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Il Conflitto che verrà?

Ultimo Aggiornamento: 06/03/2011 00:25
08/03/2007 11:32
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ogni scusa è buona per far soldi, destabilizzare, sottomettere, e per instaurare:

un refresh per capire il presente.

Dopo un periodo di relativa pace e stabilità politica, nel 1914 l’Europa, e il mondo intero, vengono sconvolti dallo scatenarsi di un conflitto senza precedenti, che passerà alla storia con il nome di Prima Guerra Mondiale o Grande Guerra. Questa guerra si differenzia dalle precedenti per diversi motivi: innanzitutto, coinvolge non solo le grandi potenze europee ma anche quelle extra-europee come Stati Uniti e Giappone; prevede inoltre un enorme spiegamento di forze con l’utilizzo di nuove armi (armi chimiche, aerei, carri armati, sottomarini); è poi una guerra totale, nel senso che tutta la compagine degli Stati belligeranti (economica, amministrativa, politica) è al servizio bellico; infine, si avvale di imponenti campagne propagandistiche.

Le cause di questo conflitto, cominciato nel 1914 (ma a cui l’Italia aderirà solo l’anno successivo) sono da ricercarsi nella crisi dei rapporti internazionali europei, nonché nella rapida e potente ascesa della Germania a potenza navale (a scapito dell’Inghilterra) con ripercussioni anche sul mondo coloniale; non ultimi i movimenti nazionalisti e irredentisti, soprattutto in alcune zone strategiche dell’Europa (i Balcani, l’Alsazia e la Lorena, il Trentino e Trieste).

L’occasione per l’inizio del conflitto è data dall’attentato a Sarajevo, da parte di un indipendentista slavo, all’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando: l’Austria manda immediatamente un ultimatum alla Serbia, la quale, non accettandolo, scatena la dichiarazione di guerra (28 luglio 1914).

Nel giro di pochi giorni scatta il sistema delle alleanze, che vede schierate da una parte Austria e Germania e dall’altra Inghilterra, Francia e Russia, che si mobilita in difesa della Serbia. La Germania a sua volta non perde l’occasione di invadere la Francia passando attraverso il Belgio e violandone così la neutralità, sancita da un accordo internazionale; la cosa suscita molto scalpore in Inghilterra, che scende in campo al fianco della Francia.

L’intenzione tedesca è quella di portare avanti una “guerra di movimento”, cioè rapida e veloce, contando su una forte organizzazione militare, ma il tentativo fallisce e il conflitto si rivelerà lungo ed estenuante, combattuto nelle trincee.

Dopo l’avanzata tedesca in Francia (fermata a soli 40 Km da Parigi sul fiume Marna) e il blocco continentale operato dall’Inghilterra grazie alla sua potente flotta, nel 1915 anche l’Italia entra in guerra. L’opinione pubblica è divisa fra “neutralisti” e “interventisti”, ma il governo si allea segretamente con la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia) con il Patto di Londra (26 aprile 1915): secondo questo accordo, l’Italia si impegna nella guerra contro l’Austria e, in caso di vittoria, riceverà le terre irredente del Trentino, dell’Alto-Adige, Trieste, Istria e la città di Valona in Albania; il 23 maggio l’Italia entra in guerra.

Anche sul fronte italo-austriaco il conflitto si presenta subito lento, terribile, crudele, combattuto essenzialmente nelle trincee scavate nelle montagne del Friuli da soldati reclutati fra le fasce più povere della popolazione.

Il 1917 vede due cambiamenti che risulteranno determinanti per il successivo andamento della guerra: da un lato, l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti a fianco dell’Intesa e contro la Germania; dall’altro, il ritiro della Russia, impegnata entro i propri confini con la Rivoluzione.

Per l’Italia è un anno duro e buio: l’offensiva austriaca si fa sempre più pressante e l’esercito italiano subisce una pesante sconfitta a Caporetto (24 ottobre). I disagi e le difficoltà creati dalla guerra hanno ripercussioni importanti anche sulla vita economica e sociale del paese, si verificano scioperi e manifestazioni, e il governo è costretto a fare grandi promesse ai soldati per risollevarne il morale ed evitare defezioni e ammutinamenti (per es., garantire la terra ai contadini, una volta finita la guerra).

Il 1918 è l’anno decisivo e conclusivo del conflitto: sul fronte franco-tedesco, i francesi riescono a ottenere la vittoria; sul fronte italo-austriaco, l’esercito italiano, guidato da un nuovo generale, Armando Diaz, riesce a conquistare Trento e Trieste, giungendo così all’armistizio con l’Austria (firmato il 4 novembre) e quindi alla pace.

Nella Conferenza di Pace, che segue la fine del conflitto e che si tiene a Parigi, i paesi perdenti vengono duramente penalizzati (soprattutto la Germania con il Trattato di Versailles) e prevalgono gli interessi delle due potenze europee, Francia e Inghilterra. Per quanto riguarda l’Italia, le vengono concessi i territori del Trentino, dell’Alto-Adige, Trieste e l’Istria, grazie allo smembramento dell’impero austro-ungarico, da cui nasceranno nuove realtà territoriali e politiche (anche se non sempre rispettose delle varie etnìe): Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia.

Per l’Italia rimane, però, in sospeso la questione della città di Fiume: il trattato di pace non ne prevede l’annessione alla penisola e nel settembre del 1919 un gruppo di volontari guidato dal poeta Gabriele D’Annunzio prende possesso della città instaurandovi un vero e proprio governo detto “reggenza del Carnaro”. In seguito, Fiume diventerà città libera con il trattato di Rapallo, stipulato fra Italia e Jugoslavia.

La guerra si conclude quindi per l’Italia come un prolungamento dell’epoca risorgimentale e dà al nostro paese un aspetto più vicino a quello odierno; tuttavia, a livello internazionale le soluzioni dei vari trattati di pace risulteranno poco rispettose nei confronti delle identità nazionali dei diversi popoli europei e saranno fonte di nuovi conflitti.




Luca 12,54

54 Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. 55 E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. 56 Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?



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