamo veramente schifo.

Palestinesi, Israeliani, Iracheni, Americani, Italiani, tutti insomma, l'lenco non ha un termine, ogni giorno moriranno fiocchi di vite, grazie a noi stessi. A volte penso che il 2012 si proprio questo, che l'anticristo sia l'uomo stesso.
Lostmu
00venerdì 1 dicembre 2006 00:50
Ho l'idea che una spia sia addestrata e specializzata a non lasciare tracce e se lascia tracce e perchè vuole lasciarle e se l'argomento non viene insabbiato è perchè non si vuole insabbiarlo.

Una domanda vorrei proporre, il tasso di delinguenza,suicidi e omicidi casalinghi(nel piccolo ambito),50anni fà,30 anni fà era come oggi?
Aralelex
00venerdì 1 dicembre 2006 00:55
Secondo me oggi a differenza di 30 o 50 anni fa ce meno rispetto, anche ne crimine, nella socetò moderna siamo tutti più educati e impostati, ma se alle poste dobbiamo stendere una vecchietta, per portare a termine una rapina non ci si pensa due volte.
Beate
00venerdì 1 dicembre 2006 01:39
il guaio è che ogni volta sembra sempre che ci sia qualcosa di non detto, qualcosa di brutto che copre qualcosa di molto più brutto. Come il prestigiatore che attira la tua attenzione da una parte e tu non ti accorgi che ti sta imbrogliando dall'altra. Vero è che sei talmente abituato ad aspettarti trucchi che ne vedi anche dove non ci sono.
oraminutosecondo
00venerdì 1 dicembre 2006 08:38
articoli interessanti riguardanti l' uccisione della spia russa
http://www.etleboro.blogspot.com/
Lostmu
00venerdì 1 dicembre 2006 08:48
non qualcosa di brutto che copre qualcosa di + brutto magari qualcosa di brutto che agevola insieme ad altri mille fatti messi assieme una direzione di vita anzichè un'altra direzione
Beate
00sabato 2 dicembre 2006 23:11
dicono che anche un italiano è in pericolo di vita. Io continuo a pensare che questo metodo di ammazzare un avversario è qualcosa di inquietante. Qualsiasi veleno è pericoloso, ma questo potrebbe raggiunge anche l'avvelenatore e poi altri e altri ancora. Avevano finito l'arsenico, i proiettili, restava solo un po' di sostanza radioattiva e per evitare sprechi hanno deciso di regolare i conti in questo modo. O sono impazziti oppure non si rendono conto del potere di contaminazione delle sotanze radioattive? Chernobyl dovrebbe aver mostratto anche ai più "ritardati" che non esistono, frontiere e limiti.
alekxandros
00sabato 2 dicembre 2006 23:33
Una vicenda strana. Chi vuole far fuori un nemico in quel modo non lascia così tante tracce, non utilizza una sostanza radioattiva che contamina ogni posto col quale entra in contatto. E' il modo peggiore per fare quel "tipo" di lavoro, lascia tracce ovunque, si denota una certa volontà di far scoprire il tutto...perché? Per innescare un certo tipo di spirale che risponda ad un preciso piano?
Beate
00sabato 2 dicembre 2006 23:51
non c'era anche qualcun altro, un presidente di un paese dell'est che era stato avvelenato? Non ricordo più il nome, ma ricordo che era rimasto sfigurato e fu un ospedale Austriaco a confermare l'avvelenamento.
Beate
00sabato 2 dicembre 2006 23:56
Oh mamma mia leggete qui:
www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5395/1/204/
e soprattutto guardate chi è l'autore dell'articolo!!!!!
alekxandros
00domenica 3 dicembre 2006 00:06
Re:

Scritto da: Beate 02/12/2006 23.51
non c'era anche qualcun altro, un presidente di un paese dell'est che era stato avvelenato? Non ricordo più il nome, ma ricordo che era rimasto sfigurato e fu un ospedale Austriaco a confermare l'avvelenamento.



http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/esteri/ucraina/avveyush/avveyush.html
Beate
00domenica 3 dicembre 2006 00:27
dunque non è poi una cosa rara. Mi sono sbagliata. Il caso dell'ultimo link che ho postato riguarda bambini ed è ancor più spaventoso perché non sapranno probabilmente mai cosa è successo. L'autrice del pezzo si è risparmiata il veleno, ma ha fatto una brutta fine. Temo che anche parlarne non serva a cambiare le cose e quasi temo di cosa altro potrebbe uscire con una ricerca mirata in internet. Che esseri schifosi.
alekxandros
00lunedì 4 dicembre 2006 22:09
Il polonio? Si compra su internet.

Maurizio Blondet

03/12/2006


Il Polonio 210 in vendita sul sito United Nuclear con tanto di valigetta metallica

Pssst…interessa del Polonio 210?
No, non occorre contattare agenti traditori dell’ex-KGB, contrabbandieri ucraini di bombe atomiche, terroristi di Al Qaeda, scienziati criminali che possono trafugare la sostanza dal laboratorio dove lavorano.
Tutto è più semplice: basta andare su internet al sito giusto.
E riceverete il vostro Polonio direttamente dagli stati Uniti.
In elegante scatoletta cilindrica gialla, a 69 dollari più spese postali.
Fate la prova.
Andate su Google e battete «United Nuclear».
E’ una ditta di Sandia Park, New Mexico, che vende per corrispondenza «scientific equipments and supplies», ossia attrezzature e componenti da laboratorio chimico, fisico o nucleare.
C’è proprio tutto.
Dai «vetri e provette da laboratorio» ai «marcatori invisibili ultravioletti», dai «magneti» alla «trinitite» (il minerale che resta dopo un’esplosione atomica), dai «database pirotecnici» ai più vari «reattivi chimici», fino ai poster colorati con la tavola periodica degli elementi di Mendeleyef: tutto ciò che può attrarre un aspirante piccolo chimico o un grande terrorista tecnologico.
Ma resistete alla tentazione, e andate dritti alla sezione «nuclear & radiation».
Lì, tra le varie golose offerte tipo «minerale d’uranio» (offerto a vari gradi di radioattività, prezzo minimo dollari 30), «contatori Geiger», «Componenti per raggi X», «Pillole anti-radiazioni» e «Vestiario protettivo», cliccate su «Isotopi radiattivi».
Si apre una pagina che festosamente annuncia: «Se cercate fonti di radiazione pulite, accurate e certificate, eccole qui. Non è richiesta licenza della National Regulatory Commission. Tutti i nostri isotopi sono in libera vendita al pubblico».
Potete scegliere tra quelli che emettono solo raggi Gamma (Cadmio 1109, Cobalto 57, Manganese 54), le fonti di raggi Beta (il terribile Stronzio 90 e il Tallio 204), gli «emittenti di radiazioni multiple» (raccomandato il Cesio 137 a vari gradi di potenza).
Ma se volete il vostro Polonio preferito, cercate tra quelli che emettono solo radiazioni Alfa: eccolo lì in vendita, con elencate le sue caratteristiche nucleari: emi-vita di 138 giorni, energia 3504.5 KeV, qualunque cosa voglia dire.

Potete comprarlo anche subito, a fianco c’è persino l’icona del tipo «aggiungi al carrello», come usa in tutti i supermercati elettronici, da Amazon o Ebay.
Anzi no: «Scusate, non spediamo isotopi all’estero», dice un annuncio.
E c’è anche una «informazione speciale sul Polonio 210» che recita così: «A seguito delle recenti notizie sull’uso del Polonio come veleno, è importante correggere le molte informazioni errate che i media hanno fornito al pubblico. Le quantità di Polonio 210 e di ogni altri isotopo che vendiamo sono in dosi ‘quantità esente’. Ossia quantità non pericolose, ed è questo il motivo per cui la NRC, Nuclear Regulatory Commission, ne consente la vendita senza alcuna licenza.
Per dotarvi di una quantità tossica, dovreste acquistare 15 mila delle nostre confezioni di Polonio 210, al costo di circa un milione di dollari. Esistono decine di materiali più velenosi, come la Ricina e l’Abrin, che sono facili da produrre e non lasciano tracce né radiazioni. Benchè il Polonio come veleno funzioni (è 100 milioni di volte più tossico del cianuro), non è la scelta migliore per avvelenatori».
Seguono altre interessanti informazioni.
Caso mai qualche terrorista o spia pensasse di andare a svaligiare il magazzino della ditta per trafugare grandi quantità del veleno, la United Nuclear avverte: «Come ogni altri distributore di isotopi, non teniamo gli isotopi nei magazzini. Tutti vengono fatti su ordinazione da un reattore autorizzato di Oak Ridge, Tennessee. Tutti i nostri isotopi sono prodotti freschi, e spediti rapidamente al cliente per garantire la più lunga emi-vita possibile».
Già, perchè gli isotopi sono come la frutta e lo yoghurt: vanno usati freschi.
Ciò vale specialmente per il Polonio 210, che ha una emivita di 138 giorni soltanto, ossia che in 138 giorni dimezza la sua radioattività, e metà della sua massa di trasforma in un materiale inerte: il bismuto da cui è stato ottenuto per bombardamento nucleare.
In confronto, spiega il sito americano, «Americio 241 è tossico come il Polonio, emette radiazioni Alfa allo stesso modo, ed ha una emivita di 450 anni. E se ne trova in abbondanza in ogni rilevatore di fumo nel vostro ufficio».
Già, perché nei rilevatori anti-incendio che costellano i soffitti degli uffici americani la sostanza-chiave è l’Americium.
Che dire?

In questi giorni, tutti i media ci hanno spiegato che Alexander Litvinenko, l’ex spia dell’FSB avvelenata a Londra, non può essere stato ucciso che per ordine di Putin, perché solo i russi possono disporre del Polonio.
Le Monde è giunto a scrivere che in Russia se ne producono 100 grammi l’anno, ed è probabilmente vero: i russi usano questo isotopo come «riscaldatore» nelle loro navicelle e satelliti spaziali esposti al gelo interplanetario; perché oltretutto il Polonio 210 emette spontaneamente calore, e quando arriva a 55 gradi comincia ad evaporare.
Sono tutte caratteristiche che rendono il Polonio assai sconsigliabile per servizi segreti con licenza d’uccidere, tanto più che lascia tracce radioattive un po’ dappertutto: è come lasciare le impronte digitali sul luogo del delitto.
Ma ogni altro Paese che abbia qualche laboratorio di tipo nucleare può produrlo.
Anzi secondo Evgheni Adamov, ex ministro russo dell’energia atomica intervistato da Novosti, «Può produrlo qualunque persona senza specifica competenza chimica».
E come?
Senza bisogno di bombardare con particelle nucleari il bismuto?
«La produzione è così facile che è meglio non parlarne sui media», taglia corto Adamov, «equivarrebbe a fornire i metodi di produzione a terroristi e malintenzionati».
In ogni caso, come abbiamo visto, negli Stati Uniti il Polonio, in quantità permesse, lo vende la United Nuclear.
«Una o due dosi ogni tre mesi», dice il titolare della ditta, Bob Lazar.
Un personaggio singolare a suo modo: migliaia di ufologhi e cacciatori di dischi volanti in tutto il mondo conoscono il suo nome.
Anni fa, Bob Lazar sostenne di aver lavorato nella celebre «Area 51» del deserto del Nevada e di aver visto lì una navicella spaziale aliena in un hangar, e scienziati americani che cercavano di capire come funzionasse.
Ma questo è tutt’un altro mistero.
In ogni caso, il passato ufologico di Lazar migliora le vendite della sua ditta.
Ultima delle sue offerte speciali: «La tazza da caffè al Polonio», una normale tazzona da caffè americano con la scritta: «Pericolo, contiene Polonio 210 in sospensione liquida».
Oggetto che dovete assolutamente avere, dice l’annuncio, «se possedete un senso distorto dell’umorismo».
Al prezzo di dollari 10, più spese postali.
Cliccare per credere al seguente indirizzo www.unitednuclear.com/mugs.htm.

Post scriptum
Dopo la pubblicazione dell’articolo qui sopra su La Padania del 2 dicembre, ho appreso altre curiose nozioni sul Polonio.
Questo isotopo è soggetto a speciale sorveglianza della IAEA, l’agenzia ONU che vigila sulla proliferazione delle armi atomiche, e la sua produzione è vietata in forza dei trattati NPT.
Ciò perché un composto di Polonio-Berillo come emittente di raggi Alfa è stato usato dai sovietici come «iniziatore» della reazione nelle bombe al plutonio.
L’ambasciatore USA all’ONU, l’ebreo John Bolton, ha ripetutamente accusato l’Iran di produrre Polonio; la IAEA non ha mai trovato traccia di questo materiale nelle sue ispezioni in Iran, benchè - come ha insegnato il caso Litvinenko - sia una sostanza che lascia tracce radioattive vistosissime. Ma come «iniziatore», dato il suo breve tempo di dimezzamento (138 giorni), il Polonio deve essere prodotto «fresco» ogni pochi mesi e sostituito nella testata con quello vecchio.
Pochi Paesi perciò si ritiene usino ancora il Polonio a scopi militari.
I reattori russi del resto sono, almeno per la maggior parte, soggetti alle ispezioni IAEA.
Nessuna centrale atomica israeliana è invece ispezionata: Israele non ha aderito ai NPT e non consente nessuna vigilanza sui suoi impianti.
Un lettore ha avanzato un’ipotesi: che quel materiale a Londra servisse per costruire una bomba «sporca» (esplosivo convenzionale arricchito di materiale fortemente radioattivo) in un attentato false flag da attribuire al terrorismo islamico, allo scopo di rinfrescare l’allarmismo tipo 11 settembre necessario per proseguire la guerra infinita.
Ma che qualcosa sia andato storto, provocando la contaminazione degli agenti e degli individui che stavano preparando l’ordigno.
E’ una tesi per cui non c’è, e forse non ci sarà mai, una prova.
Ma penso sia degna di essere presa in considerazione.

Maurizio Blondet


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