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Crollo Economico in Arrivo?

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2011 16:07
13/02/2008 00:16
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wow... io nn mi intendo molto di economia, ho cercato di capirci il + possibile di quanto c'era scritto... mi sembra ben approfondito, e reale.

non ha detto una tempistica "esatta" del crack economico. (nel senso ci sara' ad un certo punto dove verra' mostrato al pubblico che il sistema e' nella mer*a fino al collo no? ecco... quando?

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Ci sono 10 tipi di persone al mondo
- quelle che conoscono i numeri binari
- e quelle che non li conoscono
16/02/2008 18:50
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In USA i negozianti cominciano ad accettare gli euro per i pagamenti...altro brutto segnale per il dollaro...sempre più in difficoltà, persino nel suolo patrio:


NEW YORK (Reuters) - In the latest example that the U.S. dollar just ain't what it used to be, some shops in New York City have begun accepting euros and other foreign currency as payment for merchandise.

"We had decided that money is money and we'll take it and just do the exchange whenever we can with our bank," Robert Chu, owner of East Village Wines, told Reuters television.

The increasingly weak U.S. dollar, once considered the king among currencies, has brought waves of European tourists to New York with money to burn and looking to take advantage of hugely favorable exchange rates.

"We didn't realize we would take so much in and there were that many people traveling or having euros to bring in. But some days, you'd be surprised at how many euros you get," Chu said.

"Now we have to get familiar with other currencies and the (British) pound and the Canadian dollars we take," he said.

While shops in many U.S. towns on the Canadian border have long accepted Canadian currency and some stores on the Texas-Mexico border take pesos, the acceptance of foreign money in Manhattan was unheard of until recently.

Not far from Chu's downtown wine emporium, Billy Leroy of Billy's Antiques & Props said the vast numbers of Europeans shopping in the neighborhood got him thinking, "My God, I should take euros in at the store."
Leroy doesn't even bother to exchange them.

"I'm happy if I take in 200 euros, because what I do is keep them," he said. "So when I go back to Paris, I don't have to go through the nightmare of going to an exchange place."

(Reporting by Angela Moore, writing by Bill Berkrot; Editing by Doina Chiacu)
16/02/2008 19:28
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Borsa: Europa brucia quasi 150 mld
Il Dj Stoxx 600 ha chiuso in flessione dell'1, 95%
(ANSA) - MILANO, 15 FEB - Venerdi' nero per le Borse europee che hanno mandato in fumo quasi 150 miliardi di capitalizzazione (147 miliardi per la precisione). Il Dj Stoxx 600, indice che sintetizza l'andamento dei mercati del Vecchio Continente, ha chiuso con una flessione dell'1,95 per cento.

www.ansa.it/site/notizie/awnplus/economia/news/2008-02-15_115166...
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16/02/2008 20:27
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La perdita di un’ultima fede (nel debito)
Maurizio Blondet
16/02/2008

Da ottobre, le Borse mondiali hanno perso 7,7 trilioni di dollari: lo rivela un rapporto della Bank of America. (1)
Praticamente, è come se la metà dell’economia americana fosse evaporata nel nulla.
La capitalizzazione dei mercati globali (il valore delle azioni) è scesa del 14,7% in tre mesi.
Un crollo senza precedenti in tutte le passate crisi, a parte il 1929.
E tutto questo, innescato dal mercato dei mutui subprime.

continua su: www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2660¶metro=...
[Modificato da imsiddi 16/02/2008 20:27]
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17/02/2008 16:59
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L'odissea del satellite impazzito

E Bush ordinò: "Va abbattuto"
L'oggetto pesa oltre due tonnellate e ruota a 280 km dalla Terra
dal nostro inviato ALBERTO FLORES D'ARCAIS

L'odissea del satellite impazzito
E Bush ordinò: "Va abbattuto"


Il Pentagono visto dall'alto
NEW YORK - Al Pentagono é iniziato il conto alla rovescia. L'ora X é ancora tenuta segreta, ma tutto é pronto: in un giorno imprecisato da qui ad inizio marzo un missile verrà lanciato contro un satellite-spia finito fuori controllo. Un'operazione da "guerre stellari", resa necessaria per evitare che il satellite cada sul nostro pianeta, ma che ha inevitabilmente provocato una scia di polemiche.

"Intercettare e distruggere l'L-21". L'ordine lo ha dato Bush in persona, quando é apparso chiaro che [...]


www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/satellite-usa/satellite-usa/satellite-...
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17/02/2008 17:38
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Re:
imsiddi, 17/02/2008 16.59:

L'odissea del satellite impazzito

E Bush ordinò: "Va abbattuto"
L'oggetto pesa oltre due tonnellate e ruota a 280 km dalla Terra
dal nostro inviato ALBERTO FLORES D'ARCAIS

L'odissea del satellite impazzito
E Bush ordinò: "Va abbattuto"


Il Pentagono visto dall'alto
NEW YORK - Al Pentagono é iniziato il conto alla rovescia. L'ora X é ancora tenuta segreta, ma tutto é pronto: in un giorno imprecisato da qui ad inizio marzo un missile verrà lanciato contro un satellite-spia finito fuori controllo. Un'operazione da "guerre stellari", resa necessaria per evitare che il satellite cada sul nostro pianeta, ma che ha inevitabilmente provocato una scia di polemiche.

"Intercettare e distruggere l'L-21". L'ordine lo ha dato Bush in persona, quando é apparso chiaro che [...]






www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/satellite-usa/satellite-usa/satellite-...





Mi risulta comunque che questa tecnologia fosse gia' in circolazione addirittura dagli anni 80°.......



[Modificato da orione65 17/02/2008 17:39]
18/02/2008 09:37
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NEW YORK (Reuters) - In the latest example that the U.S. dollar just ain't what it used to be, some shops in New York City have begun accepting euros and other foreign currency as payment for merchandise.

"We had decided that money is money and we'll take it and just do the exchange whenever we can with our bank," Robert Chu, owner of East Village Wines, told Reuters television.

The increasingly weak U.S. dollar, once considered the king among currencies, has brought waves of European tourists to New York with money to burn and looking to take advantage of hugely favorable exchange rates.

"We didn't realize we would take so much in and there were that many people traveling or having euros to bring in. But some days, you'd be surprised at how many euros you get," Chu said.

"Now we have to get familiar with other currencies and the (British) pound and the Canadian dollars we take," he said.

While shops in many U.S. towns on the Canadian border have long accepted Canadian currency and some stores on the Texas-Mexico border take pesos, the acceptance of foreign money in Manhattan was unheard of until recently.

Not far from Chu's downtown wine emporium, Billy Leroy of Billy's Antiques & Props said the vast numbers of Europeans shopping in the neighborhood got him thinking, "My God, I should take euros in at the store."
Leroy doesn't even bother to exchange them.

"I'm happy if I take in 200 euros, because what I do is keep them," he said. "So when I go back to Paris, I don't have to go through the nightmare of going to an exchange place."

(Reporting by Angela Moore, writing by Bill Berkrot; Editing by Doina Chiacu)

18/02/2008 16:49
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Giappone, Iran e Venezuela cercano strade alternative alla moneta americana. Intanto in USA i debiti «prime» fanno registrare un preoccupante ritardo nei pagamenti.

articolo intero su: www.effedieffe.com/content/view/2032/168/
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19/02/2008 09:31
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www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&...


Tehran, 17/2. La prima fase della borsa petrolifera iraniana ha inizato domenica il suo lavoro sull’isola di Kish nel Golfo Persico, Iran meridionale, presentando prodotti petrolchimici e petrolio.

La borsa è stata inaugurata, tramite video conferenza dalla capitale Tehran, in una cerimonia a cui hanno partecipato i ministri del petrolio, delle finanze e dell’ economia, così come il presidente della Borsa Iraniana e un gran numero di altri funzionari ed esperti di finanza.

Gli scambi saranno effettuati tramite il rial iraniano.

Il primo scambio avvenuto domenica ha riguardato 100 tonnellate di polietilene.




Così è definitivamente scattato il count-down all'inesorabile attacco dell'imperialismo "americano" fondato sull'inattaccabile potere del dollaro americano. Di fatti il dollaro garantisce l'esistenza di dominio universale proprio grazie al fatto di essere adottato quale valuta unica di scambio nel mercato dell'oro nero. Se qualcuno nutrisse dubbi in proposito chieda lumi a Saddam!

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19/02/2008 20:54
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Credit Suisse nei guai
Svaluta 2,85 miliardi di dollari

Il caso appare simile a quello di Societe Generale: le perdite sarebbero state causate dagli errori di "un piccolo numero di trader", secondo le dichiarazioni del gruppo. Crollo in Borsa fino al 10%

continua: economia.repubblica.it/articolo/Credit_Suisse_nei_guai_Svaluta_285_miliardi_di_dollar...
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19/02/2008 22:56
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Il petrolio torna sopra i 100 dollari al barile. Benzina ad un soffio dal record
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19 FEBBRAIO 2008

I prezzi dei carburanti in Italia
Calcola la tua inflazione


I prezzi dei carburanti, spinti dalla ripresa delle quotazioni del petrolio, tornano a schizzare all'insù. Con la benzina che vola ad un soffio da 1,4 euro al litro (1,399 euro da martedì nei distributori Agip), segnando i massimi da oltre 1 anno e mezzo, vicinissima al record storico di 1,409 euro toccato nel luglio 2006. In volata anche il diesel che - secondo fonti di settore - oggi è salito a 1,320 euro al litro, ad un passo dal massimo di sempre di 1,327 euro toccato a inizio anno.

Le associazioni dei consumatori sono già in allarme: secondo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi«il record del petrolio si tradurrà in una mazzata pari a circa 150 euro a famiglia solo per la voce carburanti». «Il rischio concreto è inoltre - spiega l'associazione- quello di ripercussioni pesanti sui prezzi dei prodotti alimentari che viaggiano su ruote, che potrebbero risentire dei maggiori costi di trasporto. Se non saranno presi interventi immediati - aggiunge Rienzi - gli aumenti dei prezzi nel settore alimentare, anche in virtù delle speculazioni legate al gelo, potrebbero determinare una maggiore spesa per le famiglie pari a 100 euro su base annua». In favore degli automobilisti italiani il Codacons annuncia la prossima pubblicazione della lista dei distributori indipendenti, che praticano alla pompa prezzi inferiori rispetto ai distributori abituali. Secondo Federconsumatori, i rincari provocheranno ricadute per ogni pieno di benzina pari a 3 euro in più al mese, cioè 36 euro l'anno e, per i costi di trasporto, di 29 euro in più l'anno.
www.ilsole24ore.com
25/02/2008 21:44
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Crollo confermato dagli analisti, ASIA vittoriosa
articolo interessantissimo!



Una quantità di analisti ed economisti al servizio di Wall Street sta spargendo ottimismo sul collasso della finanza globale.
Sì, è una crisi, ammettono gli uni: ma sarà una crisi a «V».
Il che significa: tanto più rapido il crollo, tanto più veloce e aguzza la ripresa (e il rincaro delle azioni sui mercato occidentali).
Altri dicono: sarà una crisi a «U», profonda, e la ripresa un po’ meno rapida.
Pochissimi sussurrano che lo scoppio della bolla finanziaria ci darà una economia a «L» - che crolla verticalmente e resta orizzontale al punto zero, ma questi non sono molto citati dai media.

Nulla di nuovo.
Simili ottimismi erano correnti anche ...



continua: www.effedieffe.com/content/view/2163/179/
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26/02/2008 13:20
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nella fonte dell'articolo, si trovano commenti, alcuni di questi parecchio interessanti.

in realta', credo che l'analista Cinese, stia un po' esagerando nel far vedere l'europa e USA totale crash confrontate con India e Cina con totale incremento...

la parte che mi stupisce é che: gli analisti confermano che la crisi ci sarà, questo vuol dire che davvero gli States rischiano grosso....


io in realta' la crisi la vedo come un momento profiquo per mostrare delle nuove tecnologie e nuove fonti di energia (libera ed infinita), che permetterebbe agli USA di salvarsi (in parte) e all'europa di non spronfodare con gli USA.

per quanto riguarda l'India e la Cina, (mettiamoci pure la Russia che ha contratti con Cina circa sull'importazione/esportazione energia) questi paesi sono autosufficienti se lavorano assieme.
ma nn credo possano fare un grande salto di qualita' anche xke' la Cina non esportera' + cosi' tanto nei paesi USA e Europa che sono un'enorme fonte di guadagno nel mercato elettronico.

se di colpo una grossa fetta di Europei e USA non acquisteranno + Play3, Televisore al Plasma e cellulari ultimo modello, sicuramente la Cina ne risentira', con rischio di perdita di posti di lavoro... (questo non l'ha accennato l'analista cinese)
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26/02/2008 14:12
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LA “MADRE DI TUTTI I CROLLI” IN ONDA SUL FINANCIAL TIMES

Giù all'inferno in 12 tappe. L'implacabile analisi di Nouriel Roubini, illustrata da Martin Wolf

Il pessimismo sul futuro dell'economia Usa ha raggiunto i piani alti dei media specializzati. Sul Financial Times di ieri Martin Wof - uno degli editorialisti di punta - sintetizzava l'analisi di Nouriel Roubini, economista tra i più ascoltati della nuova generazione. In sintesi, la strada verso «la madre di tutte le catastrofi» viene spiegata in dodici tappe. Una vera via crucis di inizio millennio.

Il primo passo dovrebbe essere un ulteriore calo del valore delle case Usa, tra il 20 e il 30%. Una svalutazione del patrimonio immobiliare tra i 4mila e i 6mila miliardi di dollari, che lascerebbe molti consumatori senza nulla in tasca. Ne discende una svalutazione nell'ordine del 60% di tutti i mutui concessi negli ultimi due anni, lasciando le banche a loro volta senza fiato. Il terzo passo falso coinvolgerebbe il credito al consumo «non assicurato» (carte di credito, prestiti a breve, ecc), provocando un innalzamento insostenibile dei tassi praticati alla clientela ordinaria. La serie delle svalutazioni si scaricherebbe a quel punto sulle «assicurazioni monoline» (società specializzate nella ri-assicurazione delle obbligazioni municipali e corporate), già in difficoltà in questo momento.



Nemmeno il tempo di tirare il fiato, ed ecco che il quinto step annuncia il tracollo dei valori degli immobili commerciali, che si trascina quello di numerose banche di livello regionale e anche nazionale. A un profano può sembrare che la lista delle catastrofi potrebbe anche fermarsi qui, ma siamo solo a metà del guado, per Wolf e Roubini. I prestiti concessi dalle banche ed altre istituzioni finanziarie per i leverage buyouts (fusioni societarie fatte a credito, stile l'acquisto della Telecom italiana ai tempi di Colaninno e poi di Tronchetti Provera) diventerebbero fonte di perdite molto consistenti, compromettendone i bilanci. A catena, andrebbe registrata un'ondata di fallimenti societari (di preferenza tra chi ha bassa profittabilità e alto indebitamento), provocando un credit default swap da almeno 250 miliardi di dollari.

Il castello di scartoffie che viene anche chiamato «sistema finanziario ombra» (cdo, hedge funds, «veicoli speciali», ecc) ne uscirebbe minato dall'interno; e non potrebbe neppure ricevere un aiuto dall'intervento delle banche centrali. Passo 10: collassano più velocemente i mercati azionari, prosciugando (11) la liquidità nei mercati finanziari (compreso il prestito interbancario). Tappa finale, il «circolo vizioso» di perdite, riduzioni di capitale, contrazione del credito, liquidazioni forzate, vendita isterica di asset a qualsiasi prezzo ribassato.
Non si tratta, spiega Wolf, di una forzatura polemica; ma dello «scenario da incubo» che ha spinto Bernanke a tagliare i tassi di interesse di 200 punti base in pochi mesi. E ancora non basta. L'implacabile Roubini risponde anche alla domanda: «questa azione della Fed, alla fine fine, ci tirerà fuori dai guai?». La spiegazione è altrettanto articolata, ma la risposta è semplice: «no».

Francesco Piccioni

Fonte: www.ilmanifesto.it

Link: www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Febbraio-2008/ar...

27/02/2008 11:01
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Euro record vicino a 1,51 sul dollaro
Il petrolio vola a 102 $


commenti - | |




Nuovo massimo storico per il petrolio. A New York sul circuito elettronico il greggio sfiora i 102 dollari attestandosi a 101,98 dollari al barile sul permanere dei timori che l'Opec possa decidere di tagliare la produzione nel corso del vertice in calendario la prossima settimana. A Londra il contratto future sul Brent per consegna aprile supera i 100 dollari toccando il massimo storico a 100,45. "La debolezza del dollaro aiuta la corsa del petrolio - afferma un analista - ma ci sono anche elementi strutturali alla base del nuovo trend rialzista, in particolare la cauta politica nella produzione da parte dei paesi Opec".

Il dollaro resta sopra la soglia degli 1,50 contro l'euro dopo il record di 1,5088 fatto segnare stamane. A far scivolare il biglietto verde la convinzione che dall'intervento al Congresso del presidente Fed, Ben Bernanke, emergano nuove indicazioni su una nuova mossa di allentamento del costo del denaro atta a limitare i segnali di recessione economica. La moneta unica tratta a 1,5073 dollari.

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/02/dollaro-debole-euro.shtml?uuid=e8b4f4dc-e504-11dc-9317-00000e25108c&DocRulesVie...

quindi in questo momento abbiamo il dollaro che ha sorpassato un soglia critica di credibilità, il petrolio sopra i 100 e il grano che è salito in modo incredibile nelle trattazioni.
27/02/2008 11:05
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questo l'articolo di blondet sul grano

Grano scarso: accaparramenti e panico
Maurizio Blondet 27 febbraio 2008


Da lunedì il grano è rincarato del 30% nelle borse granarie statunitensi.
Alla borsa di Minneapolis, il «bushel» (misura volumetrica, pari a 35 litri) è con un picco di 25 dollari e passa.
Si acquista disperatamente a qualunque prezzo perché «la scarsità di granaglie continua ad essere il fattore determinante sui mercati mondiali», dicono gli analisti del settore.
Le riserve mondiali sono al livello più basso da mezzo secolo: bastano per solo dieci settimane.

Naturalmente i giornali britannici attribuiscono tutto il problema al «climate change», responsabile dei cattivi raccolti degli ultimi due anni (1).
Ma - a parte che secondo la FAO il calo della produzione è modesto, essendo passato da 624 a 600 milioni di tonnellate - gli analisti del settore forniscono altre ragioni.
«Sono ormai decenni che in tutto il mondo non si investe abbastanza nella produzione agricola», dice Arlan Suderman, della rivista specializzata «Farm Progress» (2).
La speculazione globale non ama investire nel settore primario, dove i profitti sono modesti e
i tempi lunghi; ha preferito finanziare i mutui subprime e gonfiare di soldi i derivati.

Altra causa citata, la crescente abitudine di cinesi e indiani, finalmente benestanti, di mangiare carne: 110 milioni di tonnellate in più ogni anno sono destinati al nutrimento del bestiame da allevamento.
E naturalmente, sui mercati, a fianco dei compratori che sono utilizzatori finali (industrie panificatrici dolciarie, oleifici, birrerie, eccetera), agiscono gli speculatori che puntano a profitti sul rialzo di ogni grano, soya o mais.
Gli utilizzatori finali usavano comprare «just in time», ossia solo la quantità necessaria per le loro lavorazioni.
Oggi, nel panico, comprano per tenersi da parte delle riserve, dato che i prezzi salgono.

Gli speculatori accentuano il fenomeno, trattando i grani come un qualunque titolo in rialzo.
Inoltre, il deprezzamento del dollaro agisce per sé come motivo di rincaro (come per il petrolio).
«Stiamo cominciando ad entrare nella fase di accaparramento del ciclo inflazionistico», spiega Farm Progress: siccome la moneta si deprezza, chi ne ha compra oggi più che può, aspettandosi rincari maggiori domani.
Il grano - come ogni materia prima - è in qualche modo moneta, facilmente scambiabile e accettata da tutti; e vale più del dollaro.
Non è un caso che uno dei massimi compratori sia da giorni la Cina, strapiena di dollari che si deprezzano.

Le motivazioni cinesi ufficiose sono due: contrastare il rincaro dei generi alimentari da inflazione che colpisce la sua popolazione e minaccia una rivolta sociale, e costituirsi delle riserve in vista delle Olimpiadi.
Ovviamente, più accaparra e più rincara il costo del cibo all’interno.
In USA si nota una corsa all’accaparramento dei terreni agricoli, con il curioso fenomeno relativo: mentre i prezzi degli immobili calano (per lo scoppio della bolla subprime), le zolle rincarano.

Già negli anni ‘90 si vide una corsa speculativa o di panico all’accaparramento; quando poi l’offerta, stimolata dai rincari, divenne eccessiva, ci fu un crollo dei prezzi.
Ma oggi, dicono a Farm Progress, questo rischio di crollo dei prezzi agricoli non sembra affatto prossimo.
«La stagione del raccolto in USA è in ritardo per l’inverno particolarmente freddo» (e noi siamo qui a parlare di riscaldamento globale prodotto dalle emissioni umane…).
Ciò ritarda anche il momento in cui gli speculatori, temendo di restare con tonnellate di grano comprato caro e di doverlo vendere al ribasso, cominciano a farsi prudenti ed escono dal gioco, lasciandovi gli onesti utilizzatori finali.
Del grano, gli speculatori, non sanno che farsi, se non come una fiche del grande casinò.

Dato l’accaparramento dei terreni, anche il granturco subisce rincari perché gli operatori temono che più ettari saranno messi a cultura per il frumento da alimentazione umana, sottraendo spazio al granturco per alimentazione animale.
Anche se la FAO prevede che entro 12 mesi la situazione tornerà ad una relativa normalità,
gli effetti del panico sono ovvii: rincaro del cibo, che colpirà tutti noi, ma soprattutto i poveri, e non è esclusa la minaccia di carestia.

Nel Medio Evo i poveri pregavano: «a peste, fame et bello libera nos, Domine».
Liberaci, Signore, dalla pestilenza, dalla guerra e dalla fame.
Una preghiera che la globalizzazione e il capitalismo terminale rendono di nuovo attuale.



www.effedieffe.com/content/view/2194/179/


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Re:
-Ocean-, 27/02/2008 11.05:

questo l'articolo di blondet sul grano

Grano scarso: accaparramenti e panico
Maurizio Blondet 27 febbraio 2008


Da lunedì il grano è rincarato del 30% nelle borse granarie statunitensi.
Alla borsa di Minneapolis, il «bushel» (misura volumetrica, pari a 35 litri) è con un picco di 25 dollari e passa.
Si acquista disperatamente a qualunque prezzo perché «la scarsità di granaglie continua ad essere il fattore determinante sui mercati mondiali», dicono gli analisti del settore.
Le riserve mondiali sono al livello più basso da mezzo secolo: bastano per solo dieci settimane.

Naturalmente i giornali britannici attribuiscono tutto il problema al «climate change», responsabile dei cattivi raccolti degli ultimi due anni (1).
Ma - a parte che secondo la FAO il calo della produzione è modesto, essendo passato da 624 a 600 milioni di tonnellate - gli analisti del settore forniscono altre ragioni.
«Sono ormai decenni che in tutto il mondo non si investe abbastanza nella produzione agricola», dice Arlan Suderman, della rivista specializzata «Farm Progress» (2).
La speculazione globale non ama investire nel settore primario, dove i profitti sono modesti e
i tempi lunghi; ha preferito finanziare i mutui subprime e gonfiare di soldi i derivati.

Altra causa citata, la crescente abitudine di cinesi e indiani, finalmente benestanti, di mangiare carne: 110 milioni di tonnellate in più ogni anno sono destinati al nutrimento del bestiame da allevamento.
E naturalmente, sui mercati, a fianco dei compratori che sono utilizzatori finali (industrie panificatrici dolciarie, oleifici, birrerie, eccetera), agiscono gli speculatori che puntano a profitti sul rialzo di ogni grano, soya o mais.
Gli utilizzatori finali usavano comprare «just in time», ossia solo la quantità necessaria per le loro lavorazioni.
Oggi, nel panico, comprano per tenersi da parte delle riserve, dato che i prezzi salgono.

Gli speculatori accentuano il fenomeno, trattando i grani come un qualunque titolo in rialzo.
Inoltre, il deprezzamento del dollaro agisce per sé come motivo di rincaro (come per il petrolio).
«Stiamo cominciando ad entrare nella fase di accaparramento del ciclo inflazionistico», spiega Farm Progress: siccome la moneta si deprezza, chi ne ha compra oggi più che può, aspettandosi rincari maggiori domani.
Il grano - come ogni materia prima - è in qualche modo moneta, facilmente scambiabile e accettata da tutti; e vale più del dollaro.
Non è un caso che uno dei massimi compratori sia da giorni la Cina, strapiena di dollari che si deprezzano.

Le motivazioni cinesi ufficiose sono due: contrastare il rincaro dei generi alimentari da inflazione che colpisce la sua popolazione e minaccia una rivolta sociale, e costituirsi delle riserve in vista delle Olimpiadi.
Ovviamente, più accaparra e più rincara il costo del cibo all’interno.
In USA si nota una corsa all’accaparramento dei terreni agricoli, con il curioso fenomeno relativo: mentre i prezzi degli immobili calano (per lo scoppio della bolla subprime), le zolle rincarano.

Già negli anni ‘90 si vide una corsa speculativa o di panico all’accaparramento; quando poi l’offerta, stimolata dai rincari, divenne eccessiva, ci fu un crollo dei prezzi.
Ma oggi, dicono a Farm Progress, questo rischio di crollo dei prezzi agricoli non sembra affatto prossimo.
«La stagione del raccolto in USA è in ritardo per l’inverno particolarmente freddo» (e noi siamo qui a parlare di riscaldamento globale prodotto dalle emissioni umane…).Ciò ritarda anche il momento in cui gli speculatori, temendo di restare con tonnellate di grano comprato caro e di doverlo vendere al ribasso, cominciano a farsi prudenti ed escono dal gioco, lasciandovi gli onesti utilizzatori finali.
Del grano, gli speculatori, non sanno che farsi, se non come una fiche del grande casinò.

Dato l’accaparramento dei terreni, anche il granturco subisce rincari perché gli operatori temono che più ettari saranno messi a cultura per il frumento da alimentazione umana, sottraendo spazio al granturco per alimentazione animale.
Anche se la FAO prevede che entro 12 mesi la situazione tornerà ad una relativa normalità,
gli effetti del panico sono ovvii: rincaro del cibo, che colpirà tutti noi, ma soprattutto i poveri, e non è esclusa la minaccia di carestia.

Nel Medio Evo i poveri pregavano: «a peste, fame et bello libera nos, Domine».
Liberaci, Signore, dalla pestilenza, dalla guerra e dalla fame.
Una preghiera che la globalizzazione e il capitalismo terminale rendono di nuovo attuale.



www.effedieffe.com/content/view/2194/179/






Ma va?

Purtroppo, l'idea, che Al Gore ha instillato nelle popolazioni e comunque nell'opinione pubblica, del riscaldamento globale causato dagli uomini, sta facendo e fara' dei danni terribili....

Rimango comunque della mia opinione...crisi economica fortemente voluta, per scopi misteriosi...


27/02/2008 15:37
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Re: Re:
orione65, 27/02/2008 11.55:


Rimango comunque della mia opinione...crisi economica fortemente voluta, per scopi misteriosi...




concordo pienamente, oltre a capire a quali scopi, vorrei anche capire CHI sta dietro a questa crisi?...

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27/02/2008 22:39
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scusate ma una domanda, ho sentito parlare di inflazione anche in Europa e di crisi in Europa...ma attualmente (a me pare) che hai privati (per lo meno in Svizzera) non stia ancora toccando. nel senso a me non pare che i prezzi delle materie prima stiano andando alle stelle (petrolio escluso).

qualcuno sa darmi qualche ragguaglio in merito?
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28/02/2008 10:40
Re:
imsiddi, 27.02.2008 22:39:

(per lo meno in Svizzera) non stia ancora toccando.




Forse perchè qui era già tutto molto caro?
E molti prodotti agricoli sono "protetti" dallo stato. In fondo il partito maggiore in CH è quello dei contadini.... (UDC)

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