Colgo l'occasione anche io per salutarti anche se non sono Lostmu.
Bene . Come abbiamo considerato prima,l'operazione demonizzazione dell'Islam,ha già dato i suoi frutti. Naturalmente non ho detto che sia innocente,ma la realtà è che ora è indifendibile.
Ma Come attacare il cristianesimo?
Se dico Preti insieme a bambini,che associazione vi viene subito in mente?....pedofilia.....
Forse a voi non verà in mente questo,ma vi assicuro che a molti l'associazione è automatica!
in paesi come l'irlanda ,a quanto pare, portare la tunica,a causa anche dei recenti casi di cronaca,non è ben visto.
In questi ultimi anni io e voi abbiamo assistito a continue rivelazioni e denunce da più paesi in questa direzione,tanto che la chiesa ha speso milioni di dollari.
per capire l'estensione del fenomeno,vai alla pagina sotto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Casi_di_pedofilia_all'interno_della_Chiesa_cattolica#Estensione_del_fenomeno
le prove generali da parte del potere politico in questo senso sono già state fate,e più volte la chiesa è tata messo all'angolo.
pensate alle varie accuse :
-card. Bertone su diversi fronti
- al fratello del papa
- al caso del magiordomo
- alla donna vestita di rosso che spintonò il papa
-al libro ( Il codice da vinci)(angeli e demoni)
-De delictis gravioribus e l'attuale papa.
insoma di propaganda anti Bibbia e anti Dio,e contro le religioni ne vediamo ogni giorno.
Ma "il principe della pace" Obama,cosa dice sull'argomento?
cosa pensa della religione'
vi invito a leggere con attenzione un estratto del discorso tenuto dal Senatore Obama a Washington il 28 Giugno 2006. La versione integrale è disponibile qui..................http://www.barackobama.com/news ..
Attraverso la nazione, le chiese individuali come la mia e la vostra stanno sponsorizzando programmi di assistenza, stanno costruendo centri per anziani, aiutando ex detenuti a riguadagnare le proprie esistenze e stanno ricostruendo le coste del nostro golfo dopo l’uragano Katrina.
Perciò la questione è: come costruiamo su questi ancora flebili tentativi un accordo fra religioni e gente secolare di buona volontà? Ciò impegnerà un grande lavoro, molto più lavoro di quanto abbiamo già fatto sinora. Le tensioni e i sospetti su ogni lato delle divisioni religiose dovranno essere rettamente affrontate. Ed ogni parte avrà la necessità di accettare alcune regole di base per la collaborazione.
Mentre ho già enunciato parte del lavoro che i leaders progressisti devono svolgere, vorrei parlare un po’ riguardo ciò che dovrebbero fare i leaders conservatori – alcune verità che dovrebbero riconoscere.
Da una parte devono comprendere il ruolo critico che la separazione fra chiesa e stato ha svolto nel preservare non solo la nostra democrazia, ma la stessa solidità della pratica religiosa. La gente tende a dimenticare che durante la nostra fondazione non erano gli atei o i libertari coloro che rappresentavano i più validi campioni del Primo Emendamento. Furono invece le minoranze perseguitate, furono i Battisti come John Leland che non volevano che fosse stabilita una chiesa ad imporre le proprie visioni sulla gente che era lieta nei suoi latifondi e insegnava le scritture agli schiavi. Furono i progenitori degli evangelici ad essere i più cristallini nel non voler mischiare il governo con la religione, giacché essi non volevano una religione sponsorizzata dallo stato che ostacolasse la loro religione per come loro la intendevano.
Inoltre, data la crescente diversità della popolazione americana, i pericoli del settarismo non sono stati mai più grandi. Sebbene un tempo lo fossimo, oggi non siamo più una nazione cristiana; noi siamo anche una nazione ebraica, una nazione musulmana, una nazione buddhista, una nazione indù, e una nazione di non credenti.
E anche se avessimo avuto solo cristiani in mezzo a noi, se avessimo espulso ogni non cristiano dagli Stati Uniti d’America, quale cristianesimo avremmo insegnato nelle scuole? Ci saremmo affidati a James Dobson’s o ad Al Sharpton’s? Quale passaggio delle scritture dovrebbe guidare la nostra politica pubblica? Dovremmo seguire il Levitico che suggerisce che la schiavitù è ok e che mangiare frutti di mare è un abominio? E che dire del Deuteronomio, che suggerisce di lapidare tuo figlio se si allontana dalla fede? O dovremmo semplicemente attaccarci al Discorso della Montagna – un passaggio che è talmente radicale che è dubbio se il nostro Dipartimento della Difesa potrebbe sopravvivere alla sua applicazione? Perciò prima di trascinarci oltre, leggiamo le nostre bibbie. La gente non ha passato il tempo a leggere le proprie bibbie.
Ciò mi porta al mio secondo punto. La democrazia chiede che la gente motivata religiosamente traduca le proprie preoccupazioni in valori universali, piuttosto che specifici di una religione. Ciò richiede che le loro proposte siano soggette ad argomentazione e riconducibili alla ragione. Io potrei essere contrario all’aborto per ragioni religiose, ma se io cerco di far passare una legge che bandisca questa pratica, non posso semplicemente rifarmi agli insegnamenti della mia chiesa o evocare la volontà di Dio. Devo spiegare perché l’aborto viola alcuni principi che sono accessibili a persone di ogni fede, inclusi coloro che non hanno fede.
Ora ciò diventa complicato per qualcuno che crede nell’infallibilità della Bibbia, come fanno molti evangelici. Ma in una democrazia pluralista, non abbiamo altra scelta. La politica dipende dalla nostra abilità di persuaderci gli uni gli altri degli scopi comuni basati su una comune realtà. Ciò coinvolge il compromesso, l’arte di ciò che è possibile. A qualche livello fondamentale, la religione non consente il compromesso. E’ l’arte dell’impossibile. Se Dio ha parlato, allora i seguaci si aspettano di vivere in base agli editti di Dio, senza alcun riguardo per le loro conseguenze. Basare la propria vita su questi impegni così poco compromissori potrà anche essere sublime, ma basare la nostra attività politica su tali impegni sarebbe qualcosa di pericoloso. E se ne dubitate, lasciatemi fornirvene un esempio.
Noi tutti conosciamo la storia di Abramo ed Isacco. Dio ordina ad Abramo di offrigli suo figlio, e senza ragione, egli prende Isacco, lo porta sulla cima di una montagna e alza il suo coltello, pronto ad agire come Dio ha comandato.
Naturalmente alla fine Dio manda giù un angelo ad interloquire all’estremo minuto e Abramo passa il test divino di devozione.
Ma è giusto dire che se ognuno di noi lasciando questa chiesa vedesse Abramo sul tetto di un palazzo sollevare il suo coltello, noi, all’estremo momento, chiameremmo la polizia e ci aspetteremmo che il Dipartimento per i Bambini e i servizi Familiari togliesse Isacco a suo padre Abramo. Noi faremmo ciò perché non abbiamo udito ciò che Abramo ha udito, non abbiamo visto ciò che Abramo ha udito, vero come forse fu quell’esperienza. Perciò il meglio che possiamo fare è agire in accordo con quelle cose che tutti noi vediamo e che tutti noi sentiamo, che si tratti della legge comune o della razionalità fondamentale.
Concludendo, ogni riconciliazione fra fede e pluralismo democratico ha bisogno di un qualche senso della proporzione.
E ciò vale per entrambe le parti.
Anche coloro che proclamano l’infallibilità della Bibbia fanno distinzione fra editti scritturali, percependo che alcuni passaggi – come i dieci comandamenti o il credo nella divinità di Cristo – sono centrali nella fede cristiana, mentre altri sono più specifici di una cultura e possono essere modificati per accordarsi alla vita moderna.
Gli americani intuitivamente comprendono ciò, ed è anche il motivo per cui la maggioranza dei cattolici pratica il controllo delle nascite e alcuni di essi sebbene siano opposti al matrimonio gay nondimeno si oppongono ad un emendamento costituzionale per bandirlo. La leadership religiosa ha necessità di non accettare la saggezza nel consigliare il suo gregge, me deve riconoscere questa saggezza in politica.
Ma un senso di proporzione dovrebbe anche guidare coloro che fanno la guardia ai confini fra chiesa e stato. Non ogni menzione di Dio in pubblico è una rottura del muro di separazione – problemi di contesto. E dubbio se i bambini che recitano il Pegno di Fedeltà si sentano oppressi o lavati di cervello a seguito della pronuncia della frase “sotto Dio”. Io non sento ciò. Il fatto che gruppi di preghiera volontari possano usare gli spazi delle scuole per incontrarsi non dovrebbe essere una minaccia, non più che il loro uso da parte dei Giovani liceali Repubblicani possa minacciare i Democratici. E uno può anche visionare programmi basati sulla fede – indirizzati ad ex detenuti o drogati – che offrono una via unica e potente per risolvere i loro problemi.
Perciò noi abbiamo tutti qualche lavoro da fare qui. Ma sono pieno di speranza che possiamo lanciare ponti sulle divisioni e superare i pregiudizi che ciascuno di noi porta in questo dibattito. E ho fiducia nel fatto che milioni di credenti americani vogliano che ciò avvenga. Non importa quanto possano o meno esser religiosi, la gente è stufa di vedere la fede usata come un’arma per attaccarti. Non vogliono che la fede sia usata per dividere. Sono stufi di sentire gente che alza barricate piuttosto che fare sermoni. Perché alla fine questo non è il modo in cui intendono la fede nelle loro vite.
Perciò fatemi concludere con un’altra interazione che ho avuto durante la mia campagna. Pochi giorni dopo aver vinto la nomination al Senato americano, ho ricevuto una mail da un dottore dell’Università del Chicago Medical School che diceva quanto segue:
“Congratulazioni per la sua travolgente e ispiratrice vittoria alle primarie. Sono stato lieto di aver votato per lei, e le dirò che sto seriamente considerando di votare per lei nelle elezioni generali. Io scrivo per esprimere le mie preoccupazioni che potrebbero, infine, impedirmi di votare per lei.”
Il dottore si descriveva come un cristiano che era consapevole che il suo impegno fosse “totalizzante”. La sua fede l’aveva portato ad una dura opposizione all’aborto ed al matrimonio gay, sebbene dicesse che la sua fede lo avesse anche condotto alla questione dell’idolatria del libero mercato e del rapido risorgere del militarismo che sembrava caratterizzare buona parte dell’agenda repubblicana.
Ma la ragione per cui il dottore stava considerando di non votare per me non era semplicemente la mia posizione sull’aborto. Piuttosto aveva letto un articolo che la mia campagna aveva postato sul mio sito web, che suggeriva che avrei lottato “gli ideologi di estrema destra che vogliono togliere alle donne il diritto di scelta”. Il dottore era arrivato a scrivere:
“Percepisco che lei ha un forte senso della giustizia… e anch’io so che lei è una persona con una mentalità equa dotata di un alto rispetto per la ragione… Qualunque siano le sue convinzioni, se lei realmente crede che coloro che si oppongono all’aborto siano tutti ideologi guidati da desideri perversi di infliggere sofferenze alle donne, allora lei, a mio giudizio, non è una persona dalla mentalità equa… Lei sa che siamo entrati in un periodo che è irto di possibilità per il bene e per il male, tempi in cui stiamo lottando per dare senso ad una comune politica in un contesto di pluralismo, in cui siamo incerti di quale terreno abbiamo per poter fare ogni affermazione che riguardi gli altri…. Io non chiedo a questo punto che lei si opponga all’aborto, ma solo che lei parli su questo tema con parole ben meditate.”
Parole ben meditate.
Perciò ho dato uno sguardo al mio sito web e ho trovato quelle parole offensive. Ad esser sincero, il mio staff le aveva scritte usando il linguaggio precotto dei democratici per riassumere la mia posizione pro-choice durante le primarie democratiche, in un momento in cui alcuni dei miei oppositori si stavano interrogando sulla mia decisione di proteggere Roe v. Wade.
Rileggendo la lettera del dottore, tuttavia, ho sentito un morso di vergogna. Noi stiamo cercando gente come lui per una più approfondita e completa conversazione sulle tematiche religiose nella nostra nazione. Loro potrebbero non cambiare le proprie posizioni, ma sono disponibili ad ascoltare ed apprendere da coloro che vogliono parlare con parole equamente meditate. Coloro che conoscono il posto centrale e impressionante che Dio occupa nelle vite di così tanti, e che rifiutano di trattare la fede come semplicemente un altro argomento politico con il quale raggiungere un buon punteggio.
Perciò ho risposto al dottore e l’ho ringraziato per il suo consiglio. Il giorno dopo, ho fatto girare la mail al mio staff ed ho cambiato le parole sul mio sito web per definire con chiari e semplici termini la mia posizione pro-choice. E quella notte, prima di andare a letto, ho detto una preghiera, la preghiera che io possa estendere ad altri la stessa presunzione di buona fede che il dottore aveva esteso a me.
E quella notte, prima di andare a letto ho detto una preghiera. E’ una preghiera che penso di condividere con molti americani. Una speranza che possiamo vivere gli uni gli altri in modo da riconciliare il credo di ciascuno con il bene di tutti. E’ una preghiera degna di esser pregata ed una conversazione degna di essere tenuta in questa nazione nei mesi e negli anni a venire.
segue. . . . . .