CITTA' DEL MESSICO
Circa 900 casi umani di influenza da suini, di cui 60 mortali, sono stati registrati nelle ultime settimane in Messico: lo ha reso noto l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), aggiungendo che un’altra decina di casi si è verificata negli Stati Uniti.
A Città del Messico, intanto, le autorità locali hanno deciso di chiudere molti istituti scolastici per contrastare l’epidemia. Il segretario alla Sanità messicana, José Cordova, ha spiegato che al momento, secondo i test di laboratorio effettuati, solo 16 delle 60 vittime di cui parla l’Oms sono state provocate con assoluta certezza dal virus. I campioni prelevati dalle altre 44 persone decedute sono ancora in fase di esame. L’epidemia riguarda gli stati messicani di Città del Messico e San Luis di Potosì e quelli americani del Texas e della California: in questi ultimi casi il virus è stato identificato come appartenente al ceppo H1n1.
La preoccupazione dell’Oms è causata dal fatto che i maiali possono servire da «incubatrice» per una mutazione del virus che combini il materiale genetico dei ceppi responsabili della febbre aviaria e dell’influenza da suini, in grado di infettare direttamente l’uomo. Il sistema respiratorio dei maiali è infatti tale da renderli vulnerabili all’infezione sia di virus umani che aviari: un virus che risultasse dallo scambio dei due tipi di materiale genetico e che conservasse una quantità sufficiente del genoma del ceppo patogeno per gli esseri umani potrebbe sviluppare un’alta trasmissibilità e dar luogo a una pandemia.
Il virus suino è sconosciuto agli scienziati del Centro statunitense per controllo e la prevenzione delle malattie e la sua diffusione è stata rapida. Il contagio che ha interessato sei americani ha fatto sì che il dossier sul virus arrivasse sul tavolo di Barack Obama, ha fatto sapere un alto funzionario di Washington. Intanto in Messico è psicosi e si teme una pandemia. «Il virus si è trasformato nei maiali e a un certo punto è stato trasmesso agli umani», ha detto il ministro della Salute, Jose Angel Cordova. Si tratta, secondo il Città del Messico, di «un’epidemia controllata», ma l’Organizzazione mondiale della Sanità ha ritenuto di convocare una riunione di emergenza nei prossimi giorni per verificare se sia il caso di lanciare un allarme internazionale.
Nei sette casi di contagio individuati in California e in Texas, infatti, è stata riscontrata la presenza del virus H1N1, identico a quello che oltreconfine ha spinto a chiudere scuole e istituti e ordinare una campagna di vaccinazione nella capitale. Il governo messicano ha comunque esortato gli abitanti della capitale ad astenersi da manifestazioni eccessive di affetto, come baci e strette di mano, e di non condividere cibo e bevande per il timore di un contagio, non ancora provato, da essere umano a essere umano. In una città di 20 milioni di persone il controllo sembra piuttosto difficile, ma qualcuno ci prova. Oggi il traffico era meno intenso degli altri giorni, anche perchè università e scuole sono state chiuse, e nella metropolitana si potevano incontrare utenti con le mascherine. Forse tutto questo non servirà per difendersi dal virus, ma per lo smog è già un passo avanti.
Febbre suina in Nuova Zelanda
L'Italia prepara un protocollo: "Pronti a vaccinazioni"
DIRETTA. Dopo gli Usa dove si sono registrati 8 casi nella Grande Mela, 2 in Kansas, 2 in Texas e 6 California il virus arriva in Oceania. In isolamento alcuni studenti ad Auckland. Due casi sospetti in Francia. La Farnesina: "Rinviate i viaggi in Messico". L'Oms: "Emergenza mondiale"
I maya erano originari di quella zona...
Che sia un preludio a qualcosa di più "grande" in ottica 2012?