X Nedan.
Ciao Nedan, pare proprio che siamo tutti interconnessi fra di noi e col resto dell’Universo: siamo una entità unica con infinite sfaccettature.
Il campo morfico funziona come una sorta di onda, come un sasso che viene gettato in uno stagno, l’effetto che questi può generare è proporzionale alla massa dello stesso, ovvero al numero delle particelle di cui si compone. Appare evidente che il sistema utilizzando mezzi di comunicazione potenti come la tv capaci di influenzare miliardi di persone, conosce questo concetto meglio di quanto si pensi.
X Lostmu.
La mente costituisce l’ostacolo maggiore per le imprese che appaiono impossibili.
In molte pratiche di meditazione gli esercizi si compiono tenendo gli occhi chiusi, è un gesto che parla chiaro: la mente viene influenzata da ciò che gli occhi captano. Un bambino ha meno consapevolezza dei propri limiti, è dotato di maggior curiosità e non di rado racconta le sue esperienze usando un linguaggio che il più delle volte ci fa sorridere, ma a guardar bene percepisce la “realtà” scevro da quegli schemi mentali che col crescere diventeranno le sue prigioni.
Un’infinità di volte ho sognato di spostare gli oggetti col pensiero, una capacità che mi donava piacevoli sensazioni; nel sogno pensavo: “E’ così divertente e facile che quando mi sveglierò proverò a farlo”. Si, si ci ho provato, eccome, ma non mi è mai riuscito di spostare un oggetto neppure di un millimetro perchè senz’altro sbaglio l’approccio: non ci credo abbastanza.
X 54.
Caro 54, il tuo post conferma quanto sostiene James McCanney da molti anni oramai. Quando le prime sonde Mariner iniziarono ad inviare i dati dallo spazio, questi venivano resi pubblici; chi masticava un pò di astrofisica ed astronomia si accorse che tali dati indicavano uno spazio tutt’altro che vuoto, ma la contrario saturo di particelle di ogni tipo.
Fintanto che continueremo a considerarci come semplici pezzi di carne e ad obbedire solo agli istinti più bassi ed ai bisogni fisiologici, lentamente si muore dentro.
Qui di seguito riporto un pensiero di un anonimo che ho trovato girando per il web:
“
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Il passo del Vangelo di San Tommaso che citi alla fine è una delle frasi più belle che mi sia capitato da leggere ed una delle mie preferite, è un invito alla ricerca dentro e fuori di noi; tale frase è in aperta contraddizione con l’atteggiamento di una buona parte della Chiesa che mette veti e dogmi su tutto ciò che esula dalle percezioni extrasensoriali dell’essere umano e nei confronti di quelle che sono manifestazioni inspiegabili, tutt’al più le attribuisce all’intervento del maligno, quando
serve.
"Allora.. il gioco ormai è chiaro. Se le emozioni complessive degli esseri umani sono in grado di modificare la realtà, cosa succederebbe se vivessimo tutti nella paura, nell' odio e nell' incertezza? Avremmo un mondo da schifo esattamente così come lo abbiamo.
Noi siamo gli strumenti necessari al nostro stesso controllo.
Come sarebbe possibile che quattro scemi riescono a controllare il mondo intero se non perchè noi stessi lo permettiamo?! siamo vittime involontarie del nostro stesso potere usato ad arte da chi questo potere lo conosce.
Ci inducono alla paura con le guerre, la fame ed il bisogno e poi usano il potere dei nostri sentimenti deviati per produrre un mondo che fa paura innescando un feedback senza fine."
Quoto al 100% questo intervento ed è ciò che sto proponendovi di fare, a quanto pare sono stato ascoltato!