ipotesi su correlazione campo magnetico terrestre e moria delle api

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sev7n
00giovedì 24 maggio 2007 23:37
Ciao a tutti, forse qulcuno puo' aiutarmi, ho fatto una piccola indagine sul MISTERO DELLA MORIA DELLE API,ed ho scoperto che a differenza di cio' che si dice ( pesticidi, campi elettromagnetici irradiati dalle antenne della telefonia mobile e dai cellulari,
www.ecplanet.com/canale/scienza-1/archeologia-39/1/0/30960/it/ecplane... la causa potrebbe ricollegarsi al mutamento del campo magnetico terrestre.
Infatti (http://www.astercenter.net/magnetismo.htm) Numerose osservazioni sembrano dimostrare che molti animali, fino all’uomo stesso, possiedono in vari punti del loro corpo, dei cristalli di magnetite, che permetterebbero loro di orientarsi negli spostamenti in funzione di questo campo magnetico terrestre.
a) i molluschi Nassarius obsoletus, si spostano in funzione di questo campo magnetico:anche i vers plat del genere Dugezia, gli squali e le mantidi.(39)
b) ) i pettirossi migratori si orientano grazie alla percezione del campo magnetico.
c) nei colombi viaggiatori, delle particelle magnetiche d’ossido di ferro Fe3o4 sono situate nella scatola cranica e nell’avvolgimento esterno del cervello, in piccole zone di tessuti riccamente innervati (Walcott 1979) e nei muscoli, del collo (Presti e Pettigrew,1980). Inoltre, i colombi sono sensibili alle perturbazioni del campo magnetico terrestre quando delle tempeste magnetiche solari vengono a perturbarlo.
d) le api possono regolare il loro ritmo circadiano grazie alle variazioni quotidiane del campo magnetico terrestre.(40) In loro, la magnetite è situata nella parte anteriore dell’addome(41).e) dei batteri si orientano nel contenitore, parallelamente al campo magnetico locale. (42)
f) J. Kirschvink a Princeton ha misurato nel tessuto delle ghiandole surrenali un rialzo magnetico, senza dubbio legato ad una forte concentrazione in quest’organo di magnetite.

Adesso la definizione di "ritmo circadiano":
I ritmi circadiani sono importanti per determinare i modelli di sonno e veglia di tutti gli animali, inclusi gli esseri umani. Vi sono chiari modelli dell'attività cerebrale, di produzione di ormoni, di rigenerazione cellulare e altre attività biologiche collegate a questo ciclo giornaliero.
Il ritmo è collegato al ciclo luce-buio. Animali tenuti in totale oscurità per lunghi periodi funzionano con un ritmo che si "regola liberamente". Ogni "giorno" il loro ciclo di sonno avanza o regredisce a seconda che il loro periodo endogeno sia più lungo o più corto di 24 ore. Gli stimoli ambientali che ogni giorno resettano i ritmi sono chiamati Zeitgebers (tedesco, letteralmente significa: "donatori di tempo"). (http://it.wikipedia.org/wiki/Ritmo_circadiano#Il_ritmo_circadiano_animale).

A questo punto la domanda: potrebbe la variazione del campo magnetico terrestre essere cosi' imponente da condizionare il ritmo circadiano delle api , tanto da sconvolgere il loro clclo vitale e portarle alla morte?

Perche' parlano di campi elettromagnetici irradiati dalle antenne della telefonia mobile , qundo e'certo che la maggior parte di queste si trova alle porte delle citta' e mai in aperta campagna, dove per paradosso c'e' poco "campo" ( e molti piu' allevamenti di api)?
[SM=g27833]

-Ocean-
00giovedì 24 maggio 2007 23:54
Benvenuto sev7n! [SM=g27811]

Avevo postato questo articolo in un altra sezione ma visto che ne hai aperta una nuova lo aggiungo qui..

LA SCOMPARSA DELLE COLONIE: LE PIANTE OGM STANNO DISTRUGGENDO LE API?
Postato il Venerdì, 18 maggio @ 19:00:00 EDT di comedonchisciotte

DI GUNTHER LATSCH
Der Spiegel

Una misteriosa decimazione delle popolazioni di api preoccupa gli apicoltori tedeschi, mentre negli USA un fenomeno simile sta gradualmente assumendo proporzioni catastrofiche. Le conseguenze per l’agricoltura e l’economia potrebbero essere enormi.

Walter Haefeker è un uomo che è solito dipingere scenari cupi. Siede al Consiglio Direttivo dell’Associazione Apicoltori Tedeschi (DBIB) ed è vicepresidente dell’Associazione Europea Apicoltori. E poiché impressionare è un metodo usato dai lobbisti, diventa praticamente un suo dovere professionale avvertire che “è in gioco l’esistenza stessa degli apicoltori”.

Il problema, dice Haefeker, ha varie cause, una è l’acaro Varroa, proveniente dall’Asia, e un’altra è la pratica, diffusa in agricoltura, di irrorare a pioggia con erbicidi i fiori di campo per impiantare monocolture. Un’altra causa possibile, secondo Haefeker, è l’uso crescente e controverso dell’ingegneria genetica in agricoltura.

Fin dal 2005, Haefeker terminò un articolo per la rivista Der Kritischer Agrarbericht con una frase di Albert Einstein: "Se l’ape scomparirà dalla superficie della terra, allora agli uomini rimarranno solo quattro anni di vita. Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo”.

Nei recenti mesi eventi misteriosi hanno improvvisamente reso attuale la visione apocalittica di Einstein. Per motivi sconosciuti, le popolazioni di api stanno scomparendo in tutta la Germania – cosa questa che per ora ha danneggiato solo gli apicoltori. Ma la situazione è diversa negli USA dove le api stanno morendo in così gran numero che le conseguenze economiche potrebbero essere presto disastrose. Nessuno conosce cosa causi la morte delle api, ma alcuni esperti ritengono che un motivo potrebbe essere l’uso su vasta scala delle piante geneticamente modificate.

Felix Kriechbaum dell’associazione regionale di apicoltori in Baviera ha recentemente riferito di un calo di quasi il 12% nelle popolazioni locali di api. Quando “popolazioni di api scompaiono senza lasciare traccia” – dice Kriechbaum, è difficile svolgere indagini perché “la maggior parte delle api non muore nelle arnie”. Ci sono molte malattie che potrebbero causare la perdita di orientamento delle api, così da rendere impossibile il loro ritorno all’alveare.

Per Manfred Hederer, presidente dell’Associazione tedesca di apicoltori, le popolazioni di api in Gerrnania si sarebbero ridotte del 25%. In casi isolati, sostiene Hederer, si sono avute diminuzioni fino all’80%. Egli ritiene che “una particolare tossina, qualche agente non familiare” le stia uccidendo.

I politici finora si sono occupati poco di tali segnalazioni o delle lamentele degli apicoltori. A loro è stata offerta la possibilità di presentare il caso – per esempio quando il governo tedesco in febbraio ha approvato il documento del ministro dell’agricoltura Horst Seehofer per la politica dell’ingegneria genetica – ma le loro lamentele sono state in gran parte ignorate.

Anche quando gli apicoltori promuovono cause legali, come hanno fatto recentemente per opporsi all’impiego di cereali geneticamente modificati, insieme ad un’organizzazione di agricoltura biologica, la Demeter International, e ad altri gruppi, possono solo sognare un qualche genere di attenzione dei media attratti da proteste di organizzazioni ambientali come Greenpeace effettuate su siti campione.

Ma questo potrebbe presto cambiare. Dallo scorso novembre, negli USA si è verificato un declino nelle popolazioni di api ben oltre le precedenti stime di mortalità già massiccia. La perdita subita dagli apicoltori della costa orientale degli Stati Uniti è di oltre il 70%, quella della costa occidentale ha quasi raggiunto il 60%.

In un articolo dello scorso febbraio, il New York Times calcolava i danni che l’agricoltura statunitense potrebbe soffrire in caso di estinzione delle api. Esperti della Cornell University (New York) hanno stimato il valore prodotto dalle api – attraverso l’impollinazione di vegetali, piante da frutto, mandorli e piante per mangimi animali come il trifoglio – a circa 14 miliardi di dollari.

Gli scienziati hanno dato a questo misterioso fenomeno il nome di "Colony Collapse Disorder" (CCD), che sta diventando rapidamente una forma di catastrofe nazionale.
Alcune università e agenzie governative hanno dato il via ad un gruppo di lavoro il "CCD Working Group" per cercare di capire le cause della calamità, ma che fino ad ora si ritrova a mani vuote. Anzi, in sintonia con Dennis vanEngelsdorp, un apicoltore della Pennsylvania, si è iniziato a riferirsi al problema come ad un potenziale “AIDS per l’industria delle api”.

Una cosa è certa: milioni di api sono semplicemente svanite. Nella maggior parte dei casi, tutto ciò che lasciano nelle arnie sono individui già segnati. Ma le api morte non vengono ritrovate – né dentro né in prossimità delle arnie. Diana Cox-Foster, membro del CCD Working Group, ha detto all’Independent che i ricercatori erano “molto allarmati”, e che la crisi “potrebbe devastare l’industria degli allevatori di api”.

E’ molto preoccupante, ha detto, che la morte delle api si accompagni a certi sintomi che “non hanno riscontro in letteratura”.

In molti casi, si sono ritrovati quasi tutti i tipi di virus, che possono infettare le api, nei pochi insetti sopravvissuti trovati nelle arnie dopo che la maggioranza di essi era scomparsa. Alcune api avevano contemporaneamente 5 o 6 infezioni ed erano anche infestate da funghi – un segno che, a detta degli esperti, significa crollo del sistema immunitario degli insetti.

Gli scienziati sono anche sorpresi che le api e altri insetti lascino intatti gli alveari abbandonati. Le popolazioni di api e i parassiti che si trovano nelle vicinanze dovrebbero normalmente saccheggiare il miele e le riserve di polline delle colonie morte per qualche ragione, come un inverno particolarmente freddo. “Ciò suggerisce che esiste una qualche sostanza tossica che agisce da repellente” dice Cox-Foster.

Walter Haefeker, dirigente degli apicolturi tedeschi, suggerisce che “oltre ad altri fattori” potrebbe giocare un ruolo la diffusione delle piante geneticamente modificate e resistenti agli insetti, usate ora nel 40% dei campi seminati negli USA. Questa cifra è molto più bassa in Germania – solo lo 0.06% - e la maggior parte si trova negli stati ad Est (Mecklenburg, Pomerania e Brandenburg). Haefeker ha recentemente inviato presso il CCD Working Group un ricercatore per presentare alcuni dati che mostravano un possibile rapporti tra ingegneria genetica e malattie nelle api.

Lo studio in questione è un piccolo progetto di ricerca condotto all’Università di Jena dal 2001 al 2004. I ricercatori esaminarono gli effetti sulle api del polline ricavato da una variante di mais, modificata geneticamente, chiamata “mais Bt” (nella foto). Un gene ricavato da un batterio del suolo è stato inserito nel mais in modo da rendere capace la pianta di produrre una sostanza tossica per gli insetti parassiti.

Lo studio aveva concluso che non vi erano prove di un “effetto tossico del mais Bt su popolazioni di api sane”. Ma quando, guarda caso, le api impiegate negli esperimenti erano infestate da un parassita, si verificava qualcosa di sorprendente: secondo lo studio, si verificava “una diminuzione molto significativa nel numero di api” fra gli insetti che erano stati nutriti con cibo contenente Bt in alta concentrazione.

Secondo Hans-Hinrich Kaatz, professore all’Università di Halle (Germania dell’Est) e direttore dello studio, la tossina batterica presente nel mais geneticamente modificato può aver “alterato la superficie dell’intestino delle api, così da permettere l’ingresso di parassiti - o viceversa. Non lo sappiamo”.

Naturalmente la concentrazione della tossina era 10 volte maggiore negli esperimenti rispetto a quella contenuta nel normale polline del mais Bt. Inoltre, il cibo veniva somministrato alle api per un periodo relativamente lungo (sei settimane).

Kaatz avrebbe preferito continuare a studiare il fenomeno, il che non è avvenuto per mancanza di fondi. “Chi ha il denaro non è interessato a queste ricerche” dice il professore – e quelli che sono interessati non hanno il denaro”.

Translated from the German by Christopher Sultan

NdT: Che cosa è Bt?

Bt (nella foto) è un batterio naturale del suolo a distribuzione ubiquitaria (Bacillus thuringiensis). E’ capace di produrre proteine cristalliformi che uccidono "specifici" gruppi di insetti. Queste proteine cristalline (proteine Cry) sono veleni per lo stomaco dell’insetto. Una volta mangiate dall’insetto, vengono aggredite dagli enzimi digestivi dell’insetto e degradate con liberazione di prodotti tossici. Una porzione delle proteine Cry si legano a “recettori” specifici della mucosa intestinale e distruggono le cellule. Gli insetti cessano di alimentarsi entro due ore dalla prima ingestione di proteine Cry e muoiono entro 2 o 3 giorni, se ne hanno assunta un’adeguata dose. Il gene del bacillo che produce la proteina Cry viene introdotto nel materiale genetico del mais, insieme ad altro materiale genetico che come promotore determina l’espressione del gene batterico nella pianta di mais; infine viene aggiunto altro materiale genetico estraneo alla pianta che permette alla ditta produttrice di verificare il successo delle trasformazioni (marcatore genetico). Le ditte produttrici escludono danni ad insetti benefici come le api. L’articolo dello Spiegel ipotizza che il mais Bt sia direttamente letale solo per le api affette da una parassitosi].

Gunther Latsch
Fonte: www.spiegel.de/
Link: www.spiegel.de/international/world/0,1518,473166,00.html
22.03.2007

Traduzione a cura di www.comedonchisciotte.org

www.comedonchisciotte.org
-Ocean-
00giovedì 24 maggio 2007 23:56
sev7n
00venerdì 25 maggio 2007 00:04
Ciao Ocean, e grazie per il benvenuto (sei il primo), certoche se pensiamo alla frase di Einstain "Se l’ape scomparirà dalla superficie della terra, allora agli uomini rimarranno solo quattro anni di vita. Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo” e consideriamo che siamo nel 2007, non ci vuole un matematico a portarci alla soglia del 2012; la mia idea e' che la moria delle api sia la dimostrazione della variazione del campo magnetico,poi chissa' ,non sono apicoltore ne'studioso di geologia ,pero'credo che un episodio (api) a livello mondiale deve avere delle spiegazioni a livello planetario, (non credo che tutti coltivino la terra allo stesso modo, eppure l'episododio si sta ripetendo in diverse parti del mondo)
[SM=g27833]
-Ocean-
00venerdì 25 maggio 2007 00:20
Si la moria è planetaria anche se in alcune zone come gli stati uniti è stata molto più catastrofica, le api poi impollinano più dell'80% delle nostre piante a anche se non scomparissero del tutto anche la loro drastica diminuizione creerebbe gravi problemi anche perchè allo stato attuale non esistono tecnologie per sostituire questo processo naturale.

Anche secondo me è un cambiamento del nostro pianeta in se, non succede solo con le api ma anche con gli orsi per il letargo per le balene che si incagliano per i delfini per gli uccelli, succede un po' per tutti quegli animali che si orientano con le loro bussole naturali.
Il bello è che se ne è parlato pochissimo se non per sporadici servizi brevi e rassicuratori sull'argomento, cosa che in tutta sincerità mi fa pensare al peggio.
Lostmu
00venerdì 25 maggio 2007 00:23
Benvenuto :),
si la magnetite è in tutti gli esseri viventi e orienta anche le nostre cellule,per vedere se la tua tesi è possibile prova a fare una ricerca anche su altri animali se sono scomparsi o si comportano stranamente , io partirei dalle talpe poi fammi sapere.

Per esempio un cambio di magnetismo o una distorsione magnetica potrebbe cambiare anche il grado di magnetismo di alcune zone della terra , uno studioso ipotizzava che all'aumentare o al diminuire del campo magnetico si hanno zone di tranquillità o di guerra (vedi video inversione poli e video elettromagnetismo)....però ti consiglio di verificare altri animali iniziando dalle talpe
-Ocean-
00venerdì 25 maggio 2007 00:23
www.lamianotizia.com/comments.php?y=07&m=04&entry=entry070430-084...

La moria delle api: perché?

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lunedì 30 aprile 2007, 16:43 by zret in Ambiente e Ecologia
In molti paesi europei è stato registrato un inquietante fenomeno: la diminuzione del numero di api, questi preziosi imenotteri.

“La Svizzera si risveglia in primavera con il 25% in meno di api. La mortalità di questo prezioso insetto è salita da un fisiologico 10% a oltre il 20%-25% nel periodo 2003-2006, secondo quanto dichiarato da Jean-Daniel Charrière, collaboratore scientifico presso la stazione di ricerca agronomica di Liebefeld-Posieux.

Anche se per la primavera del 2007 la situazione sembra essere migliorata, l'esperto sottolinea che, se non si riuscirà a limitare stabilmente la diminuzione delle colonie, la situazione potrà… alterare l'ecosistema. Le api sono, infatti, insetti preziosissimi per l'impollinazione di moltissimi vegetali, soprattutto piante da frutta, ma anche peperoni, zucche, colza o girasoli.

Nei casi in cui la diminuzione del patrimonio di api non sarà compensata da un ripopolamento per opera degli apicoltori, non si possono escludere ripercussioni sulla produttività in svariati settori dell'agricoltura", afferma Theo Nicollerat, presidente della società ticinese di apicoltura (STA).

Il fenomeno non è un caso isolato e anzi ha raggiunto proporzioni catastrofiche negli Stati Uniti, dove l'entità della moria - con punte del 60-70% - ha allarmato gli apicoltori e gli agricoltori”.

Quali possono essere le cause di questa diminuzione del numero delle api? Ricercatori tedeschi, britannici e statunitensi concordano nell’attribuire la moria ai campi elettromagnetici irradiati dalle antenne della telefonia mobile e dai cellulari: si è notato, infatti, che “Le api si rifiutavano di ritornare nell'arnia, non appena un telefono cellulare veniva collocato nei dintorni. Ciò spiegherebbe perché alcuni alveari siano stati trovati quasi completamente vuoti, con api disorientate e destinate a morte certa.

Le conseguenze sono di enorme portata, vista l'importanza fondamentale di questi insetti per l'impollinazione delle specie vegetali e per la conservazione dell'habitat naturale. Einstein stesso avvertì che, se le api fossero scomparse, agli esseri umani non sarebbero rimasti che quattro anni di vita”.

Il noto etologo Giorgio Celli considera plausibile la spiegazione che considera l’effetto delle onde elettromagnetiche, ma ritiene che a provocare questa falcidia siano stati specialmente i pesticidi usati in agricoltura. Credo che, sebbene, come assodato, insetticidi ed anticrittogamici siano nocivi alla flora ed alla fauna, il colpo di grazia alle api sia stato inferto dalle onde elettromagnetiche. Non è un caso se le antenne della telefonia mobile sono proliferate in questi ultimi anni un po’ dappertutto: spesso queste installazioni sono mimetizzate o nascoste nei modi e nelle strutture più impensabili, altre volte sono collocate su lastrici solari di edifici privati, in parchi, campi sportivi, addirittura all’interno di cimiteri, in numero comunque eccessivo rispetto alle esigenze di telecomunicazione. È stato poi constatato che la loro disposizione ravvicinata è antieconomica e consuona con l’obiettivo di diffondere radiazioni non ionizzanti in modo da danneggiare in modo deliberato la salute delle persone. Non si dimentichi poi che questi campi elettrodinamici sono adoperati anche per il controllo mentale (onde ELF ed ULF - H.A.A.R.P.).

Non escluderei che il decremento del numero delle api sia dovuto non solo alle radiazioni non ionizzanti, ma anche alle sostanze diffuse con le scie chimiche e biologiche (metalli vari, batteri, virus): non è un caso se, in Svizzera il problema si è aggravato nel periodo 2003-2006, arco di tempo durante il quale la Confederazione elvetica, come moltissimi altri stati nel mondo, ha subito un feroce attacco chimico di cui si cominciano a vedere le tristi, funeste ripercussioni.

Come spesso avviene, il binomio elettromagnetismo-scie chimiche si rivela micidiale.

|54|
00venerdì 25 maggio 2007 07:34
12, 54
benvenuto sev7n, io |54|.. la magnetite è un' argomento che abbiamo trattato nella discussione del controllo mentale..
qui riporto alcune info che avevo già postato.

sapete che noi tutti abbiamo un pezzo di magnetite incastonato in mezzo alla fronte? proprio in prossimità dell' ipotalamo.


Forma in cui si presenta in natura
Si presenta in cristalli neri, opachi, oppure in masse granulari o compatte. E' presente in piccole quantità nel corpo umano, dove è localizzata tra il naso e gli occhi, all'interno dell'osso etmoidale.

da wikipedia

osso etmoidale.





la magnetite è usata dagli uccelli migratori per orientarsi dato che tale minerale, avendo caratteristiche, ovviamente oserei dire, magnetiche funziona da bussola perchè collegato al campo magnetico terrestre.
pensate dopo un poleshifting che casino per le nostre teste.

[Modificato da |54| 25/05/2007 7.35]

sev7n
00venerdì 25 maggio 2007 13:21
[SM=g27825]
inizio a preocuparmi seriamente, mi sa che come ha cosigliato Ocean, faro' una piccola indagine su casi di animali che hanno mostrato " particolari" comportamenti , nell'ultimo anno
sev7n
00venerdì 25 maggio 2007 20:50
qui parlano del cambiamento della flora e della fauna a seguito di variazioni climatiche:
www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/08_Agosto/27/stagio...
sev7n
00martedì 29 maggio 2007 23:54
Le api perdono la bussola
Le api perdono la bussola
Alcune settimane fa, precisamente nel periodo della fioritura in bassa Val di Sole, come da abitudine sono state disposte nelle campagne le api per l'impollinazione dei meli. In questo contesto però un gruppo di api, circa una settantina, ha sciamato lontano dai meleti, in prossimità di una casa di Cavizzana, avvicinandosi in seguito fino a stabilirsi su una delle finestre dell'abitazione. La famiglia interessata, accortasi della presenza delle api, ha subito cercato di individuare il proprietario, purtroppo inutilmente, e d'altra parte nessuno ha denunciato la mancanza delle stesse in quei giorni. Come spiegano gli abitanti della casa, le api sono rimaste in gruppo disponendosi nell'angolo superiore di una delle finestre, ad un certo punto senza sapere che fare perché, stranamente, mancava la regina che solitamente accompagna le api quando sciamano in qualche luogo. L'assenza della regina, forse dovuta alla sua morte, è un fatto abbastanza insolito, perché normalmente sciama insieme alle api operaie, tanto che quando in un alveare nasce una nuova regina molte api seguono quella vecchia, impegnata a fondare una nuova colonia. Alla fine, nel giro di pochi giorni, ormai del tutto disorientate per la mancanza di una guida e, forse, colpite dal freddo improvviso che ha interessato la valle nelle settimane scorse dopo giornate di calura estiva, le api sono morte un po' alla volta, senza che fosse possibile fare nulla. Già in precedenza un gruppo ben più numeroso di api aveva fatto visita al giardino dell'abitazione, fortunatamente riprese in tempo dal proprietario. L'appello è rivolto agli apicoltori affinché, qualora si ripetano episodi come questo, prestino maggiore attenzione e diffondano la notizia della mancanza delle api; in tal modo forse si potrà recuperarle ed evitare che altri insetti periscano, specialmente se, come in questo caso, si allontanano senza la regina.
LARA ZAVATTERI CAVIZZANA
tratto da: L'Adige, del 2007-05-16
www.apitrentine.it/rassegna_stampa.php
TursiopsPL
00mercoledì 30 maggio 2007 12:32
Ciao a tutti, vi seguo da diverso tempo ma approfitto di questo topic per scrivervi per la prima volta.
Non so se sia solo una coincidenza ma in questo mese (maggio 2007) ho visto due passeri, due piccioni e stamattina un corvo morti, vicino ai marciapiedi, senza segni di "incidenti" almeno in apparenza, dovro' controllare meglio.
So che i piccioni si orientano con il campo magnetico e la stessa cosa vale anche per i corvi.
Mi ha un po preoccupato perche' non mi era mai capitato di vedere cosi' tanti uccelli morti in poco tempo.

P.S. complimenti per il forum [SM=g27811]
|54|
00mercoledì 30 maggio 2007 12:47
12, 54
benvenuto tursi, io |54|..
il tuo post è utile per monitorare la situazione. hai ragione quando dici che molti uccelli si orientano grazie al campo magnetico terrestre.
le strane morti che hai avuto modo di verificare sono strane davvero. per i piccioni in realtà è piuttosto normale.la loro vita più o meno parassitaria li inducono ad esporsi ai pericoli della vita cittadina.. di solito invece i corvi e altri uccelli muoino lontano in zone isolate come le campagne.
sarete contenti di sapere che nel parco intorno a dove lavoro ho visto un nido d' api!!! enorme tra l' altro.. e qui dove sono girano parecchio.posso quindi prendendo d'esempio tursi provo a monitorare le loro attività.
iL Croze
00mercoledì 30 maggio 2007 13:36
Anche i cetacei negli ultimi anni perdono la rotta e si arenano sulle spiagge
TursiopsPL
00mercoledì 30 maggio 2007 23:27
grazie |54| :)
ho trovato questo in rete:

(23/5/2007 10:41) | CALDO RECORD: STRAGE DI API IN PIANURA PADANA

(Sesto Potere) - Bologna - 23 maggio 2007 - Decine di migliaia di alveari spariti in pianura padana in Italia, mentre in Svizzera dopo l'inverno caldo si è verificato un crollo del 25 per cento della popolazione di api ed in Montana negli Stati Uniti la moria è arrivata al 75 per cento . E' la Coldiretti a tracciare il quadro di una vera ecatombe mondiale per le api segnalata oltre che in Italia anche in 27 Stati degli Usa, in Brasile, Canada, Australia e in molti Paesi Europei come Svizzera, Germania ed Inghilterra.

Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una situazione che mette in discussione l'equilibrio naturale globale con rischi anche per la salute e l'alimentazione che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l'80 per cento .

Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza - spiega la Coldiretti - dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l'azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l'erba medica ed il trifoglio fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento . Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme si possono riprodurre grazie alle api come l'aglio, la carota, i cavoli e la cipolla.

Se - precisa la Coldiretti - non sarà interrotto il trend che ha portato in pochi mesi alla scomparsa solo negli Stati Uniti di un quarto degli alveari con 15 miliardi di api, le conseguenze ambientali sarebbero disastrose perché, come diceva Albert Einstein, “se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

L'allarme lanciato in molte regioni dalla Lombardia al Piemonte, dal Veneto al Friuli Venezia Giulia dimostra che la strage, definita dagli scienziati statunitensi come “Colony Collapse Disorder” (CCD), ha effetti gravi anche in Italia dove a rischio - sostiene la Coldiretti - è una popolazione stimata in circa 50 miliardi di api in oltre 1 milione di alveari che offrono “gratuitamente” un valore del servizio di impollinazione alle piante agricole lungo tutto lo Stivale stimato pari a 2,5 miliardi di Euro all'anno .

Secondo l'Osservatorio nazionale per la produzione del miele, l a produzione totale in Italia nel 2006 è stata di circa 14mila tonnellate grazie a 1.157.000 alveari, gestiti dai 7500 apicoltori “professionisti” e moltissimi hobbisti che hanno totalizzato un fatturato stimato in circa 25 milioni di euro . Gli italiani ne consumano circa 400 gr. all'anno a testa

Diverse - sottolinea la Coldiretti - sono le teorie sulle cause del profondo malessere che sta colpendo le api, come l'ipotesi di una responsabilità delle onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari, che secondo uno studio inglese determinerebbe morie fino al 70 per cento, ma considerata depistante dagli operatori del settore.

L'anomala crescita delle segnalazioni del formarsi in questi giorni di improvvisi sciami di api nelle città per le elevate temperature è la dimostrazione della sensibilità ai cambiamenti climatici che tuttavia - continua la Coldiretti - da soli non sono sufficienti a spiegare il fenomeno mentre cresce l'apprensione per gli eventuali effetti di contaminazioni di organismi geneticamente modificati (Ogm) .

Una recente ricerca del “Department of Biological Sciences, Simon Fraser University” della “British Columbia“ in Canada pubblicata dall' “Ecological Society of America” ha evidenziato che - riferisce la Coldiretti - nei campi coltivati con colza geneticamente modificata (Ogm) si è verificata una forte riduzione del numero di api presenti e un grave deficit nell'attività di impollinazione rispetto ai campi con colture convenzionali.

Tra i principali sospettati ci sono anche parassiti come virus o batteri sconosciuti e pesticidi che potrebbero anche agire in combinazione nell'indebolire ed uccidere le api, secondo Jeff Pettis che coordina il lavoro di ricerca per l'USDA negli Stati Uniti. Recentemente un gruppo di ricercatori americani del Edgewood Chemical Biological Center (ECBC) e dell' Università di California, San Francisco ha individuato un virus e un parassita che potrebbero essere i responsabili della morte di intere colonie di api in Europa e nel Nord America. I ricercatori hanno usato una nuova tecnologia chiamata Integrated Virus Detection System (IVDS) un sistema integrato di rilevazione dei virus, progettato per usi militari con lo scopo di visualizzare rapidamente campioni di agenti patogeni.

Di fronte a questo scenario la Coldiretti ha individuato alcuni interventi prioritari per rimuovere le cause eventuali della strage che mettono a rischio la salute, la qualità, l'alimentazione e ambiente. Occorre - sostiene la Coldiretti - una verifica scientifica immediata di tutti i principi attivi sospetti al fine di una loro sospensione cautelativa al pari di quanto è avvenuto in altri Paesi come in Francia dove è stato tolto dal commercio un conciante aggiunto direttamente nelle sementi prima che queste vengano acquistate dagli agricoltori . Ma è anche necessario - continua la Coldiretti - bloccare immediatamente qualsiasi forma di sperimentazione di colture Ogm in campo a partire dai nove protocolli firmati dal Ministero delle Politiche Agricole con Assobiotech per vino, olio , pomodoro e altre importanti colture mediterranee che rischiano di inquinare in modo irreversibile l'ambiente.

Di questo - conclude la Coldiretti - si parlerà alla Conferenza Stampa di presentazione della giornata nazionale “Mangiasano” promossa da Verdi Ambiente e Società domani, martedì 22 maggio alle ore 11.00 a Roma , nella sala stampa del Senato, presso Palazzo Madama .

IL LAVORO DELLE API

• Concorrono per l'80 per cento al lavoro di impollinazione;
• L'alimentazione dipende per un terzo da coltivazioni impollinate attraverso lavoro insetti;
• 50 miliardi di api presenti in Italia in oltre 1 milione di alveari;
• L' impollinazione delle colture in Italia ha un valore stimato in 2,5 miliardi di Euro all'anno;
• In Italia nel 2006 è stata di circa 14mila tonnellate grazie a 1.157.000 alveari, gestiti dai 7500 apicoltori “professionisti che hanno totalizzato un fatturato stimato in circa 25 milioni di euro;
• Gli italiani consumano circa 400 grammi all'anno a testa

(tratto da: www.sestopotere.com/index.ihtml?step=2&rifcat=200&Rid=122991 )

Personalmente non mi convince il caldo come responsabile di questa moria, è vero che le api sono sensibili alle alte temperature (per esempio le api giapponesi si difendono dagli attacchi del calabrone gigante stringendolo in gruppo, sbattendo le ali e aumentando la temperatura fino a circa 43 gradi Centigradi di modo che il calabrone raggiunta questa temperatura muoia, la soglia delle api invece è di pochi gradi sopra questo limite), però fino ad ora non ci sono state dimostrazioni su questa ipotesi. Non penso sia anche dovuto ad un agente patogeno perchè le distanze sono troppo elevate per dei microbi (salvo casi particolari).
Speriamo di saperne di più prossimamente.
G@rghy
00giovedì 31 maggio 2007 20:32
moria api
Sono un tecnico di caldaie e ultimanente quando apro le caldaie ci sono minimo 2 api morte e oggi mi è capitato di trovarne una ventina in unasola caldaia e trenta in tutto...
|54|
00venerdì 1 giugno 2007 14:15
12, 54
g@rg, sono sicuro che non c' è bisogno che io ti dica di non confondere le api con le vespe.
lo faccio solo perchè dobbiamo stare attenti a cosa monitoriamo.
qui al lavoro da me sono andato a controllare l' alveare che ho scoperto e al contrario dei giorni scorsi l' attività è delle api è diminuita. mi chiedevo se il clima più rigido fa interrompere alcuni loro processi..
oggi a roma ci sono 20° e tira un forte vento. chi sa dirmi qualcosa?

[Modificato da |54| 01/06/2007 14.15]

nikkali
00venerdì 1 giugno 2007 14:30
Re: 12, 54

Scritto da: |54| 01/06/2007 14.15
g@rg, sono sicuro che non c' è bisogno che io ti dica di non confondere le api con le vespe.
lo faccio solo perchè dobbiamo stare attenti a cosa monitoriamo.
qui al lavoro da me sono andato a controllare l' alveare che ho scoperto e al contrario dei giorni scorsi l' attività è delle api è diminuita. mi chiedevo se il clima più rigido fa interrompere alcuni loro processi..
oggi a roma ci sono 20° e tira un forte vento. chi sa dirmi qualcosa?

[Modificato da |54| 01/06/2007 14.15]




CONFERMO!!!!

[SM=x289936]
|54|
00venerdì 1 giugno 2007 14:34
12, 54
ciao nikka! cosa mi confermi? che fanno 20° o che le api rallentano le attività a basse temperature climatiche?
Lostmu
00mercoledì 6 giugno 2007 13:57
Le innaturali "super api" d'allevamento
26.05.07
Le innaturali "super api" d'allevamento


Ho trovato una notizia controcorrente rispetto alle api che svaniscono misteriosamente - ora anche in italia, dice la Coldiretti - e che in più devono vedersela con mille malattie "tradizionali", a cominciare dalla varroa.

La voce fuori del coro è di un apicoltore biologico americano, lieto di annunciare sul suo sito internet che tutto gli va a gonfie vele da quando usa celle di grandezza naturale, ovvero del diametro di 4,6 millimetri anzichè 5,4. Ignoravo che le celle degli alveari fossero di formato extralarge, ed ignoravo anche che il risultato fossero api una volta e mezzo più grandi di quelle "normali". Perfino l'apicoltore biologico dice di averlo appreso solo da poco. Le super api che si ammalano e che addirittura svaniscono mi fanno venire in mente altri animali domestici tenuti in condizioni innaturali con esiti altrettanto catastrofici: le mucche d'allevamento a cui è venuta la Bse e i polli in batteria che rischiano l'influenza aviaria. Non è che anche con le api abbiamo sbagliato qualcosa?

http://www.blogeko.info/index.php/2007/05/26/p4146#more4146

aralelex
00mercoledì 6 giugno 2007 17:55
CIoè fammi capire, gli allargano la cella e le api si ingrossa e quindi producono più materiale?

|54|
00mercoledì 6 giugno 2007 21:32
12, 54
a proposito di api.. avevo già postato che nel parco all' interno del complesso dove lavoro ho trovato un alveare di api.
api vere col miele vero. ero sorpreso e contento. volevo monitorare le loro attività per capire a fondo cosa sta succedendo.. ok, fino a qui tutto apposto. il fatto è che oggi quando sono uscito a darci un occhiata non ho trovato più l'alveare!!! no, non ho sbagliato albero.. non c'era più! l'hanno tolto. ho chiesto al responsabile ma non ne sapeva nulla. da qui la domanda: ma le api traslocano!? [SM=g27837]
sev7n
00lunedì 18 giugno 2007 22:40
consiglio un ottimo artico con indagine approfondita del fenomeno moria api

www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&...

tra l'altro l'articolo rimanda a numerosi link anche stranieri
sev7n
00lunedì 16 luglio 2007 01:07
mi sa che qualcun'altro inizia a perdere la rotta:

15 lug 18:06
Menton: balenottero avvistato dalla spiaggia, e' in difficolta'
VENTIMIGLIA
- Un cucciolo di balena in difficolta' nelle acque della Costa Azzurra, in Francia. Il cetaceo e' stato avvistato davanti a Menton, appena dopo il confine italiano e si ipotizza che il piccolo abbia perso la madre. Si e' mobilitata associazione Sos Grand Bleu, che si occupa della protezione di balene e delfini, per trarre in salvo il balenottero. L'animale e' lungo circa sette metri di lunghezza per circa 10 tonnellate di peso. (Agr)

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={B4BC2772-FA78-4601-BB31-2180E...

15 lug 22:01
Capri: avvistata una balena morta
CAPRI
- Una balena morta, della lunghezza di circa venti metri, e' stata avvistata a sud di Capri. Si tratta di un evento raro, per la vicinanza del cetaceo alla cosa, circa sei miglia, e le autorita' marittime avvisano i naviganti per evitare collisioni. (Agr)

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={B411AF64-829F-45A4-B8A0-B9B12...




sev7n
00domenica 22 luglio 2007 15:44
22 lug 13:17
Salerno: avvistata balena morta
SALERNO - Una balena morta e' stata avvistata al largo di Palinuro, in provincia di Salerno. Il cadavere del cetaceo e' lungo circa 10 metri ed e' stato individuato a circa 23 miglia dalla costa da un diportista. E' il terzo caso nel giro di poche settimane e gli esperti sono preoccupati: una tale frequenza di decessi potrebbe infatti essere segnale di un'epidemia. (Agr)

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={43E65A4A-E3C4-4BEB-9AE9-E592D...
sev7n
00sabato 8 settembre 2007 09:57
Un indiziato per la moria di api

Un virus è implicato nell’epidemia che sta decimando gli insetti impollinatori. Su Science i primi risultati di una taskforce di ricercatori

È un virus il primo indiziato nelle indagini sulla Colony Collapse Disorder (Ccd), il misterioso spopolamento degli alveari di api mellifere che si sta verificando negli Stati Uniti. Tra il 50 e il 90 per cento delle colonie gestite dagli apicultori sono state colpite, con gravi rischi anche per l’impollinazione di numerose colture.

La taskforce di scienziati americani incaricata di scoprirne le cause ha individuato in tutti i campioni prelevati da alveari affetti da Ccd la presenza dell’Israeli Acute Paralysis Virus (Iapt), identificato dai ricercatori israeliani nel 2004 e finora mai rilevato nel continente americano.


Ad aumentare i sospetti, scrivono i ricercatori in un articolo pubblicato questa settimana su Science, è la coincidenza tra l’importazione di api dall’Australia e le prime segnalazioni da parte degli apicultori statunitensi dell’insolita diserzione delle api operaie dagli alveari. Dove restano solo le regine e una gran quantità di cibo. Tuttavia, l’Iapt, che si manifesta con un tremore delle ali e la progressiva paralisi dell’insetto fino alla morte all’esterno dell’alveare, è stato rilevato anche in campioni di colonie sane, o apparentemente tali. Per questo, i ricercatori ipotizzano che a determinare la Ccd sia il concorso di più cause: la combinazione con altre infezioni o condizioni di stress quali l’impiego di pesticidi nelle colture o negli stessi alveari per il controllo di altre malattie.
(m.b.)

www.galileonet.it/news/8763/un-indiziato-per-la-moria-di-api
-Ocean-
00mercoledì 30 gennaio 2008 09:24
» 2008-01-29 11:44
INQUINAMENTO E MALATTIE, MORIA DI API
ROMA - Inquinamento, cambiamenti climatici e malattie. Sono queste le principali cause della moria di api, che in Italia nel 2007 ha decimato la metà delle nostre popolazioni. Il disastro ha interessato tutta l'Europa, con una perdita tra il 30 e il 50% del patrimonio di api, mentre punte anche del 60-70% hanno interessato alcune aree degli Stati Uniti per il fenomeno da spopolamento definito Ccd (Colony collapse disorder).

Sono questi alcuni dati emersi oggi nel corso del workshop organizzato dall'agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat) dal titolo "Sindrome dello spopolamento degli alveari in Italia: approccio multidisciplinare alla individuazione delle cause e delle strategie di contenimento". Il destino delle api non manca poi di avere un risvolto economico, a causa dell'insufficiente impollinazione delle piante e quindi di una riduzione del raccolto. In Italia è stato calcolato che l'apporto economico dell'attività delle api al comparto agricolo è di circa 1.600 milioni di euro l'anno (pari a 1.240 euro per alveare).

Considerando la scomparsa di circa 200mila alveari nel 2007, la perdita economica per mancata impollinazione delle piante è stata di circa 250 milioni di euro. Il problema, spiega l'Apat, è maggiormente sentito nel Nord del Paese, dove si sono persi fino alla metà degli alveari. Pesanti danni sono stati registrati anche al Centro, mentre le cose sembrano andare meglio nel Mezzogiorno.

Tra le ragioni dell'alto tasso di mortalità fra le api ci sono sicuramente le condizioni igienico-sanitarie degli alveari, i cambiamenti climatici e di conseguenza la disponibilità e qualità del pascolo e dell'acqua, l'insalubrità del territorio. Non esiste quindi un'unica causa scatenante, anche se gli esperti sono concordi nell'attribuire forti responsabilità all'inquinamento da fitofarmaci, a quello elettromagnetico e a una recrudescenza delle virosi (infezioni da virus) e della varroa, malattia causata da un acaro che attacca sia la covata che l'ape adulta.

Da non sottovalutare il ruolo del clima, perché un suo andamento irregolare può interrompere il flusso normale di nutrienti che sono necessari alle api per la loro crescita e sviluppo, indebolendo le difese dell'alveare; occorre quindi essere pronti ad intervenire con idonee integrazioni alimentari che sostituiscano il nettare e il polline raccolti dalle api.

Il workshop di oggi ha cercato di puntare i fari sulla ricerca relativa al fenomeno e sulle cause, visto che sul tema esistono ancora pochi studi attendibili e l'Apat ha proposto anche la realizzazione di un Focal Point, per raccogliere e condividere i dati, oltre che promuovere e coordinare le attività volte alla conoscenza e al contenimento del problema. Tra le azioni prioritarie che si vogliono intraprendere c'é il monitoraggio del territorio, per avere una stima attendibile della perdita di api in termini quali-quantitativi, la promozione della ricerca sulle malattie e i fattori ambientali che causano la perdita delle colonie, oltre alla definizione di criteri affidabili per prevenire ulteriori morie.

www. ansa.it
-Ocean-
00giovedì 27 marzo 2008 11:54
Api e pipistrelli: misteriosa peste
Maurizio Blondet 27 marzo 2008

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Benchè gli uni siano mammiferi e gli altri insetti, pipistrelli ed api hanno sempre avuto qualcosa in comune. Entrambi volano. Entrambi sono indispensabili per l’agricoltura, i pipistrelli perché combattono gli insetti nocivi (ciascuno di loro, d’estate, mangia insetti per la metà del suo peso ogni giorno), le api perché necessarie ad impollinare le culture.

Ora hanno un’altra cosa in comune: una malattia sconosciuta li uccide a migliaia, portando le due specie sull’orlo dell’estinzione. La moria dei pipistrelli è stata notata nei nordici e nevosi stati di New York, Vermont e Massachusetts, le cui caverne o vecchie miniere sono siti d’ibernazione dei mammiferi volanti (1). I biologi dell’Environmental Conservation Department hanno tentato un censimento in quattro grotte e miniere dello Stato di New York, e calcolano che il 90% degli animaletti che vi avevano svernato in letargo sono morti.

Li si vede uscire in pieno giorno dalle caverne, in questo scorcio d’inverno - i pipistrelli sani volano solo di notte e d’inverno dormono - e morire sbattendo le ali nella neve. I piccoli corpi appaiono anormalmente emaciati; spesso gli scienziati li hanno trovati picchiettati da un fungo e con la polmonite, ma ritengono che queste siano affezioni secondarie.

La malattia che li uccide - chiamata Sindrome del Naso Bianco - ha causa sconosciuta: virus o batterio, intossicazione da inquinamento o disordine metabolico; dieci laboratori americani stanno studiando tutte le ipotesi, ma senza esito.

Il tasso di mortalità è spaventoso: in una sola caverna presso Albany, dove erano stati contati 15.584 pipistrelli nel 2005, se ne sono trovati 6.735 nel 2007 e appena 1.500 quest’inverno. Alcuni studiosi sospettano che un pesticida introdotto di recente per stroncare il West Nile virus (il virus del Nilo) possa essere la causa della strage, sia per intossicazione diretta sia per cause indirette, riducendo la popolazione di insetti di cui i mammiferi volanti si nutrono.

Altri gruppi stanno monitorando il comportamento degli insettivori durante il letargo nella caverne con telecamere ad infrarossi, per vedere quante volte si svegliano durante l’ibernazione, e misurare la temperatura corporea del branco.

Il professor Thomas Kunz, biologo della Boston University, ha studiato i resti dei pipistrelli uccisi dal misterioso male ed ha notato che sono anormalmente magri, mancanti del grasso - specie del cosiddetto «grasso bruno», una sorta di accumulo che si trova tra le scapole, e che fornisce l’energia per il primo volo agli animali che escono dal letargo. Le femmine, così magre, non raggiungono l’ovulazione e quindi, anche se sopravvivono, non partoriscono (nelle razze studiate, ogni femmina genera solo un figlio l’anno, il che rende più vicina la prospettiva di estinzione).

Per contro, ben poche ricerche sono state avviate e finanziate sulla strana malattia che sta facendo scomparire le api, come hanno dichiarato i proprietari di 22 apiarii di dieci Stati americani. Questi allevatori di api si trovano ogni anno in California dove portano i loro alveari durante la fioritura dei mandorli, sia per aiutare l’impollinazione che darà i frutti, sia per ottenere un miele pregiato.

Ora, scambiandosi le informazioni, hanno scoperto che il 37% delle 230.500 colonie che allevano è scomparso; l’anno precedente la perdita era stata del 30% (2). Pochi vedono le api morire. Apparentemente, la malattia, chiamata provvisoriamente Colony Collapse Disorder, induce un comportamento anomalo e distruttivo: le api operaie se ne volano via, abbandonando nell’alveare la regina con le larve nei favi, e non si trovano più.

«Se morissero le mucche la gente scenderebbe in piazza a chiedere finanziamenti per lo studio del male», dice Jerry Hayes, l’entomologo del Dipartimento dell’Agricoltura della Florida: «La gente crede che il cibo gli venga dalle industrie. Ma le api impollinano un terzo delle colture degli USA, che danno raccolti per 15 miliardi di dollari».

Oggi, gli apicoltori hanno portato un terzo di tutte le api americane (le superstiti) per salvare il raccolto di mandorle in California. In Florida, si attendono questi apicoltori con i loro alveari per impollinare migliaia di ettari di aranceti, frutteti vari e chiodi di garofano. E’ incerto se potranno farlo l’anno prossimo. Lo stesso vale per i pipistrelli.

«La presenza dei pipistrelli nel Texas consente ai coltivatori di cotone di salvare da un sesto a un ottavo del raccolto, perché divorano gli insetti nocivi», dice la dottoressa Elizabeth Buckles, specialista in mammiferi della Cornell University: «La morìa in corso - mezzo milione di insettivori scomparsi nel solo Vermont - avrà di sicuro effetti economici. Li constateremo la prossima stagione, come sovrabbondanza di insetti infestanti».

Tutti sospettano, a mezza bocca, che qualche intervento umano da agricoltura industriale, introdotto per aumentare la produzione, abbia sconvolto delicati e sconosciuti equilibri naturali fra il mondo animale e vegetale, vigenti da tempo immemoriale: forse i pesticidi chimici, forse le sementi geneticamente modificate (3), e la scienza non sembra in grado di stabilire né la causa né i rimedi.

E le strane allarmanti pestilenze che stanno riducendo all’estinzione api e pipistrelli coincidono con il rincaro storico dei grani e dei prodotti agricoli in genere (più 20% in media), esso stesso causato dalla speculazione nel «nuovo ordine globale». Il risultato può essere la carestia globale (4). Una punizione che ci saremo meritata.



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1) Tina Kelley, «Bats perish, and no one know why», New York Times, 25 marzo 2008.
2) Susan Salisbury, «Bee plague worsening, anxious beekeepers say», Palm Beach Post, 24 marzo 2008.
3) Brit Amos, «Death of bees: GMO crops and the decline of bee colonies in North America», GlobalResearch, 25 marzo, fornisce un’ipotesi convincente sul perchè i campi coltivati con sementi OGM possono influire sulle api: «There are many reasons given to the decline in Bees, but one argument that matters most is the use of Genetically Modified Organism (GMO) and Terminator seeds that are presently being endorsed by governments and forcefully utilized as our primary agricultural needs of survival. I will argue what is publicized and covered by the media is
in actuality, masking the real problems of Terminator seeds and Genetically Modified Organisms (GMO’s). Terminator seeds; genetically produced and distributed by powerful multinational lobbies manipulate government and agricultural policy to encompass their agenda of dominance
in the agricultural industry. American conglomerates such as Monsanto, Pioneer Seeds, and others, have created seeds that do not reproduce (whereas these seeds have a life span of the crop chosen). The sterilizing of the plant by the means of sterilizing the flower pollen genetically altered and mutated for production in the agricultural industry. Logic states that if the flower pollen is sterile, bees are potentially going malnourished and dying of illness due to the lack of nutrients and the interruption of the digestive capacity of what they feed on through the summer and over the winter hibernation process».
4) Peter Popham, «Threats to millions as food aid scheme runs out of money», Independent, 25 marzo 2008.
www.effedieffe.com/content/view/2661/171/
Lostmu
00martedì 8 aprile 2008 13:38
Dopo un'anno e + che circola questa notizia , oggi è stata comunicata in televisione (studio aperto) spacciandola per un problema che c'è da qualche settimana...
illuca23
00martedì 8 aprile 2008 14:01
...e poi le informazioni non sono pilotate....
il 25 tutti in piazza a firmare!!!!
Scusate il furi-discorso ma certe cose mi fanno....
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