ovvero la risposta italiana a future soldiers americani
In una giornata afosa, tra fanfare, picchetti d'onore, bambini delle scolaresche, ha fatto la sua prima comparsa ufficiale in Italia il «soldato-robocop», ovvero il fante dei prossimi decenni, neppure parente di quelli che hanno combattuto nelle trincee del Carso. E forse neanche di quelli che oggi operano in Afghanistan.
Questa, in sintesi, la carta d'identità del soldato del futuro: il fante trasporta un peso complessivo di 22 chilogrammi che comprende un'arma che può caricare anche un lanciagranate, un «canale ottico diurno ed un canale infrarosso» (in pratica dei cannocchiali) permettono di individuare gli obiettivi, identificare i «nemici» e definire le loro possibilità di offesa. L'arma è collegata ad un computer (che il soldato nasconde nella schiera al posto del vecchio zainetto) al quale è collegato anche un sistema a banda larga. Questa appare la novità che più attira l'attenzione.
Il soldato-robot, attraverso i sensori che «ornano» l'elmetto è in grado di inviare informazioni ed immagini ai comandi che dirigono l'azione. Sul braccio sinistro il fante tecnologico porta anche un display che permette di interagire con i comandi. Lo scenario dell'azione viene dunque monitorato dai soldati-robot che diventano in tal modo a loro volta dei sensori, protagonisti «interattivi» dell'avvenimento che stanno vivendo. Il generale Giorgio Ruggieri, comandante logistico dell'Esercito, ha spiegato che i primi cento prototipi del «soldato futuro» inizieranno in questi giorni la sperimentazione presso il 31° reggimento carri di Altamura. Tra un anno sarà fatto il primo bilancio. Lo stato maggiore ritiene che la prima «brigata digitale» (3-4000 soldati) potrà essere schierata nel 2010 e che, entro il 2014, saranno pronte tre brigate (10-12 mila soldati).
L'entrata in campo del fante-digitale rappresenta una svolta ed un segno dei tempi. Resta da vedere se la tecnologia sarà risolutiva in scenari sempre più «asimmetrici» nei quali, come in Afghanistan, si confrontano eserciti moderni e forze irregolari che puntano sulla sorpresa degli agguati e degli attentati. Anche i veicoli corazzati Dardo ed i blindati Lince, in partenza per l'Afghanistan, mostrati alla Cecchignola sono mezzi costruiti con nuove e più robuste corazze. «Le minacce si stanno profilando sempre più concrete - ha fatto notare il generale Filiberto Cecchi, capo di stato maggiore dell'Esercito - questi mezzi servono per fornire alle nostra unità in Afghanistan un maggior profilo di protezione e sicurezza». Tra un decina di giorni i nuovi mezzi saranno schierati a Kabul ed Herat.
da
http://www.forzearmate.eu/dblog/articolo.asp?articolo=161
l'arma del ''soldato futuro è un Beretta ARX-160
http://it.wikipedia.org/wiki/Beretta_ARX-160